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Il consumo e l'investimento nel modello reddito spesa
In equilibrio, avremo quindi che la domanda aggregata è uguale al prodotto complessivo, che indichiamo con una Y (che corrisponde al PIL e quindi al reddito complessivo):
Y = E cioè Y = C + I
Un'altra assunzione del modello è che il consumo C è determinato dalla funzione del consumo che ci permette di prevedere come cambia a livello aggregato il consumo a cambiare il reddito, mentre non c'è una funzione dell'investimento, cioè l'investimento è assunto come un dato dal modello. Al contrario, in questo modello l'investimento I è assunto come un dato (o meglio come genericamente determinato dalle aspettative degli imprenditori). Questo non vuol dire che l'investimento non è importante, anzi è il fattore chiave ma il modello semplicemente e realisticamente si assume che non sia possibile trarne una legge costante: il comportamento
dell'investimento è molto meno prevedibile di quello del consumo e questo è il motivo per cui il modello reddito-spesa non ha una funzione dell'investimento ma ha quella del consumo. La funzione del consumo In base alla funzione del consumo, il consumo totale è la somma di due componenti, una indipendente dal reddito (consumo autonomo) e un'altra che invece è funzione del reddito disponibile alle famiglie. Abbiamo quindi che C = A + cY d In cui: A = consumo autonomo; c = propensione marginale al consumo (PMC) Y = reddito disponibile Per comodità, nel seguito di questa prima parte della presentazione assumeremo che non vi siano né trasferimenti né tasse (cosa ovvia se non c'è settore pubblico), per cui Y = Y, e scriveremo quindi: dC = A + cY In questa funzione del consumo abbiamo due elementi che sono la lettera A che non dipende dal reddito, e la lettera c che invece ne dipende. In generale, all'interno del modello.reddito-spesa quando si dice che una variabile, una componente della spesa è autonoma, si intende che sia indipendente dal reddito. Anche l'investimento è una componente autonoma, non dipende da nulla, nemmeno dal reddito. Quando inseriremo nel modello dello stato ci sarà la spesa pubblica e anche quella non sarà dipendente dal reddito, quando ci metteremo l'export netto, versione definitiva del modello, là ci sarà una versione autonoma e una no: quella autonoma sono le esportazioni, perché dipendono non dal reddito nostro ma da quello di chi sta fuori l'Italia, invece le importazioni sono una componente dipendente dal reddito. Quando si parla di componente autonoma non si intende soltanto la A della funzione del consumo ma ce ne sono anche altre.
La propensione marginale al consumo (PMC = c) è una costante (rilevabile su base empirica) che ci dice di quanto aumenta il consumo delle
famiglie per ogni euro aggiuntivo di reddito disponibile. Se, ad esempio, la PMC è 0,8, allora per ogni aumento di Y pari a €1, la spesa per consumi aumenterà di 80 centesimi di €. In ogni caso, avremo sempre che la PMC è un numero compreso tra 0 e 1, cioè avremo sempre (nelle formule indichiamo la PMC con una c): 0 < c < 1. Tuttora misurazioni e stime delle propensioni marginali al consumo dei sistemi economici vengono fatte e tendono a essere abbastanza costanti, intorno a un valore che in questo esempio è piuttosto alto, 0,8, 8%, l'importante è capire che sarà sempre un numero compreso tra 0 e 1, ciò vuol dire che 100% del reddito viene speso in consumi cosa che è possibile ma non plausibile, non in una società in un'economia avanzata dove per economia avanzata si intende un'economia che ha avuto un grosso sviluppo economico e che ha superato di parecchio il livello di sussistenza; inun'anno, quando si fa la contabilità. Il reddito, invece, è il flusso di denaro che entra nelle tasche delle persone durante l'anno. Quindi, il reddito è ciò che permette alle persone di consumare, mentre la spesa rappresenta effettivamente ciò che viene consumato. La funzione del consumo ci dice che il consumo dipende dal reddito disponibile delle persone. Più alto è il reddito, maggiore sarà il consumo. Tuttavia, c'è anche una componente autonoma del consumo, rappresentata da A, che non dipende direttamente dal reddito. Questa componente autonoma può essere dovuta a vari fattori, come le abitudini di consumo, le preferenze personali o le necessità di base. La pendenza della retta dei consumi, rappresentata da c, indica quanto il consumo aumenta per ogni aumento unitario del reddito. Se c è alto, significa che il consumo aumenta rapidamente all'aumentare del reddito. Se c è basso, il consumo aumenta più lentamente. In conclusione, il consumo è una parte importante dell'economia e dipende dal reddito disponibile delle persone. La funzione del consumo ci permette di analizzare come il consumo varia al variare del reddito e di comprendere meglio il funzionamento dell'economia di sussistenza.Dell'anno la contabilità nazionale del 2022 viene fatta in un modo tale per cui, per definizione, reddito e spesa alla fine danno lo stesso numero; qui, invece, si sta parlando di reddito prodotto durante il periodo e decisioni di spesa per gli agenti economici durante il periodo; quindi un'azienda che produce un milione di auto e ne vende 800mila e sperava di venderne un milione, per il contabile che avrà fatto un investimento in scorte pari al valore di 200mila auto non vendute e ha accantonato in scorte però dal punto di vista non del contabile ma per il macroeconomista quelle 200mila auto accantonate non sono un investimento, perché contano le decisioni di investimento vere. Quindi quella voce di investimento non ci sarà nel conto del macroeconomista e quindi nel conto del macroeconomista la spesa sarà basata sul reddito. Ci sarà una produzione aggregata di 1 mln di auto, una domanda di auto di 800 mila unità e le altre
200 mila non le ha comprate nessuno, quindi non c'è equilibrio tra la spesa e produzione; L'identità contabile è costruita in modo da essere sempre uguale, lo studio della condizione dell'equilibrio del sistema parte dal presupposto che il sistema possa essere in equilibrio oppure no e non considera inumeri ex post ma le decisioni effettive di spesa per consumi, per investimento ecc. Il risparmio e la propensione marginale al risparmio Naturalmente implicito nella propensione marginale al consumo c'è la propensione marginale al risparmio quindi quella 1- C della frazione 1/1-C è anche la propensione marginale al risparmio perché se un'economia in media consuma l'80% del suo reddito, ne risparmia il 20%; e quindi implicita nella funzione del consumo che abbiamo visto ieri c'è anche la funzione del risparmio. Per definizione, il risparmio è ciò che rimane del reddito Y una volta effettuato il consumo.cioè S = Y - C Indirettamente, la PMC ci dice quindi anche quanta parte del reddito aggiuntivo verrà risparmiato dalle famiglie. Se, come prima, c = 0,8 e quindi per ogni aumento di Y pari a €1, la spesa per consumi aumenterà di 80 centesimi di €, per lo stesso euro aggiuntivo, le famiglie realizzeranno un risparmio aggiuntivo pari a 20 centesimi di €. Quindi, se c è la PMC, la propensione marginale al risparmio (PMS) sarà 1 - c. Inoltre, anche la propensione marginale al risparmio (PMS) sarà un numero compreso tra 0 e 1, cioè avremo sempre: 0 < (1 - c) < 1 La funzione del risparmio Dato che il risparmio è l'opposto del consumo, se C = A + cY La funzione del risparmio avrà la forma S = -A + (1 - c)Y Il risparmio negativo per bassi livelli di reddito è generato dal consumo autonomo. -A è una spesa che viene fatta anche se non c'è un reddito. Esempio: il disoccupato che smettedi questo concetto potrebbe essere la seguente:Il risparmio negativo si verifica quando una persona ha un reddito ma non riesce a risparmiare a causa delle spese che deve affrontare. In pratica, il risparmio diventa negativo quando si spende più di quanto si guadagna.
Ad esempio, se partiamo da un reddito pari a 0 e spendiamo 500€, avremo un risparmio negativo di 500€. Questo significa che ci siamo indebitati o abbiamo ridotto il nostro patrimonio di 500€.
Al risparmio negativo si aggiunge la quota del reddito che è effettivamente risparmiata. Questa quota è data dalla protezione marginale al risparmio, che è la differenza tra 1 e la percentuale di tasse che dobbiamo pagare. Questo reddito disponibile è ciò che rimane una volta che abbiamo pagato le tasse.
La funzione del risparmio diventa importante solo quando abbiamo messo da parte il reddito disponibile, tenendo conto delle tasse. Fino a quel momento, il reddito è solo un'entrata e non ha un grande impatto sul risparmio.
Quindi, il risparmio negativo parte da un valore inferiore a zero e aumenta man mano che il reddito cresce.
della spesa aggregata E = C + I. La funzione del consumo è rappresentata dalla retta rossa, mentre la domanda aggregata corrisponde alla somma di C e I, quindi alla retta di colore nero parallela alla retta del consumo. La distanza tra le due rette è pari all'investimento I. Qui abbiamo preso la funzione del consumo e vi abbiamo aggiunto meccanicamente l'investimento che è andato costante; al momento in cui lo prendiamo, disegniamo la retta della spesa aggregata per l'anno x, prendiamo l'investimento fatto per l'anno x e otteniamo la spesa aggregata. Per trovare il punto effettivo di equilibrio dobbiamo vedere per quale punto quella retta della spesa aggregata E intercetta la bisettrice del quadrante perché la bisettrice è equidistante dagli assi ed è il luogo dei punti in cui le variabili degli assi sono uguali tra loro. Quindi si trova un punto di equilibrio che non è necessariamente il PIL potenziale o, né i termini che si usavano quando questo modello.è stato costruito, non è la piena occupazione.
L’equilibrio Y=ELa bisettrice del quadrante (cioè la retta con pendenza 45°) è il luogo di tutti ipunti nei quali la spesa aggregata E è uguale al reddito Y. Il punto in cui la spesaaggregata E incrocia la bisettrice corrisponde all’equilibrio del sistema per cui E= Y. Il reddito di equilibrio è quindi Ye. La forma di questa grafico spiega perchéil modello si chiama anche ‘croce keynesiana’.
Il reddito di equilibrio e la disoccupazione ciclicaCosa abbiamo trovato? Perché questo modello è importante? Lo è perché ci dà una spiegazione del modoin cui un sistema economico può trovare un equilibrio diverso dall’equilibrio di lungo periodo, perché unequilibrio di lungo periodo per definizione è un equilibrio del PIL al potenziale; l’equilibrio di lungoperiodo più chiaro ed evidente che abbiamo
Visto è lo stato stazionale del modello di Soho, abbiamo un piano potenziale e siamo fermi lì; il modello reddito-spesa ci spiega come.