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Ed a questo punto vi voglio mostrare anche qualcosa che è in divenire. Se l’endogane favorisce la
formazione di nuovo attacco connettivale con formazione di nuovo cemento e nuovo legamento, anche
indipendentemente dalla formazione di osso, perché non provare ad usarlo nei difetti orizzontali sopra-ossei.
Esistono attualmente due lavori già pubblicati e un lavoro che verrà pubblicato sul journal of periodontology
del mese di luglio di questo anno che hanno studiato questo argomento, vedete sono autori tedeschi e
turchi. Questi autori hanno selezionato difetti orizzontali, hanno aperto il lembo, hanno fatto pulizia, hanno
“sverniciato” le radici e hanno chiuso il lembo. L’endogane è stato messo non dentro il difetto, perché il
difetto non c’è, è stato messo sulle radici e poi i lembi sono stati messi non a livello della cresta ma dove
stavano prima. Quindi sono stati fatti lembi conservativi scollati non oltre la giunzione muco-gengivale in
modo tale da non dover riposizionare il lembo a livello della cresta, altrimenti non avrebbe avuto senso. Tutto
questo per vedere se questo lembo si riattaccava alle radici di più di quanto non facesse lo stesso lembo
riposizionato sulle radici senza mettere l’endogane. In questi studi qui non sono stati usati lembi con
conservazione della papilla, sono state usate chirurgie tradizionali con doppia incisione. Conclusione: i dati
suggeriscono un beneficio clinicamente significativo dell’applicazione supplementare di endogane durante il
trattamento chirurgico della parodontite di tasche sopra-alveolari. Cosa hanno visto questi autori: il guadagno
di attacco che si aveva dopo questa chirurgia semplice era maggiore nei difetti sopra-ossei se si andava a
mettere l’endogane. Loro ipotizzano che anche se non si forma nuovo osso, perché radiograficamente non si
vede che questo osso si alza, probabilmente l’azione biologica dell’endogane riesce a stimolare la
formazione di cemento sopra-crestale e con formazione ipotetica(perché nessuno è andato a fare istologia)
di un attacco connettivale sopra-crestale. Cioè la gengiva, il tessuto molle si attaccherebbe alla radice con
attacco connettivale, visto che l’osso non risale. Questa ipotesi è stata anche confermata istologicamente in
uno studio sull’animale: posizionando dell’endogane in difetti sopra-ossei il tessuto molle si riattaccava in
molti casi alla radice con un attacco connettivale. Vedete queste sono le conclusioni dello studio di Jensc e
questo è lo studio di Gilmar in cui il trattamento con endogane ha mostrato superiori miglioramenti clinici a
paragone di un lembo convenzionale. I miglioramenti clinici erano molto pronunciati nei siti parodontali più
profondi, quindi di nuovo più profondi sono i siti maggiore è la guarigione. Questo è invece un articolo che
uscirà a luglio, vedete il primo autore è la dottoressa di tullio che ben conoscete, e questa è stata la sua tesi
di laurea in odontoiatria e protesi dentaria, comparirà sul jurnal of periodontology il mese di luglio. In cui
l’endogane è stato provato in difetti sopra ossei però effettuando lembi con conservazione della papilla,
quindi il massimo della conservazione. Abbiamo 50 pazienti con difetti orizzontali e il difetto osseo
orizzontale doveva coinvolgere almeno 4 denti, 25 sono stati trattati con endogane e 25 sono stati trattati con
lembo con conservazione della papilla semplificato senza posizionare endogane. Sono molti pazienti vedete
abbiamo voluto fare questo studio grazie alla collaborazione dell’università di Roma, alcuni pazienti sono
stati fatti da noi altri a Roma La Sapienza con il professor ?. Quindi lembi con conservazione della papilla, il
follow up è stato fatto ad un anno. Quindi la differenza di questo studio rispetto ai due precedenti è che
questo è l’unico studio che ha praticato sui difetti sopra-ossei lembi con conservazione della papilla, quindi
ha realizzato la massima conservazione tessutale. Del resto anche nei difetti sopra-ossei non si vede per
quale ragione non si debbano conservare i tessuti molli, e tanto più con l’endogane (che è una sostanza
estremamente umida) non avere una buona chiusura dei tessuti molli significa avere un’alta contaminazione
e un alto livello di perdita del materiale. Il follow up è stato fatto ad un anno e sono state valutate le variazioni
di tasca attacco, recessione e livello dell’osso. Questo è un caso clinico trattato con questa metodica, le
tasche sono profonde vedete, lembo con conservazione della papilla vedete il classico taglio obliquo e il
difetti sopra-osseo che doveva coinvolgere almeno 4 denti. Preparata la sutura, applicato l’endogane, chiusa
la sutura, la guarigione a distanza di un anno, i sondaggi erano molto profondi e adesso invece vedete siamo
arrivati a livelli fisiologici. Il risultato di questo studio suggerisce che combinando l’endogane con la tecnica
chirurgica fatta con conservazione della papilla modifacata in difetti sipraossei può condurre ad un maggior
miglioramento clinico a paragone di un lembo con conservazione della papilla da solo. L’endogane è stato
usato anche in chirurgia plastica parodontale, cioè quella che veniva chiamata chirurgia muco-gengivale, per
la copertura delle superfici radicolari esposte, perché qualcuno ha pensato: se questa è una specie di colla
che favorisce l’attacco della gengiva alla superficie radicolare perché non utilizzare l’endogane anche
quando andiamo a fare dei lembi con scorrimento coronale, cioè per coprire le radici scoperte? Abbiamo
visto i difetti infraossei che rappresentano il campo di applicazione specifico dell’endogane, si sta aprendo
anche la strada dei difetti sopra-ossei e nella terapia non chirurgica? C’è uno studio di vengstrom e lindhe
che ha visto gli effetti dell’endogane dopo levigatura radicolare: si faceva terapia non chirurgica quindi
scaling rooth planning e poi con l’ago si inserisce l’endogane dentro le tasche che sono state strumentate. Si
è vista da questo studio una più rapida guarigione dei tessuti molli, ma non un guadagno di attacco
significativamente superiore rispetto allo scaling rooth planning normale. C’è stato poi un altro studio
americano più recente in cui invece si è avuto un guadagno di attacco maggiore dopo uno scaling rooth
planning a endogane rispetto al semplice scaling rooth planning. Quindi anche se non ci sono dati definitivi
sembra che le possibilità di utilizzare l’endogane per favorire il riattacco della gengiva alla superficie
radicolare possa avere sviluppi anche nella terapia non chirurgica. Questo perché l’endogane è un materiale
estremamente maneggevole, potreste mai pensare di usare una membrana in terapia non chirurgica? NO! E
su un difetto sopraosseo nemmeno! E addesso per concludere parliamo dell’endogane in chirurgia plastica
parodontale: 40 articoli hanno studiato su pubmed l’argomento cioè l’endogane nella copertura delle
superfici radicolari. In chirurgia plastica parodontale in che modo si attaccano i tessuti alle radici? Che tipo di
guarigione c’è? È stato visto che con le tecniche di chirurgia plastica parodontale più avanzate circa il 50%
coronale della iniziale recessione viene coperto da gengiva che si attacca con un epitelio giunzionale lungo
mentre il 50% apicale si attacca con formazione di nuovo cemento e nuovo legamento. Questo senza usare
membrane o altro. È chiaro che con l’apparire dell’endogane subito qualcuno si è spinto in avanti dicendo:
vediamo se sverniciando la superficie radicolare con endogane posso ottenere due vantaggi; 1 > un attacco
gengivale più in alto, 2 > istologicamente non un attacco fatto al 50 e 50 ma un 100% di attacco
connettivale. Uno dei primi studi a riguardo è stato quello del mio amico Giulio Rasperini. È stata fatta sul
fondo della recessione una tacca con la fresa, il lembo è stato spostato coronalmente e vedete come
istologicamente dopo l’estrazione del dente si sia formato nuovo osso, nuovo cemento dentro la tacca che
era stata fatta a questo livello. Questo vuol dire che i tessuti sono saliti al di sopra di questo livello, e sono
saliti in modo istologicamente documentato con formazione non solo di nuovo cemento ma anche di nuovo
osso, guardate questa isoletta di osso che entra dentro la notch. Un altro lavoro che sembra testimoniare la
buona efficacia dell’endogane è questo studio eseguito da colleghi di Torino su 14 pazienti, è stata applicata
una tecnica di lembi a riposizionamento coronale e le conclusioni sono queste. Loro hanno visto che prima di
riposizionare coronalmente il lembo se mettevano l’endogane avevano un certo miglioramento ma non cosi
eccezionale e dal punto di vista istologico non hanno visto niente perché non hanno fatto istologia. Questo è
uno studio che ha un follow up a un anno, questo studio successivo ha invece un follow up di 18 mesi è uno
studio del 2006 condotto su 30 pazienti perché era uno studio multicentrico fatto a Roma, a Chieti e a Los
Angeles con Paolo Camargo; si è visto che un semplice lembo a riposizionamento coronale rispetto ad un
lembo a riposizionamento coronale con endogane ha una minor copertura radicolare, vedete una recessione
gengivale guarisce di più nel gruppo sperimentale con endogane rispetto al gruppo di controllo. Il guadagno
del livello clinico di attacco è significamente superiore e anche il guadagno di tessuto cheratinizzato e
significativamente maggiore nel gruppo con andogane. Quindi noi abbiamo osservato che nella copertura
delle superfici radicolari esposte l’aggiunta di endogane sembra migliorare i risultati. Però io per onestà vi
devo dire una cosa: che i risultati dei pazienti trattati a Chieti sono più simili a quelli di Torino che agli altri.
Cioè io personalmente in studio quando faccio queste procedure non uso l’endogane Perché il vantaggio
che c’è è veramente piccolo. Poi chiaramente mettendo insieme tutti i dati i risultati sono diversi, io non
consiglio di sprecare soldi in questo modo. Qui vediamo un caso clinico: un lembo spostato coronalmente e
prima di spostarlo coronalmente uso l’endogane, ma non è che il caso precedente in cui non è stato usato
l’endogane sia andato male. Cioè se una cosa va male allora tu ci aggiungi un altro elemento e le cose
vanno meglio, invece per migliorare una cosa che già va bene veramente il miglioramento deve essere
grande per notare qualcosa. In questo studio degli autori cinesi si chiedono: il lembo a riposizionamento
coronale con l’aggiunta di endogane è meglio? Guardiamo i risultati: questa è una metanalisi di vari studi,
quindi lo strumento ideale per tirare le somme e quind