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STRUTTURA DELLE PROTEINE
Abbiamo visto come si organizzano tra loro i polipeptidi, quali sono le forze fondamentali che
governano il ripiegamento dei polipeptidi, però per parlare di struttura di proteine bisogna
aggiungere qualcosa. Le proteine possono essere classificate dal punto di vista strutturale
secondo una classificazione gerarchica.
Ogni proteina ha una struttura primaria, la sequenza di amminoacidi che compongono la proteina.
Ogni proteina (o quasi) ha una struttura secondaria, un ripiegamento della struttura primaria in una
geometria di ordine superiore, le geometrie prevalenti sono la alfa elica e il foglietto beta; gli
elementi di struttura secondaria, possono essere presenti in più numeri nella stessa proteina, nella
norma (possono esserci proteine che presentano anche un solo elemento di struttura
secondaria),e formano una struttura terziaria, il ripiegamento nello spazio degli elementi di struttura
secondaria. Esiste anche una struttura quaternaria, per cui si intende l'assemblaggio di diverse
subunità proteiche (un polimero, richiede più di una catena polipeptidica, detta subunità).
Possiamo identificare due classi di struttura quaternaria, i cosiddetti omopolimeri e gli
eteropolimeri: gli omopolimeri sono formati da subunità tutte identiche tra loro (la ferritina è un
omopolimero formato da 24 subunità tutte uguali tra loro), gli eteropolimeri sono invece formati da
subunità differenti (come l'emoglobina, due subunità alfa e due subunità beta). Ogni proteina è
definita, anche se non si conosce la struttura, da una unica struttura primaria; se è presente una
struttura primaria, essa corrisponde ad un'unica struttura; passare da una sequenza primaria ad
una sequenza secondaria, poi terziaria e quaternaria implica un processo (nel ribosoma viene
generata la struttura primaria, al di fuori del ribosoma viene operato il folding, il ripiegamento, fino
ad assumere una struttura secondaria, terziaria e infine quaternaria); non esistono due proteine
diverse con la stessa sequenza primaria.
Analizziamo gli elementi di struttura secondaria: alfa elica e foglietto beta, tenuti insieme da legami
idrogeno fra gli azoti alfa amminici e gli ossigeni alfa carbonilici (l'NH da atomo donatore e C=O
che funziona da accettore del legame H); la spaziatura delle strutture alfa o beta è assolutamente
regolare. Perché identifichiamo diverse strutture? Struttura alfa e
struttura beta dipendono dalla sequenza di amminoacidi: andando a
leggere la sequenza amminoacidica è possibile sapere se quella
proteina si ripiega in struttura alfa o beta; questo perché nella
formazione della struttura alfa, le catene degli amminoacidi si
pongono tutte disposte verso l'esterno, in una disposizione radiale
rispetto all'asse dell'elica; una struttura alfa può avere catene amminoacidiche laterali grandi (un
triptofano, una lisina, una arginina), perché i carboni alfa sono disposti radialmente sull'elica,
mentre le catene laterali sono perpendicolari all'asse dell'elica. L'elica, con amminoacidi troppo
piccoli, si spezza, non può proseguire come struttura alfa elica, la prolina causa un angolo di
legame non compatibile con l'alfa elica, la glicina ha troppi gradi di libertà, quindi si arrangia in
maniera da non contribuire alla formazione dell'alfa elica; quindi quando sono presenti glicina e
prolina nella struttura primaria, possiamo dire con certezza che non saranno incluse in un'alfa
elica, perché in corrispondenza di tali amminoacidi si interrompe; inoltre in presenza di cisteina, si
vengono a formare ponti disolfuro con un’altra cisteina lontana, alterando la struttura. In generale
quindi l'alfa elica può contenere amminoacidi importanti, mentre i foglietti beta possono ospitare i
residui di amminoacidi piccoli; ad esempio nella struttura beta possiamo ritrovare facilmente la
glicina, l'alanina, la serina, la prolina, la treonina, difficilmente si possono ritrovare triptofano,
arginina o lisina, perché hanno un ingombro sterico non indifferente. La struttura ad alfa elica è
considerata estremamente stabile, perché il numero di legami idrogeno che si formano per ogni
passo dell'elica è importante, fino a tre, quattro o cinque legami idrogeno per ogni passo dell'elica,
che a sua volta conterrà circa 3,6 amminoacidi (poi ci sono eliche più compatte o più distese), tutti
stabilizzati da legami idrogeno tra azoto alfa amminico e carbonio carbonilico. Nel foglietto beta,
legame idrogeno tra azoto alfa-amminico e carbonio carbonilico, però possono esserci due
disposizioni, cioè le catene polipeptidiche possono formare foglietti beta paralleli o antiparalleli:
antiparallelo avrà una direzione di due catene polipeptidiche in cui una è diretta in un senso e
l'altra nel senso opposto, il foglietto beta parallelo possiede catene
polipeptidiche orientate tutte nello stesso senso, ciò che differisce è
la distribuzione dei legami idrogeno. Amminoacidi ingombranti
difficilmente saranno presenti in foglietti beta o, quando ci
sono, renderanno il foglietto distorto. I foglietti beta antiparalleli
introducono un motivo strutturale molto frequente che sono le
regioni a forcina, cioè tipicamente i foglietti beta sono
costituiti da un filamento, una zona a forcina ed un altro
filamento; queste zone si riconoscono perché una curvatura così importante della catena
polipeptidica deve contenere una all'inizio e una alla fine della forcina, si può quindi identificare
dalla catena primaria.
La classificazione strutturale delle proteine si è evoluta negli ultimi, anche perché le strutture di
quasi tutte le proteine sono state ottenute, quindi sono stati introdotti dei concetti che aiutano la
comprensione: tra struttura secondaria e terziaria viene indicato il motivo strutturale, un insieme di
elementi di struttura secondaria che non rappresenta tutta la struttura terziaria di una proteina.
Quando l'alfa elica incontra una prolina o una glicina, essa si interrompe effettuando una
curvatura, come nei sistemi a forcina dei foglietti beta; questa curvatura può contenere più
amminoacidi che vanno a formare la cosiddetta ansa; quindi un primo motivo strutturale
identificabile è il cosiddetto elica-ansa-elica.
Gran parte delle proteine e degli enzimi che esplicano una funzione, concentrano delle proprietà
particolari proprio nella regione dell'ansa, perché le alfa eliche sono rigide, mentre le regioni
dell'ansa risultano mobili e quindi possono muoversi ed esplicare delle funzioni, esempio la
calmodulina, ha una struttura ad alfa elica, con unica subunità (possiede un N-terminale e un C-
terminale) e due lobi, fra i lobi sono presenti delle regioni disordinate che formano delle anse fra
alfa eliche; nelle quattro anse tra le alfa eliche si concentrano degli amminoacidi, in particolare
aspartato e glutammato, carichi negativamente, che sono in grado di legare gli ioni calcio, la
calmodulina è una delle proteine più importanti dell'omeostasi del calcio, deve infatti essere in
grado di legare e rilasciare gli ioni calcio; la funzione è concetrata sull'ansa fra due alfa eliche,
ricca, oltre che di glicine e proline per la curvatura, anche di amminoacidi carichi negativamente
che legano il calcio. Altro motivo strutturale molto frequente nelle proteine è il motivo strutturale
beta-alfa-beta [con una notazione topologica una freccia, un'ansa (l'alfa elica) e una freccia, è
questa la notazione topologica di motivo strutturale beta alfa beta, indicando l'N-terminale e il C-
terminale]; beta alfa beta è sempre posto in maniera tale che i due foglietti beta formino una coppia
di foglietti paralleli con un'alfa elica posta sopra, perché il foglietto beta isolato non esiste,
esempio: il motivo strutturale beta alfa beta alfa ripetuto quattro volte, a
formare una struttura terziaria nella proteina. [] i foglietti beta sono tutti
paralleli, i foglietti si pongono verso l'interno a formare la superficie laterale
di un cilindro, a formare il cosiddetto motivo strutturale definito beta-barrel o
barile-beta.
Una volta raggiunta la struttura terziaria, non sempre occorre la struttura quaternaria, possono
essere presenti i cosiddetti domini: ci sono delle proteine formate da singole subunità, non hanno
struttura quaternaria, un'unica catena polipeptidica che presenta più
strutture terziarie. I domini sono come delle subunità, non sono catene
polipeptidiche separate ma appartengono alla stessa catena
polipeptidica. Molte proteine sono definite multidominio, perché ogni
dominio costituisce una struttura terziaria a sé stante, ma risulta
collegata covalentemente al dominio successivo nella stessa catena
polipeptidica; non si parla quindi di diverse subunità ma di diversi
domini.
Questa è una proteina multidominio, costituita da un'unica catena
polipeptidica, dove se si taglia con una proteasi in corrispondenza, si ottengono delle strutture
terziarie ben caratterizzate; spesso le proteine multidominio sono delle proteine complesse con
funzioni peculiari, cioè ogni dominio è funzionalmente autonomo.
L'ultimo motivo strutturale è il cosiddetto fascio a 4 eliche, che illustra
alcune proprietà interessanti. Il fascio a quattro eliche (four-helices
bundle) è una struttura caratteristica, è presente in molte proteine e
illustra una proprietà fondamentale delle alfa eliche: molte alfa eliche
presentano amminoacidi idrofobici (uno ogni tre o uno ogni quattro)
che si stabiliscono tutti sullo stesso versante dell'elica (caratteristica
deducibile dalla struttura primaria della proteina), costituendo la
cosiddetta alfa elica anfipatica, cioè presenta residui idrofobici concentrati su
un lato e residui idrofilici concentrati sul lato opposto; le strutture di questo tipo si presentano a
quartetti, quattro alfa eliche antiparallele che formano questo motivo strutturale molto comune,
caratterizzato da residui amminoacidici di ciascuna alfa elica idrofobici diretti verso l'interno del
fascio e residui idrofilici diretti verso l'esterno.
Alcuni esempi:
Come si utlizza un visualizzatore molecolare: si visualizza la struttura 3d completamente nuda, la
rappresentazione ribbon, a nastro, struttura della proteina interpolando i carboni alfa; si valuta la
rappresentazione tubulare, in cui si interpolano i carboni alfa, messi in evidenza i ponti disolfuro.
La visione a bastoncino permette di visualizzare tutte le catene laterali (amminoacidi rappresentati
senza idrogeni). La visualizzazione space-filling o CPK è la più vicina alla realtà, fa vedere il raggio
di Van der Waals di ogni singolo atomo, però si può evidenziare la superficie di ogni protei