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Come si valuta una domanda?
Bisogna valutare il criterio della scelta del tipo del mercato (es. oligopolio, etc.) attraverso il beneficio che produce.
Beneficio sociale: è il beneficio che la società ottiene dal funzionamento del mercato e dalla consumazione di un bene. Si misura dalla somma più alta che i consumatori sono disposti a pagare. È un'unità di misura indiretta.
Addizionale marginale: cioè quanto si è disposti a pagare per comprare un bene addizionale (cioè nonostante ne abbia già di quel bene, quanti ne comprerei ulteriori di quel bene?) in quanto se ne possiede già 1. (VEDERE SLIDE)
NO CAPITOLO 3
Quando il prezzo diventa (O,A) vedere grafico sotto, è possibile l'acquisto della prima unità del bene. Se il prezzo rimane (O,A) nessuno comprerà più la seconda unità di quel bene. Se invece il prezzo dovesse scendere a (O,B) allora si è
interessati all'acquisto della seconda unità di quel bene di cui si possiede già uno. Il Beneficio Sociale è rappresentato dall'area sotto la curva della domanda.
PrezzoABCD DomandaBeneficiomarginale sociale1 1 10 Quantità1 Beneficio sociale
PrezzoABC Beneficiosociale BeneficioD marginale sociale0 Quantità
Il surplus del consumatore è la differenza tra la somma più alta che il consumatore è disposto a pagare e la somma che effettivamente paga per una certa quantità di un bene.
Il surplus del consumatore è rappresentato dall'area compresa tra la curva di domanda e la linea del prezzo.
L'aumento del prezzo comporta un danno per i consumatori e non per la collettività.
Il surplus del consumatore
PrezzoF SurplusH0 K G Quantità
PrezzoFL W YH M0 K G Quantità
IL PRODUTTORE
Il PROFITTO è la differenza tra i ricavi (= prezzo di vendita x quantità) e i costi (= costo beni e servizi +
Il costo del lavoro + capitale investito
Obbligazione: è un titolo di debito, presto dei soldi e mi pagano per un tot di anni degli interessi.
Azioni: titolo di proprietà.
CAPITOLO 2
L'insieme di scelta è costituito dalle combinazioni di beni.
Dopo le combinazioni avviene l'ordinamento ossia quale scelta sia migliore di altre >ordinamento di preferenza.
Indifferenza: incapacità di decidere.
Trade off o Vincoli: sono vincoli alle scelte dei beni, es prezzi, polizia, ricchezza.
Informazione: la conoscenza dei beni.
"Chi prende una decisione sceglie la combinazione di prodotti che gli da la massima soddisfazione tra tutte quelle che i vincoli a cui è sottoposto gli consentono di acquisire"
Consumatore: colui che sceglie.
Le preferenze sono rappresentate dalla curva di indifferenza.
Saggio marginale di sostituzione del consumo: è l'inclinazione della curva. Ogni punto sulla curva di indifferenza è la massima quantità
in cambio di un bene addizionale dell'altro bene. DECRESCENTE E CONVESSA (DIMINUISCE QUANDO X AUMENTA). "in una curva di indifferenza il consumatore sostituisce i beni ottenendo da ogni combinazione la stessa soddisfazione". Sono più soddisfacenti le curve che stanno più in alto e non si intrinsecano poiché il consumatore è indifferente. I beni per i quali il consumatore è indifferente e all'aumentare di uno diminuisce sempre la stessa quantità (=inclinazione) dell'altro sono detti sostituti perfetti. Beni complementari: quando non si può consumare un bene senza l'uso di un altro bene es. caffe e zucchero.
BENE E MALE:
-Curva crescente, concave.
-Le curve più in basso rappresentano la massimo soddisfazione.
DUE MALI:
-DECRESCENTI NEGATIVE E CONCAVE.
-Le curve più in basso rappresentano combinazioni meno sgradevoli.
VINCOLI:
REDDITO: somma a disposizione del consumatore. Se spende tutto il suo reddito
La curva è decrescente perché riduce all'aumentare di un bene l'altro, è una retta. L'inclinazione di questa curva (è una retta) è chiamata saggio marginale di sostituzione dello scambio.
PREZZO VINCOLO DI BILANCIO: è una curva ossia retta, rappresenta la curva per cui il consumatore spende tutto il suo reddito, la relazione tra le combinazioni di beni e curva di bilancio è invece il rapporto dei prezzi. Poiché il vincolo di bilancio dipende da reddito e prezzo, cambia al variare di questi. I punti sotto la retta sono quelli che costano meno.
Se aumenta il reddito e non i prezzi, la retta si sposta in alto ma l'inclinazione (saggio marginale, ossia rapporto tra prezzi che non cambia) non varia. Se cambiano i prezzi cambia l'inclinazione.
Il saggio marginale di sostituzione del consumo (inclinazione curva preferenze) misura il beneficio addizionale. Il saggio marginale di sostituzione dello scambio (inclinazione
retta vincolo bilancio)misura il costo addizionale.Il saggio marginale di sostituzione del consumo= chiamato BENEFICIO MARGINALEIl saggio marginale di sostituzione dello scambio= chiamato COSTO MARGINALE.Soluzione interna: SMSC = SMSSSoluzione d’angolo: quando non acquista un bene che potrebbe consumare.La relazione tra prezzo di un bene e q.tà domandata è detta Funzione di domandaindividuale.La sensibilità della q.tà domandata a cambiamenti del prezzo è detta Elasticità delladomanda.La curva che definisce la q.tà complessivamente domandata dai consumatori incorrispondenza di ogni prezzo è detta domanda di mercato.-Il prezzo misura il beneficio marginale procurato dal consumo di quell’unità >beneficio marginale individuale. Per la quantità invece > beneficio totale.Surplus del consumatore: è la differenza tra ciò che egli p disposto a pagare per ogniq.tà e ciò che deve
pagare effettivamente. Sarebbe l'area sotto la curva di domanda esopra la retta del prezzo.Il prezzo misura il beneficio marginale sociale.Surplus: differenza tra quanto disposto a pagare e quanto effettivamente pagano.
LAVORO E TEMPO LIBERO:
-Curva di offerta di lavoro: tempi dedicati al lavoro in corrispondenza di fascia salario.
-Salario reale: q.tà di beni che può comprare con sui salario.Il salario rappresenta il prezzo del tempo libero.
L'introduzione di un sussidio statale può indurre a smettere di lavorare o non trovare un lavoro.Se il lavoro rappresenta un male avremo curva bene o male, tra lavoro e consumo.
Risparmio: si può decidere se spendere meno ora e più in futuro o contrario. (due beni > curvedecrescenti e convesse)
CAPITOLO 4
IMPRESA: un soggetto che utilizza fattori produttivi (es. macchinari, energia, servizi) eli trasforma per ottenere prodotti vendibili, operano tramite contratti con dipendenti, fornitori etc.
PROFITTO:
ricavi – costi
Costi: anche il mancato guadagno del tempo dell’imprenditore che avrebbe potuto impiegare in modo alternativo migliore ed è chiamato COSTO OPPORTUNITA’ sia del tempo che dei capitali.
Coloro che gestiscono impresa vogliono realizzare il profitto più alto (eccezione per le non profit).
L’insieme delle scelte d’impresa è formato dalle q.tà che l’impresa può produrre e le conseguenze delle scelte sono i ricavi e i costi. I vincoli sono i fattori utilizzati per produrre disponibili, i ricavi dipendono dal prezzo al quale vendere, i costi dipendono dal prezzo con cui sono acquistati i fattori della produzione.
COSTI IMPRESA: l’impresa stabilisce e sostiene i costi minimi.
I costi aumentano all’aumentare dei fattori produttivi e all’aumentare delle q.tà vendute.
Evita sprechi, eccessi, quindi la relazione tra più bassi costo relativo alla quantità di ciascun prodotto è
Il concetto chiamato funzione di costo totale rappresenta una curva convessa quando all'aumentare di una variabile aumenta anche l'altra, mentre è concava se producendo di più i costi diminuiscono. I costi fissi non variano al variare della produzione o dei fattori produttivi, come ad esempio macchinari ed edifici, e sono rappresentati da una retta orizzontale. I costi variabili, invece, variano al variare della produzione e dei fattori produttivi, come energia e lavoro, e sono rappresentati da una curva crescente.
Il costo medio rappresenta il costo che in media l'impresa sopporta per produrre ciascuna unità. Può essere calcolato come CT/Q oppure facendo la media tra i costi marginali delle unità. Il costo totale è dato dalla somma dei costi fissi e dei costi variabili, che variano all'aumentare della quantità prodotta.
I ricavi di un'impresa sono dati dalla quantità venduta moltiplicata per il prezzo di vendita, quindi RT = q * prezzo.
Quando un'impresa ha potere di mercato, come nel caso di un monopolio o di un oligopolio, al variare della quantità prodotta il prezzo cambia, poiché cambia drasticamente la quantità sul mercato. In questo caso, il ricavo marginale è inferiore al prezzo di vendita e rimane costante.
Quando un'impresa non ha potere di mercato, ovvero quando il mercato è
perfettamenteconcorrenziale):- Al cambiare della q.tà non corrisponde una variazione di prezzo, non ha effetto,molte aziende.- Il ricavo marginale è costante ed è uguale al prezzo.-elasticità della domanda al prezzo: rapporto tra q.tà e prezzo. Se maggiore dell’unitàil ricavo aumenta, diminuisce il prezzo e aumentano i ricavi. Altrimenti a stessecondizioni minori dell’unità il ricavo diminuisce.-Per massimizzare il profitto è necessario che il costo marginale(=cioè l’incremento delcosto totale per la produzione di un’unità in più) sia uguale al ricavo marginale (=cioèla variazione del ricavo totale per la vendita di un’unità addizionale in più)CMA=RMA = profitto più alto (stessa inclinazione e due curve più distanti possibile)Curva d’offerta: la relazione che indica per ogni prezzo la quantità che l’impresa vuoleprodurre a
quel prezzo. Solo per coloro senza potere di mercato. Tale curva è la parte di curva del costo marginale che sta sopra il costo medio.
Surplus dei produttori: è il profitto (R-C costi minimi che si sostengono)
Si può investire in macchinari aumentando i costi fissi e diminuendo i costi variabili. I rendimenti però sono incerti, perché si materializzano in date a lungo termine. Il prezzo più alto può attirare, ma coloro che sono avversi al rischio potrebbero non investire ugualmente soprattutto se profitti variabili.
La scelta se investire o meno avviene guardando i costi fissi e minori e variabili, si investe se il prezzo di vendita è