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PET: una tecnica sofisticata per la stadiazione del linfoma

PET è una tecnica molto sofisticata, utilizzata solo in centri altamente specializzati. Questo significa che, nel caso fosse indicata, potrebbe essere necessario che vi rechiate in una città diversa da quella in cui vivete, magari anche molto distante. La PET non è indispensabile, ma potrebbe essere utile. La PET può fornire indicazioni per la stadiazione del linfoma, come anche sulla natura di eventuali masse residue dopo aver terminato il trattamento per stabilire se si tratta di tessuto cicatriziale o di cellule tumorali.

Stadiazione

Stadio 1: il tumore interessa un unico distretto linfonodale

Stadio 2: il tumore interessa due o più distretti linfonodali situati tutti da un solo lato del diaframma

Stadio 3: il tumore è localizzato ai linfonodi su entrambi i lati del diaframma

Stadio 4: il tumore si è diffuso oltre i linfonodi con metastasi a distanza, per esempio al fegato, polmoni o ossa

All'indice numerico, il linguaggio medico affianca per

convenzione anche le lettere A o Bad indicare l'eventuale presenza di sintomi. Il vostro oncologo vi chiederà se avete perso molto peso, se avete febbre o accessi di sudore. Se siete asintomatici, ossia se le vostre risposte saranno negative, il tumore verrà classificato come A, mentre se siete sintomatici come B. Una volta che l'oncologo avrà accertato la localizzazione del linfoma, saprà di che tipo e grado è e avrà stabilito se siete sintomatici o asintomatici, potrà pianificare il trattamento che reputa più efficace per il vostro caso. Terapia Negli ultimi anni sono stati compiuti notevoli progressi nel trattamento dei linfomi non Hodgkin ed è in costante aumento il numero di malati che oggi guariscono, anche nei casi in cui il tumore è molto diffuso. Le metodiche terapeutiche più usate sono la radioterapia e la chemioterapia, che possono essere attuate da sole o in combinazione a seconda del caso.

Il vostro oncologo pianificherà il trattamento tenendo conto di molti fattori, quali, per esempio, le vostre condizioni generali e l'età, il tipo e la localizzazione del linfoma, nonché l'eventuale presenza di metastasi a distanza.

Linfomi di grado basso

I linfomi di grado basso crescono molto lentamente e a volte non richiedono un trattamento per molto tempo, ammesso che poi sia necessario attuarne uno, e tutto ciò che il paziente deve fare è sottoporsi a controlli periodici. Di solito, qualora sia necessario intervenire, il trattamento di prima scelta è la chemioterapia. Se il linfoma è localizzato ad un solo distretto linfonodale, l'oncologo potrebbe consigliare una radioterapia con irradiazione solo su quell'area. Alcuni pazienti affetti da linfoma di grado basso guariscono. Dopo il trattamento, quasi tutti i pazienti hanno un periodo di remissione, ossia non evidenziano alcun segno di malattia in atto. Quando poi...

dovrebbe essere preso in considerazione un trapianto di cellule staminali. Questo procedimento prevede l'eliminazione delle cellule staminali malate e il loro sostituto con cellule staminali sane provenienti da un donatore compatibile. Il trapianto di cellule staminali può offrire una possibilità di guarigione per i pazienti affetti da linfomi di grado alto. Durante il trattamento, è importante seguire le indicazioni del medico e sottoporsi regolarmente a controlli per monitorare la risposta al trattamento e individuare eventuali segni di recidiva. La remissione a lungo termine è possibile per alcuni pazienti, ma è importante essere consapevoli che ogni caso è diverso e che la prognosi dipende da vari fattori, come il tipo di linfoma, lo stadio della malattia e la risposta al trattamento. È fondamentale anche adottare uno stile di vita sano, che includa una dieta equilibrata, l'esercizio fisico regolare e l'evitare il fumo e l'alcol. Inoltre, è importante avere un buon supporto emotivo da parte di familiari, amici e professionisti sanitari specializzati nel trattamento dei linfomi. In conclusione, i linfomi non Hodgkin possono essere trattati con successo, sia quelli di grado basso che quelli di grado alto. La scelta del trattamento dipende dal tipo e dallo stadio del linfoma, nonché dalla risposta individuale del paziente. Con il giusto trattamento e un adeguato supporto, molti pazienti possono vivere a lungo in remissione dalla malattia.

Si possono attuare altri trattamenti quali chemioterapia in dosi elevate con supporto di cellule staminali. Anche la terapia può essere utile per tumori di grado alto localizzati, soprattutto se molto voluminosi. Nei bambini i linfomi non Hodgkin risultano quasi sempre di grado alto, per cui la principale metodica terapeutica è la chemioterapia intensiva. Anche la radioterapia può essere necessaria in alcuni casi.

La radioterapia consiste nell'uso di radiazioni ad alta energia per distruggere le cellule tumorali, cercando al tempo stesso di danneggiare il meno possibile le cellule normali. È un trattamento locale e può essere attuata se le cellule tumorali sono circoscritte ad una o due aree linfonodali nella stessa regione corporea (stadio 1 e 2). Può essere attuata in combinazione con la chemioterapia.

Il trattamento viene effettuato presso il centro di radioterapia dell'ospedale e il ciclo si compone di solito di cinque sessioni dal...

lunedì al venerdì con una pausa nel week-end. La durata del trattamento dipende dal tipo di tumore e dalle sue dimensioni. La chemioterapia consiste nell'impiego di particolari farmaci anticancro, detti citotossici o antiblastici, per distruggere le cellule tumorali. Poiché vengono veicolati dal circolo ematico, tali preparati possono raggiungere le cellule tumorali in ogni parte dell'organismo. Per quanto riguarda i linfomi a crescita lenta, i chemioterapici, come già ricordato, possono essere somministrati in compresse per cui, se sarete candidati a questa forma di terapia, potrete attuarla da soli a casa, il che vi consentirà di continuare a svolgere le vostre normali attività. In altri casi i chemioterapici vengono somministrati per endovena, ossia iniettandoli direttamente in vena (nel braccio), e ciò richiede una breve degenza in ospedale. Per i linfomi a crescita rapida la chemioterapia deve essere attuata per endovena.

Il normale trattamento consiste nella somministrazione di una combinazione di più farmaci nell'arco di diversi giorni; segue, quindi, un intervallo di qualche settimana per consentire all'organismo di smaltire gli eventuali effetti collaterali. Il trattamento si protrarrà probabilmente per diversi mesi durante i quali verrete sottoposti a controlli periodici. A volte il regime terapeutico prevede la somministrazione del chemioterapico per endovena una volta alla settimana nell'arco di un periodo più breve variabile dai tre ai quattro mesi. Alcuni pazienti affetti da tipi particolari di linfoma sono sottoposti a puntura lombare all'inizio della chemioterapia per verificare che il midollo spinale non sia invaso dalle cellule tumorali. Spesso in questa stessa sede si inietta una dose di chemioterapia direttamente nel fluido spinale. La chemioterapia può essere eseguita come trattamento ambulatoriale, ma spesso potrebbe richiedere un breve periodo di

degenza in ospedale.

Linea centrale

Per alcuni pazienti che devono ricevere una chemioterapia più intensiva potrebbe essere necessario predisporre una cosiddetta linea centrale, per esempio una linea di Hickman o Groshong o PICC. Ciò faciliterà la somministrazione dei farmaci e il prelievo di campioni di sangue, risparmiandovi il dolore e il fastidio derivanti da ripetute iniezioni in vena. La linea centrale è un piccolo catetere flessibile di plastica, che viene inserito in una vena principale e lasciato uscire sul torace. La procedura si esegue in anestesia locale o generale. I chemioterapici e altri farmaci possono essere somministrati attraverso il catetere, mentre i campioni di sangue possono essere prelevati con una semplice siringa. Il catetere rimarrà insito per tutta la durata del trattamento, dopodiché sarà rimosso abbastanza facilmente, se necessario con somministrazione di un anestetico locale.

PICC, acronimo dall'inglese

Il peripherally inserted central catheter (è una linea centrale inserita in una vena periferica. In questo caso, infatti, il catetere viene inserito in una vena del braccio, anziché in una vena principale sul torace. La PICC può essere applicata ambulatorialmente in anestesia locale. Anche la PICC rimarrà in sito per tutta la durata del trattamento e potrà essere utilizzata non solo per la somministrazione dei farmaci, ma anche per il prelievo dei campioni di sangue. Essa sarà rimossa agevolmente alla conclusione del trattamento.

Chemioterapia in dosi elevate con supporto di cellule staminali

Alcuni pazienti richiedono una chemioterapia in dosi molto elevate (a volte in associazione alla radioterapia). Lo scopo del trattamento, in questo caso, è accrescere le probabilità di guarigione. Tuttavia, la chemioterapia in dosi elevate si prende normalmente in considerazione solo se il linfoma non Hodgkin da cui siete affetti ha risposto bene al trattamento.

osseo, quindi è necessario prelevare le cellule staminali prima del trattamento. Queste cellule verranno poi reinfuse nel paziente dopo la chemioterapia per ripristinare la produzione di cellule ematiche. Durante il trattamento con chemioterapia ad alte dosi, è possibile che si verifichino effetti collaterali più intensi rispetto alla chemioterapia convenzionale. Il vostro oncologo vi informerà sui possibili effetti collaterali e vi fornirà le necessarie misure di supporto per affrontarli. È importante seguire attentamente le indicazioni del vostro oncologo e comunicare eventuali sintomi o cambiamenti nella vostra condizione durante il trattamento. La chemioterapia ad alte dosi può essere un'opzione efficace per il trattamento del linfoma non Hodgkin di grado alto, ma è importante valutare attentamente i potenziali benefici e rischi nel vostro caso specifico.

osseo; pertale motivo le cellule staminali verranno reimpiantate per riparare i danni del trattamento.

In passato le cellule staminali venivano prelevate dal midollo osseo, mentre oggi questa procedura viene attuata solo in casi rari essendo più comune prelevarle direttamente dal sangue. Anche se è comunemente definito trapianto, la descrizione più appropriata di questa procedura è, secondo noi, supporto di cellule staminali, giacché, nella maggior parte dei casi, le cellule sono prelevate dal paziente e reimpiantate successivamente. Alcuni potrebbero ricevere un trapianto da un donatore (trapianto allogenico) piuttosto che da se stessi (autotrapianto o trapianto autologo).

Come si reimpiantano le cellule staminali?

Dopo la chemioterapia sarete sottoposti a trattamento con un fattore di crescita - una proteina particolare che favorisce la moltiplicazione delle cellule staminali che si riversano, quindi, dal midollo osseo al sangue. Il fattore di crescita

dovrà essere somministrato quotidianamente sotto forma di iniezione sottocutanea, che potrebbe essere dolorosa.
Dettagli
Publisher
A.A. 2011-2012
8 pagine
SSD Scienze mediche MED/15 Malattie del sangue

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher kalamaj di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Ematologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Foggia o del prof Liso Arcangelo.