Anteprima
Vedrai una selezione di 4 pagine su 13
Riassunto esame Egittologia, prof. Sist, libro consigliato Civiltà degli egizi. La vita quotidiana, Donadoni Roveri Pag. 1 Riassunto esame Egittologia, prof. Sist, libro consigliato Civiltà degli egizi. La vita quotidiana, Donadoni Roveri Pag. 2
Anteprima di 4 pagg. su 13.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Egittologia, prof. Sist, libro consigliato Civiltà degli egizi. La vita quotidiana, Donadoni Roveri Pag. 6
Anteprima di 4 pagg. su 13.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Egittologia, prof. Sist, libro consigliato Civiltà degli egizi. La vita quotidiana, Donadoni Roveri Pag. 11
1 su 13
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

MOBIGLIO E ERBANISTERIA (LEGNO)

I mobili rivestono significato strumentale (esigenze pratiche a cui rispondono) e estetico (per la

varietà e decorazioni che li caratterizzano).

La conservazione è possibile grazie al clima egiziano e agli ipogei chiusi in cui erano collocati. Il

legno è la materia prima più usata per fabbricare mobili e la sua scarsità incrementò dalla III

dinastia le importazioni. I legni locali più di uso comune sono quelli del genere Acacia delle

leguminose, con varie specie presenti lungo la Valle del Nilo. Legno duro e pesante, era sfruttato

per costruzioni edili e navi, carri e sarcofagi. Alcune specie oltre al legno forniscono una

secrezione gommosa usata come legante in pittura (gomma arabica). Altri legni sono il sicomoro

facile da lavorare e resistente, usato per il mobilio, salice, frassino e pioppo, fusti delle palme.

Poiché la consistenza di alberi andava impoverendosi, solo il vizir poteva dare disposizioni al

taglio, dunque la disponibilità di legno era sufficiente solo per le imprese regali di edificazioni di

palazzi e tombe e per navi. Si dovette quindi fare ricorso a importazioni. A testimoniare

l’importanza del legname era il titolo di addetto all’ascia reale, ovvero capo architetto. Dall’area

siro-palestinese e dalle coste del Libano, attraverso il porto commerciale di Biblo, provenivano le

conifere, il cui legno era facile da lavorare e resistente alle alterazioni da funghi e insetti. Dai pini

si otteneva la resina per l’imbalsamazione. Tra i legni importati dai paesi asiatici il più richiesto

era il cedro del Libano impiegato in età tinita come legno da costruzione ma anche per arredi

domestici e funerari. La sua importazione si fece massiccia dalla IV dinastia con Snefru (2600).

Altri erano l’abete come legno per costruzioni, il pino di Aleppo per la fabbricazione di carri, il

cipresso, bosso e querce. La corteccia di varie piante era usata per la decorazione di oggetti

lignei e apprezzata in particolare era quella del ciliegio.

Altri materiali che sostituiscono o accompagnano il legno nella fabbricazione di mobili sono la

pietra, argilla, avorio, corniola e altre pietre semipreziose, come pure la faience, l’oro, il cuoio. Sin

dalla I dinastia (3000) è documentata l’applicazione dei principi basilari della falegnameria. Gli

strumenti più usati hanno in genere punte metalliche in rame e poi bronzo e manici lignei.

Accette, asce, seghe, scalpelli. L’assemblaggio delle tavole si effettuava per collegamenti con

incastri a tenone e mortasa, con scanalature o cavicchi inseriti in apposite cavità. I progetti di

mobili e piani esecutivi erano su papiro. Intarsio di pietre pregiate, paste vitree, avorio con motivi

non decorativi ma che offrono un apporto di significati simbolici e di carica magica. Anche i

manufatti scadenti potevano essere rivestiti con sottili figli di legni più pregiati. L’uso di vernici,

gomma arabica e olio di cedro è documentato dalla XVIII dinastia, servivano come protettivo del

colore. Anche cera d’api. I documenti figurati mostrano artigiani al lavoro in spazi a cielo aperto o

botteghe. Le rappresentazioni indicano solo i prodotti finiti o la lavorazione di singole parti, non il

procedimento. Valore di scambio del mobilio: un letto corredato da tessuti di lino costituiva la

voce primaria nel pagamento di una tomba. Le lettere di El Amarna rivelano quanto fosse

apprezzato il mobilio egiziano inviato ai re del VO in cambio di materie prime.

Le case egiziane erano ammobiliate con discrezione, la vita si svolgeva per la maggior parte del

tempo all’aperto. L’egiziano medio probabilmente si sedeva su stuoie e cuscini posti sul

pavimento. Tappeti, stuoie e pelli avevano parte preponderante nell’arredo domestico, cui davano

connotazioni di colore. Nelle abitazioni più modeste le stesse strutture in pietra o mattone crudo

foggiavano supporti e riservavano spazi per contenere oggetti, dunque i mobili si riducevano ad

alcuni essenziali. Gli esempi di rifinitura sono di due categorie, teriomorfa e tettonica. La prima è

caratterizzata dalla presenza di animali nei supporti, la seconda trae ispirazione da forme

architettoniche e comprende contenitori e tavoli, nelle cui componenti si legge l’imitazione di

piloni di templi, volte, cornici e fregi caratteristici dell’architettura religiosa e civile. I poggiatesta

partecipano a entrambe le categorie.

Una particolarità del periodo arcaico è la presenza all’estremità inferiore della zampa, di un

elemento cilindrico lavorato ad anelli e talvolta rivestito di lamine metalliche, destinato forse a

proteggere lo zoccolo.

La più antica forma di tavolo conosciuta è un piano d’appoggio circolare su un breve supporto

cilindrico o troncoconico.

Inventario domestico della tomba di Hesira (III dinastia) che si presenta come esempio

dell’arredamento tipico di un’abitazione di alta classe alla fine del periodo protostorico. La forma

in cui appare nelle pitture di Hesira è la più attestata: un cuscino semilunato retto da una

colonnina che si erge su piedistallo rettangolare o eliossidale, in legno spesso ricoperto da una

stoffa per attutirne la durezza. Erano in avorio, calcite,c alcare o faience quando avevano

destinazione funeraria. Il corredo funerario della regina Heteperes, moglie di Snefru e madre di

Cheope, comprende un baldacchino, un letto e un poggiatesta, due seggi e una portantina, tutti in

legno rivestito d’oro, uno scrigno con gioielli e oggetti da toeletta.

Accanto alla documentazione della corte, ritroviamo anche oggetti più semplici, tra cui un seggio

dallo schienale basso. Il nucleo di arredi più rappresentativo proviene da una tomba scoperta a

Gebelein, databile alla V dinastia: vi sono documentati una tavola per le offerte con piano

circolare e piede cilindroide tagliata in un unico blocco di alabastro, due poggiatesta di legno e

forse uno di alabastro, tre cassette quadrangolari. Tra i cofanetti dell’Antico Regno, uno degli

esemplari più preziosi è intarsiato di avorio e faience azzurra, di tonalità chiara e scura

contrapposte. L’intarsio forma un motivo a fiori di papiro sul coperchio e disegni geometrici a

rettangoli e scanalature sul corpo rettangolare. Si regge su 4 piedi. Particolare tratto dalle pitture

della tomba di Iti: Iti è seduto in atteggiamento di riposo su un divano dal sedile allungato rispetto

alla norma. Le zampe animali poggiano su zoccoli troncoconici molto alti, dipinti di bianco. Del

baldacchino soprastante restano i supporti.

Il poggiatesta continua a essere del tipo a colonnina. All’XI dinastia sembra risalire l’esemplare in

legno, formato da 9 esili colonnine allineate a tre a tre, su base ellissoidale.

Del Medio regno è un cofanetto ligneo rettangolare, con coperchio scorrevole fornito di un

occhiello metallico corrispondente a un altro analogo sulla parte anteriore del corpo per la

chiusura con una cordicella e eventualmente un sigillo. Fa parte di una sepoltura femminile da

Assiut. L’insieme più vario di documenti risale al Nuovo Regno e spazia dagli arredi regalie di

corte al mobilio comune ai più semplici contenitori per immagazzinaggio. Mobili donati dai sovrani

egizi ai re del VO: seggi, letti, poggiatesta, scrigni.

Raffigurazioni parietali di tombe: le scene di pasto funerario con i portatori di offerte recanti

elementi di mobilio. Le scene di banchetto offrono vasto repertorio che riflette la vita quotidiana.

Si afferma durante la XVIII dinastia il seggio a schienale alto e leggermente inclinato, tipo che si

perfeziona dal Nuovo Regno arricchendosi di intarsi e preziose rifiniture, talora solo dipinte.

Un seggio destinato ad ambienti signorili e di corte è lo sgabello pieghevole con sedile di cuoio

teso tra due traverse concave e gambe terminanti a testa d’anatra rivolte verso il basso. Il motivo

dell’anatra e dell’oca è simbolico. Se le zampe di toro o leone sono connesse con la regalità che

garantisce l’ordine del mondo, con questa rappresentazione si allude invece alle forze del caos

che devono essere combattute e calpestate e nel collo dell’animale è visto un richiamo al gesto

rituale del torcergli il collo nell’atto dell’offerta.

E’ documentato nella tomba di Kha lo sgabello ligneo da lavoro, a tre piedi: in numerose scene

raffiguranti artigiani nell’esercizio delle loro attività, questi sono seduti su sgabelli simili. Le gambe

sono corte, il sedile è in legno e tutta la superficie è dipinta di bianco. Infine Kha possedeva un

esemplare raro di sedile con foro rettangolare al centro, una sedia comoda il cui possesso denota

una condizione sociale di privilegio.

Frequenti nelle case egiziane dovevano essere i supporti di giunco: i più bassi usati da mense, i

più alti reggevano ceste o coppe singole contenenti frutti e per la loro leggerezza erano

facilmente trasportabili.

Nei letti si tramanda ancora la forma più antica ma le liste del telaio sono leggermente incurvate,

in modo che il piano del letto risulti concavo. La stessa particolarità si riscontra nei letti dalla

tomba di Yuya e Tuya e nelle raffigurazioni della tomba di Rekhmira. Le gambe hanno forma di

zampe leonine rivolte verso la testa del dormiente. Il letto di Merit fu trovato completo di lenzuola

e coperte. Il poggiatesta è avvolto in tele per renderlo meno duro mentre quello di Kha è privo di

imbottitura. Un poggiapiedi rettangolare di legno dipinto in bianco con iscrizione in nero recante il

nome del proprietario era posto accanto al letto di Merit, con funzione di scendiletto.

Numerose nel corredi di Kha e Merit sono cassette lignee che fungevano da armadi, oltre alla

custodia per la parrucca di Merit, di forma parallelepipeda con cornice a gola e coperchio a naos

che si apriva sollevandolo. La chiusura era costituita da una coda di rondine nella parte

posteriore e da lingua nella parte anteriore. La decorazione è rimasta incompiuta: la cornice a

gola è solo in parte colorata, con motivo geometrico a cerchi che si intrecciavano. Sono

disegnate anche scene relative a funerali.

Il cofanetto da toeletta più grande è una cassetta rettangolare a doppio coperchio con

decorazione policroma con motivi geometrici e floreali stilizzati. Un altro cofanetto è sempre

rettangolare, con 4 piccoli piedi ma il coperchio è a doppio spiovente.

L’ornamentazione è a motivi geometrici: a scacchiera o rettangoli di colori contrastanti, a cerchi

che formano una rete con maglie a losanga nel cui interno sono dipinte rosette e stelle a file

alternate a piccoli punti, a rombi, zig zag. Il sistema di chiusura è una cordicella attorcigliata

attorno a due pomelli e sigillata. La documentazione dalla tomba di Kha è completata da un

supporto di lampada a forma di fascio di papiri legati insieme, in legno dipinto di rosso co

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
13 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-OR/02 Egittologia e civiltà copta

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Maya E. di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Egittologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Sist Loredana.