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ILLUMINISMO
18° secolo (1700)
Per spiegare il concetto di illuminismo si riprende la spiegazione di KANT, ovvero che è l'uscita dell'uomo da uno stato di minorità; è avere coraggio di sapere e servirsi della luce della ragione per ridurre le tenebre della tradizione.
L'illuminismo ripudia ogni forma di credenza non fondata sulla ragione, ma sul principio di autorità.
Nel suo ragionamento vi è fiducia nel potere della RAGIONE di portare un rinnovamento dell'individuo e dello stato.
L'illuminismo è un movimento riformistico, che in nome della ragione vuole cambiare ogni aspetto della vita sociale, facendosi promotore di:
- una riforma politico-amministrativa dello stato
- riforma economica che sostenga la libertà di commercio
- riforma agraria che si batte contro le forme di corporativismo
- riforma religiosa che critica ogni privilegio ecclesiastico
- riforma giuridica che mira a sostituire la molteplicità delle leggi con un codice unico
Vecchie leggi con un'unica legge, chiara e uguale per tutti. È una scuola di pensiero formata da un gruppo di scienziati, fisici, filosofi, giuristi, ... studiosi che hanno una certa idea di come dovrebbe funzionare la società. Vogliono illuminare con il lume della ragione umana la società civile, spiegando agli uomini come si dovrebbe vivere in una società civile; eliminando le tradizioni del passato e sconfessando le verità del passato.
In questo modo di ragionare c'è una concezione elitaria → gli illuministi sono una élite, ovvero pochi uomini istruiti e colti che vogliono illuminare la strada agli altri uomini.
Illuminismo non vuole dire rivoluzione, perché il loro obiettivo è solo quello di mostrare la verità però l'ambiente dell'illuminismo può dirsi anche essere l'avvio della rivoluzione francese, perché molti illuministi francesi erano contrari alla monarchia.
assoluta.
ILLUMINISMO GIURIDICO
Gli illuministi mirano ad una RIFONDAZIONE DEL DIRITTO VIGENTE, e non tanto ad un riordinamento.
Gli illuministi prendono una parte delle idee degli uomini prima di loro ed enunciano dei principi che sono alla base degli stati europei.
Riprendono il concetto di CONTRATTO SOCIALE → quel patto alla base dello Stato civile + anche il concetto di DIRITTO NATURALE da cui deriva il concetto di DIRITTO POSITIVO.
Le teorie giuridiche illuministiche mirano alla creazione di uno STATO DI DIRITTO, cioè di uno stato sottoposto alla legge e non alle decisioni di un monarca:
La fonte di produzione di diritto prevalente è la LEGGE STATALE, perché lo Stato è autorizzato dal contratto sociale a creare diritto, ed inoltre la legge statale è espressione della ragione umana e positivizzazione del diritto naturale (mette per iscritto le regole del diritto naturale e ne aggiunge di nuove con l’uso della ragione).
Lo stato deve agire
rispettando il PRINCIPIO DI LEGALITA’ per cui non ci sono crimini e pene prima della creazione della legge. In questa prospettiva la LEGGE rappresenta lo strumento di garanzia e di tutela dei diritti naturali dell’uomo: il sovrano è sottoposto al diritto e alla legge, diventa quindi un funzionario al servizio dello stato, a cui è chiesto di tutelare i diritti naturali dell’uomo. Egli è il creatore della legge, ma alla stessa deve sottoporsi una volta creata. La legge è espressione della sua volontà, ma anche lo strumento che limita la stessa. Da qui due concetti: 1. VOLONTARISMO → il diritto positivo che traduce i diritti naturali inviolabili dell’uomo, è concepito come manifestazione della volontà del LEGISLATORE STATALE: SOLO ALLO STATO è riservato il compito di fissare in legge i diritti naturali dell’uomo e di farli rispettare → il SOVRANO (che sia re o popolo) è l’UNICA FONTE DI DIRITTO. 2.POSITIVISMO: affermando che la legge è espressione della ragione umana, gli illuministi riprendono dal Giusnaturalismo l'idea dell'esistenza di un diritto naturale universale che trascende il diritto positivo. La LEGGE STATALE è la positivizzazione del diritto naturale → è la traduzione in termini giuridici dei diritti naturali, tra cui diritto alla vita, di libertà, di proprietà, di sicurezza, di uguaglianza, ...
Un altro aspetto di questa scuola di pensiero è la ricerca della CERTEZZA DEL DIRITTO. La legge è espressione della volontà del sovrano, ma tale volontà è subordinata alla RAGIONE, che mira al bene di tutti i cittadini. Per questo le norme giuridiche devono essere poche, chiare e semplici, senza creare dei dubbi in chi deve applicare → gli illuministi non vogliono che i giudici creino il diritto, interpretandolo in modo dichiarativo nei casi dubbi o di lacuna; questo perché il
diritto è creato dallo stato e il giudice è solo l'esecutore della legge
L'INTERPRETAZIONE DELLA LEGGE deve essere solo DICHIARATIVA,
Se la legge è espressione di volontà e ragione, se è semplice, chiara e certa, allora non necessita di interpretazione dottrinale o giudiziale che ne alteri il significato
Al giudice è vietata qualsiasi forma di interpretazione CREATIVA, egli è solo l'ESECUTORE DELLA LEGGE
Qualsiasi altra forma di interpretazione lo trasforma in LEGISLATORE.
Gli illuministi hanno diffidenza nei confronti dei GIURISTI che fino ad allora avevano monopolizzato l'applicazione della legge e con le loro interpretazioni avevano alterato il diritto e la sua certezza.
Riguardo al concetto di EQUITÀ del diritto, gli illuministi muovono una critica affermando che con il pretesto di raggiungere la certezza e con lo strumento dell'interpretazione, venisse amministrato un diritto disordinato
E incerto → la critica era rivolta anche al diritto romano, tanto che si avverte nella corrente illuministica un atteggiamento anti-romanistico.
L'illuminismo pone l'attenzione sull'INDIVIDUO e sui suoi DIRITTI, rifiutando l'idea di una assetto sociale stratificato in CETI SOCIALI DIVERSI, causa di abusi, privilegi e disuguaglianza.
Guardava all'individuo con le sue libertà fondamentali, a partire dalla libertà di proprietà e economica. FEUDO, CORPORAZIONI e PROPRIETA' erano degli esempi di istituti che dovevano essere riconsiderati in nome dell'individualità, la quale chiedeva di tutelare quei diritti in modo diverso, per mezzo di un sistema processuale civile e penale.
Inoltre questo approccio incentrato sull'individuo implicava che si pensasse in modo nuovo il rapporto dell'individuo con lo Stato e i suoi organi. Era necessario tenere in considerazione dei principi fondamentali: gli uomini nascevano tutti
con diritti soggettivi naturali e inviolabili, che erano uguali per tutti; - il contenuto di tali diritti naturali si poteva conoscere con l'uso della ragione - le leggi positive dovevano enunciare tali diritti in norme statali vigenti - queste leggi positive erano espressione della ragione e in quanto espressione di ragione, le leggi dovevano essere chiare, semplici e certe. I quali avviarono il processo di codificazione del diritto, che portò al superamento del vecchio sistema del diritto romano-comune e all'adozione dei codici. Secondo gli illuministi era lo stato a dover compiere questo cambiamento, attraverso l'introduzione di nuove leggi, in modo da non lasciare libertà ai giudici di interpretare. Si tratta di un nuovo sistema basato su un rapporto diverso tra i poteri dello stato, anziché limitarsi a fare affidamento sulla preparazione dei magistrati chiamati ad interpretare e applicare le leggi. FIGURE DI ILLUMINISTI: 1. MONTESQUIEU Nel 1748Pubblicherò opera “LO SPIRITO DELLE LEGGI ”, un'opera critica in cui contesta la monarchia assoluta francese, che è una sorta di grande trattato sulla legislazione e sulle forme di governo. Il suo obiettivo è dimostrare quali sono le cause che portano alla creazione delle leggi, e quali fattori determinano il loro sviluppo. Definisce le LEGGI come i RAPPORTI NECESSARI CHE DERIVANO DALLA NATURA DELLE COSE e sono espressione della ragione umana. Per rapporti necessari intende:
- leggi naturali che regolano il comportamento umano
- leggi positive che costituiscono il diritto vigente in una determinata società per regolare le relazioni fra i singoli individui o tra Stato e individui.
Il contenuto di queste leggi naturali (che diventano positive una volta che si è formata la società) è determinato da una serie di variabili in ciascuna società; e quindi sono leggi che cambiano nel tempo e nello spazio. NON esiste quindi un diritto
naturale unico e universalmente valido, perché varia nel tempo e spazio ed è influenzato da una serie di variabili. Occorre quindi studiare la natura e i principi di governo, le caratteristiche del paese, lo stile di vita degli abitanti, la religione, ... → dati che insieme formano lo SPIRITO DELLE LEGGI → lo spirito di una legge è l'insieme dei rapporti tra la legge stessa e queste variabili. - questa è una idea che va contro all'idea di un diritto naturale unico, valido per tutti e immutabile; - qui c'è l'idea di un DIRITTO RELATIVO, variabile nel tempo e nello spazio, che dipende dalla natura delle cose. ● La variabile principale che determina il diritto positivo è la FORMA DI GOVERNO Per Montesquieu tutti i governi esistenti possono essere ricondotti e classificati in tre forme fondamentali, descritti in base a dei parametri: - chi detiene il potere - che natura rivestono le leggi positive - quali diritti sonogarantiti agli associati (cittadini o sudditi)da cui:- DISPOTISMO o TIRANNIA
- MONARCHIA, ASSOLUTA o LIBERALE/COSTITUZIONALE
- REPUBBLICA, DEMOCRATICA o ARISTOCRATICA/ OLIGARCHICA