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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI “LA SAPIENZA”
FACOLTA’ DI PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO E DELL’EDUCAZIONE
TESINA PER L’ESAME DI “GIOCO DEI BAMBINI”
A.A. 2002-2003
“IL GIOCO EURISTICO”
GRIFONI ILARIA MATR.35188566
IL GIOCO
EURISTICO
INDICE
1. CHE COSA E’ IL GIOCO
QUANDO INIZIA UN GIOCO
IL RUOLO DELL’ADULTO NEL GIOCO
PUNTI DI VISTA DI ALCUNI TEORICI
2. IL GIOCO EURISTICO
UTILIZZO DI OGGETTI
LA MOBILITA’
IL RUOLO DELL’ADULTO
TESINA COMPOSTA E SCRITTA DA GRIFONI ILARIA MATR.35188566 STEP-SE N.O.
1. CHE COSA E’ IL GIOCO
1.1 introduzione
Il gioco e’ un’attivita’ necessaria e utile per diversi motivi, esso costituisce il mezzo piu’ pratico per
entrare in contatto con la realta’ per conoscerla meglio.
Il gioco e’ un bisogno fisico: permette ai bambini e ai ragazzi di impiegare le loro energie in modo
gradevole e utile. Il gioco e’ un bisogno sociale: i bambini entrano in contatto con gli altri, imparano
a far parte della societa’ in cui vivono, inventano nuovi modi di comunicare.
Il gioco puo’ preparare alle attivita’ future: infatti soprattutto nella societa’ piu’ semplici, i ragazzi
imparano giocando, i mestieri che dovranno esercitare, e i giocattoli sono mezzi di sostentamento,
giocare e’ scoprire il mondo, si conoscono le cose, si esplorano nuovi ambienti, si prende contatto
con nuove situazioni, si insegna a “cavarsela” con le proprie forze. Il gioco e’ un esercizio di liberta’:
si deve decidere con chi giocare e per quanto tempo, e di disciplina: si elegge un capo, si
stabiliscono norme da rispettare, si insegna a rispettare se stessi e gli altri. Nei bambini il gioco e’
senza dubbio fine a se stesso ed e’ libero sfogo delle energie fisiche e psichiche; nell’adulto invece
esso costituisce un riposo, un’occupazione per il tempo libero.
1.2 quando inizia il gioco
Una questione importante riguarda la possibile collocazione dell’inizio del gioco.
Come si ricordera’, una delle caratteristiche del gioco e’ che si tratti di un’attivita’ disinteressata: ma
in base a tale criterio, allora tutto o quasi nel comportamento infantile, specialmente nei primi mesi
e anni di vita, sarebbe il gioco.Il bambino e’ molto interessato agli oggetti quando gioca e il primo
oggetto, di cui dispone per non annoiarsi e per provare il piacere funzionale e la capacita’ di provare
eventi, e’ il proprio corpo.Esso costituisce la prima fonte di stimolazione per il bambino, perche’ e’
permanente e sempre a disposizione, a differenza di tutti gli altri oggetti che vanno e vengono.
Fin dalla nascita il bambino esplora e assimila il mondo per formarsi degli schemi interni della
realta’: il gioco è uno dei modi attraverso i quali il bambino sembra crearsi tali schemi.Attraverso il
gioco, il bambino può procurarsi delle stimolazioni compatibili con un livello d’eccitazione adeguato
a sperimentare sensazioni piacevoli.Alle origini il gioco è puro esercizio di schemi, che non si
rassegnano a sparire e sono messi in atto per il piacere funzionale connesso a questo esercizio.Tra
il secondo e il terzo mese di vita le cose cambiano e il bambino mostra un interesse diverso nei
confronti del proprio corpo. Si osservano dei comportamenti che possono essere definiti ludici
perche’ presentano alcune caratteristiche tipiche del gioco: il coinvolgimento attivo, l’attesa
dell’effetto e i segnali di piacere, come il sorriso. In questo periodo i bambini giocano con la testa,
con le mani, con le gambe, con i piedi e con la voce.
1.3 il ruolo dell’adulto nel gioco
Il compito evolutivo della madre e del bambino nei primi mesi di vita, è quello di conoscersi e di
adattarsi reciprocamente: le madri non solo intervengono nelle situazioni di disagio ma cercano
anche di fornire un livello soddisfacente di stimolazione sorridendo, parlando, guardando il
bambino. A due mesi il bambino inizia a darsi responsabilità e questo incoraggia di molto gli adulti a
dedicare meno attenzione alle cure di routine e piu’tempo alla stimolazione e al gioco. Madri e
bambini sembrano rispettare sia una sequenza temporale sia un’alternanza dei turni.
1.4 punti di vista di alcuni teorici
Secondo Piaget, il gioco svolge nello sviluppo due funzioni: sia consolidare le capacita’
gia’acquisite attraverso la ripetizione e l’esercizio; sia il fatto sia rafforza nel bambino il sentimento
di poter agire sulla realta’. Secondo Vygotsky, il gioco permette al bambino di affrontare la tensione
tra i suoi desideri e l’impossibilita’ di soddisfarli immediatamente. Giocando è possibile emanciparsi
dalle costrizioni situazionali. Il gioco rappresenta una fase di transizione nel processo di separazione
del significare dall’oggetto reale.Il gioco, inoltre per Vygotsky apre una zona di “sviluppo
prossimale”( si comporta al di sopra del comportamento quoditiano).Il mondo dei bambino non è
arbitrario anzi è governato da regole.Per Winnicott il gioco èeccitante perche’ rappresenta un
esercizio di controllo sul reale; Mead lo considera come una delle condizioni sociali in cui emerge il
se’.Bateson individua nel gioco una specie di palestra per l’esercizio delle abilita’ metacomunicative.