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DUE DIMENSIONI ESSENZIALI PER COMPRENDERE IL CONCETTO DI SISTEMA SOLIDALE:

+ distinzione tra sacro e profano, che il sistema religioso regole attraverso una solidarietà tracredenze; una distinzione inderogabile.

+ dimensione sociale.

IL TOTEMISMO IN DURKHEIM: definizioni.

- CLAN → (unità base) il gruppo principale / elemento base delle tribù australiane. I membri del clan si ritengono tutti affiliati da un vincolo di parentela non perché sono della stessa famiglia carnale (zii, genitori, nonni, cugini), ma dal fatto di avere uno stesso nome. La famiglia vera e propria è data dall'acquisizione del totem (nome come aquila saggia).

- FRATRIA → insieme di più clan, dotati di propri totem. Secondo Durkheim la fratria era la forma tribale più primitiva, superata poi dai clan.

- TRIBÙ → insieme di al massimo due fratrie; nella tribù ci sono tutti i clan che rientrano nelle rispettive fratrie.

TOTEM innanzitutto un nome

Prima impiegato nella tribù degli Ojibway; è sia un nome che un valore.

VALORE → che attribuiamo ad un cognome, ma anche un valore morale; una dimensione che caratterizza i comportamenti di un individuo.

Ha anche una denominazione sacrale; quello che si può capire dai clan australiani e quelli nordamericani è che gli appelli al totem sono spesso legati a determinati luoghi (il clan simboleggia e richiama il totem in prossimità di alcuni momenti come le cerimonie religiose, le battaglie, la guerra).

Durkheim conclude quindi che il totem oltre a denotare un cognome, un valore morale, ha anche un carattere religioso. Qualcosa di ordinario diventa così straordinario.

“Queste decorazioni totemiche ci fanno già intuire che il totem non è solo un nome o un emblema. È nel corso di cerimonie religiose che quelle sono il totem, nel tempo stesso che questo è un'etichetta collettiva, ha un carattere religioso”

alcune popolazioni simboleggiano il totem solo in alcune occasioni, quindi l'animale potrebbe non aver nessun significato in altre, ma nel caso in cui ci si trovi prima di una battaglia e questo animale fa la sua apparizione, allora assume un significato religioso. GLI STRUMENTI ADOPERATI NEI RITI oggetti potenzialmente insignificanti, ma che nel momento in cui un determinato clan gli attribuisce un significato convenzionale, acquisiscono una funzione sacrale. Ciò che conferisce un valore sacrale a oggetti, animali o piante non è la loro natura, ma sono sacri perché un gruppo sociale gli conferisce sacralità. 1. Tribù Australia centrale (Arunta, Loritja, Unmatjera, Ilpirra) → Tjurunga, oggetti di legno o pietra Solo alcune persone all'interno del clan possono vedere e toccare i Tjurunga; devono aver passato un processo di iniziazione, persone che sono passate dal gruppo dei bambini a quello degli adulti, solitamente uomini. Per tenere questi

oggetti lontani da chi non è adatto, vengono lasciati in una grotta. Questi oggetti hanno la funzione di proteggere i membri del clan che si riconoscono in un totem (sopra questi sono raffigurati gli animali dei clan); hanno virtù protettive verso il clan ed dannose per i nemici. Nelle battaglie c'è una fila di soldati che fa girare in aria questi oggetti, che creano un rumore fastidioso. Questi oggetti diventano sacri che momento in cui viene inciso su di loro il simbolo totemico; successivamente alla cerimonia di attribuzione del simbolo totemico, i churingas non possono essere più toccati da chi non ha fatto un processo di iniziazione.

2. Nurtunja → aste di bambù, al cui apice paglia o erba sono legate da cinghie di capelli; spesso ci sono penne di uccello. Hanno le stesse funzioni del primo. Possono essere o piantati per terra in determinate occasioni (cerimonie), oppure portate come delle insegne romane.

3. Waninga → la figura centrale

è solitamente quadrata o romboidale, i quattro angoli sono spesso collegati da croci, i cordoni possono essere o pelli di animali totemici, capelli. Sono immagini materiali e stilizzate del totem e capire cosa significa la spirale per il clan che vi riconosce un riferimento alla propria specie totemica è abbastanza difficile.

RELIGIOSITÀ DEL TOTEM PER DURKHEIM.

“… In effetti, proprio in rapporto a esso le cose sono classificate in sacre e profane. Esso anzi è il tipo delle cose sacre”- queste immagini totemiche non vogliono dire nulla, finché un gruppo sociale non attribuisce loro un significato, dimostrando che il gruppo sociale stesso determina cosa è Sacro e cosa è profano, nel momento in cui riconosce il totem solo in alcuni luoghi o momenti.

- l’insieme sociale qui è molto importante ed evidentemente ha un potere assoluto sulla determinazione su ciò che è sacro e ciò che è profano. Nel

momento in cui la società si trova unita viene deciso cosa è sacro e cosa è profano, cosa è il totem e ciò che non lo è. RAPPORTO TRA UOMO E SPECIE (animale/vegetale) TOTEMICA: caratteristiche. Sono tre proibizioni, perché la definizione principale di sacro è ciò che è vietato. + non si può mangiare la specie totemica (ciò che è più profano è cibarsi). + non si possono uccidere gli esemplari della specie totemica. + non si può entrare in contatto con gli esemplari della specie totemica (divieto più raro). Esistono delle eccezioni → i divieti sono più stringenti nel caso in cui il totem sia un emblema appoggiato degli oggetti, mentre le eccezioni sono più blande se si parla di un esemplare fisico; perché non è l'animale che è ritenuto sacro, ma il legame di un gruppo umano con la propria specie totemica, anzi Durkheim.

Sostiene che le immagini dell'essere totemico sono più sacre dell'essere totemico stesso. Ci sono invece casi in cui si può (se non deve) mangiare la specie totemica, perché il disegno della specie totemica è la materializzazione dell'idea che luogo attribuisce del legame tra il gruppo sociale alla specie totemica.

IL RITO.

DEFINIZIONE → atto o comportamento formalizzato e simbolico. Nella definizione di rito in sé non c'è il religioso, né il rapporto al sacro. Queste tre componenti del rito sono la funzione (le cose che si fanno per un determinato scopo), la forma del rito, la sua formalità, il fatto che serva una sequenza di azioni che devono essere rispettate e il significato che il rito ha.

La letteratura distingue i riti secondo:

  • riti cultuali → contesto in cui ci si rapporta con un essere sovrumano.
  • riti commemorativi → si cerca di ricordare dei riti antichi.
  • riti apotropaici →

allontanare le forze del male, tipo gli esorcismi o riti purificatori in generale.

riti autonomi → non necessariamente invocano una divinità, come i riti magici; possono valere anche in un contesto non religioso.

riti occasionali → riti che avvengono senza una periodicità, si istituisce una festa senza che ogni anno si debba ripetere.

riti periodici → avvengono in determinati momenti dell'anno o della vita di una persona, come i riti di passaggio.

i riti di passaggio → fuoriuscita di un membro da un gruppo e l'entrata in un altro (il momento dell'uscita, un momento intermedio in cui si è sottoposti a prove, il momento dell'aggregazione al gruppo sociale di arrivo).

BURKERT → I dettagli concreti di come avviene il rito sono studiabili anche negli animali, almeno per analogia.

Il secondo elemento della concezione di rito per Burkert è il rapporto con il sentimento della paura, nel rito l'uomo trasferisce la sua

paura e dunque la padroneggia, in modo da non caderne vittima.

SACRIFICIO.DEFINIZIONE → atto rituale con cui un oggetto si sottrae dalla sfera umana e profana e si porta nellasfera extraumana sacra.

Nella letteratura, gli studiosi dei primi vent'anni del ventesimo secolo si sono concreti suldenominatore comune tra i diversi contesti, cercando di capirne la genesi del sacrificio e da dovevenisse fuori questa pratica che pretende di trasformare qualcosa di profano in qualcosa di sacro.

Tutti se lo chiedono ad eccezione di Mauss e Hubert, autori di un saggio importante sul sacrificio.

Tylor parla della forma originaria del sacrificio come dono ad esseri sovrumani, ipotesi che vieneabbandonata anche se viene poi recuperata in un futuro. L’ipotesi che il sacrificio abbia la sua radicenello sforzo di produrre un dono per entità soprannaturali viene abbandonata da Robertson Smith.

AUTORI IMPORTANTI PER IL SACRIFICIO DI DURKHEIM.

ROBERTSON SMITH → la forma originaria del

sacrificio è lo sviluppo di un contesto totemico presso popolazioni semitiche e la prima forma di sacrificio sarebbe stata l'uccisione e la consumazione collettiva di un esemplare della specie totemica. Un atto di norma vietato, ma che in momenti rituali diventerebbe legittimo. MARCEL MAUSS → pubblica il saggio sulla natura della funzione del sacrificio, un saggio che possiamo riassumere: - rifiuto di fare una genesi del sacrificio, troppi elementi probabili che non consentono di ricostruire una storia del sacrificio. - il sacrificio avrebbe almeno due elementi fondamentali: la distinzione tra sacro e profano (perché sacrificio significa rendere sacro) e poi il culto di divinità personali (il tema tyloriano del dono). Hubert e Mauss compongono un po' lo sforzo di Tylor e Robertson Smith - la concentrazione sul sistema triadico sacrificale: - l'oggetto dei benefici, ciò che ci richiede alla divinità ||| il perché si sacrifica-- la

divinità a cui è dedicato ||| l'entità a cui si sacrifica.- l'oggetto che viene consacrato ||| l'animale o pianta che si sacrifica e viene poi donata.

È ternario anche il ritmo del sacrificio:

  • la sacralizzazione di uno spazio e tempo.
  • l'oblazione, l'offerta.
  • desacralizzazione, quindi ritorno ad un contesto profano.

I RITI PER DURKHEIM.blablaINTERDETTI

"Gli Indiani d'America adottano in genere la prassi seguente. Vero l'epoca della pubertà, quando si avvicina il momento dell'iniziazione, il giovane si ritira in un luogo appartato [...]. Qui, per un periodo che va da qualche giorno a parecchi anni, si sottopone a ogni sorta di esercizi spossanti e contranatura. Digiuna, si mortifica, si infigge varie mutilazioni. Ora voga cacciando gridi violenti, veri e propri ululati: ora rimane disteso sul terreno, immobile e lamentandosi. A volte danza, prega invoca le sue divinità ordinarie. Finisce così per"

l'estasi, è un'esperienza unica e travolgente. La pelle si copre di brividi, il cuore batte accelerato e la mente si perde in pensieri sensuali. Ogni sfioramento diventa un'esplosione di piacere e ogni respiro diventa più profondo. La passione si accende e il desiderio diventa incontenibile. È come se il tempo si fermasse e tutto ciò che conta è il piacere che si prova in quel momento. È un'esperienza che lascia un segno indelebile nella memoria e che si desidera ripetere ancora e ancora.
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
20 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/06 Storia delle religioni

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher reedes di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Introduzione allo studio delle religioni e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Dainese Davide.