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L'oggetto di studio dell'economia pubblica
L'oggetto di studio dell'economia pubblica, o scienza delle finanze, è il settore pubblico che si identifica con lo Stato nazionale il quale, secondo le teorie politiche ancora prevalenti, si caratterizza per il monopolio della forza, cioè per la capacità di attuare con la coazione sul suo territorio le decisioni prese. Seguendo questa impostazione, il settore pubblico è un meccanismo di allocazione (distribuzione) delle risorse non di mercato in grado di imporre con la coazione l'applicazione delle regole stabilite. La coazione non è però la caratteristica distintiva del settore pubblico. Gli Stati, soprattutto quelli democratici, non vogliono e non possono imporre le loro decisioni con la sola forza. L'attenzione è invece posta sulla ricerca del consenso, cioè sul tentativo di indurre i cittadini ad attuare spontaneamente i comportamenti che si desiderano. Le dimensioni del settore pubblico possono essere
Misurate in diversi modi. L'indicatore più usato è il rapporto fra la spesa pubblica (G) e il prodotto interno lordo (PIL). Generalmente l'importanza del settore pubblico è correlata alla ricchezza dei Paesi. Di conseguenza nei paesi in via di sviluppo il peso del settore pubblico è più contenuto che nei paesi ricchi. Sono tre i più rilevanti settori di spesa: difesa, salute e istruzione. Il settore pubblico presenta una struttura molto complessa e nella maggior parte dei Paesi è articolato in diversi livelli di governo. In Italia ad esempio in:
- Governo, o Stato centrale;
- Regioni;
- Enti locali, a loro volta articolati in Provincie e Comuni.
Ogni livello di governo è a sua volta formato da diversi tipi di organizzazione. Le funzioni del settore pubblico sono tre: stabilizzazione, allocazione e redistribuzione. La funzione di stabilizzazione è collegata all'attenuazione delle fluttuazioni del reddito.
La funzione pubblica può essere attuata attraverso il bilancio pubblico, cioè attraverso manovre di entrate e di spese. La funzione di allocazione riguarda l'utilizzo delle risorse e consiste nella produzione e messa a disposizione dei cittadini di beni e servizi, quali difesa, giustizia e ordine pubblico, ad opera di enti di governo a carattere generale quali i ministeri e le agenzie pubbliche, oppure nella regolamentazione dei mercati. Con la regolamentazione, il settore pubblico detta le regole alle quali le imprese e le persone devono attenersi. La funzione allocativa è indubbiamente la più importante: infatti, gli apparati e le burocrazie pubbliche si sono sviluppate soprattutto a questo fine. La funzione di ridistribuzione è invece volta a correggere la distribuzione del reddito e della ricchezza dei cittadini. L'esistenza di uno Stato o, più in generale, di un'organizzazione pubblica obbliga allo svolgimento di alcune funzioni.
essenziali: i servizi pubblici di tipo istituzionale. Quando il settore pubblico si limita a fornire questi servizi, che sono le attività necessarie per garantire la difesa dell'organizzazione politica contro le aggressioni esterne, contro le insurrezioni e i disordini interni, attività volte alla protezione dei contratti e della distribuzione esistente dei diritti individuali e di proprietà, e attività necessarie per la protezione dei cittadini contro le calamità naturali, abbiamo lo "Stato minimo". Lo "Stato di mezzo", invece, fornisce, in aggiunta a quelli forniti dallo Stato minimo, anche servizi essenziali per il benessere dei cittadini, come l'istruzione e la salute. E nella funzione redistributiva interviene garantendo protezione alle famiglie povere e creando reti di assistenza alle fasce più deboli e a rischio. Vi è poi lo "Stato interventista", che si guadagna questa qualificazione.perl'ampliamento della gamma di funzioni prestate. Il funzionamento efficiente del mercato presuppone costi di transizione ridotti, un livello sufficiente di concorrenza tra le imprese, assenza di esternalità e adeguata informazione e prontezza degli operatori nell'adeguarsi alle nuove situazioni. Quando questi presupposti non ci sono, o ci sono in modo inadeguato, cioè quando il mercato non funziona o, come dicono gli economisti, fallisce, è necessario l'intervento pubblico volto alla correzione del mercato. In Italia il settore pubblico è piuttosto ampio. La percentuale attuale della spesa pubblica sul PIL situa l'Italia al di sopra sia della media europea che di quella dei Paesi OCSE, cioè dei Paesi industrializzati. L'Italia ha accumulato nel corso degli anni, ma soprattutto a partire dagli anni '80, un enorme debito pubblico, poiché è aumentata la spesa senza fare aumentare in maniera corrispondente le
entrate tributarie. In Italia si spende relativamente poco per la difesa e l'ordine pubblico, mentre si spende tanto per le pensioni. Siamo infine allineati agli altri Paesi europei per le spese riguardanti l'istruzione e la sanità.
Capitolo 2. I beni pubblici e i problemi dell'azione collettiva.
È possibile classificare i beni in base a due caratteristiche: la rivalità/non rivalità e l'escludibilità/non escludibilità. La prima caratteristica fa riferimento all'impossibilità o possibilità da parte di più persone di consumare contemporaneamente lo stesso bene. Es: una caramella è un bene rivale poiché il consumo da parte di una persona preclude il consumo di altri. Un segnale televisivo è invece un bene non rivale poiché l'uso di una persona non preclude l'utilizzo da parte di altre. Di conseguenza, quando c'è rivalità, l'aggiunta di uno o
più consumatori comporta un aumento del costo nella produzione del bene in questione, mentre, se non c'è rivalità l'aggiunta di uno o più consumatori è irrilevante sul costo di produzione. X = X + X + X + ... + X se il bene è rivale 1 2 3 n X = X = X = X = ... = X se il bene non è rivale 1 2 3 n Dove X è la quantità totale disponibile di un certo bene e X sono le quantità consumate da n individui. La seconda caratteristica, la non escludibilità, si sostanzia nella difficoltà o impossibilità per il produttore di un bene di escludere gli altri dai benefici di tale produzione. Combinando queste due caratteristiche, rivalità/non rivalità ed escludibilità/non escludibilità, otteniamo quattro gruppi di beni: i beni pubblici, i beni di clubs, i beni di proprietà comune e i beni privati. Beni pubblici. Quando un bene è caratterizzato dalla nonrivalità nel consumo e dalla non escludibilità dai benefici, esso viene definito bene pubblico e non vi è la possibilità che venga prodotto da un'impresa privata. La sua produzione avviene infatti tramite il settore pubblico. Tramite, cioè, un'organizzazione che ha la forza di coazione che permetta di far pagare con prelievi di tipo obbligatorio il costo di produzione e di distribuzione dei beni pubblici.
I beni privati. I beni privati, contrariamente a quelli pubblici, sono rivali ed escludibili e di norma sono prodotti dal settore privato. Solo in casi particolari vengono prodotti dal settore pubblico.
I beni di club. I beni di club sono beni escludibili e caratterizzati da un certo grado di rivalità. Ad esempio il consumo da parte di una persona di uno stadio o di un teatro riduce di poco il consumo da parte di altri individui. Sono beni che possono essere prodotti da privati, e quindi gestiti da clubs, come ad esempio una piscina o uno stadio.
o dal settore pubblico, come nel caso delle scuole e degli ospedali.
I beni di proprietà comune. Sono beni, che caratterizzati dalla rivalità e dalla non escludibilità, vengono utilizzati da più individui, rispetto ai quali si registrano difficoltà di esclusione e il cui consumo da parte di un attore riduce la possibilità di fruizione da parte di altri.
Ci sono poi i beni pubblici globali o regionali, che riguardano raggruppamenti di Stati che coprono varie aree del mondo. Questi beni sono prodotti dagli Stati nazionali. Le interazioni fra Stati relative alla produzioni di questo tipo di beni sono diverse rispetto a quelle tra individui per la produzione dei beni pubblici nazionali. Per studiare queste interazioni, la teoria economica ha sviluppato lo studio di una caratteristica molto importante dei beni pubblici: la tecnologia dell'aggregazione. Si tratta di una caratteristica che vale soprattutto per i beni pubblici globali, che fa riferimento
somma ponderata come Q = Σ(qi * wi), dove Q è la quantità totale del bene pubblico, qi sono i contributi individuali e wi sono i pesi associati a ciascun agente. La cooperazione tra gli agenti diventa quindi fondamentale per ottenere una quantità ottimale del bene pubblico. Gli agenti devono negoziare e concordare sui contributi individuali e sui pesi da assegnare a ciascun agente, in modo da massimizzare il beneficio collettivo. La tecnologia della somma ponderata permette di tener conto delle differenze di potere e di capacità di produzione tra gli agenti. Ad esempio, uno Stato con maggiori risorse economiche potrebbe contribuire di più rispetto ad uno Stato più piccolo o meno sviluppato. In conclusione, la cooperazione tra gli agenti diventa essenziale quando si utilizza la tecnologia della somma ponderata, in quanto non è possibile semplicemente sommare i contributi individuali. È necessario considerare i pesi e negoziare per ottenere una distribuzione equa e ottimale del bene pubblico.q ).Un esempio tipico di questo tipo di tecnologia è dato dalla ricerca contro le malattie. Presumibilmente, infatti, il Paese che eserciterà lo sforzo massimo per finanziare la ricerca sarà quello che otterrà i risultati migliori.