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Si può fare un esempio:
Esaminare una cupola ed esaminare un bicchiere è metodologicamente lo stesso problema, la
differenza è di carattere empirico, cioè riguarda gli elementi costitutivi;
Grazie a questi si possono cogliere chiaramente le diversità degli oggetti.
Per l'architettura il penetrarne le strutture, il possederle, il variarle, è già fare, perchè conduce ben al
di là della sola constatazione metrica, ma conduce chi compie tale esperienza alle soglie della
creazione compositiva.
Il rapporto tra disegno e opera
–
Il processo del disegno è profondamente legato al fenomeno conclusivo questo innanzitutto perchè
per penetrare e comprendere l'essenza di un oggetto è estremamente interessante conoscerne la
fattura.
Nella maggior parte dei casi per arrivare dal disegno alla realtà vi sono state rinunce e
trasformazioni talvolta sostanziali, eppure il significato iniziale è rimasto lo stesso nella costruzione
realizzata al di là di tutte le variazioni che sono state applicate; questo perchè il primo schizzo deve
saper presentire perfettamente la rappresentazione fisica nell'oggetto costruito.
Autonomia e funzionalità del disegno
–
I disegni di architettura possono ogni tanto acquistare un valore artistico, ma in tal caso contano in
sé e per sé senza approssimarsi concretamente; quindi in particolare bisogna stare attenti che non si
abbia una cattiva educazione al disegnare perchè le conseguenza possono essere innumerevoli.
Lo schizzo è quindi necessario, ma soltanto se giustamente inteso, deve integrarsi nell'atto creativo
ed essere uno dei simboli di questo da cui non si può né si deve prescindere.
La critica cattiva
–
La componente critica è essenziale nel fenomeno architettonico ed è un elemento immancabile nelle
Scuole di architettura.
Disegno e Design
–
E' necessario infine che il significato di disegno non sia soltanto la rappresentazione descrittiva di
un oggetto per via di simboli, ma torni al suo antico valore semantico, che oggi si riassume nel
vocabolo inglese Design, il quale contiene nei simboli stessi il concetto di pensiero.
2. capitolo
LA SOCIETà COME ELEMENTO DEL FENOMENO ARCHITETTONICO
Conoscenza della società
–
Se il disegno è lo strumento per rappresentare l'invenzione di un'opera, uno degli elementi
costitutivi è sicuramente la società dalla quale l'opera emerge.
L'architetto deve saper rendersi consapevole della propria relazione con la società e deve saperla
incorporare nel processo creativo.
La conoscenza della società implica la conoscenza della sua storia della quale il presente non è altro
che un momento di sviluppo.
Internamente alla società troviamo inoltre quattro entità distinte che la determinano:
l'artista
– l'opera
– il critico
– il pubblico
– Il soggettivo e il dramma dell'oggettività
–
La crisi tra valori individuali e valori collettivi che si preparava ormai da secoli ha a questo punto
raggiunto il culmine. Nel campo dell'architettura, agendo secondo la diretta interpretazione dei
fenomeni, distinti l'uno dall'altro non riusciamo a trovare un'espressione largamente accettata.
In secondo luogo la cultura tecnicistica ha agito in due sensi egualmente disgregatori, perchè ha
subito la specializzazione; quest'ultima ha moltiplicato le categorie, perdendo sempre di più la
disponibilità verso la comprensione dei fenomeni, rendo di conseguenza quasi impossibile anche il
concatenamento tra le diverse esperienze.
Tentativi di sintesi
–
L'insegnamento del fenomeno architettonico non può non tener conto delle condizioni storiche
(precedentemente sottolineate) nelle quali il bravo architetto deve riuscire a trovare una posizione:
che è nello steso tempo una posizione di causa e di effetto della storia.
Questo perchè l'architetto nella sua individualità deve essere una sintesi, il rappresentante di un tutto
il più esteso e il più profondo possibile.
In particolare lo studio degli autori (di figure importanti) può condurre chi lo compie ad una
profonda penetrazione degli oggetti, che consente di comprenderli fino in fondo.
Irreversibilità della posizione dell'architettura
–
Oggi ogni tentativo di unità è impossibile, l'unica possibilità è nella consapevolezza che ogni
individuo deve elaborare in se stesso come membro di una collettività da rispecchiare; le forme
architettoniche di conseguenza debbono esprimere con una vigorosa interpretazione personale la
rappresentazione del mondo in cui siamo parte.
Individualità e consapevolezza
–
Il primo atto per stabilire la qualità di questo processo è la formazione della personalità
dell'architetto.
Nelle Scuola di architettura in particolare si dovrà favorire l'affermazione di personalità ben
consapevoli della propria libertà individuale ed altrettanto convinte che questa libertà è tanto più
grande quanto più assomma in se stessa la distinte individualità degli altri. In particolare in
architettura importa di più che si dica che un'opera architettonica esprime completamente la propria
essenza che non riconoscere dalle cifre figurative la personalità dell'autore.
Accelerazione del processo produttivo
–
L'insegnamento oggi opera su due piani:
uno finalistico
– uno di carattere universale
–
ed è importante che questi punti vengano rispettati perchè i giovani molto spesso tendono ad
evadere; sono importanti perchè le condizioni in cui opera l'architetto dei nostri giorni hanno
qualcosa di veramente nuovo rispetto a quelle in cui si trovavano ad operare gli architetti dei tempi
passati.
Oggi non riusciamo a far sorgere le nostre opere da un'evoluzione biologica del contesto sociale: ci
sovrapponiamo alla società e il risultato è che il fenomeno architettonico ne esce, nella maggior
parte dei casi, alienato.
Questo accade senza dubbio a causa dei tempi di costruzione, che sono molto ridotti rispetto al
passato e di conseguenza si passa meno tempo a ragionare sulle forme.
La Scuola come demiurgo
–
In tutto questo soltanto la Scuola d'architettura potrà sperare di aiutare i giovani ad acquistare la
coscienza dell'architetto moderno, che conosce le tecniche e che è in grado di tradurle in una
figuratività.
La storia come utilità
–
La storia è una successione di interpretazioni di un'idea supposta come vera, la quale diventa vera in
conseguenza della fiducia conferitole dagli uomini con lo sviluppare un sistema coerente in sé.
Oggi in particolare la nozione di storia diventa così nozione di continuità nelle mutazioni di
ordinamenti contraddittori ma aderenti ai fenomeni.
Si stabilisce in questo modo un ciclo tra il conoscere e il creare e si ripete nell'individuo, quel
processo che si ripete nel processo della storia.
Cercare e trovare
–
E' importante sottolineare che cercare e trovare non sono momenti successivi del processo creativo,
perchè si cerca ciò che si vuole trovare e si trova qualcosa di modificato di quel che si credeva di
cercare. Cercare e trovare sono una coppia, un sistema di due forze applicate ad un oggetto che ne
subisce l'influsso.
Il disegno come espressione e comunicazione
–
L'architetto deve prima di tutto saper tradurre nei simboli disegnativi i suoi progetti.
Due sono le ragioni per cui un architetto deve avere questa capacità:
la prima è di saper estrarre da sé delle immagini corrispondenti all'intenzionalità essenziale
– dell'opera che si sta per compiere
la seconda è di predisporre quel corredo di elaborati che ne sviscerano le diverse parti e i
– diversi aspetti.
Vi sono essenzialmente due tipi di disegni:
il primo tipo di disegni sono per esempio gli schizzi, è il più personale e meno trasferibile
– alle capacità dei collaboratori.
Il secondo tipo è di carattere strumentale, ma gli strumenti non sono efficaci se la struttura e
– quindi la lettura non è immediata e se l'impostazione non è stata chiara.
Creatori ed esecutori
–
Ad un architetto molte volte può bastare la conoscenza dei mezzi senza doverli adoperare tutti, ma
dovrà essere in grado di partecipare con una critica attiva alle operazioni dei suoi collaboratori.
Le Scuole di architettura in particolare devono saper preparare questo tipo di uomo, rendendolo
capace di usare se stesso.
Occorre inoltre precisare che nel caso dei disegni tecnici alla personalità è lasciato un margine
piuttosto ristretto poiché i mezzi tendono ad una codificazione generale.
E' indispensabile tuttavia che dal primo schizzo vi sia uno sviluppo organico e bisogna essere
consapevoli di ogni momento del processo.
3. capitolo
L'ELEMTNO DELLA TRADIZIONE
Vi è un nesso tra la creazione di nuovi fenomeni e l'osservazione dei fenomeni esistenti; gli artisti
infatti si trovano al centro di un sistema di influenze: il tempo passato si colora di una gamma dello
spirito dell'artista e il presente non può non sentirne l'effetto; in altre parole l'artista sente il peso
della tradizione e del passato.
La successione delle nuove invenzioni nei cicli storici è più o meno rapida e più o meno drastica,
ma non esiste cambiamento che non debba tener conto degli antecedenti, come evoluzione, oppure
come reazione a quelli.
4. capitolo
IL NUOVO SIGNIFICATO DI “TRADIZIONE”
L'esempio di Wright.
Guardando al nostro passato più immediato si capisce anche l'orgoglio di quegli uomini che
riuscirono a staccarsi dagli elementi lessicali della tradizione, la loro opposizione all'antico (come
per esempio la figura di Wright);
Wright operò una vera e propria rivoluzione creativa e lo giustifica anche la strenua convinzione
che ha potuto sostenerlo nella lotta, obbligandolo a eliminare dalla propria esperienza vissuta ogni
cosa che potesse distrarlo dalla necessaria concentrazione.
5 CONCLUSIONE
esempio di Le Corbusier.
Gropius, parlando del programma teorica-pratico per gli studenti di architettura afferma che gli
studi storici dovrebbero essere iniziati al terzo anno piuttosto che al primo per evitare intimidazioni
e imitazioni.
Oggi nell'azione creativa il passo avanti che dobbiamo fare è di liberarci dei complessi e di