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Le trappole luminose possono essere associate a griglie percorse dalla corrente elettrica ad alta frequenza,
innocua per gli animali superiori, ma letale per gli insetti. Trappole-spia molto usate, in particolare per
controllare i voli degli afidi, sono quelle che sfruttano l’attrazione esercitata, nelle aree temperate, dal
colore giallo (trappole cromotropiche). Bacinelle di plastica gialle, contenenti l’1-2% di formalina in acqua,
oppure tavolette gialle spalmante di un collant permanente sono di grande utilità nello stabilire le epoche
di comparsa degli afidi alati, onde prevenire la diffusione delle virosi vegetali.
Suono : vibrazioni sonore di frequenza bassa o alta disturbano il decorso biologico di insetti delle derrate.
Gli ultrasuoni sono parimenti letali per insetti nascosti, ma sono di difficile applicazione.
Un interessante impiego degli ultrasuoni all’aperto è stato realizzato sperimentabile in Canada: il grido
ultrasonico dei pipistrelli, registrato e diffuso con altoparlanti in campi infestati da lepidotteri notturni, ha
allontanato questi ultimi, notoriamente molto sensibili alla ricezione ultrasonica.
Questo tipo di impiego potrebbe rientrare nei mezzi biotecnici.
Anossia
: ottime prestazioni per la disinfestazione delle derrate e della frutta fornisce l’anidride carbonica.
Alla temperatura di 25°C è sufficiente un’esposizione di 24h per una disinfestazione prossima al 100%.
A 18° occorrono 48 ore. La concentrazione del gas deve giungere il 98% del volume da disinfestare.
La conservazione del grano in azoto tecnico (con leggera percentuale di ossigeno) rallenta l’attività dei
miceti, elimina subito i roditori e sopprime in breve tempo insetti e acari.
Mezzi Meccanici
A questa categoria appartiene un gruppo alquanto eterogeneo di mezzi di distruzione degli insetti dannosi,
nel caso dei quali non vi è netta prevalenza del mezzo chimico, fisico o biologico, mentre più rilevante è il
ricorso ad attrezzo di vario tipo.
Forza centrifuga
: nei moderni mulini, il grano viene fatto passare attraverso una macchina definita
entoleter, che uccide insetti e acari per centrifugazione.
Raccolta diretta : sebbene sia antieconomica su vaste aree, la raccolta a mano conserva la sua posizione di
mezzo di lotta di indiscutibile valore nelle tanto diffuse azienda ti tipo familiare del nostro paese.
L’eliminazione di parti vegetali contenti stadi viali di insetti o la raccolta diretta degli stessi conseguono
risultati che competono con quelli ottenuti con la lotta chimica, laddove esistano condizioni che ne rendano
economica l’attuazione.
Raccolta indiretta
: modalità di raccolta indiretta, in parte già citate tra i mezzi biologici od agronomici,
sono abitualmente raggruppate tra quelli meccanici. L’uso di piante esca, seguito dalla eliminazione delle
parti stesse con gli individui attratti è un comune mezzo di raccolta indiretta.
Tra i mezzi meccanici di raccolta degli insetti a scopo di studio, vanno ricordate le trappole munite di
ventola aspiratrice e di dispositivi che permettono la separazione automatica del materiale raccolto ad
intervalli di ore o di giorni, in modo da poter conoscere anche l’ora di volo delle specie catturate.
Altri tipi di raccoglitori possono essere sospesi a palloni sonda e collegati a piccoli aerei a fornire notizie su
migrazioni, traporto passivo su correnti d’aria. Di particolare utilità sono le già citate operazioni di
spazzolamento, scortecciamento, sfregamento delle piante arboree per liberarle da stratificazioni di
cocciniglie, da forme ibernanti. Talora queste operazioni devono precedere la lotta chimica, se si vuole che
questa sortisca effetto. La sfibratura degli stocchi di mais, seguita dall’interramento profondo degli stessi,
rende spesso inutile la lotta chimica alla Piralide. Utili a riguardo possono essere anche le spollonatrici nei
vigneti. Gli sbarramenti con cinture adesive poste sui tronchi, impediscono la salita di forme non volatrici.
Altri tipi di sbarramento si realizzando in vario modo: con canaletti, con fossi colmi di petrolio, di acqua, di
insetticidi, per proteggere semenzai, cabine in legno, arnie.
Ancora molto usati nelle piccole aziende sono i cosiddetti ricoveri artificiali allestiti sulla base delle
conoscenze biologiche delle specie dannose. Ad esempio, di grande aiuto nella lotta chimica alla
carpocapsa (cydia) sono dei manicotti di stracci o cartoni ondulati, posti sui tronchi e sulle grosse branche
delle piante attaccate. Questi ricoveri sono molto ricercati dalle larve mature del lepidottero per
l’incrisalidamento, e la loro successiva distruzione consente l’eliminazione di centinaia di individui, oltre che
la valutazione dell’andamento dell’infestazione ai fini della lotta chimica.
Ripari artificiali per l’ibernamento (cassette, vasi colmi di paglia posti rovesciati sul terreno) sono molto
ricercati dalla formica argenti, dai rincoti pentatomidi e da varie altre specie.
Mezzi Chemiotropici
Comprendono tutte quelle tecniche di cattura che si valgono dell’attrazione chimica esercitata verso gli
insetti da sostanze di varia natura che non appartengono ai messaggeri chimici. In questo modo viene
interpretato l’uso delle bacinelle-spia colme d’acqua più aggiunta di un liquido o prodotto attrattivo
(concime azotato, aceto, acqua di fermentazione della crusca, melasso, mosto esche chimiche).
Per la cattura dei ditteri erano usate le bottigliette-trappole con fondo ad imbuto rovesciato ed aperto, che
consente facile cattura con un liquido attrattivo.
Mezzi Chimici
I mezzi chimici o insetticidi sono sostanze inorganiche od organiche, ricavate dalla natura o sintetizzate,
formulate in modo da esplicare la massima azione tossica caustica o comunque incompatibile con la vita
degli insetti. Parecchie di queste sostanze svolgono azione tossica anche nei confronti di acari (acaricidi),
nematodi (nematocidi), molluschi gastropodi (limacidi), roditori (rodenticidi).
Di ogni insetticida è necessario conoscere alcuni aspetti fondamentali e questi sono:
1) La formulazione commerciale (liquida, polverulenta, granulare, microcapsulare, aerosolica).
Essa condiziona il tipo di impiego e modifica le proprietà stesse della sostanza insetticida e ciò per
la presenza di sostanze veicolanti, stabilizzanti, coadiuvanti, ecc.
2) Il principio attivo o puro (il componente del formulato a cui è dovuta la vera e propria azione
insetticida). In non pochi casi il principio attivo, indicato con la sigla p.a. o m.a. (materia attiva), a.i.
(active ingredeient), è una frazione non solo del formulato commerciale, ma anche della stessa
sostanza insetticida (in tal caso detta prodotto tecnico), la quale dovrebbe essere sottoposta a
purificazione per evidenziare il p.a.
Di fondamentale importanza fitoiatrica sono ovviamente le conoscenze sulle dosi di impiego.
3) La miscibilità con altri formulati e l’eventuale fitotossicità.
4) Le modalità di penetrazione, a carico dell’insetto, comunemente classificate come modalità di
penetrazione per ingestione, contatto ed inalazione in per sé esplicative
5) I meccanismi di azione biotossica a carico degli organi interni degli insetti.
6) La eventuale selettività, o tossicità differenziata, la quale consente di evitare danni alla fauna utile
ed all’uomo stesso.
7) La eventuale citotropicità e sistemicità ovvero la capacita di penetrazione e circolazione nelle
piante e animali.
8) La maggior o minore degradabilità e persistenza, conseguenza di caratteristiche fisico-chimiche del
prodotto stesso.
9) La tossicità per l’ambiente.
10) Le disposizioni legislative in merito.
Di notevole interesse sono poi alcune acquisizioni sui meccanismi attraverso i quali gli insetti (e gli acari)
sviluppano la resistenza ai vari p.a., nonché informazioni sulla modalità di sperimentazione degli insetticidi.
A conclusione dell’importante capitolo sui mezzi di lotta chimici sarà opportuno avere conoscenze, sia pure
sommarie, sulla legislazione fitosanitaria sulle metodologie di lotta integrata ed infine sui mezzi meccanici
di applicazione degli antiparassitari.
Formulati commerciali : constano abitualmente del prodotto attivo o puro (p.a.), definito tecnico se il
grado di purezza con cui è stato ottenuto è inferiore al 98% in aggiunta a sostanze inerti o vettrici, utili per
assicurarne la distribuzione uniforme, ed a sostanze coadiuvanti, utilissime nei formulati per trattamenti
liquidi. La presenza dei vettori è di grande utilità per quei prodotti chimici dotati di alto potere tossico e da
usare in piccole dosi per unità di superficie (talora anche meno di 1 Kg o 1 lt per ettaro).
In più casi, anzi, la dose di impiego reale viene ottenuta dopo ulteriore diluizione del formulato stesso in
acqua o in sabbia o concimi. I coadiuvanti, poi, sono necessari per la distribuzione, la stabilità, la
permanenza sul substrato da trattare e talora potenziano anche l’azione del prodotto puro o tecnico.
Polvere secche PS, DP
: queste constano di una fine mescolanza di prodotto tossico contenuto in bassa
percentuale (<10%) e di vettori minerali (silice, carbonati, bentonite, talco,), scelti in modo che le loro
proprietà chimico-fisiche non determinino degradazione del prodotto attivo.
I vettori sono scelti anche in modo che il loro peso e le loro dimensioni siano molto vicini a quelli del p.a.
per evitarne la separazione al momento dell’applicazione. Viene anche evitate un’eccessiva micronizzazione
delle particelle che comporterebbe il rischio della deriva durante l’applicazione, dovuta a vento o a correnti
d’aria anche leggere. L’adesione delle polveri micronizzate, oltre che essere dovuta alla gravità, è assicurata
dall’attrazione elettrostatica tra la carica negativa del substrato e la carica positiva della particella stessa.
La carica positiva viene aumentata facendo passare la polvere attraverso griglie o campi ionizzati, ma
spesso è più sufficiente una giusta micronizzazione per ottenerla nella misura voluta.
L’adesività delle polveri secche è particolarmente richiesta ai prodotti usati per la cosiddetta concia delle
sementi, nel qual caso l’antiparassitario deve rimanere aderente al seme per assicurarne la protezione fin
dopo la germinazione.
Microgranuli e granuli (MG, GR): in questo caso il vettore, abitualmente l’attapulgite, è in forma di
granelli (mm 0,1 fino a 2-3) estremamente porosi. I microgranuli hanno un diametro che va da mm 0,1 a
mm 0,6 (fino a ca 20.000/g). I granuli vanno di solito da mm 0,6 in su (fino a 2.000/g).
La misura internazionale è però in screen mesh (in base al diametro dei fori di un vaglio).
Il formulato granulare può assorbire, pertanto, una notevole quantità di sostanza tossica, ma questa viene
di solito inclusa in bassa % (2-10%). Il p.a.