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COPAYMENT E ACCESSO AI SERVIZI SANITARI IN ITALIA
L'assicurazione in sanità
La domanda di prestazioni sanitarie e farmaceutiche è conseguenza del bisogno di salute, amaladefinizione di questa spessa al professionista sanitario. I bisogni sono fattori incerti che non permettono di anticipare la malattia o i costi che ne derivano. Per poter tutelare un buono stato di salute si sono costituite coperture assicurative sulla salute distinguibili tra private e pubbliche. La causa principale delle inefficienze nel mercato assicurativo è l'asimmetria informativa tra compagnie assicurative e gli assicurati. I principali fallimenti sono la selezione avversa e l'azzardo morale. L'asimmetria informativa tra i soggetti principali del mercato assicurativo provoca inefficienze gravi all'interno di questo come problemi di equità, l'effetto SID ed il prolungamento dei tempi di attesa. I principali strumenti di compartecipazione
L'attivazione
modo significativo in molti paesi, rappresentando una parte sempre più rilevante del bilancio sanitario. Al fine di contenere questa spesa, molti paesi hanno introdotto schemi regolatori di compartecipazione nel mercato farmaceutico e dei servizi sanitari. Uno dei principali schemi regolatori è il "copayment", che prevede l'applicazione di una percentuale sul prezzo dei prodotti farmaceutici in base al reddito del paziente. Questo schema rende l'individuo più responsabile nei consumi, in quanto deve contribuire finanziariamente all'acquisto dei farmaci. Un altro schema regolatore è il "reference pricing", che stabilisce un limite massimo di rimborso per i prodotti farmaceutici, tenendo conto delle classi di equivalenza. Questo schema spinge i pazienti a orientarsi verso prodotti analoghi con prezzi più bassi, contribuendo così al contenimento della spesa. Inoltre, l'uso dei farmaci generici può essere incentivato attraverso campagne di informazione o rendendo obbligatoria la sostituzione del farmaco di marca con il farmaco generico. I farmaci generici hanno un prezzo più basso rispetto ai farmaci di marca, contribuendo quindi al contenimento della spesa farmaceutica. Lo studio "CO-payment and the demand for pharmaceuticals: Evidence from Italy" condotto da Fiorio e Siciliani analizza l'effetto del copayment sulla domanda di farmaci in Italia. I risultati dello studio mostrano che l'introduzione del copayment ha effettivamente ridotto la domanda di farmaci, soprattutto per i pazienti con redditi più bassi. In conclusione, l'implementazione di schemi regolatori di compartecipazione nel mercato farmaceutico e dei servizi sanitari è necessaria per contenere la spesa senza compromettere l'efficacia delle cure. Il copayment, il reference pricing e l'uso dei farmaci generici sono strumenti efficaci per raggiungere questo obiettivo.Molti paesi OCSE. In particolare, la spesa media farmaceuticanell'ambito dei paesi OCSE è aumentato dall'1% del PIL nel 1990 al 1,45% nel 2007. Essa rappresenta una parte sostanziale di spesa sanitaria totale, circa il 17% nel 2007 in tutti i paesi OCSE.
I politici spesso sostengono che l'introduzione di un aumento copayments sia una possibile soluzione per la riduzione della spesa farmaceutica. Questa politica ha due vantaggi principali: (1) riduce l'azzardo morale da parte die pazienti incoraggiando l'acquisto di farmaci oltre la reale necessità; (2) risolleva le entrate dello stato.
Questo studio sfrutta un esperimento naturale in Italia per stimare la domanda di prodotti farmaceutici conseguentemente a variazioni nei livelli di copayment. Dopo un periodo in cui il livello di copayment è stato azzerato da una legge nazionale, la decisione sull'inserimento dei copayments è stata devoluta alle regioni italiane. Mentre alcune
Alcune regioni hanno reintrodotto il copayment, altre non lo hanno ancora fatto. Gli autori trovano che un aumento nel copayment di un euro diminuisce il numero pro capite di prescrizioni del 4% mentre la spesa farmaceutica pubblica del 3,4%.
Il caso italiano: Con il D.lgs 484/1978 si introduce il ticket. Il D.lgs 388/2000 abolisce il ticket; comporta un aumento significativo (18,7%) della spesa farmaceutica e per la prestazione dei servizi sanitari a carico del SSN e del consumo di farmaci in tutte le regioni. Successivamente il D.lgs 405/2001 prevede la regionalizzazione delle fonti di finanziamento della sanità: nelle regioni che hanno reintrodotto il ticket si registra un aumento del consumo di farmaci fortemente minore rispetto alle regioni che non hanno reintrodotto la compartecipazione.
Il cost sharing a livello internazionale: Domanda di servizi: si riscontra una riduzione del numero delle visite mediche in seguito ad un aumento della percentuale di copayment, facendo così
diminuzione dei costi dei servizi. In questo contesto, è importante considerare il tema dell'equità: lo strumento del cost sharing deve assicurare a tutti l'accessibilità ai servizi, per evitare che la persona ne riduca l'utilizzo al punto di peggiorare il proprio stato di salute e di non potersi permettere le cure. Domanda di farmaci: si osserva una riduzione della spesa e dell'utilizzo dei medicinali come effetto immediato all'aumento del copayment. Questo ha portato in molti casi all'interruzione della cura o al fenomeno dello "switching" del farmaco con uno che sia coperto. Un ruolo importante nella progettazione di questo tipo di politiche è ricoperto dai criteri di rimborso, quelle in cui è presente ottengono risultati più efficaci. Il consumo dei farmaci in Italia: L'obiettivo dello studio consiste nell'osservare le variazioni che si sono verificate per il consumo di farmaci successivamente alla diminuzione dei costi dei servizi.reintroduzione del ticket in alcune regioni italiane.
I dati si riferiscono a due periodi: il periodo che precede il 2000 in cui il ticket è presente in tutte le regioni, ed un periodo successivo al 2000 in cui solo alcune regioni hanno deciso di reintrodurre il ticket in seguito al D.lgs 405/2001.
Il metodo di stima utilizzato è il Difference in Difference che pone a confronti, in due periodi diversi, due gruppi di individui appartenenti allo stesso campione al fine di individuare l'effetto della politica.
Gruppo trattato: composto dalle regioni che non hanno reintrodotto il ticket.
Gruppo di controllo: composto dalle regioni che hanno reintrodotto il ticket.
Per quanto riguarda le singole regioni, si considera l'arco temporale 2001-2011, il quale è stato suddiviso in tre sotto periodi (2001-2004, 2005-2007, 2008-2011) sulla base delle fluttuazioni del ticket osservate sui dati a livello nazionale.
Si è osservato che il triennio 2008-2011 è
Caratterizzato da un’incidenza del ticket sulla spesa lorda di gran lunga superiore ai precedenti sotto periodi, tale risultato è dovuto al fatto che molte regioni hanno dovuto applicare un piano di rientro.
Per quanto riguarda il livello di copayment nelle diverse regioni italiane si può dire che il livello nel 2011 era circa zero in tutte le regioni italiane. Nel 2003, Piemonte, Lombardia e Liguria hanno introdotto un copayment di più di 2 euro; la provincia autonoma di Bolzano, Veneto, Puglia, Calabria e Sicilia hanno scelto un copayment di circa 2 euro; mentre Lazio e Molise hanno fissato un copayment ad un euro in media per prescrizione. Le regioni rimanenti lo hanno lasciato a circa zero.
Dati utilizzati
I dati sono forniti da Federfarma, la federazione italiana di 15.500 farmacie. Essi comprendono le informazioni su tutti i prodotti farmaceutici che i pazienti non pagano allo sportello (qualche rara eccezione è possibile), che sono rimborsati alle.
farmacie dal SSN (farmaci di classe A). Non ci sono informazioni su prodotti farmaceutici completamente pagati dalla clientela (prodotti farmaceutici classe C), né di farmaci di classe A che i pazienti decidono di pagare autonomamente. I dati Federfarma vengono forniti per regione a frequenza mensile. Gli autori hanno a disposizione dati per le 21 regioni da gennaio 1996 a marzo 2007.Statistiche descrittive
Vi è una grande variabilità nel tempo e nelle regioni. Le prescrizioni medie pro capite mensili sono 0,62 nel 2001/2003. La spesa pubblica pro capite è di circa 16 euro. Il copayment è in media 0,44 euro. Le variabili farmaceutiche hanno forte stagionalità, infatti le prescrizioni sono inferiori durante l'estate.Modello Econometrico
Gli autori stimano un modello lineare utilizzando dei dati panel della seguente forma:- yitm misura il numero di prescrizioni pro capite per regione i nell'anno t durante il mese m.
- T indica la dummy variabile
modelli vengono stimati considerando come variabile dipendente la spesa pubblica farmaceutica pro capite. I risultati mostrano che la spesa pubblica media delle regioni che hanno introdotto il copayment è di 0,60-0,72 euro più piccola rispetto alle regioni senza copayment, come ci si poteva aspettare.
Le regioni che hanno introdotto una riduzione del copayment hanno subito un aumento nel numero di prescrizioni pro capite di 3,9%-3,1%, inoltre le stesse hanno avuto un aumento nella spesa farmaceutica pro capite di circa 1,9 - 1,8 euro.
conclusione, In gli autori hanno analizzato l'effetto del copayment sulla domanda di prescrizioni sfruttando un esperimento naturale tra le regioni italiane. Utilizzando un approccio differenza-in-differenza su dati mensili regionali per gli anni 2001 e 2003, gli autori trovano che un aumento nel livello di copayment da un euro riduce il numero pro capite di prescrizioni del 4% mentre la spesa pubblica del 3,4%. Inoltre, gli autori mostrano che,
quando nel 2006 alcune regioni hanno ridotto (ma non rimosso) il copayment, una riduzione da un euro aumenta il consumo pro capite di 3,4% e la spesa farmaceutica del 4,9%.
Dal punto di vista di policy, una variazione nel livello di copayment provoca degli effetti non del tutto trascurabili. Quindi la variazione del copayment potrebbe essere uno strumento efficace per contenere un eccessivo consumo di farmaci e la spesa conseguente.
Evoluzioni del ticket: il SUPERTICKET
La legge finanziaria n. 111 del 15/07/2011 ha stabilito un'importante novità in tema di sanità ovvero l'introduzione di 10 euro di ticket su ogni ricetta per prestazioni di diagnostica e specialistica.
Il nuovo superticket imposto dalla manovra ha incontrato delle forti resistenze da parte di alcune regioni che hanno espresso le loro posizioni nei confronti della norma ed applicato il ticket in modo differente. È infatti consentito alle regioni trovare altre forme di compartecipazione.
Purché siano concordate con il governo.
Le regioni hanno preso posizioni diverse rispetto a tale manovra.