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DISLIPIDEMIE
Dislipidemie indicano un'alterazione della quantità dei lipidi o grassi normalmente presenti nel sangue, che rappresentano le forme più frequenti.
Iperlipidemie indicano un'iperlipidemia, cioè un aumento dei livelli plasmatici di colesterolo e/o trigliceridi, che possono essere di una o più frazioni lipidiche normalmente presenti nel plasma.
Le iperlipidemie possono essere distinte in primitive e secondarie. Le iperlipidemie primitive (primarie) sono dovute a malattie che riguardano direttamente il metabolismo lipidico delle lipoproteine, con distinzione in linea generale tra ipercolesterolemia, ipertrigliceridemia e forme miste.
Le iperlipidemie sono frequenti nei paesi ad alto tenore di vita, soprattutto nei soggetti con fattori genetici e fattori ambientali, come una dieta ricca di acidi grassi saturi e povera di acidi grassi insaturi.
Rilevanti studi scientifici hanno dimostrato che una dieta povera di grassi polinsaturi, derivati dalle uova, può svolgere un ruolo protettivo nei confronti dell'ipercolesterolemia e del rischio di aterosclerosi. In particolare, l'abuso di bevande alcoliche, gli oli vegetali e il pesce possono contribuire all'insorgenza di ipertrigliceridemie da diete ipercaloriche e abuso di alcol.
In Italia, le forme più frequenti di iperlipidemia sono le ipertrigliceridemie e le VLDLcaratterizzate da un aumento dei livelli di chilomicroni, VLDL, IDL e LDL. La classificazione di Fredrickson distingue 6 tipi di iperlipidemia senza fornire alcuna informazione sulle cause specifiche:
- Tipo I (AR): caratterizzata da ipertrigliceridemia esogena o iperchilomicronemia
- Tipo IIa (AD): caratterizzata da ipercolesterolemia LDL
- Tipo IIb (AD): caratterizzata da iperlipidemia mista di colesterolo e trigliceridi LDL e VLDL
remmants e IDL
tipo III: con (VLDL residue).