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CONSUMO

La funzione del consumo è strettamente legata al reddito e ai fattori che determinano il consumo. Keynes prendeva in considerazione un individuo che vive alla giornata e che non prende in considerazione nella vita la possibilità di mettere via soldi per i momenti difficili, individuo che in periodi di grandi guadagni spende molto ed in periodi di crisi non prende in considerazione la possibilità di indebitarsi, facendo così calare il tenore della propria vita. Il consumatore previdente e quello disposto ad indebitarsi, saranno invece presi in considerazione da studiosi posteriori quali Modigliani e Friedman: per Keynes dunque, la funzione del consumo è determinata dal reddito disponibile corrente, anche se qualora il reddito fosse nullo verrebbe sempre presa in considerazione una domanda esogena: chi non avesse reddito consumerebbe sempre un minimo, dal momento che in una società come la nostra non sarebbe possibile che una persona senza reddito.

morisse di fame. Più alto il reddito più alto sarà il consumo e viceversa. C=C0+C1Yd dove C1Yd è il consumo e C0 il consumo autonomo e C i consumi programmati. Vengono quindi individuate 2 propensioni contrapposte fra di loro: la propensione media al consumo (PmeC) data dallaspesa per il consumo totale diviso il reddito totale, e complementare ad essa è la propensione media al risparmio (PmeR) che viceversa è data dal risparmio totale diviso il reddito totale. Il consumo ed il risparmio sommati fra di loro danno il reddito e conseguentemente le 2 propensioni sommate fra di loro, avendo in comune lo stesso denominatore che è il reddito daranno come somma 1. Queste 2 propensioni saranno ovviamente individuate da innumerevoli fattori particolari e generali, fra cui il tasso di interesse che, se alto ad esempio, facendo crescere il costo dei mutui, sfavorirà l’acquisto ad esempio di immobili e di edifici per le aziende, anche

Perché lo stesso denaro, investito ad esempio in obbligazioni, renderebbe di più, un altro fattore che andrà a determinare gli investimenti di un'azienda saranno le aspettative che avrà per il futuro: se si prospetta un'espansione sul mercato con ipotetici grossi introiti futuri, l'azienda avrà meno remore nell'investire nel presente per ricavare nel futuro.

In un'economia dove si immagini che non vi siano settore pubblico, esportazioni e importazioni, e il reddito disponibile sia uguale al reddito nazionale, l'equilibrio sarà dato dal punto in cui la produzione sarà uguale solamente alla somma dei consumi e degli investimenti, da un punto in cui non vi sia né eccesso di produzione né di consumi (per il quale potrebbe supplire un'importazione ad esempio), inoltre i risparmi sono uguali agli investimenti. Y = C0 + C1Yd + I0, quindi Y* = (1/1-C1))(C0 + I0) dove Y* è il reddito di equilibrio.

Il coefficiente 1/1-C1 è detto anche moltiplicatore Keynesiano e tenendo conto della propensione al consumo dell'individuo misura la variazione di reddito per variazione di investimento. Il moltiplicatore sarà sempre un numero superiore ad 1 poiché al denominatore avrà sempre un numero inferiore ad 1. Ponendo ad esempio una propensione al consumo del 90% e quindi una complementare propensione al risparmio del 10% si avrà un moltiplicatore pari a 10 poiché 1/0,1 = 10 e quindi con un moltiplicatore di questo tipo, per un investimento di 10 milioni di euro si avrà un aumento di reddito pari a 100 milioni di euro. Più alta è la propensione al consumo, più bassa ovviamente è la propensione al risparmio e quindi più alta è la propensione al consumo più grande sarà il moltiplicatore e più alti saranno gli incrementi di reddito per variazione di investimento. Questo si verificherà

perché con una propensione al consumo del 90%, quando una persona effettuerà un investimento pari a 10 milioni di euro, 9 milioni di euro verranno reinvestiti e 1 milione di euro no, quindi con la stessa propensione al consumo di quei 9 milioni di euro altri 8,1 verranno reinvestiti e così via fino ad arrivare ad un aumento di reddito di 100 milioni per un iniziale investimento di 10.

Bisogna però tenere conto del fatto che per trovare un punto d'equilibrio bisogna tenere conto anche della spesa pubblica e della tassazione. La spesa pubblica è da considerare come parte della spesa autonoma ed invece il valore delle imposte è da sottrarre al valore del reddito nazionale e viceversa i trasferimenti dell'ente pubblico ai privati sono da sommare al reddito nazionale. Le imposte nette sono definite la differenza fra il gettito fiscale e i pagamenti dello Stato al settore privato (T - G). Quando T è superiore a G lo Stato registra un

avanzo di bilancio, quando G è superiore a T vi è un disavanzo. Quindi le decisioni dei consumatori devono variare in questo senso

C = C0 + C1(Y – T0) perché al loro reddito bisognerà sottrarre le tasse.

Quindi Y*=(1/1-C1))(C0+I0+G0-C1T0). Per il teorema del bilancio in pareggio un aumento della spesa pubblica e un aumento pari della tassazione fatti in contemporanea comunque favoriscono l’aumento del reddito. Se poi si tiene conto oltre che della politica fiscale dello Stato anche della reale possibilità che vi siano delle esportazioni e delle importazioni la situazione si complica. Le esportazioni dipendono dalle scelte di consumatori o imprese estere, non variando in funzione del reddito nazionale. Le importazioni invece dipendono dalle scelte fatte da consumatori e imprese nazionali e quindi sono strettamente vincolate al reddito nazionale. Viene quindi ad essere di fondamentale importanza il fattore “m” ovvero la propensione media

ad importare quindiXN = X –mY XN sono le esportazioni nette e X le esportazioni.

Y*=(1/1-C1(1-t)m))(c0+I0+G0+X0).In questo caso il fattore del moltiplicatore risulta diminuito per la presenza di undenominatore maggiore dovuto alle importazioni che portano reddito all’estero, ma ilreddito nazionale aumenterà per la presenza di esportazioni.

Keynes prendeva in considerazione un tipo di famiglia che spende solo in relazione alproprio reddito, senza prendere in considerazione la possibilità di indebitarsi o pensare alfuturo e ai tassi di interesse. Quello invece da prendere in considerazione è il fatto che ilperiodo di vita delle famiglia si può dividere in 2 parti, una presente e una futura: nelpresente le famiglie avranno l’occasione o di mettere da parte i risparmi che poisfrutteranno nel corso del futuro o di indebitarsi tenendo però presente che nel futuro cisia la possibilità reale di pagare i propri debiti grazie ad una

attività che consenta di guadagnare oltre al proprio tenore di vita; si presuppone quindi che la famiglia si indebiti o risparmi nel presente avendo delle prospettive per il futuro o di spesa o di risparmio, si tiene presente dunque di quello che Friedman definì reddito permanente ovvero il reddito medio che la famiglia si aspetta nel lungo periodo, e che va a determinare grazie agli strumenti finanziari un consumo pressoché permanente. Questo si dimostra tenendo presente come ad esempio un contadino non cambi il proprio tenore di vita nei mesi di raccolto e di semina, ma distribuisce i ricavi dei mesi di raccolto nei 12 mesi dell’anno, vendendo ciò che produce nei mesi di raccolto e conservandolo sotto forma di moneta. Un aumento di risparmio dunque non è da subordinarsi all’aumento del reddito permanente ma a un aumento del reddito di un periodo. MONETA La moneta ha fondamentalmente 3 compiti: è un mezzo di scambio, un’unità di misura del valore e un mezzo di conservazione del valore. Come mezzo di scambio, la moneta facilita le transazioni commerciali, permettendo di acquistare beni e servizi senza la necessità di barattare. Come unità di misura del valore, la moneta permette di valutare e confrontare il valore di diversi beni e servizi. Come mezzo di conservazione del valore, la moneta permette di accumulare ricchezza nel tempo, poiché può essere conservata e utilizzata in futuro.

La moneta è una riserva di valore. Viene identificata una velocità di circolazione della moneta che è V = T/M, ovvero la velocità di circolazione della moneta è uguale all'entità dei pagamenti da fare diviso la moneta in circolazione, ovvero al numero di volte che la moneta viene utilizzata per uno scambio in un periodo.

La teoria quantitativa della moneta spiega come all'aumentare della velocità di circolazione della moneta i prezzi aumentino o viceversa come all'aumentare della quantità di moneta i prezzi calino. Ma la teoria quantitativa della moneta riguarda prevalentemente lo scopo transattivo di detenzione della moneta, ma Keynes identificava altri 2 scopi di detenzione di moneta, ovvero quello speculativo e quello precauzionale che tuttavia è complementare a quello transattivo. Per Keynes la domanda a scopo transattivo è semplicemente la domanda di moneta necessaria a fare le normali transazioni correnti e quindi prevedibili.

movente per lo più legato all'impossibilità di sincronizzare retribuzioni e pagamenti per le famiglie e strettamente legato al reddito. Lo scopo precauzionale, anch'esso legato al reddito, è un movente legato all'evenienza che si presenti una situazione per la quale avere moneta è necessario, come ad esempio l'evenienza di un infortunio che sia coperto da assicurazione. Il motivo precauzionale si connette a quel margine di incertezza più o meno ampio che impedisce all'individuo di conoscere esattamente il volume delle spese cui andrà incontro nel periodo. Il grado di difficoltà di previsione delle spese programmate sarà diverso da individuo a individuo a seconda del tipo di vita condotto e delle soggettive preferenze verso misure cautelari maggiori o minori. Quando qualcuno si trova ad affrontare una spesa imprevista, la sua eventuale illiquidità lo costringe a sopportare dei costi. L'esempio

Un esempio banale ma calzante è quello di un individuo che davanti ad una vetrina in cui si espone l'offerta speciale di una merce di cui sente il bisogno, non disponga di contanti con sé. Egli dovrà alternativamente, chiedere un prestito, o ritornare l'indomani oppure ancora rinunciare ed acquistare altrove quella merce al suo prezzo normale. Nella domanda di moneta per il motivo precauzionale rientrano anche le riserve destinate ad esempio, a spese mediche impreviste, tanto per citare un esempio meno consumistico.

Semplificando, assumiamo che la mancanza di liquidità abbia mediamente un costo pari a q. L'individuo dovrà stabilire quale sia la quantità ottimale di moneta da detenere a scopo precauzionale, sulla scorta delle seguenti motivazioni: a partire da una riserva nulla per motivi precauzionali, che lo espone ad una eventualità quasi matematica di spese inattese e di costi di illiquidità, man mano che aumenta la riserva monetaria,

rinuncia ad un ammontare crescente di interessi sul conto corrente. La domanda di moneta è quindi composita. Keynes si occupa prevalentemente della
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Publisher
A.A. 2012-2013
5 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Sara F di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia Politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Graziani Augusto.