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Estratto del documento

A B

T = 0,19(15) + 0.27(10) = 5,55

A

T = 0,19(15) + 0.27(15) + 0,34 (10) = 10,3

B

T + T = 15,85 t = 15,85 / 65 = 24,38%

A B a

Se A e B avessero deciso di non sposarsi l’imposta pagata sarebbe stata la stessa, tassare l’individuo

è neutrale nei confronti delle scelte matrimoniali.

II) Se invece si fosse tassata la famiglia si deve adottare il principio del cumulo dei redditi :

Y = 65

A+B

T = 0,19(15) + 0.27(15) + 0,34 (30) + 0,40(5) = 19,10 t = 19,10/65 = 29,38%

A+B a

In questo caso A e B avrebbero avuto convenienza a non sposarsi in quanto pagano di più a causa

della cumulazione dei loro redditi e dell’imposta progressiva rispetto a quanto avrebbero pagato se

non fossero stati sposati. Tassare la famiglia disincentiva il matrimonio (marridge tax) se l’imposta

fosse proporzionale al reddito il problema non esisterebbe.

2) A e B si sposano il reddito di A incrementa di 5 ∆Y = 5, Anna potrebbe lavorare di più, in caso

A

di tassazione individuale Anna con reddito pari a 30 pagherà 27% mentre nel caso di tassazione

famigliare il reddito pari 70 verrà tassato al 40%. Tassare la famiglia comporta un maggior

disincentivo all’offerta di lavoro. Tra le due unità impositive quella preferibile è l’individuale se

vogliamo incentivare l’offerta di lavoro femminile è meglio tassare l’individuo in quanto la donna

rappresenta l’offerta di lavoro al margine.

3) Si considerino tre famiglie con ugual reddito ma distribuzione diversa.

Y = Y = 35 / Y =20; Y = 50 / Y =0 Y =70

A B A B A B

Se reputiamo che queste tre famiglie abbiano la stessa capacità contributiva vorremmo che

pagassero uguali imposte.

Tassazione individuale : 1) 17,2 ; 2) 17,9; 3) 21,1

Tassazione familiare: 1) = 2) = 3) = 21,1

In caso di tassazione individuale la famiglia monoreddito è svantaggiata rispetto alla famiglia bi

reddito (distorsione familiare) per cui vengono penalizzate le famiglie in cui il reddito è più

concentrato in un soggetto. Con la tassazione familiare conseguiamo l’obiettivo di equità

orizzontale.

Come è possibile correggere il problema della famiglia monoreddito nell’IRPEF?

Prevedendo detrazioni per il coniuge a carico per evitare la distorsione familiare e tenere conto

delle caratteristiche della famiglia ricorrendo a deduzioni e detrazioni.

Quanto dovrebbe essere l’importo della detrazione ?

C’è spazio per qualunque posizione in quanto la famiglia bi reddito deve acquistare servizi sul

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mercato (pulizia, mangiare) e quindi si accolla di spesa che la famiglia monoreddito non deve

sostenere in quanto non ha un soggetto che si faccia carico delle faccende domestiche. Occorre poi

anche interrogarsi se Anna non lavori per scelta oppure perché è in una zona geografica con

elevata disoccupazione e vorrebbe lavorare. Non è semplice risolvere il problema, risulta difficile

quindi dire che le due famiglie abbiano la stessa capacità contributiva nonostante abbiano lo

stesso reddito.

Come trattare fiscalmente in modo equo famiglie di differente numerosità a parità di reddito

familiare ?

Sorge quindi un problema di distorsione demografica a cui possono essere posti però correttivi

come: 

Tassazione individuale detrazioni per figli a carico

1. 

Tassazione familiare splitting o quoziente familiare

2.

I figli sono dei beni di consumo privati e quindi non ha natura di bene pubblico, per questo si

ritenga che se voluto va mantenuto e la scelta segnala un’ottimalità secondo razionalità in quanto

da un maggior benessere; in questo caso la detrazione dovrebbe essere pari a 0. Se invece si crede

che il figlio sia un bene pubblico per la collettività anche per chi non ce l’ha allora al società

giustifica le detrazioni, in base quindi alle ipotesi di base che diamo arriviamo a conclusioni

differenti. SPLITTING (USA)

Serve per correggere la marridge tax e distorsione demografica in modo relativo, sia lo splitting che

il quoziente familiare fanno capo a una formula generale:

Y +Y

A B

T =q(T )

FAM q

Per lo splitting q=2 si divide il reddito familiare correggendo la marridge tax e la distorsione

geografica si focalizza sul problema sigle e coppie non tiene conto di eventuali figli.

Y +Y

A B

T =2T ( )

FAM 2

Con lo splitting la famiglia che ha fabbisogni maggiori del single paga meno abbattendo la

progressività dell’imposta. QUOZIENTE FAMILIARE (FRANCIA)

Per tenere conto della presenza di figli in Francia e in Lussemburgo è vigente il quoziente familiare

che abbatte la distorsione familiare fortemente attribuendo agli adulti valore 1 e ai minori valore 0,5

traducendo quindi q in numero di adulti in bisogni. Il reddito familiare viene quindi diviso per q,

risulta decisiva la scelta dei valori dei pesi adulti e minori in quanto tanto è più basso il rapporto

tanto più è depotenziata la progressività dell’imposta.

In Italia si assiste al dibattito da quasi 20 anni, nel 1992 venne concessa la facoltà al governo di

passare al quoziente familiare grazie a legge delega ma questa fu fatta decadere. Ci furono molti

altri momenti con diverse campagne elettorali di partiti di centro-destra facendo capo alla

presenza dei figli ma il quoziente non è mai stato implementato per due motivi:

1) molte situazioni mettono in evidenza la perdita di gettito fiscale in quantità consistenti

2) il quoziente familiare va a vantaggio delle famiglie medio-ricche e non contrasta la povertà ma

un solo incentivo a fare più figli. Va a vantaggio delle famiglie ricche perché viene abbattuta di

molto la progressività, la famiglia povera non vede abbassarsi l’aliquota media e marginale perché

non ne esistono di più basse e quindi si ha un effetto nullo e quindi non può essere considerato

come strumento al contrasto della povertà.

• Si deve considerare che assumere la famiglia come unità implica la massima coesione nelle

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decisioni di consumo e risparmio dettate da un “dittatore benevolente” tanto più la

condizione della famiglia è agiata.

• Ciascun membro della famiglia adulto può decidere la destinazione delle risorse che entrano

nel reddito familiare

IRPEF (IMPOSTA SUI REDDITI DELLE PERSONE FISICHE)

È un’imposta personale e progressiva che colpisce i redditi delle persone fisiche, le viene affidato il

compito di realizzare la progressività nel sistema tributario italiano dalla Costituzione. L’Irpef è un

modello ibrido in quanto è a metà tra una nozione di reddito prodotto e reddito entrata (plusvalenze

e entrate straordinarie sono incluse limitatamente), sono inoltre presenti elementi di tassazione del

reddito spesa (risparmio previdenziale, redditi da capitale). L’unità impositiva è l’individuo e sono

soggetti passivi d’imposta i residenti per i redditi di fonte interna e di fonte esterna e i non residenti

per i redditi di fonte interna. Il presupposto dell’imposta è il possesso di redditi in denaro o natura

rientranti nelle categorie previste dalla legge.

BASE IMPONIBILE : Reddito complessivo – Deduzioni (oneri deducibili) = Reddito imponibile

Sono esclusi dalla base imponibile i redditi assoggettati a regimi sostitutivi (attività finanziarie), a

tassazione separata (arretrati stipendi, Tfr), e i redditi esenti (pensioni sociali, assegni familiari,

borse di studio)

Il reddito complessivo si determina sommando i redditi di sei differenti categorie, i redditi di

ciascuna categoria sono determinati distintamente secondo regole proprie.

Categorie redditi:

A) fondiari; B) da capitale; C) da lavoro dipendente; D) da lavoro autonomo; E) d’impresa; F)

diversi

N.B non tutti i redditi che a pieno titolo rientrano nelle sei categorie precedenti rientrano

effettivamente tra quelli che concorrono a formare la base imponibile Irpef, alcuni sono infatti

soggetti a regimi sostitutivi

1) redditi fondiari

- redditi da terreni :

a) dominicale (fondiario);

b) agricolo (imprenditore agricolo)

– redditi da fabbricati

a) non locati (rendita aumentata di 1/3); 15

b) locati (deduzione forfettaria -15% canone), (-30% per contratti convenzionati) in alternativa il

contribuente può optare per una cedolare secca sui redditi da locazione con aliquota 21%, 15% se

convenzionato, risulta conveniente per i contribuenti che hanno un alta aliquota marginale

dell’Irpef.

Devono essere iscritti al catasto, con attribuzione di una rendita. Sono esclusi quelli che concorrono

a formare il reddito d’impresa in quanto confluiscono nel reddito d’impresa stesso. Entrambi questi

redditi sono determinati sulla base delle rendite catastali è un reddito normale (figurativo), le rendite

catastali vengono aggiornate raramente e non riflettono quindi il valore di mercato si ha quindi un

erosione della base imponibile.

2) redditi da capitale

Sono i redditi derivanti dall’impiego di capitale finanziario, diversi da quelli conseguiti

nell’esercizio dell’impresa. Se percepiti da persone fisiche, non vanno quasi mai a far parte della

base imponibile Irpef ma sono assoggettate a imposta sostitutiva con aliquota 12,5% o 27%. L’unica

eccezione è data dai dividendi distribuiti dalle società di capitali se si detiene una partecipazione

qualificata.

3) redditi da lavoro dipendente

Sono tutti i compensi in denaro e in natura percepiti nel periodo d’imposta in dipendenza del

rapporto di lavoro (al netto dei contributi obbligatori). La definizione del reddito è molto ampia,

sono equiparati ai redditi da lavoro le pensioni di ogni genere e gli assegni equiparati alle pensioni.

Gli assegni al nucleo familiare non vengono tassati nell’Irpef, i redditi assimilati a quello di lavoro

dipendente sono: compensi co.co.co, compensi attività professionale intra-muraria, rendite da fondi

pensioni e rendite in dipendenza di contratti di assicurazioni sulla vita. Il reddito da lavoro

dipendete è un reddito effettivo di cassa è al lordo delle spese di produzione, si tiene conto di queste

favorendo una detrazione più alta rispetto a lavoro autonomo o reddito da pensione. I datori da

lavoro e gli enti previdenziali agiscono come sostituti d’imposta effettuando un prelievo alla fonte e

scongiurando l’evasione fiscale.

4) reddito lavoro autonomo

Sono redditi che derivano dall’esercizio di arti e professioni, per professione abituale, anche se non

esclusiva e redditi derivanti dalla utilizzazione economica di opere d’ingegno, brevetti industriali

ecc… Il reddito di lavoro autonomo è un reddito effettivo di cassa, al netto delle spese di

produzione è dato dai compen

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
26 pagine
1 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/08 Economia e gestione delle imprese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher paolo.imola93 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia pubblica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Toso Stefano.