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Il Giusnaturalismo

Il giusnaturalismo rappresenta un importante movimento e insieme di correnti di pensiero che si sviluppano in Europa nel corso del 600 (XVII secolo). Idee importanti perché esercitano un'influenza importante per il diritto e sul pensiero giuridico. Non esiste una vera e propria scuola (comunanza di idee, fondamenti comuni) del giusnaturalismo anche se gli autori, che sono riconducibili a questo complesso di idee, hanno un proprio percorso personale (diversa dagli altri), esprimono alcune idee e postulati in comune. Costruiscono delle dottrine e giungono all'idea che sia necessario un sistema, le idee devono essere messe in un ordine che sia funzionale al loro utilizzo. Il giusnaturalismo può nascere e svilupparsi perché ci si trova in un periodo di crisi, non esiste più un universalismo cristiano e cattolico, non c'è più una religione comune in Europa (periodo di guerre religiose) ma sono in crisi anche i sistemi.

giuridici e politici tradizionali a causa della scoperta del nuovo mondo (cambiano i confini, non sono più applicabili gli strumenti tradizionali: crisi delle certezze), bisogna cercare ed elaborare delle nuove soluzioni (i tribunali si basano ancora sulle vecchie tradizioni e sulla pluralità delle fonti del diritto).

Il giusnaturalismo inizia a interrogarsi, a causa di questa rottura degli schemi politici e del diritto, sui diritti fondamentali o innati dell'uomo. Diritti che lo Stato non può non riconoscere (ruolo dello Stato sempre più rilevante: potere e organi). La scoperta di nuovi popoli impone una riflessione sui riconoscimenti dei diritti individuali, del singolo (premessa con la scuola di Salamanca: ci si chiede se siano uomini, se abbiano un'anima). Anni in cui si intensificano i rapporti tra popolazioni e territori lontani tra loro, reti di traffici commerciali molto sviluppati (Europa, Africa, America: tratta degli schiavi). Si parla di

diritti soggettivi, che fanno capo al soggetto e sono propri di ogni essere umano in quanto tale, un essere umano ha dei diritti, che sono intangibili (patrimonio intangibile dell'umanità), cioè non possono essere toccati, e irrinunciabili, quindi chi li ha non può rinunciare ad averli e quindi vanno tutelati sempre, in ogni circostanza, indipendentemente dal contesto politico, religioso e sociale in cui gli uomini si trovano. Questi diritti soggettivi fanno parte di un complesso di norme, che prende il nome di diritto naturale, ed è superiore al diritto positivo (posto dal legislatore). Il diritto positivo è influenzato dal contesto e dal tempo in cui è creato. Il diritto naturale riguarda un insieme di regole applicabili ovunque, senza tenere in considerazione il luogo e il tempo mentre quello positivo muta, varia a seconda di tempo e luogo. Il diritto naturale è immutabile e per questo è superiore.

insieme di regole auto-evidenti di giustizia, che non hanno bisogno di essere giustificate o argomentate, esistono perché sono così, si autogiustificano. Insieme di valori etico-sociali universali, hanno anche una dimensione che non è strettamente giuridica, riguarda un senso di equità e eticità valido ovunque anche senza giustificazione. L'uomo coglie questi valori attraverso la ragione e la sua natura razionale gli consente di capire e intuire tali valori. Sono delle norme extra-legali, che vanno oltre la legge e sono contrapposte al diritto positivo, che rappresenta la volontà del legislatore. Principi strettamente connessi alla natura umana e sono radicati nella ragione umana. Il diritto naturale può e deve costituire un limite al diritto positivo, ovvero al potere di fare le leggi del legislatore e non può andare contro il diritto naturale (aspetti che non possono essere toccati). Questi valori intangibili possono costituire unlimite in due modi: il legislatore non disciplina queste materie, non si occupa di questi principi (è un limite) oppure è un limite nel senso che il legislatore, quando produce il suo diritto, riconosce questi diritti (non fa altro che riportare il diritto naturale in quello positivo), non ha libertà. Riconoscere un diritto indica che quel diritto esiste e se ne prende atto. Cos'è un diritto naturale? Le opinioni degli autori si dividono, ma sul diritto alla vita non ci sono dubbi (è un diritto naturale). Ci si chiede se la proprietà sia un diritto naturale dell'uomo (per alcuni sì, per altri è una violazione dell'accesso ai beni). La schiavitù per alcuni viola il diritto naturale ad essere liberi mentre per altri vietare la schiavitù violerebbe il diritto di proprietà sulle cose (lo schiavo non è considerato un essere umano). Grandi dibattiti e discussioni su questi temi, che riguardano.

Tutta l'Europa, il giusnaturalismo è un fenomeno europeo. Come influiscono tutte queste idee sul diritto positivo? A volte non influiscono mentre altre volte provocano movimenti di opinione che influiscono sul legislatore. Una conseguenza che hanno questi dibattiti è nel configurare e delineare i rapporti reciproci tra gli Stati e le relazioni che hanno tra di loro, ma anche all'interno dello Stato (cittadino di fronte allo Stato). Il giusnaturalismo si impone in una prospettiva diversa su diversi temi (schiavitù, uguaglianza, tolleranza, libertà individuali), che saranno discussi e risolti anche in epoche successive (mettono le premesse), indipendentemente dal successo immediato che hanno le loro teorie o meno. Correnti diverse, prese di posizione diverse da parte degli autori del giusnaturalismo ma si confluisce su alcune idee comuni, come la necessità che il diritto positivo venga riordinato, seguendo la ragione e quindi i dettami del diritto naturale.

Da qui nascono alcuni postulati: - tra cui l'esistenza di diritti soggettivi innati dell'individuo (gli spettano in quanto uomini). - esistenza di un originario stato di natura, che precede e si differenzia dalla società civile e politica (organizzazione statuale), - contratto sociale, ovvero lo strumento che fonda il potere legittimo dello Stato (passaggio dallo Stato di natura a quello civile). - Idea che si possa costruire un sistema di diritto naturale ordinato secondo schemi razionali (diritto naturale tradotto in diritto positivo). → Ugo Grozio Padre del giusnaturalismo olandese, che per motivi politici e religiosi viene incarcerato (guerre di religione), poi fugge a Parigi e compone delle opere. Grozio vive nei primi anni del '600, periodo in cui si costituiscono le Compagnie delle Indie, una in Inghilterra per le Indie orientali e una in Olanda per le Indie occidentali (America), per commerciare. Queste compagnie pongono problemi giuridici riguardanti il

diritto della navigazione, comedisciplinare questi viaggi oceanici, il diritto dei bottini, le rotte. Grozio scrive un’operetta nel1609, il Mare liberum, in cui sostiene la libertà di navigazione nei mari. Le grandi potenze(Spagna, Portogallo, Inghilterra) rivendicavano per sé porzioni di mare, vietando ad altrepotenze di navigarci.

La principale opera di Grozio è De iure belli ac pacis (il diritto della guerra e della pace del1625) in cui vuole prendere in considerazione il diritto prescindendo da ogni valutazione dicarattere morale o teologico (basato sulla ragione). Il diritto è il frutto di un’operazionerazionale, è la creazione della ragione umana, il diritto è valido anche qualora Dio nonesistesse (anche se per lui esiste).

Con Grozio si ha la secolarizzazione del fondamento deldiritto, che può quindi fare a meno della religione. Differenza fondamentale con il pensiero diVitoria: la natura era Dio, da cui si ricava il

diritto (qui alla base non c'è Dio ma la ragione). Non può più essere la religione a costituire il riferimento, perché non è più la stessa per tutti (prima erano tutti cristiani cattolici) mentre la ragione è comune a tutti (Dio e la ragione sono separati e diversi). I fenomeni naturali si possono osservare con la ragione. Il diritto naturale dovrebbe essere alla base del diritto positivo, atto creativo razionale da parte dell'uomo che osserva la natura e crea il diritto.

Grozio dice che in natura esistono tre principi fondamentali (assiomi), che non devono essere dimostrati:

  • Bisogna rispettare e mantenere fede ai patti;
  • Non rubare e restituire quello che si è rubato;
  • Non cagionare danno ad altri e risarcire i danni causati per propria colpa (responsabilità civile).

Il legislatore, attraverso il ragionamento, può ricavare da queste regole generali dei precetti sempre più particolari, regolando i

natura precario e conflittuale porta gli uomini a cercare una soluzione per garantire la pace e la sicurezza. Grozio propone quindi il concetto di contratto sociale, secondo il quale gli individui rinunciano ad alcuni dei loro diritti naturali in cambio della protezione e della sicurezza offerte dallo Stato. Questo contratto sociale è la base per la formazione dello Stato e per la regolamentazione dei rapporti tra gli individui. Grozio sostiene che lo Stato ha il compito di garantire la pace, la giustizia e la protezione dei diritti individuali. Inoltre, secondo Grozio, lo Stato ha il potere di punire coloro che violano le leggi e i diritti degli altri. In conclusione, Grozio ritiene che lo Stato sia necessario per garantire la convivenza pacifica tra gli uomini e per proteggere i loro diritti.natura è pericoloso, non consente a tutti di realizzare i propri bisogni e interessi. La soluzione è quella di uscire dallo stato di natura, e lo strumento per farlo è il contratto sociale, ovvero un patto stipulato tra i consociati. Con questo patto ciascuno rinuncia a parte dei suoi diritti e delle sue libertà, che sono conferite a un altro soggetto, che è il sovrano o lo Stato, che ha come compito la tutela degli interessi di tutti. I consociati attraverso il contratto sociale entrano nello stato civile, lo creano. Il sovrano ha il potere di far rispettare i diritti di tutti, per goderne in parte. Il dovere del sovrano è quello di riconoscere i doveri e i diritti dei sudditi e per farlo ha dei poteri. L'idea è che il fondamento del potere sta nel contratto sociale, cioè nella volontà dei consociati (nel Medioevo e nell'età moderna era il diritto divino), ora non dipende da Dio ma viene dato dagli uomini al sovrano, che è

parte del contratto. Se il sovrano non rispetta il patto la conseguenza implicita è la rimozione del potere. Da una parte c'è la rinuncia dei consociati

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A.A. 2021-2022
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SSD Scienze giuridiche IUS/19 Storia del diritto medievale e moderno

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Francescaaa_ di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Elementi di storia del diritto medievale e moderno e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Massironi Andrea.