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PSICOLOGIA UMANISTICA ED EDUCAZIONE SOCIO-AFFETTIVA
Quando pensiamo ad un ideale di educazione scolastica (per quanto il discorso
possa facilmente estendersi anche all’educazione impartita dal nucleo
famigliare), tendiamo ad affiancare al concetto di mera trasmissione del sapere
obiettivi altri, quali la crescita umana e civile dello studente, lo sviluppo di
iniziative da cui possano dipendere successi, insuccessi o, più in generale, da cui
possa svilupparsi una determinata coscienza di sé e delle relazioni con gli altri.
Tra le varie strategie usate in ambito scolastico con lo scopo di promuovere oltre
al sapere anche la dimensione affettiva, emotiva e socio-relazionale degli allievi
un posto particolare hanno avuto le metodologie per l’educazione socio-affettiva,
che trae i suoi presupposti teorici dalla psicologia umanistica di Rogers e
Maslow. "Per educazione socio affettiva intendiamo quella parte del processo
educativo che si occupa di atteggiamenti, sentimenti, credenze ed emozioni degli
studenti. Implica un'attenzione per lo sviluppo personale e sociale degli allievi, e
per la promozione della loro autostima, del loro sentirsi bene nella propria pelle.
Inoltre, l'educazione affettiva privilegia la dimensione interpersonale, e riconosce
che lo sviluppo di capacità sociali e interpersonali è centrale e che le componenti
cognitive e affettive dell'educazione sono collegate tra loro. I sentimenti che gli
studenti provano verso se stessi come discenti, verso le materie scolastiche, i loro
compagni e professori possono influenzare il loro rendimento quanto le loro
abilità".
(P. Lang, 1994, Report on Affective Education in Europe, Warwick University)
L'educazione socio-affettiva ha l'obiettivo di migliorare nell' individuo la
conoscenza di sé e di facilitare nel gruppo classe la comunicazione tra i membri.
A livello individuale il suo scopo è infatti lo sviluppo dei sentimenti di
accettazione, di sicurezza e fiducia in sé e negli altri, delle capacità di risolvere
problemi interpersonali e di affrontare situazioni di stress emotivo. A livello di
gruppo mira invece a promuovere comportamenti e atteggiamenti di
collaborazione, solidarietà, mutuo rispetto, tolleranza per le diversità,
riconoscimento delle differenti modalità d'interazione.
I fondamenti teorici del metodo socio-affettivo sono da ricercarsi nell’approccio
umanistico alle problematiche educative messe a punto da Maslow e Rogers.
Abraham Maslow, uno dei padri fondatori della psicologia umanistica, si è
interessato della “psicologia della salute” come integrazione della “psicologia
della malattia”: ha cercato, cioè, di osservare attentamente le personalità sane e
completamente realizzate (in un periodo di ca. 30 anni), suggerendo il modo per
non entrare nella malattia e per sviluppare aspetti positivi della personalità. Egli
scoprì che gli individui sani sono spinti verso l'autorealizzazione, un processo di
«continua realizzazione di potenzialità, capacità, talenti, come adempimento di
una missione, come una totale conoscenza e accettazione dell'intrinseca natura
della persona, come una tendenza sempre più forte verso l'unità, l'integrazione o
la sinergia all'interno della persona».
Egli, quindi, privilegia la prevenzione, intesa come possibilità di promuovere
l’evoluzione delle personalità sane, evitando l’insorgere di patologie.
Secondo Maslow, l’uomo è di natura buona, così come sono buoni i suoi bisogni
fondamentali, i suoi sentimenti, le sue capacità. La sua evoluzione individuale
inizia nei primi anni di vita e non ha mai termine: concezione ottimistica secondo
cui, quindi, un approccio al bambino in “positivo” facilita la sua “natura buona”,
creando attorno a lui un clima di fiducia e libertà. Le caratteristiche riscontrate da
Maslow negli individui autorealizzati, e di cui un buon insegnante e genitore
deve favorire lo sviluppo nei propri alunni/figli per una sana crescita sono: la
percezione realistica degli individui e dell’ambiente, l’accettazione di sé, degli
altri, della natura, spontaneità, sincerità, naturalezza, capacità di “problem
solving”, godimento della compagnia degli altri ma anche della solitudine,
autonomia, indipendenza, umorismo, creatività, originalità, carattere
democratico, equilibrio morale e la capacità di cogliere aspetti nuovi nella realtà
e vivere intensamente ogni esperienza.
Gli individui autorealizzati percepiscono, quindi, la realtà con maggiore efficacia
rispetto agli altri e sono più a loro agio all'interno di essa. Giudicano
correttamente ed efficacemente le esperienze, la gente e le cose. Hanno la
capacità di essere obiettivi riguardo allo loro stesse forze, possibilità e limiti.
In sintesi, riescono ad accettare se stessi, gli altri e la natura.
Il significato della loro vita è l'autodeterminazione, la padronanza di sé, e l'essere
attivi, responsabili, autodisciplinati e in grado di decidere.
Una convinzione piuttosto particolare di Maslow è che, appunto, gli individui
autorealizzati abbiano spesso esperienze mistiche o «eccezionali», o periodi di
intense emozioni in cui trascendono l'io, e alla fine l'esperienza termina con la
convinzione che sia accaduto qualcosa di estremamente importante e valido,
esperienza che trasforma e fortifica la persona. Questo aspetto potrebbe
avvicinarsi in un certo qual modo alla psicologia transpersonale.
Il termine “democratici” si riferisce al senso più profondo del termine: gli
individui autorealizzati ritengono che sia possibile imparare qualcosa da
chiunque. Sono umili nel senso che sono consapevoli di quanto poco sanno in
confronto a quello che si potrebbe sapere e a quello che gli altri conoscono.
Il concetto di senso dell'umorismo, invece, si riferisce ad un umorismo riflessivo,
intrinseco alla situazione e spontaneo, senza tracce di ostilità.
E’ possibile, quindi, insegnare ad autorealizzarsi?
Nella presentazione della sua metodologia di ricerca Maslow ci dice che i
soggetti da lui scelti come esempi di individui “autorealizzati” erano persone che
facevano pieno uso delle proprie capacità, dei propri talenti e delle proprie
potenzialità”: erano, pertanto persone i cui bisogni fondamentali erano gratificati.
A questo punto non si può non accennare ad un altro importante aspetto della
teoria di Maslow: la gratificazione dei bisogni fondamentali. Secondo Maslow il
comportamento umano è diretto e motivato, al di là delle particolari differenze
culturali, dai bisogni fondamentali comuni a tutti gli esseri umani disposti in una
gerarchia di importanza (piramide dei bisogni). Essi si traducono in motivazioni
all’agire, sono dei mezzi per raggiungere la piena realizzazione di sé.
La gerarchia dei bisogni secondo Maslow è la seguente:
• I bisogni fisiologici: sono i tipici bisogni di sopravvivenza funzionali al
mantenimento fisico dell'individuo. Secondo Maslow ogni bisogno primario
serve da canale e da stimolatore per qualsiasi altro bisogno. Nelle nostre moderne
civiltà occidentali il problema della sopravvivenza è diventato una acquisizione
stabile e duratura, per cui sono i bisogni di più alto livello ad essere al centro
dell'attenzione.
• I bisogni di sicurezza: i bisogni di appartenenza, stabilità, protezione e
dipendenza giocano un ruolo fondamentale soprattutto nel periodo evolutivo,
infatti problemi riguardanti il soddisfacimento di questo bisogno durante le fasi
critiche dello sviluppo possono preludere a problematiche anche profonde nell'età
adulta. Anche questi danno forma ad alcuni comportamenti tipici, soprattutto di
carattere sociale. La stessa organizzazione sociale che ogni comunità si dà a
seconda della propria cultura è un modo di rendere stabile e sicuro il percorso di
crescita dell'individuo.
• I bisogni di affetto: questa categoria di bisogni è fondamentalmente di natura
sociale e rappresenta l'aspirazione di ognuno di noi a essere un elemento della
comunità sociale apprezzato e benvoluto.
• Il bisogno di stima: anche questa categoria di aspirazioni è essenzialmente
rivolta alla sfera sociale e ha come obiettivo quello di essere percepito dalla
comunità sociale come un membro valido, affidabile e degno di considerazione.
Spesso le autovalutazioni o la percezione delle valutazioni possono differire
grandemente rispetto al loro reale valore.
• Il bisogno di autorealizzazione: si tratta di un'aspirazione individuale a essere
ciò che si vuole essere e sfruttare a pieno le nostre facoltà mentali, intellettive e
fisiche in modo da percepire che le proprie aspirazioni sono congruenti e consone
con i propri pensieri e con le proprie azioni. Non tutte le persone nella nostra
società riescono a soddisfare tutte e a pieno le loro potenzialità, infatti
l'insoddisfazione sia sul lavoro che nei rapporti sociali è un fenomeno molto
diffuso. L' autorealizzazione richiede caratteristiche di personalità, oltre che
competenze sociali e capacità tecniche, molto particolari.
Un grande vantaggio che la teoria di Maslow ci offre è quello di fornirci un
fondamento logico per guardare le persone “problematiche” semplicemente come
persone con bisogni insoddisfatti, senza per questo doverle giudicare “cattive” o
“pericolose”.
Dalle formulazioni teoriche e dalle ricerche di Maslow ci si pone l’interrogativo
di come genitori ed insegnanti debbano, quindi, porsi in relazione con il ragazzo
per aiutarlo a crescere sano.