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CALORE SPECIFICO
Qual’ è la conseguenza dell’ esistenze dello spettro di fononi sul calore
specifico?
Le vibrazioni reticolari sono onde e, così come quelle elettromagnetiche,
sono quantizzate. Se noi abbiamo un’ oscillazione di frequenza ω, essa
corrisponderà a una particella di energia ħω. Questo fa si che le
oscillazioni che abbiamo non sono di ampiezza casuale. Nello spettro
elettromagnetico l’ energia dato dalle onde è veicolata da particelle che
sono i fotoni e di conseguenza l’ emissione di quest’ energia non avviene
in modo continuo ma per piccoli pacchetti (quanti) di energia ħω. Qua
succede esattamente la stessa cosa e quando un corpo si scalda vengono
eccitate le vibrazioni reticolari e le eccitazioni non avvengono per
acquisizione dell’ energia in maniera continua ma per quanti. L’ energia
di questi quanti ovviamnente dipende dalla frequenza. Nelle zone dello
spettro a bassa frequenza avremmo quanti a bassa energia e vicevera, ad
alta energia nelle zone ad alta frequenza. Una conseguenza della
quantizzazione è che si ha a che fare anche con la temperatura. L’
energia dei fononi arriva (per esempio nel caso del rame)ai 40 meV.
Questo vuol dire che a temperatura ambiente gli el sono sopra kT. La
trattazione è complicatama in prima aprossimazione possiamo dire che a 0
K l’ energia media di ciascun atomo è piccola, quello che succede è che
non possiamo eccitare i modi vibrazionali il reticolo non ha energia.
Quando sclado il sistema non faccio fare ai nuclei dei movimenti piccoli
e casuali, ma andiamo a eccitare selettivamente, un pò come quando
riempiamo con gli el le bande alzando il livello di Fermi; lo stesso
accade quando aumentiamo in un solido il kT: esso ha un ruolo analogo al
ruolo che ha l’ E per le bande elettroniche e quindi, in primissima
F
aprossimazione possiamo dire che la stragrande maggioranza degli stati al
di sotto di kT sono pieni di fononi, mentre quelli sopra sono abbastanza
poveri. Sono fenomeni statistici e, analogamente alla statistica di
Fermi-Dirac (dove non tutti gli el fanno un salto di energia kT da sotto
a sopra l’ E ), per le vibrazioni reticolari ci sarà una probabilità più
F
o meno alta a seconda della zona che un fonone ia eccitato. Questo spiega
l’ andamento del calore specifico a basse T: si riesce a scladare con
pochissima energia un solido molto freddo mentre a mano a mano che si
scalda diventa sempre più difficiel fino a che si arriva ad un plateau.
251
Questo vuol dire che quando andiamo a riempire questa struttura a bande
di modi poichè riempiamo quelli sotto kT, quando la temperatura è bassa
abbiamo pochi modi vibrazionali disponibili. Il calore ha la possibilità
di eccitare vibrazioni di lunghezza d’ onda molto elevata e questo fa si
che noi abbiamo bisogno di poca energia per riempire tutti i modi
vibrazionali con energia al di sotto di kT. La temperatura è proprio
questo! Un solido ha una certa temperatura quando i modi vibrazionali con
energia al di sotto di una certo livello enrgetico sono attivati e quelli
sopra no. Quando la temperatura è bassa sono pochi i modi vibrazionaliin
cui è imagazzinata l’ energia. Questo determina il crollo del calore
specifico a T molto bassa. Inoltre la stabilizzazione del calore
specifico a T elevate viene dal fatto che a un certo punto il kT avrà un
valore che raggiunge la frequenza massima dei fononi non essendoci
altre bande fononiche sopra, non ci sono modi che posso eccitare
ulteriormente. È come se avessimo un limite massimo alla radiazione di
corpo nero (cosa che ovviamente non avviene).
Abbiamo visto in precedenza che per riscalare il grafico del calore
specifico in funzione della temperatura si usa la temperatura di Debye
(θ ): essa è la T alla quale il diagramma del calore specifico si spiana
B
corrisponde alla temperatura a cui il kT incrocia il massimo della
frequenza fononica. A quel punto il calore specifico satura e si ritona
al grafico di Doulong e Petit.
DISTRIBUZIONE DEI FONONI IN ENERGIA
Nel caso degli el abbiamo definito la densità degli stati: nel modello di
Sommerfield in funzione dell’ energia degli el abbiamo un andamento
1/2
parabolico della densità degli stati. Essa era 3/2 N E (E) . Questo si
F
disegnava come pochi livelli energetici a energie basse. Lo stesso accade
per i fononi e anche la dimotrazione è analoga. L’ idea fondamentale è
che per un buon tratto il kT a T ambiente ha sotto di se una zona in cui
le bande sono rettilinee l’ energia dei fononi è una funzione lineare
del k e cioè, più mi sposto dal centro zona e tanto più l’ energia cresce
in manera lineare. Questo implica che si possa descrivere l’ energia dei
fononi come:
dove la costante c è la velocità del suono. Quindi quello che succede è
che quest’ espressione è al posto dell’ espressione per l’ energia e
possiamo sostituire le vecchie formule. Quest’ andamento lineare fa si
che risolviamo il problema per delle bande lineare. Tutte le stesse
regole che valgono per Born – Von Karman per gli el valgono anche qui.
252
Le lunghezze d’ onda dei fononi non possono che essere dei sottomultipli
della circonferenza del sistema. Possiamo scrivere tutto quello che
abbiao
scritto per
il
Sommerfield.
Per
calcolare il
numero di
fononi
usiamo
formule
praticamente
identiche:
F2
Siccome sappiamo N possiamo svolgere ed esce fuori che il numero di modi
vibrazionali che sono al di sotto dell’ energie E è proporzionale al cubo
dell’ energia. Alla fine otteniamo la relazione che ci interessa: i
numeri di modi che sono al di sotto a una certa energia E è
proporzionale, in prima approssimazione, all’ energia E al quadrato. Per
basse energie l‘ andamento della densità degli stati dei fononi è una
parabola rettale.
Ad un certo punto, dove comincia la iegatura delle bande abbiamo ttta una
serie di oscillazioni. Questo si chiama modello di Debye. Prima di poter
fare dei conti accurati (questi diagrammi sono poco acessibili) si faceva
la seguenta considerazione: la pendenza della curva è la velocità dei
253
fononi (vibrazioni) all’ interno del solido per grandi lunghezze d’ onda.
Queste ultime non sono che il suono. La tendenza di questa curva è quindi
accessibile senza dover ricorrere a conti raffinati: è la velocità del
suono nel solido. Oggi è possibile fare conti più complicati, ma tale
considerazione è comunque accettabile. Supponendo che al curva sia
spianata si può infatti “tirare fuori della fisica” e capire che il
numero di fononi per unità di energia è una parabola coricata verso l’
alto. STATISTICA DI BOSE – EINSTEIN
Partiamo da un concetto: il calore specifico dei solidi ad un certo punto
va a saturazione. Se questo va a saturazione non vuol dire che il solido
non riceve più calore, ma che lo riceve in maniera costante all’
aumentare della temperatura. La quantità di energia necessaria per
inalzare di 1 K la temperatura del solido va quindi via via aumentando.
Come avviene il riempimento delle vibrazioni fononiche nel caso di un
solido che si sta scaldando? Il fatto che l’ energia termica
immagazzinata dal solido continui ad aumentare anche quando la T del
solido a superao la T di Debye (cioè da dove il calore specifico è 3R)fa
si che l’ energia accumulata qui nei fononi continua ad aumentare. Essi
sono come i fotoni, non soddisfano il principio di esclusione di Pauli,
si veda il caso della luce dove possiamo avere miliarid e miliarid di
fotoni con la stessa frequenza. I fononi, che non sono altro che onde (di
vibrazione reticolare) hanno lo stesso criterio. Quando vado a riempire
gli stati a energi kT non è come per la Fermi – Dirac quando ho delle
vibrazioni reticolari (che non sono tra l’ altro dei fermioni ma sono dei
bosoni)[*]non vale Pauli. Deve esistere comunque una qualche regola che
quantifichi il riempimento, così come la statistica di Fermi-Dirac dice
che a una certa T la popolazione di un livello va da 2 a 0 in maniera
raccordata e continua. Anche qui abbiamo una statistica: la statistica di
Bose-Einstei (da cui il termine bosoni) che ci dice quanti fononi abbiamo
in funzione dell’ energia. [*]tutte le
particelle
quantistiche
si dividono in
due: fermioni
= elettroni e
nuclei
atomici;
bosoni =
fotoni e
vibrazioni
reticolari;
254
La formula (valida per fotoni e fononi) ci dice quant’ è l’ occupazione
media di un livello energetico in funzioni della sua energia (espressa
come frequenza). Ne viene fuori che quando ω tende a 0, l’ esponenziale
tende a 1 e quindi il tutto tende a . L’ occupazione media di un livello
energetica se si tratta di bosoni va aumentando verso l’ infinito quando
l’ energia cala (come si vede nel grafico). È importante considerare che
la densità degli stati dei fononi ha un andamento parabolico. Se la forma
non fosse così avremmo un rischio serio di andare all’ infinito per
energie basse, invece è molto bassa in queste condizioni. Quindi l’
esercizio apparentemente formale di calcolare la densità degli stati dei
fononi è importante non ci sono delle stranezze del tipo se anche le
energia sono molto popolate potessimo avere che l’ energia accumulata in
quelli stati è infinita.
Quando noi riempiamo di vibrazioni reticolari questo sistema intorno al
kT la popolazione dei fononi è 1; quando si scende supera 1 ma i fononi
disponibili sono pochi; quando sale va ben sotto 1. Quando il kT è sotto
dell’ energia relativa alla temperatura di Debye si verificano due
fenomeni:
1. Si riempiono sempre livelli nuovi e occorre per questo dell’
energia. I livelli all’ aumentare dell’ energia devono raggiungere
1.
2. Poichè il riempimento dei livelli tende a superare l’1, ci sono due
fenomeni: riempire la parte nuova e continuare ad aumentare la parte
vecchia.
Questo determina che nella parte iniziale è difficile scaldare il solido.
Poi, quando il kT supera la T di Debye, l’ occupazione del livello medio
diventa 1 e poi sale normale riscaldamento del solido quando siamo
nella zona che soddisfa la meccanica classica (Doulong e Petit).
Come si riempiono le bande dei fononi all’ interno di un solido? Al
variare della temperatura via