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D Q
X
Q’ Q’’
X X
Se invece diminuiscono i costi di produzione la funzione offerta aumenta e si sposta in basso a
destra. —> si ha quindi un nuovo punto di equilibrio. Si genera allora un prezzo di equilibrio più
basso e una quantità scambiata maggiore. Ricordiamo inoltre che non è coinvolta la funzione di
domanda perché essa coinvolge il consumatore (la funzione offerta è variabile esogena)
Il prezzo di equilibrio non è del solo imprenditore, ma anche il consumatore è coinvolto.
Ricordiamo che il mercato è il luogo astratto dove abbiamo l’incontro tra domanda e offerta. Si
trova inoltre sempre un equilibrio nel mercato grazie alle stesse forze di domanda ed offerta.
Proprio per questo motivo il mercato si chiama forma o metodo di coordinamento delle forze
economiche. Ma come metodo di coordinamento della domanda e dell’offerta non c’è solo il
mercato, ma anche la pianificazione.
(non dire mai “è quando”!!)
La pianificazione è un metodo di coordinamento delle forze economiche nella quale uno o più
agenti esterni rispetto alla domanda e all’offerta, determinano in modo rigido o non rigido cosa
produrre, quanto produrre e come produrre.
L’agente esterno è spesso lo stato nei regimi dittatoriali e la pianificazione è rigida. Si decide
infatti:
- quantità precisa da produrre
- quali tipi di beni produrre e quali no
- come produrre i beni.
Si decide allora quanti e quali fattori produttivi impiegare in base alle risorse e insiste affinché si
modifichino gli schemi di consumo e si dà priorità a quelli legati alle risorse del paese.
Pagina 12 di 55
Alberto Batini
La pianificazione inoltre può essere:
- rigida o staliniana: si decide tutto prioritariamente,
- indicativa: si dà una politica economica di indirizzo, è un “consiglio”,
- mista : su alcune produzioni c’è una precisione basta su uno schema rigido, mentre per altri
beni è solo indicativa (e.g. in Italia). Questo tipo di pianificazione ha dei pro, come ridurre
sprechi e tempi, ma anche dei contro, ossia non si riesce quasi mai a rispettare e quindi tutto
avviene col taglio.
Nei paesi industrializzati invece non si utilizza la pianificazione, ma il mercato. La differenza sta
quindi nell’intervento esterno. Dove esiste un intervento esterno? Nella regolamentazione dei
farmaci, petrolio, sigarette
P
X Nel grafico: A è il punto di equilibrio. P
S 1
è quanto il consumatore è disposto a
B
P pagare la quantità Q del bene x.
1 1
Tuttavia, vivendo in un mercato lo
pago P
*
P1 allora è prezzo di riserva del
A consumatore, ossia quanto, al
P massimo, il consumatore sarebbe
* disposto a pagare per una
D determinata quantità di bene
Q
Q Q X
1 *
P*AB è l’area di surplus del consumatore, ossia (il surplus) è un vantaggio (non un risparmio
poiché non si tirano fuori soldi) che il consumatore trae dal vivere in un sistema di mercato. Allora
P*AB è l'area di surplus del consumatore, che raccoglie tutti i vantaggi derivanti al consumatore
dal fatto di consumare un bene che è organizzato sotto forma di mercato. 7/10
Ricapitoliamo: prezzo di riserva —> per qualsiasi quantità positiva rispetto al prezzo del bene x il
consumatore ha un prezzo massimo che è quello che a prescindere dal prezzo di mercato decide
di affrontare per acquistare una certa quantità di quel bene. In pratica: mi piace un bene, non so
quanto costerà, ma io comunque non sono disposto a spendere più di tot per quel bene. Quello è
il prezzo di riserva del consumatore. Se scopro che poi il prezzo è inferiore, sono “contento”.
Chiamerò allora la differenza surplus del consumatore. Se il prezzo che pago sul mercato fosse
identico al prezzo di riserva, il surplus sarebbe 0.
L’area di surplus del consumatore è massima dove è vicino all’origine (c’è poco bene, paga
tanto) (NON è IL CONTRARIO?!?!) Pagina 13 di 55
Alberto Batini
il mercato termina nel punto di equilibrio (QX, PX) . In Q0 invece non c’è un prezzo di mercato.
Infine quando la domanda è talmente alta che passa l’asse delle ascisse, il bene diventa un male .
- P1 e PX sono i prezzi di riserva
- il consumatore conosce il prezzo di mercato quando domanda e offerta si incontrano
- più il bene è scarso, più il prezzo aumenta
- quando la quantità di mercato è scarsa, l’accaparramento del consumatore sale e viceversa.
Quando un bene esce la prima volta sul mercato ha un prezzo: lo si vuole talmente tanto da
addirittura fare la fila fuori dal negozio —> di certo non si farà lo sconto , perché il venditore sa che
al consumatore serve e lo acquisterà di certo P
PREZZO DI RISERVA DEL VENDITORE: Il X
prezzo di riserva del venditore è il prezzo S
minimo al quale il venditore è disposto a A
vendere una certa quantità del bene P
1
Se l’imprenditore vende al suo costo totale, il
profitto (non guadagno) è zero. Tuttavia questa B
situazione potrebbe essere una campagna P
X
utile per farsi conoscere in cui si limita solo a
coprire i costi. Il mercato comunqueIl prezzo di D
equilibrio è allora l’insieme del prezzo massimo a
cui è disposto il consumatore a pagare e il prezzo
minimo a cui il venditore è disposto a vendere. Q Q Q
X 1 X
Il prezzo di riserva del consumatore invece era il prezzo massimo che il
consumatore è disposto a spendere per avere una determinata quantità di quel bene.
Il prezzo di riserva dell’imprenditore è zero quando è uguale al prezzo di equilibrio, ossia quando
trovo un punto di equilibrio. Quindi il prezzo massimo che il venditore è disposto a pagare coincide
esattamente col prezzo minimo che l’imprenditore a praticare. —> per questo motivo si chiama
prezzo di equilibrio.
L’area verde sarà l’area di surplus del venditore
Domanda: dopo aver rappresentato graficamente l’equilibrio di mercato per il generico bene x, si
individuino graficamente e si spieghi il significato economico del prezzo di riserva del consumatore
e del venditore e il surplus di entrambe, inoltre si individui graficamente il punto in cui il surplus del
consumatore e del venditore si annulla.
Ci sono beni per i quali il prezzo si mantiene sempre altissimo? Sì, sono i beni necessari (non si
chiamano primari). Ci sono beni per i quali il surplus del consumatore è minimo? Sì, per i beni non
necessari. Pagina 14 di 55
Alberto Batini
EQUILIBRIO DI MERCATO - Mercato Nero
Supponiamo che un agente esterno, per
esempio lo stato, decida che di intervenire su un P
X
mercato perché c’è il rischio che i produttori S
producano pochissimo quel bene (per esempio P
2
vadano a produrre altro di più conveniente). La
quantità diminuirebbe e i cittadini
rischierebbero di acquistare quel bene a un A
P
*
prezzo troppo elevato.
Quindi, visto che l'offerta si sta restringendo, la
funzione si dovrebbe spostare, e allora lo stato P
1
impone un prezzo minimo ancora più basso di
quello di equilibrio (per evitare che diventi molto
alto). Si pone allora un prezzo non più alto di P - D
1
Proietto P sula funzione offerta e così trovo il
1
prezzo di riserva dell’imprenditore per vendere Q , Q Q
Q
1S 1S 1D
* Q
X
non Q*. Sempre al prezzo P1 i consumatori
sarebbero disposti a consumare fino a Q
1D.
Il venditore allora ragiona e si accorge che al prezzo P avrebbe tanti compratori e allora mette in
1
vendita a quel prezzo solo la quantità Q , tanto sa che il prezzo di riserva dei compratori è molto
1S
alto e allora vende quel bene fino al prezzo P2. Tuttavia non può perché lo stato gli ha imposto di
venderlo a P . Qualcuno allora compra tutta quella quantità Q e lo rivende sul MERCATO NERO
1 1S
(P , Q ) . Lo stato ha danneggiato mettendo limiti al prezzo, perché non solo i consumatori non
s 1S
hanno pagato il prezzo più basso, ma ne hanno pagato un prezzo ancora più alto rispetto a quello
di equilibrio. Questa situazione potrebbe verificarsi con un bene come il pane ai tempi della guerra.
==> al prezzo P1 aumenta la domanda da Q a Q
1S 1D
(e.g. bagarini)
MERCATO NERO: è una situazione, un luogo astratto, una forma di mercato distorta che si
genera ogni qualvolta interviene sul mercato un agente esterno rispetto a domanda e offerta.
e.g. affitti —> una volta esisteva l’ecocanone, ossia veniva imposto un canone calmierato. A quelle
cifre molto basse i proprietari si tenevano le case; era molto diffuso il canone in nero.
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Alberto Batini
EQUILIBRIO DI MERCATO - Lavoro Nero
P Il mercato nero però può verificarsi
X anche quando si fissa un prezzo
S
S > D troppo alto. e.g. contrabbando —> si
P
0 fissa un prezzo del bene superiore
(P ) a quello di equilibrio. Proietto
0
sulle due funzioni di domanda e
offerta il numero P0: ora domanda e
P
X offerta non si incontrano più. A un
prezzo così alto la quantità del bene x
P è più bassa di prima e quindi molti
1 D sono spinti a offrire quel bene (Q )
SX
Un esempio è la domanda di un
servizio di lavoro (dall’imprenditore
Q
Q Q Q X che chiede se c’è qualcuno) di una
DX X SX
babysitter.
Facciamo finta che siano pagate 15$/h.
Lo stato poi decide che è troppo poco e quindi stabilisce che debbano essere pagate minimo 20$.
Le babysitter (offerta) sono contente e quindi l’offerta è grande, ma la domanda è molto bassa. La
domanda quindi non è disposta a pagare così tanto per una babysitter e quindi si viene a creare
del lavoro nero.
Ricapitolando quindi quando l’offerta di lavoro è sottopagata (pagata a un prezzo imposto dallo
stato), si contrae la domanda e si crea lavoro nero. Si è quindi creato un mercato nero del
lavoro che equivale al lavoro nero.
Chi domanda allora va a vedere quale è il prezzo di riserva di lavoro per la relativa quantità
(striscia rossa) e paga al prezzo di riserva dell’offerta.
Rispetto alla situazione esposta sopra abbiamo l’uguale intervento negativo di un’autorità esterna;
è diverso perché mentre nel primo caso si influenza la domanda a causa di un prezzo imposto più
basso di quell