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Endocrinologia - la diagnosi del diabete mellito Pag. 1
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Diagnosi di ridotta tolleranza glucidica e diabete mellito

- Diagnosi di ridotta tolleranza glucidica (IGT): glicemia ≥ 140 e < 200 mg/dl dopo 2 h dal carico di glucosio.

- Diagnosi di diabete mellito: glicemia ≥ 200 mg/dl dopo 2 h dal carico di glucosio.

In caso di dubbi sulla diagnosi, i risultati devono essere confermati ripetendo le analisi in un giorno diverso.

Il dosaggio dell'insulina nel plasma o siero non è utile per la diagnosi di diabete, ma può evidenziare l'insulino-resistenza.

L'Ab anti-insulinemia è influenzata da numerosi ormoni come il GH, glucocorticoidi, catecolamine e ormoni sessuali, e da alterazioni dell'insulinemia come gravidanza, acromegalia, ipercorticosurrenalismo, uremia e cirrosi epatica.

La diagnosi differenziale tra diabete mellito di tipo 1 e 2 si basa sulla riserva insulinica residua nei pazienti.

diabeticidosaggio del C-peptide: consente di valutare la secrezione di un peptide di 31 aa secreto in quantità equimolari all'insulina. Si tratta di un importante indicatore di secrezione insulinica da parte delle cellule β (indicatore di funzionalità insulare). La ridotta secrezione insulinica è indicativa di diabete, mentre in caso di normale secrezione si osserva un livello del C-peptide compreso tra 0,5-3,0 ng/ml. Il dosaggio del C-peptide basale viene effettuato anche se la diagnosi di certezza avviene solo dopo il test di stimolo con glucagone. Il paziente deve essere a digiuno da almeno 8 ore e non deve assumere insulina la mattina del test. Durante il test, si somministra 1 mg di glucagone per via endovenosa e dopo 6 minuti si effettua il dosaggio del C-peptide plasmatico valutando la risposta. Una risposta normale si manifesta con un incremento dei valori di C-peptide 2-4 volte superiori rispetto ai valori basali. Nel caso di diabete, la risposta del C-peptide non aumenta dopo lo stimolo. Il dosaggio del C-peptide è un'indagine poco invasiva che fornisce importanti informazioni sulla funzionalità insulare.soggetti con diabete di tipo 1. Questi anticorpi sono diretti contro l'insulina stessa e possono essere utilizzati come marker predittivi per la malattia. Gli Ab anti-decarbossilasi dell'acido glutammico (anti-GAD) sono presenti nel 70-80% dei pazienti con diabete di tipo 1 e sono considerati altamente specifici per questa forma di diabete. La loro presenza è associata ad un rischio elevato di sviluppare la malattia nei parenti di soggetti affetti. Gli Ab anti-proteina simil-tirosin-fosfatasi (anti-IA-2) sono presenti nel 60-70% dei pazienti con diabete di tipo 1 e sono anch'essi considerati specifici per questa forma di diabete. La loro presenza è associata ad un rischio elevato di sviluppare la malattia nei parenti di soggetti affetti. È importante sottolineare che la presenza di questi anticorpi non è specifica solo per il diabete di tipo 1, ma può essere osservata anche in altre condizioni autoimmuni. Pertanto, la loro presenza non può essere utilizzata come unico criterio diagnostico per il diabete di tipo 1, ma può essere utile nel contesto clinico per valutare il rischio di sviluppare la malattia.

I grado dei; in genere sono pz con diabete di tipo 1 presenza di elevati livelli di IAA prima dei 10 anni di età. La rappresenta fattore predittivo di sviluppo della malattia fase preclinica di breve durata rapidaun con eevoluzione verso il diabete conclamato. compaiono precocemente nelladell’acidoGli Ab anti-decarbossilasi glutammico anti-GADfase prodromica presenti al momento della diagnosi di diabete nel 70-80% dei pz, sono, poi tendono a scomparire nel tempo dopo 10 anni di malattia il 50% dei pz presenta ancora, infatti Ab anti-GAD in circolo Ab anti GAD distinti in 2 isoforme GAD65; gli sono, cioè (65 kD) eenzima GAD65GAD67 predominante espressa da tutte le cellule(67 kD), anche se l’ è quella, insulari specie dalle cellule presente nell’1% della popolazione generale 8% dei parenti diβ,, eI grado dei pz affetti da diabete mellito di tipo 1 fattore predittivo di, rappresentando un sviluppo della malattia. presenti nel 60-70% dei pz al

Ab anti proteina simil-tirosin-fosfatasi IA-2 (ICA512) sono momento della diagnosi dopo 10 anni di malattia sono ancora presenti nel 50% ~ dei pz.

La prevalenza nella popolazione generale è < 1% probabilità di sviluppare il diabete di tipo 1 e la > nei pz che presentano gli Ab IA-2 associati agli altri Ab.

Diabete mellito di tipo 1 e 2 differiscono sotto diversi aspetti.

In definitiva il:

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Publisher
A.A. 2012-2013
3 pagine
SSD Scienze mediche MED/13 Endocrinologia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher kalamaj di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Endocrinologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Foggia o del prof Cignarelli Mario.