Riassunto esame Psicodinamica della Famiglia, prof. Malagoli, libro consigliato Dinamiche Relazionali e Ciclo di Vita della Famiglia, Malagoli
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Il contesto familiare e ambientale
Il concetto di omeostasi evolutiva si adatta alla famiglia: ci sono movimenti di
ristrutturazione che vengono messi in atto per adeguare la propria organizzazione ai
cambiamenti che si incontrano nello sviluppo e la tendenza a conservare la propria
identità.
Il contesto di significato sottolinea che i comportamenti privi di contesto non hanno
alcun significato e il contesto di apprendimento che il sistema familiare è il principale
contesto per l’apprendimento di ogni individuo; il senso di differenziazione e
individualità si forma con la partecipazione ai diversi sottosistemi e a gruppi
extrafamiliari.
Bronfenbrenner, teoria ecologica dello sviluppo l’ambiente rilevante per lo sviluppo
=>
non è solo quello che il soggetto sperimenta direttamente ma anche i sistemi
ambientali di ordine più generale che interagiscono tra loro e più lontani dalla sua
esperienza immediata. L’ambiente ecologico è il contesto di sviluppo dell’individuo e si
rappresenta come un sistema di strutture concentriche l’una inclusa nell’altra. Il
contesto che prevede il contatto diretto viene definito microsistema e ne possono far
parte la famiglia, la scuola, il gruppo dei pari, ecc.
Il mesosistema è un sistema di microsistemi: esso si riferisce a due o più contesti
ambientali ai quali l’individuo partecipa direttamente in modo attivo e alle loro
interconnessioni. A questo livello vengono studiate le relazioni tra la famiglia e il
gruppo dei coetanei, tra famiglia e scuola, ecc., e si cerca di capire il modo in cui tali
relazioni influiscono in termini di fattori di rischio o di protezione sullo sviluppo
dell’individuo.
L’esosistema comprende invece almeno un contesto con cui la persona non ha rapporti
diretti, ma che indirettamente influisce sul contesto in cui si hanno rapporti diretti. A
questo livello viene ad esempio studiata l’influenza del contesto lavorativo dei genitori
sul contesto delle relazioni familiari.
Il macrosistema infine rappresenta un contesto sovrastrutturale che condiziona micro,
meso ed esosistema: tale contesto è legato a culture, subculture e organizzazioni
sociali più ampie, con i relativi sistemi di norme, credenze, rappresentazioni sociali e
aspettative rilevanti ai fini dello sviluppo.
La struttura familiare
Minuchin ridefinisce la famiglia come un sistema caratterizzato da una struttura
definita. Per struttura familiare intende “l’invisibile insieme di richieste funzionali che
Le dimensioni
determina i modi in cui i componenti della famiglia interagiscono”.
strutturali fondamentali sono:
la gerarchia, cioè l’esistenza di differenze generazionali e il fatto che la struttura
−
organizzativa della famiglia si differenzia in sottosistemi;
i confini, cioè le regole che determinano il passaggio dell’informazione;
− gli schieramenti, cioè le configurazioni relazionali minimo triadiche (triadi o triangoli).
− Il sistema familiare si differenzia e svolge le sue funzioni grazie ai sottosistemi che lo
compongono. L’individuo rappresenta un sottosistema del sistema famiglia. Ciascun
individuo appartiene a diversi sottosistemi (coniugale, genitoriale, filiale) in cui ha
differenti gradi di potere e dove acquista capacità differenziate.
Il sottosistema coniugale modella per il bambino la natura dei rapporti intimi. Questi
modelli divengono a qualche livello parte dello schema di vita del piccolo per essere
esplorati più avanti.
Il sottosistema genitoriale, che può comprendere nonni o cugini, assolve alle funzioni
familiari di allevamento dei figli, di guida e di controllo. Le transazioni che avvengono
in questo sottosistema insegnano al bambino come comunicare ciò che vuole e cosa
aspettarsi da persone che hanno più forza e più risorse; impara se riceverà appoggio
nei suoi bisogni ed i modi di risoluzione dei conflitti. Man mano che il bambino cresce e
i suoi bisogni cambiano, dovranno cambiare anche i modelli di funzionamento.
Il sottosistema di fratelli e/o sorelle è il contesto in cui i bambini sviluppano modelli di
contrattazione, di cooperazione, di competizione. In questo rapporto di reciprocità i
bambini assumono posizioni diverse e questo processo promuove il loro senso di
appartenenza ad un gruppo e il loro senso di individuazione all’interno del sistema. È il
sottosistema che consente di acquisire le abilità interpersonali necessarie per entrare
in contatto con i gruppi extrafamiliari dei coetanei e, più tardi, con il mondo del lavoro.
Nella valutazione del funzionamento di una famiglia, la stima della funzionalità dei
confini rappresenta
uno dei parametri fondamentali. La loro funzione è la salvaguardia della
differenziazione del sistema nei vari sottosistemi che lo compongono. Si parla di
confini distinti qualora passino informazioni che siano adeguate per quantità e
pertinenza (o qualità) rispetto alla relazione e alla fase del ciclo vitale. Si parla di
confini diffusi se si ha il passaggio di una quantità eccessiva di informazione e/o di
informazioni qualitativamente non pertinenti. Nel caso in cui una persona riceva una
quantità insufficiente di informazione e/o venga privata di informazioni che gli
competerebbero, parliamo di confini rigidi. Sia i confini diffusi che quelli rigidi risultano
disfunzionali.
Classicamente si fa riferimento a queste due situazioni con i termini di invischiamento
e di disimpegno). Nelle famiglie invischiate il senso di appartenenza è talmente forte
da ostacolare la differenziazione e la presa di autonomia dei vari membri; nelle
famiglia disimpegnate il senso di appartenenza è molto labile.
La diffusione e la rigidità diventano inadeguate quando si cronicizzano e non evolvono
in relazione alle diverse esigenze trasformative dei membri della famiglia.
Il modello circonflesso di Olson
Il modello circonflesso di Olson spiega i modelli relazionali che caratterizzano le
strutture familiari. Analizza il funzionamento attraverso 3 dimensioni:
coesione: è il legame emotivo esistente reciprocamente tra i vari membri di una famiglia.
−
Concetti correlati a questa dimensione sono: i confini, le alleanze, il legame/impegno
emozionale, ecc. Questa dimensione viene suddivisa in quattro livelli: disimpegno,
separazione, connessione, invischiamento.
adattabilità: è la capacità di un sistema di essere flessibile, di modificare struttura
−
gerarchica, rapporti di ruolo e regole di relazione in risposta alle richieste evolutive o
ambientali. Questa dimensione viene suddivisa in quattro livelli: rigido, strutturato,
flessibile, caotico.
comunicazione: modalità che i membri utilizzano per esprimere i loro bisogni e/o
−
sentimenti, ma anche come elemento che facilita il movimento dinamico della famiglia.
Ha individuato 16 tipi di funzionamento familiare che sono ridotti a 3 modelli principali:
bilanciato, medio raggio, estremo.
Le famiglie funzionali si collocano nell’area centrale del modello rispetto ad adattabilità
e coesione: sono bilanciate in quanto riescono a mantenere una coesione interna e
fornire una sensazione adeguata di sicurezza, permettono la differenziazione dei
membri come persone separate. Le famiglie agli estremi hanno difficoltà ad adattarsi
alle situazioni; sono famiglie con “emergenze sintomatiche”: presentano una
combinazione di bassa/alta coesione e bassa/alta adattabilità. Quelle con alta
adattabilità, caotiche, hanno difficoltà a organizzarsi in maniera adeguata e a stabilire
regole precise, quelle con bassa adattabilità, rigide, hanno regole intoccabili date
dall’alto.
Le famiglie con bassa coesione sono disimpegnate, non condividono emozioni e affetti,
di fronte alle difficoltà non seguono un fronte comune; quelle con alta coesione,
invischiate, sono scarsamente differenziate e sono incastrati in relazioni condizionanti.
Si possono avere, quindi, la famiglia caotica-disimpegnata, rigida-disimpegnata,
caotica-invischiata, rigida-invischiata.
Il concetto di trigenerazionalità
Ogni famiglia ha una sua storia che si tramanda nelle generazioni. Si tramandano
tradizioni, ruoli, valori e tutto ciò che non è elaborato viene trasmesso alla
generazione seguente. Ciò che viene elaborato può essere appreso. Il bambino
interiorizza i legami con le figure genitoriali e trasferisce la fiducia e la speranza nelle
relazioni future.
Stierlin: 3 modalità di trasmissione intergenerazionale: legare (legami stretti),
delegare(modalità che lascia al figlio autonomia all’interno del mandato familiare; ci si
può allontanare dalla famiglia, ma si deve sempre rendere conto (legame di lealtà)) e
rifiutare (legami labili).
L’eredità può essere anche positiva, con i suoi aspetti di fiducia e speranza, empatia e
rispetto: l’aspetto di lealtà assume un impegno per le generazioni. Gli impegni di lealtà
sono fibre che tengono unite le famiglie.
In ambito terapeutico si usa il genogramma per tracciare un albero genealogico che
registri informazioni sui membri che compongono una famiglia e per osservare le loro
interazioni da un punto di vista trigenerazionale. Con tale strumento si otterrà un
diagramma delle relazioni familiari che comprende almeno tre generazioni, con i gradi
di parentela e gli eventi critici, come nascite, morti, matrimoni e divorzi, oltre ad
eventuali problemi di pertinenza terapeutica emersi nel corso delle generazioni. La
costruzione del genogramma può essere realizzata assieme alla famiglia o con un
singolo componente. L’informazione strutturale, relazionale e funzionale su una
famiglia contenuta nel genogramma può essere osservata su due assi: quello
orizzontale, attraverso il contesto familiare e quello verticale, attraverso le
generazioni.
Si possono individuare i miti familiari, credenze condivise da tutti i membri in parte
reali e in parte fantastici che concernono i reciproci ruoli familiari e la natura delle
relazioni. La creazione del mito nasce dal bisogno di dare senso ad avvenimenti di cui
non si consoce la causa; quindi, diventa matrice di conoscenza e rappresenta un
elemento di unione. Al mito sono associati 3 immagini di ruoli familiari che Byng-Hall
associa agli script della famiglia: immagini ideali (alle quali ci si vuole adattare),
immagini di ruolo disconosciute o ripudiate (alle quali non ci si deve conformare),
immagini di ruolo condivise (ruoli su cui vi è accordo tra tutti i membri).
Tematiche frequenti nei miti sono la negazione familiare (qualsiasi comunicazione è
impossibile), l’armonia familiare (famiglie “estremamente unite e in accordo”,
condivisione totale delle informazioni (i membri si dicono tutto).
Nuove tipologie di famiglia
Le famiglie di fatto
Due persone che vivono insieme, senza essere uniti in matrimonio. E’ una scelta
consapevole, una prova prima del matrimonio. Tra le ragioni c’è il rifiuto ideologico del
matrimonio perché limita la spontaneità della relazione, la messa in discussione dei
ruoli tradizionali di maschio e femmina, il desiderio di provare prima di compiere la
scelta del matrimonio. In alcuni paesi occidentali (Svezia, Danimarca, Francia) la
formazione della coppia e la nascita del primo figlio non sono più motivo per sposarsi.
In Italia ci sono minori coppie di fatto, la maggior parte sono nei centri urbani, dove la
pressione sociale è minore. Aspetto peculiare dell’Italia è il rimanere in casa dei
genitori fino a 30 anni.
Le famiglie monogenitoriali
Famiglie con un solo genitore che vive con almeno un figlio minore di 18 anni. I fattori
sono la vedovanza, separazione o divorzio. Sono famiglie deboli socioeconomicamente
e sono donne che provvedono da sole ai figli. Sono a rischio perché non c’è una
politica sociale che aiuti questi nuclei familiari.
Le famiglie unipersonali
Persone che vivono da sole. La maggior parte in Italia sono anziani vedovi, spesso
donne; possono anche essere separati o divorziati. La vita da single assume diversi
significati nelle diverse fasi e a seconda del genere: tra 18/24 anni indica una precoce
indipendenza rispetto alla famiglia di origine, tra 25 e 44 anni sono uomini che escono
finalmente da casa e uomini separati che restano soli perché i figli sono affidati alle
madri; sopra i 65 anni sono donne vedove (aspettativa di vita maggiore).
Le famiglie ricostituite
Nuclei familiari conviventi con figli di un precedente matrimonio o unione di fatto. I
Figli hanno rapporti complessi con le molte figure adulte, che hanno ruoli diversi a
Seconda che siano genitori biologici o acquisiti.
Gli uomini si risposano più facilmente delle donne dopo il divorzio. In Italia la tendenza
è a divorziare nella mezza età e per le donne è più difficile rifarsi una vita, anche
perché sono spesso affidatarie dei figli e hanno minore potere economico.
Inoltre, se prima ci si sposava perché si rimaneva vedovi, ora i figli hanno diverse
figure genitoriali e si crea una difficoltà di integrazione e coesistenza.
3. Le famiglie separate: dinamiche relazionali e processi evolutivi
In Italia solo la metà di chi si separa chiede il divorzio; questo per diversi motivi: ci
sono procedimenti che richiedono costi e tempi lunghi, con il divorzio si stabiliscono le
questioni patrimoniali ed ereditarie e c’è ancora una stigmatizzazione di chi divorzia.
Nelle altre nazioni ci sono divorzi precoci e nuovi matrimoni più frequentemente.
La separazione è una fase storica, tipica della famiglia attuale e del contesto
socioculturale nel quale si vive. L’individuo è orientato alla realizzazione personale ed
esiste la volontarietà nella scelta del coniuge. L’etica della scelta porta anche il
matrimonio a non essere più visto come vincolante, ma il partner deve essere scelto
ogni giorno e non una volta per tutte.
Ma nonostante si interrompa il rapporto coniugale, il sottosistema genitoriale resta
sempre e i genitori resteranno tali per sempre; questo è un aspetto che la famiglia
separata deve affrontare.
Il processo di separazione e divorzio
Il modello di Bohannan le persone che si separano devono attraversare sei stadi per
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una adeguata elaborazione dell’evento separativo: il mancato superamento delle
difficoltà previste in uno degli stadi può generare squilibri psicologici. Tale malessere si
può esprimere attraverso una cronicizzazione del conflitto legale, in quanto uno o
entrambi i coniugi non sono in grado di raggiungere il divorzio psichico e con vari
escamotages cercano di mantenere il legame nel tempo, sia pure nella forma estrema
e disfunzionale di un rapporto conflittuale. I sei stadi sono:
separazione emotiva: situazione di deterioramento nella relazione di coppia antecedente alla
-
decisione di separarsi. In questa fase si può fare richiesta di consulenza e di terapia. È un
momento della vita della coppia caratterizzato dalla fase di ping-pong (oscillazione tra
momenti di aggressività e momenti di riappacificazione che può arrivare alla cronicizzazione
del conflitto) e dalla fase di point of no return (i coniugi acquisiscono la certezza che l’unione
matrimoniale comporta più svantaggi che vantaggi. La durata di questa fase, che precede la
separazione, dipende dalle caratteristiche individuali, dai condizionamenti socioculturali, e da
altri fattori.
separazione legale: momento in cui si ufficializza la decisione di separarsi e coincide con la
-
presa di contatto di uno o di entrambi i coniugi con un avvocato. Si ricorre al sistema giuridico
per regolamentare sia le questioni patrimoniali che l’affidamento dei figli.
separazione economica: vengono affrontate e discusse le questioni relative alla suddivisione
-
dei beni e all’assegno di mantenimento per i minori ed eventualmente per il coniuge.
separazione genitoriale: i coniugi sono chiamati a ridefinire la loro relazione come genitori, in
-
modo da poter continuare ad adempiere ai relativi obblighi educativi e responsabilità anche a
separazione avvenuta. Questo stadio ha strette interferenze con la separazione economica in
quanto quest’ultima può essere fonte di conflitti e tensioni.
separazione dalla comunità: mutamento delle relazioni sociali con la famiglia del coniuge, con
-
gli amici in comune; in seguito a queste perdite possono comparire forti sentimenti di
solitudine.
separazione psichica: coincide con la capacità delle persone di ritrovare la loro capacità
-
progettuale e la fiducia nelle proprie capacità, senza contare sulla presenza del coniuge.
Il processo di separazione può dirsi concluso positivamente quando le parti hanno
accettato la separazione, hanno preso consapevolezza dei reali motivi che l’hanno
determinata, si rendono conto di quanto personalmente hanno contribuito a provocare
il fallimento dell’unione coniugale.
Il modello della Kaslow prevede una demarcazione tra aspetti emotivi-psicologici e
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aspetti comportamentali e pragmatici. Mette in relazione le emozioni con i
comportamenti agiti dagli ex partner nelle diverse fasi del processo separativo. Sono
necessari circa 2 anni per completare l’intero processo di separazione, anche se
possono esserci variazioni individuali, da soggetto a soggetto, dovute a movimenti
regressivi anziché evolutivi, per cui l’individuo torna ad uno stadio precedente.
fase dell’alienazione: coincide con la decisione, col riconoscimento di incompatibilità profonde
-
e insanabili, per cui i due coniugi si allontanano progressivamente l’uno dall’altro, anche se
solitamente è uno dei due che prende la decisione di separarsi. Ciò può creare uno squilibrio
all’interno della coppia, per cui il coniuge che in un certo senso subisce la separazione è quello
che, almeno inizialmente, incontra maggiori difficoltà ad elaborare i sentimenti di perdita e di
delusione.
fase conflittuale: coincide con la fase legale, con la presa di contatto con gli avvocati e con il
-
DESCRIZIONE APPUNTO
Riassunto per l'esame di Psicodinamica della Famiglia con Elementi di Psicoterapia, basato su appunti personali e studio autonomo del testo consigliato dal docente Dinamiche Relazionali e Ciclo di Vita della Famiglia, Malagoli. In riferimento ai seguenti argomenti: modello di ciclo di vita proposto da Carter e McGoldrick, eventi critici prevedibili normativi: eventi critici imprevedibili paranormativi, contesto familiare e ambientale, modello circonflesso Olson.
I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher trick-master di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicodinamica della Famiglia con Elementi di Psicoterapia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università La Sapienza - Uniroma1 o del prof Malagoli Togliatti Marisa.
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