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F. ENRIQUES:

“La scienza e la storia della scienza sono un cimitero di errori”

• 10

BION : “L’uomo va a verità come la macchina va a benzina”

• 11

BURNS :

“L’immunologia è una scienza filosofica” (cioè pone problemi filosofici)

EINSTEIN:

“La fisica è la pratica filosofica per eccellenza”

WEYL: “La filosofia è la scienza madre, la quale produce le figlie”

• 12

MARX :

“L’ideologia pur essendo necessaria è comunque un punto di vista particolare”

• “Le idee sono necessarie. Le ideologie sono necessarie. Ma sono sempre punti di vista di una classe

• 13

sociale ”

“Prima di creare una nuova classe sociale prima bisogna creare le idee”

LEONARDO DA VINCI:

“Non ti accontentare delle cose che la natura ti offre in sé, ma della tua mente”

10 Psicologo psicoterapeuta.

11 Immunologo

12 Marx è il primo a studiare il ruolo delle ideologie nelle classi sociali.

13 Borghesia 5

CAPITOLO 1 APPUNTI DI FONDAMENTI DI EPISTEMOLOGIA • A.A. 2015/2016

1.4 Che cos’è l’epistemologia

L’epistemologia nasce per comprendere le “dinamiche della ragione”, il senso delle rivoluzioni scientifiche e

lo stesso problema della razionalità. Essa studia le modalità con cui l’uomo ha acquisito le verità sul mondo

e lo fa attraverso la storia delle scienze. La scienza è una materia che costringe a non mentire sulla realtà, il

termine scienza deriva dal latino scentia, participio presente del verbo scio (“io so”) ed è plurale nel suo

significato di “le cose che si sanno”.

L’epistemologia da un lato valuta gli errori fatti, dall’altro aiuta a riflettere quando si mette in pratica una

teoria. All’inizio del Novecento si è sviluppata la “filosofia della scienza” alla quale hanno contribuito

scienziati e filosofi con i loro sforzi riflessi sulla struttura della conoscenza scientifica. Ciò ha portato alla

necessità di costituire un sapere che avesse come specifico oggetto di studio la scienza nei suoi aspetti storici

e metodologici per poter cogliere gli aspetti oggettivi e osservabili. Ma la motivazione più profonda, che

avrebbe portato alla nascita dell’epistemologia come sapere autonomo va ricercata in quella “crisi dei

fondamenti” provocata dagli sviluppi avutosi all’interno delle singole scienze nella seconda metà

dell’Ottocento, soprattutto nelle discipline della matematica e della fisica. Si pose il problema della modifica

del significato dell’epistema (dal latino epi, “stare sopra”) da sapere assoluto a sapere stanco e problematico;

infatti il sapere epistemologico nasce per rispondere alla preoccupane espressa dal fisico Ludwig Balzamann

che si poneva il problema di come garantire l’oggettività della scienza pur nei suoi continui cambiamenti

concettuali. Enriques scrisse, nel 1906 un’opere, “problemi della scienza”, in cui veniva ritenuta necessaria

una scienza gnoseologica – ovvero una disciplina della conoscenza – alla quale gli scienziati erano invitati a

dare il loro contributo al fine di creare le condizioni di base per l’epistemologia che sarebbe divenuta così un

luogo dove discutere il senso della verità scientifica. In Francia, infatti, nella prima metà del Novecento era

venuta a costituirsi una tradizione di ricerca epistemologica imperniata sulla riflessione critica delle singole

scienze, sui processi di acquisizione del vero.

L’epistemologia è lo studio del passaggio dal bios al logos; essa studia i meccanismi che portano dal piano

delle esperienze vissute alla loro traduzione in termini oggettivi. L’uomo raggiunge risultati con l’esperienza,

infatti l’uomo Sapiens Sapiens si è evoluto fondando una conoscenza su altre conoscenze, e ritorna al bios,

ovvero la trasmissione biologica delle conoscenze con il processo dell’evoluzione. I nostri geni contengono

tutto il patrimonio conoscitivo dell’umanità.

L’epistemologia, come affermava Bochard, è cogliere “la pensée des sciences”, ovvero il pensiero implicito

nelle scienze che deve essere esso stesso un “sapere rivoluzionario” nel senso che deve fornire la

comprensione e l’individuazione di un nuovo paradigma scientifico.

In conclusione l’epistemologia mostra da un lato la forza e dall’altro i limiti intrinseci delle scienza poiché

questa, citando Enriques, “è un cimitero di errori”.

6

CAPITOLO F. ENRIQUES

2 Il significato della storia del pensiero scientifico

2.1 L’autore

Federigo Enriques (1871-1946), è stato uno dei protagonisti della “scuola geometrica italiana” per gli

importanti contributi alla geometria algebrica nei primi anni del ‘900; come scienziato-filosofo sin dalla

fondazione nel 1907 della rivista “Scientia”, ha sempre accompagnato la sua attività di matematico con un

costante impegno di carattere storico-filosofico, tale da farlo inserire a pieno titolo nella letteratura

epistemologica del primo Novecento soprattutto in ambito francese.

2.2 Scienza e storia

Se la verità è soltanto un passo verso la verità, il valore della scienza consisterà piuttosto nel camminare che

nel fermarsi ad un termine provvisoriamente raggiunto. I fatti, le leggi, le teorie, riceveranno il loro senso,

non tanto come sistema compiuto e statico, quanto nella loro reciproca concatenazione e nel loro sviluppo.

Ciò porta che le idee debbano spiegarsi, non già in astratto, con riferimento ad intuizioni universali della

mente, che costituiscano un a priori incondizionato del pensiero, ma riconoscendo le loro origini e il loro

sviluppo, in rapporto: sia alle esigenze razionali, sia alla possibilità di cogliere e di subordinare una più vasta

realtà, e così di rispondere ad un’esperienza sempre più larga.

La visione storica della scienza che in tal modo si afferma appare pertanto una visione dinamica, che dal

passato trae norma per rivolgersi all’avvenire; e risponde dunque all’ideale che, consapevolmente o meno,

anima gli sforzi dei ricercatori, non fermi ad un presente immobile, ma sempre intenti a superarlo.

2.3 La concezione positivistica della scienza

1

La filosofia positiva di Auguste Comte , ha creduto di poter trovare nella scienza qualcosa di fisso, ritendo

caduche le idee o le teorie costruite secondo le tendenze soggettive, e guardando al di là di queste ai fatti

che esse contengono. Un fatto, che implichi il riconoscimento di un oggetto o di un rapporto, in un certo

ordine di approssimazione, sembra invero sottrarsi al cambiamento delle idee, ritrovandosi sempre lo stesso

attraverso le diverse rappresentazioni o spiegazioni tecniche che possiamo darne.

Ma questa dottrina, presa alla lettera, toglierebbe ogni valore alla scienza, riducendola a semplice collezione

di ricette. Perché anche quelli che, a buon diritto, chiamiamo “fatti”, ricevono il loro significato proprio dalle

idee secondo le quali vengono interpretati.

2

Ernst Mach , proseguendo l’idea di Comte, egli intende liberare le dottrine da ogni appello a qualcosa che

oltrepassi la realtà direttamente sperimentabile e quindi da ogni ipotesi rappresentativa. 3

Questo criterio positivistico si incontra col criterio logico, maturato nella moderna assiomatica .

In base a questi criteri positivi pare che le stesse idee fondamentali della scienza – che coinvolgevano

intuizioni o rappresentazioni mutevoli – possano ridursi a qualcosa di fisso e di obbiettivo, cioè alle semplici

esperienze che definiscono i loro elementi misurabili. Tuttavia qualcosa delle soggiacenti intuizioni dovrà

ancora restare sotto forma di relazioni presupposte a bade delle dottrine, delle quali si cercherà di sviluppare

le conseguenze, fino alla prova decisiva delle esperienze verificatrici.

Ecco il modello di una teoria logicamente ordinata che risponde all’assetto della scienza razionale. Si avrà

così un assetto statico, una sintesi di fatti di cui possiamo giudicare se sia vera o non vera.

Ma accostiamoci un poco a valutare quale genere di verità ci venga offerta dalla nostra dottrina. Nessuno

pretenderà che sia la verità totale. Si sa a priori che ogni teoria comporta naturalmente dei limiti. I limiti della

dottrina scientifica non appaiono segnati a priori bensì dall’estensione delle stesse esperienze verificatrici.

1 Filosofo (Montpellier 1798 - Parigi 1857).

2 Fisico, storico della scienza e filosofo.

3 Ramo delle scienze matematiche in cui si discute dell'ordinamento dei principi. 1

CAPITOLO 2 APPUNTI DI FONDAMENTI DI EPISTEMOLOGIA • A.A. 2015/2016

A che si riduce dunque la verità della nostra dottrina?

Per chi voglia fissarla col rigido criterio logico del principio di contraddizione (essere o non essere), essa

svanisce in una pura astrazione. Perché soltanto astrattamente possiamo delimitare un ordine di fenomeni

che escluda l’intervento di certe forze o agenti perturbatori.

Possiamo affermare legittimante che le dottrine scientifiche rispondo ad uno scopo pratico e conservano la

loro verità relativa.

La valutazione effettiva delle dottrine scientifiche, in ordine alla loro possibile correzione ed estensione, ci

riporta quindi alla critica di quelle idee fondamentali, che il positivista logico cerca di evitare con l’assunzione

d’ipotetiche relazioni fra le misure, non altrimenti giustificate.

Così risorge in pieno la difficoltà di definire le idee fondamentali, secondo le quali ordiniamo le esperienze,

costruendo le nostre teorie.

2.4 Il postulato della ragione

Definire le idee o i concetti foggiati dalla nostra mente, comunicare dunque – in una forma universale e

razionale – le nostre intuizioni e i criteri con cui associamo e ordiniamo i dati sensibili: c’è qui una difficoltà

veramente formidabile. Se andiamo alla radice, si tratta, niente meno, che di spiegare tutto il meccanismo

della nostra intelligenza.

Questi problemi hanno sollecitato, in ogni tempo, gli sforzi dei dilosofi. E le soluzioni proposte tendono ai

due poli dell’empirismo e del razionalismo. Gli empiristi hanno avuto successo nel dimostrare che le idee

generali derivano, per via di associazioni ed astrazioni, dal materiale delle sensazioni. Per contro, essi hanno

sottovalutato il lavoro proprio della mente, costruttrice dei concetti, e le esigenze razionali che in esso si

esprimono.

Se, a partire da un dato ambiente sensibile, si riesce a creare o ricreare nel pensiero altrui le idee generali

che sono nel nostro, ciò significa che tutte le m

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Publisher
A.A. 2017-2018
27 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/02 Logica e filosofia della scienza

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher omazzeo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Epistemologia e logica della scienza e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università del Salento o del prof Castellana Mario.