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Cioè, dalla velocità di sintesi del complesso ES quindi, K [E][S], la velocità che cos’è? È
1
rappresentata dalla costante moltiplicata la concentrazione del substrato; quindi la velocità di sintesi
di ES è uguale a K per [E][S] che sono i reagenti di questa reazione, meno le altre velocità di
1
decomposizione; quindi K [ES] che descrive la reazione inversa che da ES porta ad E + S, meno
2
[ES] che invece descrive la reazione di decomposizione di ES in E + P; quindi, velocità di
ancora K 3
formazione meno la velocità di decomposizione deve essere uguale a zero, cioè deve essere costante.
Motivo per cui riarrangiando si può scrivere questa relazione matematica in questa maniera:
Come procediamo? Scrivendo l’equazione di velocità di formazione del prodotto come funzione della
concentrazione di ES; cioè, la velocità di questa reazione può essere vista come la variazione della
concentrazione del prodotto nel tempo e quindi K [ES]. Che cosa stiamo dicendo con questa
3
relazione? Stiamo parlando del punto di inizio da cui partire per poter ottenere un’equazione di
velocità che venga incontro alle nostre esigenze; perché di fatto già lo sappiamo a cosa è uguale la
velocità di questa reazione, a K [ES]; perché? Perché in base a tutto quello che abbiamo detto ora
3
date le due parti della reazione quale delle due parti è la più lenta? Quella che porta alla formazione
di ES o quella che porta alla decomposizione di ES? La più lenta qual è, che quindi sarà quella
responsabile della velocità complessiva della reazione? È la seconda; ci troviamo in presenza di
concentrazioni elevate di substrato, molto maggiori rispetto a quelle dell’enzima; la prima parte della
reazione è molto più veloce, quanto meno più veloce della seconda parte; motivo per cui la velocità
[ES].
della reazione complessiva è uguale alla velocità della seconda parte della reazione, quindi, K 3
Noi stiamo partendo da questa equazione di velocità, cioè questa è già un’equazione di velocità in cui
diciamo che la velocità della nostra reazione complessiva è K [ES]; solo che questa equazione scritta
3
in questa maniera non ci serve a niente, noi abbiamo bisogno di descriverla diversamente la velocità
in modo tale da avere parametri cinetici che descrivano l’enzima e quindi la reazione. Partendo da
questa relazione che noi già conosciamo, cominciamo a modificarla, in che modo? Prima abbiamo
scritto l’equazione di conservazione di massa per l’enzima [E ]=[ES]+[E]; allora, dividiamo la
tot
nostra equazione per l’equazione di conservazione di massa per l’enzima e quindi avremo:
A questo punto avremo un ulteriore equazione di velocità ma che ancora una volta non soddisfa le
nostre richieste; andiamo avanti…
Prima partendo da questo presupposto eravamo arrivati a questa equazione:
Questa stessa equazione possiamo riscriverla in quest’altra maniera
Perché stiamo facendo tutti questi passaggi separati l’uno dall’altro? Perché ci servono dopo a mettere
tutto quanto insieme; per ora abbiamo già integrato nell’equazione della velocità in nostro possesso,
l’equazione di conservazione di massa per l’enzima; adesso stiamo per integrare una nuova modalità
di espressione della concentrazione del complesso enzima-substrato; perché se abbiamo ottenuto ciò
Es diventa
Se [ES] è uguale al rapporto fra le costanti per [E][S], possiamo andare a sostituire questo valore di
[ES] nell’equazione di prima (6), ottenendo:
Ripetiamo; abbiamo detto che noi partiamo dalla nostra equazione di velocità, ovvero V = K [ES],
o 3
come abbiamo modificato questa equazione di velocità? Abbiamo, innanzitutto, introdotto l’enzima
attraverso l’equazione di conservazione di massa dell’enzima, andando a dividere i numeratore per
questa equazione di conservazione di massa per l’enzima; cosa abbiamo fatto subito dopo? Abbiamo
sostituito alla concentrazione di ES quello che abbiamo calcolato partendo dall’ipotesi dello stato
stazionario; noi ci troviamo in queste condizioni quando effettuiamo le nostre misurazioni, quindi
sarà vero che ES sarà uguale a
Quindi possiamo sostituire questa all’equazione di prima, in cui già avevamo introdotto l’enzima;
otteniamo questa:
Dividiamo numeratore e denominatore per [E] e otteniamo: al
A questo punto cosa facciamo? Semplici riarrangiamenti; portiamo la concentrazione di E tot
secondo membro dell’equazione; l’aggiustiamo in base a ciò che ci serve, noi vogliamo un equazione
sarà uguale a:
di velocità, quindi V 0
Noi sappiamo anche che nelle nostre condizioni la concentrazione di substrato è molto maggiore di
quella dell’enzima; [E ]=[ES] quindi possiamo dire che K [E ] è equivalente a K [ES]; ma quando
tot 3 tot 3
è vero questo, di che tipo di velocità stiamo parlando? Velocità massima; quindi, cominciamo ad
avere un primo parametro cinetico e a descriverlo; che cos’è la velocità massima? È quel valore di
velocità iniziale (ricordiamo, che questo stiamo facendo: misurazioni di velocità iniziale) che si può
misurare quando la concentrazione di substrato è saturante, cioè è molto maggiore dell’enzima,
fosse uguale alla concentrazione del
motivo per cui potevamo assumere che la concentrazione di E tot
complesso ES; quindi, possiamo dire che K [ES] è la velocità massima nelle nostre condizioni.
3
Allora, andiamo a sostituire V laddove prima c’era K [E ]; perché:
max 3 tot
e otteniamo:
Sostituiamo V max
La nostra equazione sta iniziando a prender forma; facciamo ulteriori riarrangiamenti matematici,
dividiamo numeratore e denominatore per K /K + K , effettuiamo delle semplificazioni e quello
1 2 3
che otteniamo è V 0:
Immaginiamo per semplicità di dare a questo insieme di costanti un unico nome, K ; la nostra
m
equazione si trasforma così in quella che conosciamo bene come equazione di Michaelis-Mendel,
anche se bisogna ricordare che questa l’abbiamo ottenuta partendo dalle assunzioni di Briggs e
Haldane; quindi, di fatto entrambi gli scienziati sono giunti alla stessa equazione, ma la grande
differenza sta proprio nel concetto di considerare, per Briggs e Haldane, K uguale a
m
E V pari a :
0
Questo è un caso semplice; nel caso di reazioni più complesse, cioè nel caso in cui abbiamo la
formazione di più intermedi prima di avere il prodotto e quindi abbiamo più costanti, la K descritta
m
da Briggs e Haldane terrà conto di tutte le costanti.
Passiamo a Michaelis-Mendel, qual è la differenza? Eravamo partiti dalla variazione del complesso
enzima-substarto nel tempo che era uguale alla velocità di composizione meno le velocità di
decomposizione, nel caso di Michaelis-Mendel abbiamo solo una velocità di decomposizione e quindi
avremo che K [E][S]= K [ES]; cioè non compare K [ES] come succedeva prima per Briggs e
1 2 3
Haldane. Se partiamo da questo e andiamo a fare gli stessi riarrangiamenti di prima (guardare la slide
n°26 della sesta e settima lezione), abbiamo di nuovo l’equazione di prima in cui abbiamo diviso tutto
per l’equazione di conservazione di massa per l’enzima ([E ]=[ES]+[E]); l’unica differenza riguarda
tot
questo aspetto qui, che la [ES] che ci andremo a calcolare non terrà più conto di K , abbiamo solo il
3
/K :
rapporto di K 1 2
La K la ritroviamo sotto, perché ad un certo punto viene considerata la velocità complessiva della
3
reazione che è K [ES]; questo per descrivere completamente la reazione si deve considerare, quindi
3
il K compare ma a questo livello, ottendendo:
3
Completando il nostro percorso e come avevamo preannunciato prima, l’unica grande differenza è
in relazione alle altre costanti; perché di
data dall’assenza nella nostra equazione del parametro K 3
fatto K c’è ma compreso nel concetto di V , esattamente per come c’eravamo arrivati prima.
3 max
Quello che cambia è questo:
Infatti proprio per mettere in evidenza questa equazione da quella di Briggs e Haldane, non viene
chiamata più K ma K , cioè costante di specificità; perché K è un modo per racchiudere tutte le
m s s
costanti, ma le costanti chi sono? K /K ; vedremo tra un po’ perché questo rapporto corrisponde alla
2 1
costante di specificità; di fatto abbiamo visto qual è la differenza partendo da assunzioni differenti.
Ricordiamo questa relazione:
Partendo dalle assunzioni di Michaelis-Mendel avevamo scritto:
Viene a mancare K [ES]; cosa vuol dire questo? Che se riarrangiamo questa relazione portando [ES]
3
al denominatore del secondo membro, otteniamo:
Questa qui che cos’è, se non una costante di dissociazione e quindi di specificità?!
Cioè, quella costante che descrive la capacità che ha ES di dissociarsi in E ed S o al contrario, la
capacità di E ed S di dare ES; questa è la ragione per cui nel caso di Michaelis-Mendel per
convenzione invece di parlare di K si parla di K ; perché di fatto sono due concetti differenti.
m s
Soltanto se partiamo dalle assunzioni di Michaelis-Mendel è possibile dire che la K indica l’affinità
m
dell’enzima per il substrato; questo è il motivo per cui bisogna stare attenti quando si deve dare la
, bisogna tener conto di quali assunzioni si facciano, perché se partiamo da quelle
definizione di K m
di Briggs e Haldane che abbiamo detto essere quelle più reali, viene meno questo concetto, perché
interviene un K che nulla ha a che fare con questo rapporto.
3
Facciamo delle considerazioni generali sull’equazione cinetica ottenuta…
Partiamo da entrambe le assunzioni, quest’equazione
Rappresenta, chiaramente, un’equazione che descrive una curva che altro non è se non un’iperbole
rettangolare; in cui sull’asse delle ordinate abbiamo V e sull’asse delle ascisse la concentrazione del
0
substrato.
Che cosa succede per concentrazioni del substrato molto minori della K ? Stiamo andando a vedere
m
se l’equazione che abbiamo ottenuto veramente descrive quello che noi vediamo nei nostri
esperimenti; cioè, se è un’espressione fedele, che veramente ci può parlare di ciò che accade
sperimentalmente e quindi nelle cellule. Allora, facciamo d