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Endocrinologia - il piede diabetico Pag. 1
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Classificazione delle ulcere del piede diabetico

  • Ulcera superficiale superficie plantare teste: spesso localizzata sulla a livello dellegrado Imetatarsali delle dita non è presente alcuna infezione;
  • Ulcera profonda fino al tendine o alla capsula articolare: grado II;
  • Ulcera profonda fino all'articolazione o all'osso ascessi osteomielite: con ed eventuale congrado IIIerosioni corticali demineralizzazione distruzione ossea erosioni periostali, con lesioni di 0, I, II, III grado associate alla presenza di infezioni;
  • Stadio B: lesioni di 0, I, II, III grado associate alla presenza di ischemia aree circoscritte di;
  • Stadio C: congangrena secca o umida, areelesioni di 0, I, II, III grado associate alla presenza di infezioni e ischemia;
  • Stadio D: conestese di gangrena, rispetto da parte del pz di una serie di regole.

La Prevenzione del piede diabetico si basa sul fondamentali evitare lesioni ulcerose infezioni gravi rischio di amputazione per e a:

  • ispezionare e lavare ogni giorno i piedi.
controllare la T°C dell’acqua col termometro o col gomito.
asciugare bene ma delicatamente eventualmente con phon.
usare calze che non stringano il piede cambiare ogni giorno le calze.
idratare il piede con creme specifiche.
non usare callifughi o strumenti taglienti per le callosità.
tagliare le unghie con forbice a punte smusse arrotondare con lima di cartone.
non camminare a piedi nudi.
non usare fonti di calore dirette borse d’acqua calda calorifero camino …, come.
usare scarpe comode punta rotonda tacco non superiore ai 4 cm.
quando si calzano scarpe nuove controllare il piede dopo pochi minuti di cammino.
la P plantare specifici plantari consentonoPer bisogna usare dotate di chescarpe ortopedichedi proteggere il piede da frizioni e pressioni automodellanti adattarsi alle, e in modo dadeformità del piede evitando la formazione delle ulcere.
Terapia del piede diabeticoLa durante la fase acuta.si basa sulla somministrazione di antibiotici mirati, lo scarico delle lesioni mediante apparecchi in vetroresina, la terapia chirurgica aggressiva delle lesioni e la rivascolarizzazione endoluminale. In caso di infezioni superficiali da batteri Gram si ricorre alla somministrazione di amoxicillina/acido clavulanico, cefalexina, levofloxacina o clindamicina (per almeno 10-15 giorni), mentre in caso di infezioni profonde (polimicrobiche) si ricorre alla somministrazione di ampicillina/sulbactam, ceftazidima + clindamicina o piperacillina/tazobactam (per almeno 1 mese, 3-6 mesi in presenza di osteomielite). In caso di infezioni croniche, specialmente dei tessuti profondi, può essere necessario il passaggio alla terapia insulinica per migliorare il compenso metabolico, inoltre deve essere assicurata un'adeguata idratazione del paziente, mentre i FANS sono utili in caso di febbre. Il primo provvedimento da attuare è l'adeguata idratazione del paziente.

Con l'accurata detersione chirurgica, si procede alla rimozione del tessuto necrotico o infetto. Il materiale necrotico è a rischio di infezioni. In presenza di gangrena, si ricorre alla terapia chirurgica per favorire la rigenerazione tissutale. Questa può essere favorita da:

  • medicazioni occlusive idrocolloidi
  • schiume di poliuretano
  • idrofibre

Mediante la stimolazione meccanica della lesione, si procede all'abrasione del fondo e dei bordi con garza sterile per favorire il sanguinamento e l'afflusso di fattori di crescita angiogenetici. Inoltre, si può procedere all'applicazione locale di fattori di crescita platelet derived growth factor ricombinante.

In alcuni casi, si utilizzano prodotti di ingegneria tessutale come fibroblasti umani eterologhi su supporto biocompatibile per stimolare la rigenerazione tissutale attraverso la liberazione di fattori di crescita. Altre volte, si ricorre all'autoinnesto con fibroblasti e cheratinociti autologhi su supporto di acido ialuronico in caso di lesioni superficiali estese.

Il trattamento chirurgico di un difetto cutaneo può richiedere l'utilizzo della tecnica del lembo libero. Questa tecnica prevede il prelievo di una porzione di tessuto sano da una zona del corpo e il suo trasferimento su un'altra zona dove è presente un difetto cutaneo da riparare.

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
3 pagine
SSD Scienze mediche MED/13 Endocrinologia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher kalamaj di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Endocrinologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Foggia o del prof Cignarelli Mario.