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DIMENTICANZA DI NOMI E DIMENTICANZA DI PAROLE STRANIERE

Non vi è un argomento rimosso che fa da ostacolo, ma ilLa riproduzione del nome è disturbo della riproduzione deriva dall'argomento stesso,disturbata da un pensiero provocato inconsciamente dalla contrarietà verso il nucleocominciato e interrotto poco dell'argomento iniziale. Ossia, il giovane si lamentava dellaprima, di cui il contenuto non situazione di inferiorità cui era condannata la sua generazione,aveva alcun collegamento col che si trovava nell'impossibilità di sviluppare il proprio talento,nuovo argomento. e citando Didone, sperava che una nuova generazione sarebbearrivata per vendicarsi.E da qui, poi ci fu tutto un collegamento con i fenomeni citatiprima.In questo caso, l'associazione avviene in modo forzato.3. DIMENTICANZA DI NOMI E DI FRASIPuò succedere di ritrovarsi a non riuscire a riprodurre fedelmente una poesia imparataa memoria. Ma la dimenticanza

in questione non riguarda la poesia in sé, ma solo alcune parole.

1° ES: Freud con un suo collega decisero di fare un esperimento a tal proposito, scegliendo la poesia "La fidanzata di Corinto" di Goethe, la preferita del suo collega. Ma già dal secondo verso sbagliò, sostituendo l'intera frase della seconda strofa.

"Senza pagar caro per questo favore" (che in seguito collegò ad una proposta di matrimonio respinta la prima volta, in seguito alla sua scarsa situazione economica. Proposta che comunque avrebbe rinnovato, visto il suo miglioramento della situazione economica) divenne "Adesso che ogni giorno porta qualcosa di nuovo" (frase usata da lui quando parlava della sua clientela vasta).

Freud chiese al suo collega come fu possibile paragonare la sua storia con quella poesia, e grazie al proseguire della poesia si scoprì che fu possibile, in quanto in una strofa che recita "Guardala bene, domani sarà grigia".

Il collega ammise che la donna in questione era più anziana di lui.

2° ES: (di un altro autore) in cui il soggetto di quell'esperimento, nel recitare una poesia famosa, si dimentica completamente le parole. Quando l'autore di questo esperimento chiede di comunicargli ciò che gli passa nella mente in quel momento, questo soggetto associa una frase della poesia, ovvero "d'una bianca copertura...":

  • o al lenzuolo per coprire un morto;
  • o poi la notizia del fratello di un suo amico appena morto;
  • o poi si ritroverà a paragonarsi fisicamente al defunto;
  • o rivelerà di avere il timore di morire per lo stesso motivo.

Quindi inconsciamente il soggetto si identificò con il "Pino circondato da bianco sudario" (verso della poesia originaria).

3° ES: prova la dimenticanza dovuta a prudenza, di fronte al rischio di cedere ad un impulso.

In questo esempio, la dimenticanza avviene dopo che qualcuno pronunciò una frase sul perdono.

L'autore in questione, dopo quella frase, voleva esporre una propria idea, ma non riusciva a ricordarla. Così isolandosi, iniziò ad annotare tutto ciò che gli passava per la testa.

Iniziando ad annotare i nomi dell'amico e della strada presenti la prima volta che espresse quell'idea.

Poi gli venne in mente il nome del suo amico Max, che tutti chiamavano Maxi, e associò quel nome alla parola massima.

Al che gli viene in mente la frase "Dio ha creato l'uomo a propria immagine e somiglianza" e subito dopo la variante "l'uomo ha creato Dio a propria immagine e somiglianza".

Così arrivò a ricordarsi ciò che voleva dire in precedenza. Cioè che il suo amico, che precedentemente aveva riferito la frase sul perdono, tempo fa gli recitò "Niente di ciò che è umano mi è estraneo" e l'autore alludendo alla sua natura animale gli cambiò la frase in

"Dovresti confessare che niente di bestiale ti è estraneo". Dopo essersi ricordato l'idea si rese conto che non poteva parlarne al gruppo di persone presenti, in quanto tra i presenti si trovava anche la giovane moglie del suo amico e sapeva benissimo che lei non era affatto preparata a sentire una cosa del genere sul marito. Da qui la sua temporanea amnesia, che svanì una volta che si allontanò dal gruppo.

In alcuni casi, la dimenticanza è quasi una forma di autoprotezione o censura, perché inconsciamente sappiamo che quell'informazione potrebbe essere sconveniente per il nostro interlocutore. Infatti, Freud ricordò ciò che aveva dimenticato una volta che si allontanò dal gruppo.

In altri casi invece, in queste dimenticanze vi è un contenuto intimo e talvolta doloroso, per cui la parola dimenticata è sempre in qualche modo associata ad un'idea inconscia. Freud, riprendendo a parlare delle dimenticanze

di nomi, aggiunge che il mal di testa di cui soffriva, in genere si preannunciavano qualche ora prima con la dimenticanza di nomi, e una volta che i mal di testa svanivano, l'amnesia di tutti i nomi propri proseguiva, e negava completamente che questa dimenticanza consisteva in disturbi circolatori e funzionali del cervello.

Per provare questa sua teoria, lo fa attraverso una similitudine, ipotizzando che, durante una passeggiata serale, in un quartiere deserto, fosse stato salito da due ladri che lo deruberanno di un orologio e del portafogli. Andando alla polizia per una denuncia, si troverà a descrivere i malfattori con i termini "solitudine" e "oscurità", volendo in realtà dire che i ladri erano "favoriti dalla solitudine" e "protetti dall'oscurità".

Inoltre, aggiunge che, quando si trova ad analizzare i casi di dimenticanza di nomi su sé stesso, riesce a constatare che il nome dimenticato è

sempre associato ad un argomento personale che gli provoca emozioni intense. Anche in questo caso, pone degli esempi:

  1. 1° ES: un paziente gli chiede consiglio su una stazione termale e Freud volendogli indicare quella di un suo collega a Genova, e nonostante ricordasse la località e il nome del collega, non riusciva a ricordare il nome del centro. Alla fine, consultando i suoi familiari uscì fuori che il nome era NERVI di cui era oggetto costante delle sue preoccupazioni.
  2. 2° ES: mentre stava per acquistare un biglietto ferroviario, non riusciva a ricordare il nome della stazione successiva. Guardando l'orario ferroviario trovò il nome: si trattava di Rosenheim (CASA DI ROSA). La dimenticanza in questione era associata al fatto che, qualche ora prima era andato a trovare sua sorella Rose (casa di Rose).

4. RICORDI D'INFANZIA E RICORDI DI COPERTURA

I primi ricordi d'infanzia di una persona, in genere si riferiscono a cose secondarie ed insignificanti,

mentre in genere gli adulti non conservano alcuna traccia delle più intense emozioni ed impressioni di quel periodo. I ricordi d'infanzia indifferenti derivano da un processo di "spostamento" e costituiscono la riproduzione sostitutiva di altre impressioni importanti. Quindi, visto che la loro sopravvivenza non è dovuta al loro contenuto, ma un legame associativo tra un contenuto e l'altro rimosso, è possibile definirli "ricordi di copertura". Analizzando vari esempi, Freud rintracciò una particolarità delle relazioni temporali tra il contenuto del ricordo e l'impressione, definendo tre tipologie di spostamento:

  • "regressivo" o "retrospettivo", quando come ricordo di copertura si fissa un ricordo appartenente ai primi anni d'infanzia, e le impressioni e le idee rivissute in quel determinato ricordo si ricollegavano ad un tempo diverso della vita del soggetto.

(ricordo periodo infanzia)

– impressione periodo posteriore);

fi “progredienti” o “spostati in avanti”, quando come ricordo di copertura si fissaun'impressione posteriore, che si collega ad un evento anteriore;

fi “contemporaneo” o “contiguo”, in cui il collegamento tra il ricordo di coperturae l'impressione, eh di carattere contenutistico e di contiguità temporale.

Questo accade perché i ricordi vengono elaborati, cambiati e sostituiti. Un ricordoviene sostituito da un altro. Tra i ricordi d’infanzia conservati, alcuni ci risultano chiarie comprensibili, mentre altri risultano strani e inspiegabili.

Nell’ambito della terapia psicoanalitica, si cerca di scavare e trovare cosa si nascondasotto quei ricordi che la memoria ha poi costruito nel tempo.

• ES: il soggetto è un uomo di quarant'anni, primo di 9 figli. Alla nascita nellasorella più piccola, egli aveva quindici anni, e sosteneva che non si era

maiaccorto della gravidanza della madre. In seguito, gli si affaccia il ricordo di averevisto una volta, all'età di undici o dodici anni, la madre che davanti allo specchiosi slacciava in fretta la gonna. E aggiunge spontaneamente che era arrivata a casacolta da dolori improvvisi. Analizzando il ricordo trovarono interessantel'associazione dei termini simili (nella loro lingua), ovvero il termine slacciare erasimile al termine liberarsi, termine che indicava anche partorire.In questo capitolo, inoltre, Freud fa una differenza tra le dimenticanze di nomi e iricordi di copertura:
  1. nella dimenticanza di nomi, la memoria funziona ma fornisce nomi sostitutivi,mentre, nei ricordi di copertura, c'è dimenticanza di altre impressioni piùimportanti;
  2. nella dimenticanza di nomi noi sappiamo che i termini sostitutivi sono falsi,quanto ai ricordi di copertura ci limitiamo a chiederci quale sia la loro origine;
Il principio generale che rivela difettoso

funzionamento della memoria, mette in evidenza un certo ricordo, mentre cerca di opporsi a un altro.

5. I LAPSUS VERBALI

Passiamo ora ai cosiddetti lapsus verbali, quegli errori che Freud individuerà come un desiderio di verità. I "lapsus freudiani" indicano gli errori verbali, di linguaggio; cioè, quando parliamo di lapsus, parliamo di:

  • errori di lingua;
  • di scambi di una parola per un'altra;
  • inversioni di frasi (pesco la mangia mangio la pesca);
  • anticipo di una parola posta successivamente nella frase (sono vederti sono contento di vederti);
  • esprimersi con termini contrari (ora che ci siamo tutti, possiamo finire la riunione iniziare la riunione);
  • inserimento di termini insignificanti, spesso fusioni di un termine che si vorrebbe esprimere, e un termine che si pensa.

Questi lapsus o errori includono anche un bisogno di verità: quando si fa un lapsus è

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
20 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/08 Psicologia clinica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher anna.91 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicopatologia della comunicazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Messina o del prof Cardella Valentina.