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Il modello dello sviluppo della clessidra triangolata teorizzata da Gallahue e
colleghi, cerca di integrare la prospettiva descrittiva, che analizza le diverse
fasi e stadi dello sviluppo, con quella interpretativa che cerca di spiegare e
analizzare il comportamento motorio attraverso un approccio sistemico. La
metafora della clessidra triangolata si presenta come un dispositivo euristico e
al tempo stesso una metafora concettuale, che ci fornisce alcune linee guida
generali per descrivere e spiegare i comportamenti motori. Il gruppo di studiosi
paragona l’individuo a una clessidra al cui interno scorre “l’essenza della vita”,
rappresentata dalla sabbia. Ciò che alimenta il flusso di sabbia è costituito da
due grandi contenitori: il secchiello dei fattori ereditari, che include al proprio
interno le componenti genetiche e il secchiello dei fattori ambientali, che fa
riferimento agli stimoli culturali e contestuali ai quali l’individuo è sottoposto
lungo il corso della vita. La metafora di Gallahue sottolinea l’importanza
dell’adozione di uno stile di vita salutare in età adulta per prevenire le malattie
e predisporre l’organismo a limitare i processi degenerati dovuti
all’invecchiamento, quasi come per rallentare al meglio tale processo. Il
processo di sviluppo è dinamico (non – lineare), soggetto alle continue e
mutevoli condizioni del contesto ambientale. La clessidra simbolicamente si
sviluppa nel tempo e nello spazio enfatizzando la dimensione
multidimensionale del modello, che assembla il dominio motorio, quello
cognitivo e quello affettivo-relazionale. Lungo il nostro percorso di vita
dall’infanzia all’adolescenza fino alla vita adulta i tre domini interagiscono tra
loro e a loro volta agiscono sull’individuo stesso e sul contesto.
Le fasi dello sviluppo secondo il modello della clessidra triangolata
È possibile osservare le differenze di sviluppo del comportamento motorio:
Osservare i cambiamenti, i diversi adattamenti che avvengono nei processi
(forme) e nei prodotti (risultati). Lo sviluppo motorio riguarda l’apprendimento
finalizzato al miglioramento del controllo ed efficienza del movimento. È
caratterizzato da 4 fasi prevedibili:
1. Fase dei movimenti riflessi (0-1 anno) i riflessi sono involontari.
Questi movimenti sono anche l’inizio delle connessioni e relazioni tra
meccanismi nervosi e il corpo: Riflessi primitivi e Riflessi posturali
2. Fase dei movimenti primitivi (0-2 anni) è la prima forma di
movimenti volontari, suddivisi in due stadi: stadio di inibizione dei riflessi
e stadio del pre-controllo.
3. Fase dei movimenti fondamentali (2-7anni) È la fase in cui
sperimentare, scoprire come eseguire una varietà di movimenti posturali,
di locomozione e di manipolazione prima in modo isolato e poi in
combinazione tra loro. Gli stadi di sviluppo di questa fase sono tre: Stadio
iniziale (caratterizzato dalla mancanza di controllo o dall’utilizzo
improprio delle diverse sequenze di movimento); Stadio emergente
(miglior controllo); Stadio maturo (è caratterizzato da efficienza
meccanica, coordinazione e maggiore controllo nelle prestazioni).
4. Fase dei movimenti specializzati (7 anni- età adulta) La fase dei
movimenti specializzati è suddivisa in tre stadi:
- Stadio di transizione (dal 7°- 8° anno di età)
- Stadio di applicazione (dal 13°-14° anno di età)
- Stadio di utilizzo per tutta la vita.
I vincoli della triade di Newell (1986) sono: individuo, compito e ambiente.
Le capacità motorie
Le capacità motorie influenzano l’intensità e la qualità di risposta all’ambiente.
Secondo la classificazione proposta da Gundlach, è opportuno suddividere le
Le capacità condizionali
capacità motorie in condizionali e coordinative.
determinano la durata, la quantità e l’intensità della risposta motoria e sono
influenzate dai processi metabolici che conducono alla produzione di energia.
Le capacità coordinative sono invece determinate dai processi che organizzano,
controllano e regolano il movimento e dipendono dal grado di maturazione del
sistema nervoso centrale e periferico. Determinano il tipo e la qualità della
risposta e sono a loro volta suddivise in capacità coordinative generali speciali.
La capacità di reazione può essere definibile come quella che ci consente, dato
uno stimolo, di reagire motoriamente ad esso il più velocemente possibile. Essa
è utilizzata non solo nelle attività sportive, ma anche nella gestione e
nell’organizzazione automatizzata e volontaria della motricità usuale dell’uomo.
Si compone di un tempo totale (TT) identificabile come quello necessario per
percepire, identificare, elaborare uno stimolo esterno e rispondere
motoriamente, ed ha due componenti parziali che sono il tempo di reazione
(TR) ed il tempo di movimento (TM). Alcuni studiosi operano una ulteriore
suddivisione del TR in due componenti parziali, come il TRP, o tempo di
reazione premotorio, e coincidente con i tre stadi di elaborazione
dell’informazione sopracitata, ed il TRM, o tempo di reazione motorio, che
indica l’inizio dell’attività neuromuscolare anticipatoria della fase motoria, e
dovrebbe coincidere con la velocità di conduzione dello stimolo nervoso.
Il tempo di reazione viene influenzato anche dall’identificazione dello stimolo
esterno, vale a dire dal grado di attenzione focalizzata verso quello stimolo che
l’uomo è in grado di attivare.
Quando vi può essere una elaborazione efficace di più stimoli esterni nei tre
stadi di elaborazione dell’informazione? Sembra che la risposta sia positiva per
il primo stadio, quello della identificazione dello stimolo, mentre lo sia di meno
nel momento di selezione ed in quello di programmazione della risposta.
Attraverso la teoria dell’elaborazione parallela molte ricerche hanno dimostrato
che due o più flussi di informazione possono entrare contemporaneamente nel
sistema attentivo ed essere elaborati nello stesso istante. In particolare, gli
esperimenti con il compito di Stroop hanno dimostrato che quando due stimoli
sono tra loro contrastanti fanno aumentare i tempi di elaborazione della
risposta. Sono chiamati effetto Stroop quei risultati sperimentali che
dimostrano come l’elaborazione parallela possa esistere ma aumenti i tempi di
elaborazione e quindi anche quelli di risposta, specie se le informazioni
afferenti non sono tra loro coerenti. Nel momento della selezione della risposta
due sono i meccanismi principali per coordinare due azioni contemporanee:
1. L’elaborazione controllata
2. L’elaborazione automatizzata
La differenza sta nel fatto che la prima è lenta, richiede attenzione, mentre la
seconda è il frutto dell’apprendimento motorio basato sulla ripetizione
dell’esercizio e sull’allenamento, è veloce, non richiede attenzione, le eventuali
competizioni tra i compiti non interferiscono sul gesto, è parallela e quindi
consente di scegliere e controllare agevolmente più compiti.
Secondo Terniss e Riveno l’equilibramento è un processo percettivo-motorio,
mediante il quale il corpo si mantiene in equilibrio. Tale processo non richiede
solo un aggiustamento posturale anti-gravitario (devoluto all’apparato
vestibolare) ma anche di una costante informazione sensoriale. Possiamo
dunque definire la capacità di equilibrio come quella che ci consente,
attraverso aggiustamenti riflessi, automatizzati o volontari di mantenere una
posizione statica o di eseguire un movimento senza cadere anticipando o
reagendo prontamente ai possibili fattori di squilibrio. Distinguiamo due tipi di
equilibrio: l’equilibrio statico ovvero la capacità del corpo o di un suo segmento
di mantenere una posizione statica e l’equilibrio dinamico o la capacità di
mantenere, durante la gestualità e le traslocazioni, i segmenti corporei in una
condizione di stabilità. Lo studioso americano Nasher ne ha studiati quattro:
- Lo spostamento degli arti superiori e del tronco, controlateralmente alla
direzione dello squilibrio
- Lo spostamento di un arto inferiore nella direzione dello squilibrio
- La cosiddetta compensazione d’anca ossia la flessione o l’estensione del
busto in direzione dello squilibrio e la traslazione del bacino in senso
opposto
- La cosiddetta compensazione di caviglia ossia la flessione dorsale o
plantare della caviglia
La capacità di accoppiamento e combinazione dei movimenti permette di
integrare efficacemente in un’unica struttura motoria i movimenti parziali o
segmentari secondo i criteri temporali di successione e/o di simultaneità. Il
risultato di questa combinazione dà luogo a risposte complesse e globali. La
funzione di questa capacità è dunque quella di ordinare e collegare tutti gli atti
parziali che concorrono alla progettazione ed all’esecuzione di un’azione che, in
questo modo, può raggiungere l’obiettivo per cui è stata pensata. Le più
semplici abilità motorie di base (camminare, correre, lanciare, afferrare, saltare
ecc.) ed i più complicati gesti sportivi sono il risultato di una combinazione
quantitativa e qualitativa di movimenti parziali. Un gesto o un atto motorio sarà
tanto più difficile da combinare e da eseguire in dipendenza di questi fattori:
Numero degli atti parziali da combinare A parità delle altre condizioni è
più semplice un gesto che richiede la combinazione di due soli atti
parziali che non un numero maggiore.
Numero di accoppiamenti contemporanei e/o successivi degli atti
parziali minore è il numero delle associazioni contemporanee e delle
successioni tanto più è semplice l’esecuzione globale del gesto
Esperienze passate analoghe di combinazione e grado di
automatizzazione del gesto combinato. È più semplice l’esecuzione
automatizzata di gesti combinati che contengono un numero elevato di
movimenti segmentari e di accoppiamenti rispetto ad un gesto che ne
richiede pochi ma viene eseguito per la prima volta e quindi in situazione
di elaborazione/esecuzione controllata
Tipologie di combinazione:
- Combinazione parziale ed indipendenza segmentaria Interessa la
combinazione di movimenti parziali tra alcune parti del corpo (arti
inferiori, arti superiori, tronco, bacino, capo). Può definirsi associata
quando, almeno per gli arti, le parti si muovono sullo stesso piano, nella
stessa direzione ed allo stesso ritmo esecutivo
- Combinazione globale Definiamo di combinazione globale quelle azioni
motorie che interessano il nostro cor