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“sovradeterminazione” e “funzione multipla”: la sovradeterminazione si riferisce all’osservazione
che le problematiche e le tendenze psicologiche significative hanno più di una causa; funzione
multipla si riferisce invece al fatto che ogni tendenza psicologica significativa assolve più di una
funzione inconscia, per esempio quella di ridurre l’ansia, ripristinare l’autostima, comportarsi in
modo sgradito alla propria famiglia, evitare tentazioni, o comunicare qualcosa agli altri.
Identificazione ed empatia. Se da un lato i terapeuti ad orientamento analitico hanno riconosciuto
il ruolo dei fattori genetici, chimici e neurologici nelle psicopatologie più gravi, dall’altro hanno
sottolineato le pressioni del passato e del presente che possono far emergere tali tendenze in forma
problematica. Inoltre, si attendono che, lavorando con pazienti alle prese con aspetti problematici
della propria personalità, anche in loro si attivano dinamiche simili. Questa tendenza ad identificarsi
con i clienti, ricavando da ciò sentimenti empatici sempre più profondi, contrasta con l’assunzione,
da parte degli psichiatri e degli psicologi accademici con un orientamento più biologico, di una
posizione maggiormente distaccata verso le persone e i problemi. I clienti che sentono che il
terapeuta ha ragione, ma non lo trovano empatico, assumono la loro dose di terapia con un senso
soffocante di vergogna, un affetto che evoca sottomissione o paralisi anziché ricettività e crescita
emotiva. Invece, i clienti che sentono che il terapeuta è in errore, ma che comunque cerca di
identificarsi con loro, si sentiranno meno a disagio e continueranno a impegnarsi nel processo
terapeutico spinti dal desiderio di essere compresi più a fondo.
Soggettività e sintonizzazione affettiva. I pericoli della soggettività sono ben noti: possiamo
facilmente distorcere la realtà al servizio dei nostri bisogni personali; siamo tutti condizionati dal
nostro passato, dai pregiudizi e dai nostri limiti; non possiamo fondare una scienza cumulativa
senza un’attendibilità e una validità oggettive. Ma anche l’oggettività comporta una serie di
inconvenienti. Gli studiosi in cerca di oggettività tendono a ignorare i dati che non possono essere
operazionalizzati, manipolati o studiate in ricerche condotte su campioni controllati e randomizzati;
tendono frammentare problemi complessi e interrelati per adattarli alle procedure empiriche; infine,
hanno la fama di essere metodologicamente rigorosi, ma vacui sul piano della sostanza. Nei primi
tentativi terapeutici, Freud imparo che esiste una differenza fra l’insight intellettivo e quello
emotivo. In altre parole, possiamo conoscere razionalmente qualcosa e tuttavia non conoscerlo
affatto. L’esperienza suggerisce che la maggior parte delle persone non è in grado di separarsi,
individuarsi e accettare serenamente il passato senza prima attraversare una fase caratterizzata da
sentimenti di rabbia e persino odio nei confronti della persona, famiglia, comunità o ideologia dalla
cui influenza cerca di sottrarsi. Gli eventi travolgenti cessano di essere traumatici quando si può dar
voce alla reazione emotiva che li accompagna. Senza la capacità di apprezzare soggettivamente il
mondo emotivo dei pazienti, i terapeuti verrebbero privati di una ricchissima fonte di dati, con gravi
ripercussioni sulla loro efficacia.
Attaccamento. I clinici psicodinamici ritengono che la psicologia e la psicopatologia dell’individuo
siano determinati dalla complessa interazione fra esperienza vissuta, temperamento costituzionale e
normali sfide evolutive. Lavorando in collaborazione, terapeuta e paziente cercano di favorire quel
processo che si è arrestato a causa delle difficoltà incontrate dal paziente nel corso del proprio
sviluppo. Se il terapeuta non è assimilato come nuovo, positivo oggetto di amore, il trattamento non
“decollerà” mai, ma se non è anche vissuto come vecchio oggetto cattivo, il trattamento non avrà
mai fine. L’ipotesi di Bowlby di una base evolutiva dell’attaccamento, che funziona come
regolatore affettivo e zona sicura da cui parte l’esplorazione, ha spinto i clinici a prediligere il