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Se andiamo ad effettuare la colorazione di una radice in formazione con
immunoistochimica: l’immunoistochimica è una colorazione, procedure di colorazione in
cui il colorante che normalmente dovrebbe legarsi spontaneamente alla strutture da
colorare è coniugato con un anticorpo, per cui dove troviamo la colorazione sarà solo dove
l’anticorpo va a reagire; se io coniugo l’eosina, il colorante, con un anticorpo antiproteine
della matrice dello smalto, vedete che sulle strutture in formazione, diventa tutto
arancione, perché c’è un’ altissima concentrazione di derivati proteici della matrice dello
smalto; dentina, cemento; il cemento radicolare: nelle zone apicali, biforcazioni>cemento
cellulare; gran parte della radice abbiamo un cemento acellulare; ipotesi per cui perché
qua rimangono le cellule e qua spariscono?
Dipende dalla velocità di mineralizzazione; il processo di cementogenesi dei 2/3 radicolari
della radice è un processo progressivo e lento, la cellula deputata a secernere il cemento,
il cementoblasto ,ha modo di esaurire tutto il suo ciclo biologico, dopo essere nato ad
opera dell’induzione effettuata dalle proteine dell’organo dello smalto sulla cellula
mesenchimale originaria, hanno prodotto il cemento, hanno avuto il tempo di morire,
apoptosi.
Laddove invece verso la fine dell’odontogenesi il processo di mineralizzazione del
cemento è rapido e tumultuoso, non esiste il tempo per queste cellule di completare il loro
ciclo biologico con l’apoptosi ma rimangono incastrati-incarcerati nella massa di cemento
da loro stessi prodotta.
Quale tipo di rigenerazione noi ci aspettiamo a seguito della induzione della
cementogenesi ad opera della matrice dell’organo dello smalto: un cemento di tipo
acellulare; riassumendo:
qual è il meccanismo di base dei derivati della matrice dello smalto:
riprodurre quello che avviene normalmente durante l’odontogenesi, mettere a disposizione
delle cellule staminali presenti nel parodonto residuo, che noi sappiamo dagli studi di nei
man?? E linde essere presenti nel parodonto residuo, mettere a disposizione un potente
pusher che vada a riprodurre quello che è successo tanti anni prima nell’odontogenesi,
quindi stimolare queste stesse cellule a fare quello che le loro progenitrici hanno fatto anni
prima.
Come è fatto il prodotto commerciale che si chiama ENDOGAIN da un punto di vista
chimico; per oltre il 90% è fatto di amelogenine, amelos è smalto, proteine che derivano
dall’organo dello smalto, e infatti, il prodotto commerciale emdogain viene ottenuto
estraendo queste proteine da germi dentali di denti in formazione di maialini, proteine di
derivazione animale; il restante 10% è rappresentato da proteine diverse, l’enamelina ricca
di prolina, tasteina e le tast proteins; perché?
C’è la Tast University, studi condotti lì, tanto per cambiare.
In quantità piccolissime non titolabili, non costantemente presenti in quella determinata
concentrazione, troviamo anche il fattore di crescita e differenziamento come il trasforming
growth factor, BMP2, BMP4; in tracce enzimi metalloproteasi.
La stragrande maggioranza delle proteine presenti nel nostro prodotto commerciale sono
le amelogenine, quelle stesse proteine prodotte dalla coalescenza dei 2 foglietti
dell’organo dello smalto, cioè dalla guaina di Hertwig; queste proteine sono estratte dai
germi dentali suini di maialini di 6 mesi attraverso un trattamento di estrazione acida.
Nella formulazione originale queste proteine erano sottoforma di polvere che andava
mescolata con un veicolo per il quale è stato utilizzato il propilengliconalginato; dopo aver
provato altri veicoli come il destrano e diidrossietilcellulosa che hanno dimostrato capacità
inferiori all’alginato come veicolo di queste proteine.
Studi condotti su animali da esperimento hanno dimostrato che laddove come veicolo per
le proteine di derivazione suina veniva usato diidrossietilcellulosa o il destrano la
biodisponibilità di queste proteine per i processi di rigenerazione era inferiore; quindi il
propilenglicolalginato è stato riconosciuto come il veicolo ideale per trasferire sulle
superfici radicolari queste sostanze biologiche.
Con l’alginato, un gel, nella formulazione originaria l’endogain veniva fornito con 2
boccette, si aspirava dalla boccetta del gel l’alginato, veniva iniettato nella boccetta della
polvere, si agitava, dopo qualche minuto si era amalgamato il tutto, si aspirava con la
siringa il mix e si andava a spalmare sulla radice.
Oggi come vedremo non c’è bisogno di fare tutto questo casino ma il materiale è già
disponibile preamalgamato.
Qui vedete l’applicazione dell’endogain dentro il difetto infraosseo, è un gel molto fluido, le
caratteristiche ideali del propilenglicolalginato sono dovute al fatto che è una sostanza
tissotropica, cioè si spalma bene, si combina bene con i tessuti viventi, da un punto di
vista reologico; la reologia è la scienza che studia i flussi; questo veicolo rappresenta il
veicolo ideale per portare verso la superficie radicolare le proteine lì dove devono reagire;
inoltre, una volta che avete messo il tutto dentro una siringa, e oggi, il prodotto viene già
venduto miscelato dentro una siringa come questa, sotto la spinta del pistone della siringa,
le caratteristiche dell’alginato, fanno si che sotto pressione la viscosità di questo veicolo
divenga ancora inferiore, nel momento in cui il propilenglicolalginato si trova dentro la
siringa ha una viscosità maggiore, quando lo inietto,spontaneamente diventa + viscoso e
la sua reologia tissotropica ne favorisce la diffusione ai tessuti circostanti.
Il propilenglicolalginato è totalmente inerte, è il veicolo ideale per queste proteine.
Immagine del microscopio elettronico a scansione della superficie radicolare dopo
applicazione di endogain, grazie alle caratteristiche di questo veicolo, si ha la
precipitazione di queste proteine, le proteine della matrice dello smalto, sulla superficie.
Questa è la vecchia forma dell’endogain, i 2 flaconcini, questo era il propilenglicolalginato
e questa era la proteina del liofilizzato delle proteine della matrice dello smalto;
prendevamo questa, la mettevamo qui, agitavamo, dopo qualche minuto potevamo
riaspirare.
Oggi è molto + semplice, siringhe predosate; devo estrarre dal frigorifero qualche minuto
prima la confezione, togliere il tappino, spalmare sfruttando le caratteristiche tissotropiche
e reologiche del propilenglicolalginato, spalmare il nostro prodotto sulle radici e all’interno
del difetto.
Questo è il rapporto con cui troviamo le varie componenti all’interno della siringa, quindi 30
mg di proteine della matrice dello smalto, per ogni ml di propilenglicolalginato.
Entrambe le formulazioni funzionano, non c’è differenza clinica tra le 2 formulazioni.
Questo per quanto riguarda la composizione: 90 % proteine derivate dall’organo dello
smalto, amelogenine; 10 % non amelogenine e tracce di fattori di crescita e
metalloproteinasi della matrice.
Vari studi dimostrano che il propilenglicolalginato è il veicolo ideale per le sue proprietà di
tissotropia, per rendere biodisponibili le proteine della matrice.
Questo prodotto estratto da un processo di estrazione acida dai germi dei maialini, è
qualcosa di biologico; la commercializzazione di questo prodotto è stata consentita in USA
ed Europa dalla severissima Food and Drug Administration (FDA), che rappresenta il gold
standard della sicurezza clinica per quanto riguarda i farmaci e gli alimenti; ci sono vari
elementi che testimoniano a favore della sicurezza di questo prodotto nell’uomo:
-stabilità filogenetica dell’ENAMEL MATRIX DERIVATIES (derivati della matrice dello
smalto) nei mammiferi: le amelogenine mie sono uguali a quelle del maiale, durante
l’evoluzione da maiale a uomo non c’è stata una sostanziale differenziazione di queste
proteine, non vengono riconosciute come qualcosa di estraneo;
-esiste quasi un meccanismo di tolleranza immunitaria indotta nei confronti delle
amelogenine: quando il sistema immunitario in via di formazione, i determinanti antigenici,
voi sapete che l’esposizione precoce, comporta la realizzazione del fenomeno della
tolleranza immunitaria, quindi essendo noi stati esposti precocemente durante la nostra
fanciullezza alle amelogenine endogene, siamo tolleranti nei confronti delle amelogenine
di maiale, estremamente simili alle nostre e non abbiamo una reazione immunitaria.
Studi in vitro dimostrano: se prendete dei linfociti e aggiungete amelogenine, questi non
vanno incontro a BLASTIZZAZIONE, non si dividono e non si moltiplicano a dismisura, la
reazione di blastizzazione, la moltiplicazione in vitro in grandi quantità dei linfociti è quello
che accade quando voi prendete i linfociti, li mettete in una piastra di coltura e li andate a
cimentare con qualche determinante antigenico, questi si arrabbiano, cominciano a
dividersi, proliferano, si scatena una reazione immunitaria.
Questo in vitro con le proteine della matrice dell’organo dello smalto non avviene se non
ad altissime concentrazioni, i linfociti non si arrabbiano, se non con una vagonata di
endogain.
Le amelogenine non si sono dimostrate in grado di stimolare la produzione di
immunoglobuline e citochine sempre dopo aver cimentato in vitro i linfociti, i linfociti B; sia i
linfociti B che T possono andare incontro a blastizzazione.
-ultimo elemento: esiste l’approvazione definitiva per la FDA; da qualche anno a questa
parte, con la proliferazione di prodotti di derivazione biologica la FDA ha dei parametri di
accettazione molto complessi, per non bloccare lo sviluppo scientifico di tanti ritrovati
come gli impianti, la FDA può dare prima una approvazione provvisoria, dopo esami
preliminari + superficiali per consentire la messa sul mercato di un prodotto dopo averne
sincerato le caratteristiche di base, che non sia dannoso, e poi la definitiva approvazione.
L’endogain ha già oggi l’accettazione definitiva della FDA.
Prove in vitro e basi biologiche; le 2 boccettine non si producono +, oggi si acquista
l’endogain solo in forma premiscelata.
Dal punto di vista clinico, sull’uomo la sicurezza è stata dimostrata in questo lavoro
condotto su 107 pazienti che sono stati sottoposti a + riprese, in vari interventi chirurgici
successivi, a interventi di applicazione di endogain; io uso il sinonimo endogain come i
derivati della matrice dello smalto; l’unico modo di acquistare i derivati della matrice dello
smalto è acquistare endogain, infatti c’è il brevetto.
Oltre 100 pazienti, risultato: in questi pazienti non si è avuto alcun cambiamento del titolo
anticorpale