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Educare al nido. Metodi di lavoro nei servizi per l'infanzia
E. Catarsi- A. Fortunati, Educare al nido. Metodi di lavoro nei servizi per l'infanzia, Roma, Carocci, 2004 Recensione di Cristina Luiza Badulescu Enzo Catarsi, noto professore di Pedagogia Generale alla Facoltà di Scienze della Formazione dell'Università di Firenze e direttore del dipartimento di Scienze dell'educazione e dei processi formativi della stessa università, e Aldo Fortunati, presidente del Centro di Ricerca e Documentazione sull'Infanzia "Bottega di Geppetto" del Comune di San Miniato, si propongono di approfondire in questo libro le problematiche dell'asilo nido e dei servizi per l'infanzia italiani per offrire una guida a tutte le persone interessate a lavorare con i bambini. Il volume è diviso in tre parti: la prima presenta le politiche educative che si sono succedute in Italia e la nascita e lo sviluppo dei servizi per l'infanzia, mentre la seconda parte esamina gli elementi metodologici del lavoro.Nell'asilo nido con i suoi aspetti essenziali: la programmazione, la valutazione, l'osservazione e la documentazione. Nell'ultima parte, più pratica, vengono descritte delle esperienze educative fatte con i bambini nei servizi per l'infanzia.
L'asilo nido, inteso come istituzione psico-pedagogica e non solo di cura, è una conquista recente. Lo Stato italiano si è storicamente disinteressato alle istituzioni per l'infanzia che sono state realizzate e gestite dai privati, specialmente dai vari ordini religiosi, perché l'identità infantile non veniva riconosciuta con le sue competenze e potenzialità.
Oggi c'è una nuova consapevolezza del bambino attivo e protagonista della sua crescita, consapevolezza che promuove una nuova prospettiva educativa. Quindi, i servizi per l'infanzia hanno preso avvento e si sono diversificati. Anche se ancora insufficienti, offrono varie alternative ai bambini e ai genitori.
in termini di qualità, orario giornaliero, calendario annuale, proposte educative e sostegno per i genitori, nonostante la grande disomogeneità territoriale: i servizi crescono e si sviluppano sempre nelle aree più avvantaggiate economicamente. Ci sono gli asili nido ma anche i servizi integrativi al nido, come gli spazi gioco, i centri dei bambini e delle famiglie e i nidi domiciliari. Gli autori propongono la "gestione sociale" del nido, vista come aspetto importante dell'innovamento della società e dove partecipano i genitori insieme alle educatrici, ma anche l'amministrazione e la società. L'asilo nido può diventare una risposta all'educazione familiare, valorizzando e stimolando la partecipazione dei genitori come soggetti proattivi nello sviluppo dei figli. Così, il lavoro con i genitori potrà migliorare anche i risultati del bambino, visto che tante teorie sostengono, ma anche la pratica lo dimostra, che.i buoni rapporti tra educatori e genitori ma anche le buone relazioni affettive genitori-figli portano a un buon successo scolastico e a un buon sviluppo socio-emotivo del bambino. Colei che sa gestire la relazione con i genitori è l'educatrice, figura professionale che arricchisce la cultura scientifica con il sapere pratico, che ha competenze varie, da quelle psico-pedagogiche, a quelle tecnicoprofessionali, a quelle metodologiche e riflessive. L'educatrice è un'esperta che rassicura i genitori sulle loro capacità di educare i figli facendoli riflettere sui propri stili educativi, stabilisce con loro un rapporto di fiducia e gli aiuta a superare i sensi di colpa. Nella seconda parte del volume, gli autori mettono l'attenzione sugli elementi metodologici peculiari al lavoro nell'asilo nido. La programmazione dei servizi è importante per fissare la direzione delle attività che favoriscono lo sviluppo di competenze cognitive e di.Abilità sociali senza essere rigidi ma lasciando spazio ai bisogni dei bambini e alle loro scoperte. La programmazione unisce il momento propositivo degli educatori con quello casuale dei bambini con l'aiuto dell'educatrice che ha un ruolo di regista e non di trasmettitore di conoscenze. Una grande attenzione si mette sull'ambientamento dei bambini, partendo proprio dal termine: non è più un "inserimento", come dieci anni fa, quando si sottovalutavano le competenze dei bambini e l'educatrice era l'unica figura di riferimento. Con l'ambientamento il bambino viene inserito in piccoli gruppi in cui la stessa educatrice fa da riferimento solo per le prime settimane e il nido è guardato come un sistema di riferimento dove la routine ha una grande importanza come elemento stabilizzante e contenitivo. L'educatrice è una guida che lascia spazio alla spontaneità del bambino e lavora insieme a un gruppo di altre educatrici.
collaborando e organizzando gli ambienti e le esperienze. Secondo gli autori del volume, la verifica dovrebbe essere integrata con la valutazione, specialmente al nido, per dare spazio all'esperienza e alla personalità globale del bambino, permettere l'attenzione sulle competenze relazionali, sociali e affettive e non solo sulle conoscenze. Altri aspetti importanti sono quelli dell'osservazione e della documentazione delle esperienze dei bambini che permettono di evidenziare gli aspetti più caratteristici dello sviluppo di ciascun bambino. Nell'ultima parte del volume, le educatrici di alcuni servizi per l'infanzia toscani descrivono le attività e i progetti proposti ai bambini, come i lavori di laboratorio dove i bambini hanno potuto manipolare in modo autonomo diversi materiali, i giochi di carta, il collage, il gioco in cucina che ha permesso di impasticciare e di preparare delle vere ricette, il gioco con i burattini che ha coinvolto anche igenitori e i nonni e non solo le educatrici e i bambini, il disegno che ha permesso ai bambini di esprimere liberamente la loro creatività e la loro immaginazione, la lettura.