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INTEGRAZIONE ALL'INDIETRO
Il caso di integrazione all'indietro è basato sulla sitazione in cui l'impresa a valle integri l'impresa a
monte ossia l'impresa acquirente integra l'impresa fornitrice , ad esempio il caso della general
motors che integra fisher body è un puro esempio di integrazione all'indietro, l'impresa che integra
diventa dunque proprietara dei diritti di controllo , il che vuol dire che può decidere come utilizzare
in tutti quei casi non previsti dal contratto da leggi o norme. Per capire questo concetto
immaginiamo che l editoria E sia fornita di un tot di libri mensili dall'impresa T E CHE IN
SEGUITO ALLA PRESENZA DI UN BEST SELLER , l'impresa E potrebbe chiedere a T un
aumento della fornitura di libri , T potrebbe rifiutarsi ed E sarebbe costretta a proporre a T un
aumento del prezzo della risorsa per convincerlo a fornirgli più compie. Se E integrasse T non solo
potrebbe decidere i livelli di produzione ma diventerebbe proprietario dei diritti residui di
controllo ,ossia potrebbe decidere la disposizione dei macchinari all'interno della tipografia , la
ventilazione delle stanze ecc ecc , inoltre l'impresa E fissera un prezzo di trasferimento delle risorse
pari al costo di produzione P=C(t)
sostituiamo questa condizione all'interno del surpluss dell'impresa E
S(E)=V(s)-s -C(t)
massimizzioamo rispetto a s e poniamo la condizione di primo ordine
V'(s) -1=0
V'(S)=1
nel caso in cui l'impresa E integra l'impresa T sarà disposta a fare un invetimento pari
all'investimento di first best, mentre quale sarà l'investimento specifico dell'impresa T? Ossia
dell'impresa integrata? Sostituiamo all'interno dell'impresa T la condizione P=C(t)
S(T)=C(t) – C(t) – t
S(T)=-t
il surpluss dell'impresa T dipende negativamente dall'investimento specifico t quindi l'impresa
integrata non avrà alcun incentivo a investire.
INTEGRAZIONE IN AVANTI
è il caso in cui l'impresa a monte integra l'impresa a valle , ossia eè il caso in cui l'impresa
fornitrice integra l'impresa acquirente. L'integrazione in avanti si basa sul concetto che l'impresa T
supponendo che fornisca l'impresa E , integri l'impresa E e diventi proprietaria dei suoi diritti di
controllo , ossia può decidere di utilizzare le risorse in tutte le circostanze non previste dal
contratto , da norme o da leggi.Se l'impresa T integrasse l'ipresa E imposterebbe un prezzo pari a
V(s) sostituendo questa condizione all'interno del' surpluss dell'impresa T otteniamo
S(T)=V(s)- C(t) – t
massimizzando rispetto a t e ponendo la condizione di primo ordine otteniamo
0=-C'(t)-1
C'(t)= -1
questa rappresenta la condizione di firsti best quindi , limpresa T che integra E è disposta a
realizzare l'investimento migliore in assoluto, ma quale sarà l investimento che farà l'impresa
acquirente integrata E? Sostituiamo la condizione P= V(s) nel surpluss dell'impresa E
S(E)=V(s) -V(s) -s
vediamo come V(s)=-s
è quindi possibile vedere come l'impresa integrata E non avrà alcun incentivo ad investire
HART E MOORE
Il modello di Hart e Moore si basa sul concetto che chi detiene il possesso delle risorse fisiche ha un
controllo diretto sulle risorse umane , questo perche qualsiasi indiviuduo per esprimere il suo
talento ed essere produttivo ha necessità di utilizzare delle risorse fisiche.Il proprietario delle risorse
fisiche , sarà dunque assecondato dai suoi dipendenti in quanto questi sono consapevoli che il
proprietario li potrebbe escludere dall'utilizzo delle risorse fisiche ogni momento e quindi vi è un
incentivo per tutti i lavoratori ad assecondare il proprio capo.
BAUMOL
Secondo il modello di Baumol , l'obiettivo dei manager non è quello di massimizzare il profitto
tuttavia quello di massimizzare i ricavi delle vendite.Ciò non vuol dire che i manager non siano
interessati a genrare profitto , tuttavia che sono interessati a produrre un livello minimo e che
sarebbero disposti a sacrificare oltre il livello minimo ulteriori unità di profitto per incrementare il
livello delle vendite , per spiegare in modo efficente il modello di baumol ci aiutiamo con l'utilizzo
di un grafico
RT
CT
profitto Ct
profitto min 2
profitto min 1 Qa Qb Q
profitto Rt
come è possibile osservare nel grafico la quantità che massimizza il profitto è Qa , tuttavia questa è
la quantità che vogliono gli azionisti , mentre i manager vogliono produrre Qb e massimizzare i
ricavi ottenuti dalle vendite, come abbiamo detto i manager sono interessati anche a pridurre un
livello minimo di profitto , tuttavia se il livello minimo di profitto fosse 2 i manager possono
produrrre una quantità qb in quanto riescono con tale quantità a coprire il livello minimo di
profitto , se il profitto minimo fosse 1 allora il manager non potrebbe più produrre una quantità
Qbperchè in questo punti il livello di profitto raggiunto è minore di quello minimo quindi gli
azionisti si accorgerebbero che qualcosa non funziona poichè i profitti sono più bassi.
MODELLO DI JENSEN E MECKLING
Il modello di Jensen e Meckling si basa sul concetto che l'opportunismo del manager può dipendere
dalla stuttura di proprietà del capitale. Se la figura del manager e del proprietario coincidessero , il
manager tenderebbe a massimizzare il valore dell'impresa , ma cosa accade se tale struttura dovesse
cambiare?cambierebbero gli incentivi e il manager sarebbe portato a comportarsi
opportunisticamente.Per spiegare questo modello ci serviamo di un grafico
vmax
Vc
Vd Bc Bd Bmax
come è possibile immediatamente notare sul grafico VMAX e BMAX dove il primo indica il
valore dell'impresa in unità di moneta mentre il secondo i benefici non monetari.Come possiamo
notare vi è il vincolo di bilancio , questo indica di quanto varia il valora dell'impresa al variare del
consumo di benefici non monetari , dunque supponendo che il vincolo abbia inclinazione pari a -1
un aunmento del consumo di benefici non monetari di un 'unità genera una riduzione del valore
dell'impresa di 1. possiamo dunque definite
V=Vmax -Bmax vincolo di bilancio
vMAX rappresenta il valore massimo che l'impresa può assumerein corrispondenza del quale il
consumo di benefici non monetari è nullo, man mano che i benefici non monetari aumentano , il
valore dell'impresa si riduce fino ad arrivare ad un valore di benefici non monetari pari a Bmax a
cuio corrisponte un vallore dell'impresa nullo. I manager-proprietario , potrà dunque ripartire tale
vincolo tra valore dell'impresa e benefici non monetari, possiamo dunque tracciare la curva d'
indifferenza e visualizzare il punto di scelta ottima a cui corrisponde un valore dell'impresa Vc e un
valore dei benefici non monetari pari a Bc .Supponiamo dunque che l'imprea venga suddivisa in
alfa azioni e venduta a terzi, tuttavia il manager rimarrà il anager dell'impresa e proprietario di 1-
alfa azioni dell'impresa. Il vincolo di bilancio avrà dunque inclinazione 1-alfa. È necessario
specificare di come un aumento del consumo di un'unità non graverà più solo ed esclusivamente sul
manager ma su tutti gli alfa proprietari dell'impresa. Tracciamo una nuova curva di indifferenza e
vediamo che ad un valore Vd dell'impresa corrisponde un consumo di benefici non monetari Bd , il
che vuol dire che al cambio della struttura di proprietà dell'impresa il manager vedrà modificare i
suoi incentivi , e sarà portato a comportarsi in maniera opportunistica.L'aumento del consumo di
benefici non monetari è un tipico esempio di opportunismo manageriale che si ha quando il
manager è consapevole del fatto che l'aumento del consumo non dovrà essere sopportato solo d lui
ma lui ne risponderà per 1-alfa parte.Gli azionisti sono consapevoli dell'opportunismo manageriale ,
per questa motivazione si basano su un sistema gli incentivi per spingere il manager a comportarsi
correttamente. Jensen e Mecling , si concentrano sulla struttura interna dell'impresa , analizzando :
-rapporti di autorità
-rapporti di delega
Ci soffermeremo sui rapporti di delega o meglio chiamati rapporti di agenzia.Irapporti d agenzia, si
basano sulla presenza di un agente che agisce per conto di un principale , quindi alla base della
teoria dell'agenzia vi è la separazione tra proprietà e controllo. Come ben sappiamo l'esempio più
classico è quello tra manager e azionista , tuttavia gli obiettivi di queste figure sono differenti in
quanto l'obiettivo del manager è mssimizzare i ricavi delle vendite e incrementare le dimensioni
dell'impresa mentre l'obiettivo degli azionisti è la massimizzazione dei profitti. Nella relazione di
agenzia si verificano dei costi meglio definiti costi di agenzia:
costi per incentivare il manager ad adempire ai propri doveri e comportarsi in maniera corretta
costi di monitoraggio e controllo
perdita residua- questa rappresenta l'effettiva persita monetaria per il principale , dovuta dalle azioni
intraprese dal manager e quelle che erano efficenti per l'agente.
Alla base del problema della teoria dell'agenzia vi è l'asimmetria informativa presente tra manager e
azionista.Cosa vuol dire questo?che le parti non hanno le stess informazioni a dsposizione ,
rispettivamente il manager potrebbe agire per azioni nascoste o mantenere informazioni nascoste.
Supponiamo che un manager produca y attraverso un azione non osservabile direttamente i ,
possiamo dunque esprimente in modo lineare la funzione di produzione come
y=i+x
dove i rappresenta l'impegno impiegato dall'agnte per svolgere la produzione e
contemporaneamente bosogna sommare x che rappresenta una sorta di eventi casuali non
controllabili dall'agente .Dunque possiamo dire che un ndividuo , può impegnarsi molto e produrre
molt ma può anche impegnarsi molto e produrre poco essendo sfortunato , contemporaneamente
può impegnarsi poco e produrre molto essendo fortunato e impegnarsi poco e produrre poco.
Per svolgere le sue mansioni il manager deve ovviamente essere remunerato dal principale , questa
rmunerazione è w= k +sy
dove k rappresenta una parte fissa che il manager ottiene per la sua remunerazione ,mentre y
rappresenta l'unità prodotta dal manager, il valore y va moltiplicato per un indice di proporzione.
Maggior sarà s maggiore sarà l'impegno del manager, in base a s si avranno contratti diversi . Se s è
molto elevato allora , l'agente sarà molt