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SITI E PORTALI per tutela e conservazione

1. DGA direzione generale archivi, del Ministero della Cultura, coordina i vari archivi, ha creato il sistema archivistico nazionale (SAN): descrizione sistematica di tutto il patrimonio culturale italiano (non l'ha ancora completata)

2. SIUSA sistema informatico unificato del sistema archivistico, descrizione di molti archivi non statali vigilati (comunali, personali, ...) con inventari

3. SIAS sistema di descrizione degli Archivi di Stato, nel 1969 inizia la descrizione su carta (4 volumi) di tutti i fondi archivistici; lavoro unico a livello internazionale; i volumi sono divisi per province in ordine alfabetico

Il Partito Nazionale Fascista aveva abolito gli altri partiti, era di diritto pubblico (oggi invece i partiti seguono il diritto privato, come sindacati), quindi le carte sono all'archivio di Stato. La guida ha funzione di orientamento, non ci sono gli inventari perché sarebbe troppo ampio; il SIAS ne

dovrebbe essere evoluzione ma non è completo (113 archivi di Stato), descrizione più efficace ma non tripartizione (ordine alfabetico → devi sapere che cosa cerchi) alcuni riportano tutti i documenti (e foto!), come l'Archivio di Firenze, 9000 pergamene medievali CONSULTABILITÀ L. Giuva, M. Guercio, Archivistica, p 237-428 consultabilità = possibilità di analizzare un documento per fini di ricerca; accesso al documento amministrativo = diritto che ogni cittadino può vantare, per scopi pratici (es. far valere il proprio diritto) libera consultabilità dei documenti d'archivio si afferma non prima di Napoleone, in Italia dal 1874 (pubblicità) = consultare documenti di sfera storico-culturale (⚡ accesso, documentazione che riguarda il cittadino); certa documentazione è sempre consultabile, come leggi e norme; è un principio antico per fini amministrativi, mentre solo nell'Ottocento anche per fini

storici (prima era necessaria autorizzazione, non sempre concessa) 1870 commissione Cibrario a favore della consultabilità 1875 entra in vigore la legislazione sulla pubblicità, la riservatezza può essere a termine fisso o mobile; confronta D.P.R. 1963, artt. 21 e 22 con T.U. 1999 e Codice 2004 art. 122 (confronto testo 1 p 56 e p 18) la consultabilità nel D.P.R. del 1963 principio generale di libera consultabilità

  • gli archivi sono oggetti di pubblica utilità
  • limiti di riservatezza
  • 50 anni dei documenti riservati di politica estera o interna

70 anni per documenti di situazioni puramente private delle persone, es. tra le carte di prefetture possono esserci documenti privati del prefetto; è interessante che già nel 1963 ci sia questa idea di "privacy"; la normativa sulla tutela della privacy è di 25 anni più tardi sono possibili deroghe (esempio: documentazione fascista era riservata ma già

nel dopoguerra consultabile con deroga perché è già di interesse storico) da parte del Ministero dell'interno (ancora oggi, anche se gli archivi sono passati al Ministero dell'Istruzione/Beni Culturali)

art. 22 estende la disposizione a comuni, province, regioni ma anche agli archivi correnti a meno che non ci siano documenti riservati (contro discrezionalità, non viene molto applicata) → ampie possibilità di consultazione

problema (se lo pongono soprattutto giuristi e importanti archivisti, tra cui Lodolini): la pubblica amministrazione necessità di discrezionalità per le cose in corso (procedimenti amministrativi in cui coopera) → possibile fuga di notizie e indiscrezioni; altri archivisti giovani (Carucci, D'Angioini) pongono l'accento sulla demanialità degli archivi → necessità di consultarli, soprattutto documentazione degli ultimi 50 anni (che per loro erano primo

dopoguerra, fascismo e Seconda guerra mondiale) dibattito: legge del 1963, sistema di pesi e contrappesi la documentazione degli Archivi di Stato consultabile anche per anni recenti, la documentazione di deposito non consultata frequentemente, poca applicazione dell'art.22 esistono attualmente due possibilità di derogare richiesta al Ministero dell'Interno tramite il direttore di Archivio di Stato, dopo il 1975

deve chiedere anche al prefetto, per vedere documentazione prima del limite di tempo stabilito prassi (di origine inglese): scrematura di fascicoli, solo una parte del faldone è riservata; si riproducono integralmente i documenti cancellando però le parti riservate o escludendo documenti: problema = manca il vincolo, possono essere bianchettate informazioni importantissime per il ricercatore altri Paesi hanno termine di 30 anni, ma il problema dell'Italia è il mancato versamento, documentazione ancora negli uffici normativa modificata nel

1999 → accesso al documento amministrativo

estate del 1990 due leggi (vedi pdf legislazione 1, p 15-18)

  1. una nomina il diritto di accesso (legge 142 sulle autonomie locali), anche se non ci sono ancora leggi a riguardo
  2. l’altra sancisce la possibilità del cittadino di partecipare al procedimento amministrativo (legge 241); è una vera riforma, la consultabilità è affiancata/sostituita dal diritto di accesso: finalità soprattutto pratiche, esisteva nella prassi ma finalmente è un diritto praticabile

prima del 1990 spesso non si era nemmeno informati dell’inizio del procedimento, ora invece deve essere indicato il responsabile, chi tratta la pratica, i termini, invito a consultare la documentazione; i cittadini sono parte del procedimento; le conseguenze si sono immediatamente viste

capo V (più importante per archivi): trasparenza dell’attività amministrativa; il diritto di accesso è per chiunque voglia farlo

valere un diritto

art. 22, comma 2: cosa sono i documenti amministrativi? comprendono anche quelli digitali (è considerato documento amministrativo ogni rappresentazione grafica, fotocinematografica, elettromagnetica ecc)

art. 24: eccezioni

  • segreto di Stato (l. 2008, 30 anni)
  • sicurezza/difesa nazionale
  • relazioni internazionali
  • politica monetaria (ma oggi è competenza dell'Unione Europea)
  • ordine pubblico
  • per non ledere terzi (es imprese in gara d'appalto) ma nella prassi si dà più importanza a chi chiede di accedere

art. 27 si prevedeva istituzione di commissione presso la Presidenza del Consiglio (oggi è garante una terza figura) per dirimere controversie prima che arrivino in tribunale

conseguenze sugli archivi

pubblica amministrazione ha il controllo dell'archivio, diretto, perché le si può chiedere

documenti di procedimenti non conclusi

stabilito titolario (sistema per trovare i documenti correnti)

nel nostro ordinamento giuridico. Tuttavia, con l'evoluzione normativa degli ultimi anni, si è assistito ad una ridefinizione del concetto di riservatezza, che ha portato ad un bilanciamento tra il diritto alla riservatezza e il diritto all'informazione. Nel 2000 è stato introdotto un protocollo obbligatorio che ha reso la tracciabilità dei documenti un requisito fondamentale. Questo ha comportato un cambiamento significativo nella gestione dei documenti, ma non ha avuto un collegamento diretto con il Decreto del Presidente della Repubblica del 1963 fino al Testo Unico del 1999. Inoltre, è stata ridefinita la nozione di segreto d'ufficio, limitando i casi in cui può essere invocato e garantendo al cittadino il diritto di accedere ai documenti, seppur con alcune limitazioni relative alla sua azienda o settore di competenza. È stato inoltre affermato un secondo diritto, quello alla riservatezza, già previsto dall'articolo 2 della Costituzione. Questo diritto può entrare in potenziale conflitto con il diritto all'informazione, sancito dall'articolo 21, che garantisce il diritto di informare e di essere informati. Questo conflitto può essere risolto attraverso una buona legislazione che riesca a trovare un equilibrio tra i due diritti. In Italia, con il Regio Decreto del 1927, prevaleva il diritto alla riservatezza, in teoria. Ad esempio, era garantito il diritto per la madre di partorire in anonimato, ma allo stesso tempo c'era il desiderio di conoscere i genitori naturali. Questo è solo un caso limite, ma serve a evidenziare come il diritto alla riservatezza fosse già presente nel nostro ordinamento.prima della normativa)la prassi è un po' diversa anche se tende a confermare la riservatezza diritto alla privacy = diritto ad esercitare il controllo su informazioni che la pubblica amministrazione ha su di noi lo stato sociale (che "assiste il cittadino dalla culla alla bara"; inizialmente Inghilterra e poi anche resto d'Europa) è andato accumulando informazioni sulla vita privata dei cittadini stato liberale, se non da Napoleone per la leva e l'ufficio dell'anagrafe l'altro elemento che fa scattare la necessità di tutelare la privacy è l'uso di sistemi digitali (dagli anni '80): si possono controllare molti più dati inizialmente tutela residenza ambienti frequentati; da anni Sessanta-Settanta norme su archivi e amministrazione → 70 anni di riservatezza, ma soprattutto normativa francese fine Settanta per regolare banche dati; in Inghilterra negli anni Sessanta norma positiva in Italia (tipico) siaffida il problema alla Corte di Giustizia anziché legiferare anche gli organismi internazionali nel 1981 pongono limiti di riservatezza di 70 anni per documenti che contengono informazioni sullo stato di salute e sulla vita sessuale; il comitato dei ministri europei non può ancora imporre, sono solo raccomandazioni; banche dati "meccanizzate" devono dichiarare lo scopo e la finalità: - dichiarare quali informazioni si registrano (alcune cose sono private e in mano a terzi) - possono essere pericolose - in sé sono funzionali a chi li raccoglie, ma se associati ad altri/enti fuori dal contesto in cui dobbiamo darli possono essere usati a fini commerciali, selettivi (al lavoro) e repressivi Direttiva CE 46/1995: - dopo circa 15 anni, nel 1995, la direttiva CE sul trattamento dei dati personali diventa vincolante: non si può evitare la disponibilità dei dati, ma bisogna proteggere i cittadini e la libera

circolazione dei dati

art. 2: definizioni di dati personali, trattamento dei dati personali, ecc

problema controverso: individuare garanzie oltre il tempo dell’uso amministrativo (se nonvengono distrutti tali dati)

divieto totale per dati su “razza”, sessualità, idee politica (art. 18) → possibili problemi perricerca storica e statistica

si deve sapere chi è il responsabile, il destinatario ed eventuali terze parti, insomma dovefiniscono i dati garante/autority

necessità di un

Normativa italiana sulla privacy

Legge 31 dicembre 1996, n. 675 (testo 1 p 17)

Decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 281 (testo 1 p 18)

differenze con normativa italiana del 1996

anche imprese e associati sono tutelati, oltre ai singoli

non si possono usare i dati dopo che cambiano

i dati sensibili sono simili (art. 22): dati vita attiva del cittadino (politica, appartenenza etnica, stato di salute, vita sessuale) sono diffusi solo se con il consenso s

Dettagli
A.A. 2020-2021
31 pagine
2 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/08 Archivistica, bibliografia e biblioteconomia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher zollettedizucchero di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Archivistica I e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Trento o del prof Giorgi Andrea.