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Massimizzazione del profitto netto con l'imposta

I-conoscendo l'imposta, deve scegliere un livello di investimento nuovo che massimizzi il profitto netto: derivo rispetto al livello degli investimenti, la formula del profitto netto. Derivando e riordinando, la condizione di massimizzazione non cambia il livello degli investimenti. L'impresa dovrà pagare un prezzo (prelievo) ma non reagirà in alcun modo con gli investimenti (buon effetto imposta, non distorsivo).

Con una normativa che mi consente di dedurre solamente una quota del costo del finanziamento (P che non è uguale alla base imponibile). La base imponibile sarà aggiunta di una alfa (0<alfa<1: quota di deducibilità dell'investimento).

Se, come prima, scegliessi di massimizzare il profitto, il livello di investimento ottimale per l'impresa sarebbe I*. Se alfa<1, la mia impresa che deve soddisfare la condizione, aumenterà scala investimenti finché l'ultimo investimento fatto pagherà il costo del finanziamento.

L'impresa sideve fermare prima, non deve attivare investimenti poco redditizi, perché si può dedurre soltanto un pezzo del finanziamento fatto. È un disincentivo. 3. Modalità di finanziamento di tali investimenti (capitali di debito/capitale di rischio/capitale proprio (ritenzione utili: non li distribuisco) Quali sono le scelte che l'impresa può fare finanziando il proprio investimento? L'impresa può scegliere se utilizzare le proprie riserve, finanziandosi ad esempio con utili non distribuiti, oppure può affacciarsi sul mercato, raccogliendo fonti di finanziamento in due modi (finanziandosi a debito o con capitale di rischio, concedendo dividendi/plusvalenze agli azionisti). 33Le modalità con cui possono essere costruite le forme di tassazione potrebbero incentivare le imprese a spingere una o l'altra modalità di finanziamento, la scelta si fa confrontando i rendimenti con i costi di finanziamento. -Incentivo ascelta ramo "finanziamento con capitale di debito": I sistemi fiscali prevedono che ci sia deducibilità (almeno parziale) degli interessi passivi: ciò significa che l'azienda non pagherà tutte le tasse sugli interessi che deve corrispondere. La remunerazione degli azionisti, invece, non può essere portata in deduzione; imposte fatte così sono imposte distorsive: avrò spinta a indebitarmi, e non a raccogliere capitale di rischio (remunerazione coincide con la base imponibile su cui si applica l'aliquota). Quindi le imprese non vanno mai su capitale di rischio? No, perché la fiscalità è solo un aspetto che considerano le imprese, assieme a molti altri: es. il capitale di debito rende necessaria una remunerazione periodica (serve liquidità disponibile), mentre il capitale di rischio no (dividendi anche dopo anni). In Italia, troviamo uno storico incentivo all'indebitamento rispetto alla capitalizzazione.

(=forte sottocapitalizzazione delle imprese): il favorefiscale nei confronti del capitale di debito è uno degli elementi che hadeterminato una debolezza nel sistema delle imprese. Queste hanno unapporto squilibrato fra debito e attivi patrimoniali: ciò dipende dalla dimensionemedio-piccola delle imprese italiane che trovano sbocco immediato nel sistemabancario come fonte di finanziamento di debito e deriva dal diversotrattamento fiscale che ha favorito il finanziamento del debito, rispetto a quelloazionario.

Ultimi ’10-15 anni, alcuni interventi correttivi verso la neutralità: riduzionefavore fiscale riservato ai capitali di debito e aumento favore fiscale neiconfronti del capitale di rischio. (meccanismo ROL (limiti alla deducibilità degliinteressi passivi) + introduzione agevolazione ACE nel 2012(riduzione/eliminazione sfavore nei confronti del capitale di rischio)).

IRES: imposta sui profitti societari – caratterigenerali34Imposta personale

(colpisce redditi complessivi percepiti dalle società) o Diretta (colpisce il reddito, direttamente collegato alla ricchezza) o Proporzionale (t costante al 24%, è questa la differenza con l'Irpef) o Soggetti passivi: società di capitali (SPA; SAPA; SRL; S.COOP) ed enti pubblici e privati diversi dalla società per redditi sia nel territorio nazionale che in quello estero (omnicomprensione) – società non residenti nel paese (per solo reddito realizzato in territorio nazionale). (NB se tutti facessero così, probabile doppia tassazione che disincentiverebbe l'investimento all'estero, ma i paesi disincentivano questo attraverso trattati/accordi internazionali). Base imponibile: reddito complessivo percepito dai soggetti passivi evidenziati, sicuramente il reddito d'impresa rappresenta la categoria principale, ma non l'unica (es. investimento della società in BOT realizza redditi da capitale (interessi) che entrano

n° di giorni di utilizzo dell'anno solare. Per i beni immateriali, ilcoefficiente di ammortamento è del 20% annuo.tipo del bene che è ammortizzato: nell'ultimo anno, non posso utilizzare tutto il coefficiente da 0,3 perché mi è rimasto solo lo 0,25 da ammortizzare. IA/ IP/ D/ DW: sono spiegati sotto all'interno dell'elenco puntato  Criteri di determinazione reddito impresa ai fini Ires: molto simili ai quelli utilizzati ai fini Irpef: criteri simili ma ci sono delle differenze legate al trattamento degli interessi passivi – trattamento dei dividendi – trattamento delle plus/minusvalenze 1) Trattamento interessi passivi (2 regole)  Gli interessi passivi sono deducibili per l'Italia nei limiti della capienza degli interessi attivi (1a regola): questa regola restrittiva è allentata da una seconda componente che determina la possibilità di deduzione degli IP entro il 30% del ROL (2a regola), infatti non concede una deducibilità totale per evitare eccessiva sottocapitalizzazione. Es. se ho mutuo e devo pagare interessi, la

fiscalità mi dice che l'eccedenza degli interessi passivi rispetto agli attivi è deducibile nel limite del 30% del ROL (=> risultato op. lordo = valore della prod - costi di prod e ammortamento). 35 Critica: regola ciclica, periodi con imprese in grande affanno portano a ROL bassi, ma al contempo le imprese cercano di evitare il fallimento, sostenendo le proprie finanze attraverso accensione linee di credito d'indebitamento: si riduce la capienza a causa del fatto che il ROL è basso e quindi deducono meno IP quando ne avrebbero più bisogno. Si cerca controciclicità. Riporto in avanti degli IP e di IA + 30% del ROL (max deduzione) Può succedere che interessi attivi non vengano interamente utilizzati allo scopo di creare capienza per la deducibilità di quelli passivi, perché magari ne ho pochi da pagare. La capienza rimanente può essere riportata agli anni successivi; ma può succedere anche che

quest'anno ho un interesse passivo elevato rispetto alla capienza, che fa sì che non posso portarli tutti in deduzione: questi interessi passivi che non riesco a dedurre, posso riportarli anch'essi avanti. Es. riporto in avanti di capienza: supponiamo anno x e x+1, il primo anno impresa realizza interessi attivi 3000 e passivi 5000: ROL: 20.000€. La capienza massima di possibilità di deduzione è IA+0,3ROL: 3000+6000=9000 (potrei portare a riduzione della base imponibile un importo di 9k), in realtà gli interessi passivi sono 5000 quindi li porto in deduzione tutti e mi rimane riporto di 4000, da usare nell'anno successivo. In t+1, gli interessi passivi sono 13.000 (aumentati di molto): la massima deduzione, quindi, è data da 9000 come l'anno scorso + eccedenza anno t: 13000. Gli Ip da dedurre sono dello stesso importo, quindi tutto è portato a deduzione, con un grosso vantaggio delle imprese. = portare in deduzione vuol dire che loStato paga all'impresa il 24% degli interessi passivi. 2) Trattamento dividendi/plusvalenze: modalità remunerazione x - holdingDividendi: valori rilevanti per le holding: società di capitali che - detengono partecipazioni in altre società: i loro utili derivano da questa - attività particolare. La remunerazione delle holding deriva da due fonti: 1- ricezione dividendi dalle partecipate 2- realizzazione plusvalenze sulle partecipazioni delle partecipate: Problema? Evitare il problema della doppia tassazione: sui dividendi la normativa italiana è chiara, la holding non include nei suoi utili questi dividendi, tranne che per una quota del 5% (solo questa entra nella determinazione della base imponibile: lo scopo è evitare "scatole cinesi": catene societarie troppo lunghe che rendono non trasparente la proprietà delle società partecipate.) Per le holding che risiedono in "paradisi fiscali" con il rischio che

Dividendi provenienti da modalità elusive, sono presenti regole particolari con tassazione di quote maggiori di dividendi.

Plusvalenze DW: altro modo remunerazione holding, ciò che viene tassato poi è il saldo: plusvalenze nette. Plusvalenze dalla vendita di beni d'impresa (es. auto, la componente di base imponibile tassata è data da prezzo di vendita-valore da ammortizzare) o dalla cessione di partecipazioni societarie immobilizzate (componente tassata è la differenza fra prezzo cessione e costo acquisto: è la plusvalenza!).

REGIME PEX: opzionale (ma è favorevole), si può applicare il regime PEX per plus/minus derivanti da cessioni partecipazioni societarie: il regime annulla le plus e minusvalenze, è come se questa forma di remunerazione partecipazione holding nelle partecipate non esistesse. Si ale plus (eccetto 5).

Dettagli
A.A. 2022-2023
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher lorenzo.gabrielli.376 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia pubblica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Zanardi Alberto.