Anteprima
Vedrai una selezione di 22 pagine su 103
Economia politica - lezioni microeconomia e macroeconomia Pag. 1 Economia politica - lezioni microeconomia e macroeconomia Pag. 2
Anteprima di 22 pagg. su 103.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Economia politica - lezioni microeconomia e macroeconomia Pag. 6
Anteprima di 22 pagg. su 103.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Economia politica - lezioni microeconomia e macroeconomia Pag. 11
Anteprima di 22 pagg. su 103.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Economia politica - lezioni microeconomia e macroeconomia Pag. 16
Anteprima di 22 pagg. su 103.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Economia politica - lezioni microeconomia e macroeconomia Pag. 21
Anteprima di 22 pagg. su 103.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Economia politica - lezioni microeconomia e macroeconomia Pag. 26
Anteprima di 22 pagg. su 103.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Economia politica - lezioni microeconomia e macroeconomia Pag. 31
Anteprima di 22 pagg. su 103.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Economia politica - lezioni microeconomia e macroeconomia Pag. 36
Anteprima di 22 pagg. su 103.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Economia politica - lezioni microeconomia e macroeconomia Pag. 41
Anteprima di 22 pagg. su 103.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Economia politica - lezioni microeconomia e macroeconomia Pag. 46
Anteprima di 22 pagg. su 103.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Economia politica - lezioni microeconomia e macroeconomia Pag. 51
Anteprima di 22 pagg. su 103.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Economia politica - lezioni microeconomia e macroeconomia Pag. 56
Anteprima di 22 pagg. su 103.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Economia politica - lezioni microeconomia e macroeconomia Pag. 61
Anteprima di 22 pagg. su 103.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Economia politica - lezioni microeconomia e macroeconomia Pag. 66
Anteprima di 22 pagg. su 103.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Economia politica - lezioni microeconomia e macroeconomia Pag. 71
Anteprima di 22 pagg. su 103.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Economia politica - lezioni microeconomia e macroeconomia Pag. 76
Anteprima di 22 pagg. su 103.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Economia politica - lezioni microeconomia e macroeconomia Pag. 81
Anteprima di 22 pagg. su 103.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Economia politica - lezioni microeconomia e macroeconomia Pag. 86
Anteprima di 22 pagg. su 103.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Economia politica - lezioni microeconomia e macroeconomia Pag. 91
Anteprima di 22 pagg. su 103.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Economia politica - lezioni microeconomia e macroeconomia Pag. 96
Anteprima di 22 pagg. su 103.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Economia politica - lezioni microeconomia e macroeconomia Pag. 101
1 su 103
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Il costo marginale (Cm) e la sua relazione con i costi medi

Il costo marginale (Cm) è il costo dell'ultima unità prodotta, cioè Cm = (variazione CT) / (variazione Q). La caratteristica del Cm è quella di essere crescente all'aumentare della Q prodotta. Ciò è diretta conseguenza della legge economica dei rendimenti marginali decrescenti (l'abbiamo discussa nella lezione precedente, in termini di utilità marginale decrescente). Infatti, applicando all'impresa questa teoria economica, in cui i rendimenti marginali diminuiscono sempre all'aumentare della Q, possiamo affermare che il Cm (che nell'impresa è speculare al rendimento) è conseguentemente sempre crescente.

Riportando su grafico il costo marginale e i costi medi variabili e medi fissi, avremo:

Nel quale si può osservare l'andamento crescente del Cm, ma soprattutto i diversi andamenti dei 2 costi medi: CMV e CMF. Questi particolari andamenti si spiegano ricordando le equazioni che

permettono di calcolare i costi medi. Il CMF si ricava dalla seguente equazione CF/Q, in cui il numeratore è fisso per definizione e quindi la curva del CMF necessariamente tende a zero. Il CMV si ricava da CV/Q, in cui numeratore e denominatore crescono entrambi.

Se consideriamo adesso il costo medio totale (CM) ed il costo marginale (Cm), avremo:

In cui il particolare andamento ad "U" della curva di CM si spiega con il fatto che, per livelli bassi di produzione, prevale la componente dei costi fissi. Mentre da un certo punto in poi della quantità prodotta, sarà la componente dei costi variabili a prendere il sopravvento e spingere il CM in alto verso l'infinito.

Questo andamento ad "U" del CM è riscontrabile in tutte le produzioni e ci serve per calcolare l'equilibrio nel mercato, dal alto dell'offerta.

Ora una precisazione. Si è detto che i costi fissi non esistono nel lungo periodo, per cui si potrebbe pensare

produzione aumentano al crescere della quantità prodotta. Nel breve periodo, le economie di scala possono non essere completamente sfruttate a causa di limitazioni di capacità produttiva o di risorse. Pertanto, il costo marginale potrebbe aumentare con l'aumentare della produzione, portando a un andamento crescente del costo medio nel primo tratto di produzione. Tuttavia, nel lungo termine, le imprese hanno la possibilità di espandere le loro capacità produttive e sfruttare appieno le economie di scala. Ciò significa che i rendimenti marginali aumentano al crescere della produzione, portando a un andamento decrescente del costo medio nel lungo termine. Quindi, nel lungo termine, non solo il costo marginale ha la stessa forma del breve periodo, ma il costo medio diminuisce nel primo tratto di produzione a causa delle economie di scala. Questo spiega perché nel lungo termine il costo medio ha un andamento decrescente per livelli bassi di produzione.

La produzione è crescente, e non decrescente, quando la quantità prodotta si mantiene al di sotto di una certa soglia minima. Le economie di scala si identificano quindi con le economie gestionali e sono la condizione normale delle moderne economie. Le ragioni che spiegano queste economie di gestione sono le seguenti:

  • Indivisibilità degli impianti
  • Specializzazione e divisione del lavoro
  • Economie tecnico-impiantistiche

Superata la soglia minima di produzione e quindi raggiunta una dimensione aziendale di rilevante entità, le economie di scala cessano, perché sorgono diseconomie legate allaburocratizzazione dell'organizzazione (diseconomie organizzative). È a questo punto della produzione che la curva CM di lungo periodo inizia a crescere e va verso l'infinito.

Per concludere, qualche chiarimento sulla relazione che lega il Cm ai costi medi (CM e CMV). In particolare si può vedere che:

  • Quando i costi medi sono decrescenti,
  • Il Cm è inferiore ai costi medi (totali e variabili)• Quando i costi medi sono crescenti, il Cm è superiore ai costi medi• Il Cm interseca la curva dei costi medi nel loro punto di minimo

    Tutto ciò si piega facilmente se si pensa che il Cm non è altro che il costo dell'ultima unità prodotta, per cui se esso è più basso del costo medio tende ad abbassare la media, mentre se esso è più alto del costo medio tende a far aumentare la media. In parole più semplici, se si aggiunge un valore inferiore alla media, la media si abbassa, se si aggiunge un valore superiore alla media, la media si alza necessariamente. Ne consegue che l'unico punto in cui Cm = CM (o CMV) è quello corrispondente al punto di minimo della curva dei costi medi.

    Il mercato in concorrenza perfetta ed il suo equilibrio

    La caratteristica principale che contraddistingue un mercato in concorrenza perfetta è il fatto che i

    Venditori non hanno la possibilità di influenzare il prezzo. Accanto a questa verità principale, ci sono altre condizioni che devono sussistere affinché si possa parlare di concorrenza perfetta:

    • Molteplicità di imprese sul mercato, ciascuna delle quali costituisce una parte irrilevante della produzione
    • Libero accesso nel mercato da parte delle nuove imprese
    • Il bene prodotto nel mercato è uguale per tutte le imprese e senza apprezzanti differenziazioni
    • L'informazione sulle condizioni di mercato è diffusa tra tutti gli operatori

    Come si può desumere dalle precedenti condizioni, il mercato di concorrenza perfetta esiste solo sui libri di economia politica. È difficilissimo trovarne qualcuno nella realtà economica. Il mercato che più si avvicina al mercato in condizioni di perfetta concorrenza è quello dei titoli quotati in Borsa valori, perché nella Borsa molte delle suddette

    Le condizioni sono rispettate. L'equilibrio nel mercato si realizza, per la teoria marginalistica, quando i 2 valori marginali sono uguali fra loro. Questo è vero anche per il nostro mercato, perché l'equilibrio si avrà quando il costo marginale sarà uguale al ricavo marginale Cm = Rm, dove il Rm è dato da (incremento RT) / (incremento Q). Infatti, solo quando il costo dell'ultima unità prodotta sarà uguale al ricavo dell'ultima unità prodotta, la produzione si fermerà e la quantità corrispondente all'uguaglianza costituirà la Q* d'equilibrio del mercato. Qualsiasi altro livello produttivo, che si allontani da questa Q*, comporterà un peggioramento del Profitto, inteso come differenza fra Ricavo totale (RM x Q) e Costo totale (CM x Q).

    Profitto = RT - CT.

    Il massimo profitto si realizza quindi quando Cm = Rm

    Il fatto che in concorrenza perfetta nessun venditore ha la

    La capacità di influenzare il prezzo si traduce graficamente in una domanda orizzontale rispetto all'asse delle ascisse. Infatti, in questo mercato ciascun venditore-offerente si trova davanti una domanda sulla quale non è in grado di incidere, di conseguenza il prezzo è già formato dal mercato ed è un dato costante (per la singola impresa, la domanda dei beni è infinitamente elastica).

    Dire che il P è un dato costante equivale a dire che esso è uguale al Rm (ed anche al ricavo medio RM), cioè P = Rm = RM.

    Di conseguenza, nel mercato in concorrenza perfetta l'uguaglianza d'equilibrio di cui sopra si avrà quando: P = Rm = Cm, cioè P = Cm.

    L'equilibrio è in E (dove P = Cm), cui corrisponde una quantità d'equilibrio pari a Q*.

    Qualsiasi altro livello produttivo, come p. es. QA o QB, comporta una caduta del profitto imprenditoriale, perché non realizza l'uguaglianza tra

    e Cm.Le varie situazioni d’equilibrio nel mercato in concorrenza perfetta

    L’equilibrio nel mercato in concorrenza perfetta non assicura necessariamente un profitto.Infatti, quest’equilibrio potrebbe originare una perdita per l’impresa, che sarà comunque, invirtù dell’equilibrio, la perdita minima cui essa può andare incontro.

    Prima di analizzare le varie situazioni che l’equilibrio può generare, ricordiamo che:

    Profitto = RT – CT

    dove RT = RM x Q mentre CT = CM x Q

    Il ricavo totale RT è uguale al ricavo medio RM (ricavo per ogni unità prodotta) moltiplicato perla quantità prodotta Q. Graficamente il RT è l’area che sta sotto il prezzo P (perché inconcorrenza perfetta RM = P) fino alla quantità Q, cioè P x Q.

    Il costo totale CT è uguale al costo medio CM (costo per ogni unità prodotta) moltiplicato per laquantità prodotta Q. Graficamente il CT

    È l'area che sta sotto il costo medio CM fino alla quantità Q, cioè CM x Q. Adesso abbiamo gli strumenti per comprendere le varie situazioni d'equilibrio. Cominciamo dall'equilibrio con profitto. Il profitto nella situazione d'equilibrio è l'area tratteggiata, data dalla differenza fra il RT (area sotto il prezzo, PEQ*0) ed il CT (area sotto il CM, BAQ*0). Equilibrio con perdita che non comporta chiusura dell'impresa. La perdita d'equilibrio è l'area tratteggiata, data dalla stessa differenza precedente, ma disegno algebrico negativo, perché il CT supera il RT. L'impresa deve continuare la sua attività, nonostante la perdita, perché così facendo riesce a coprire tutti i CV (la curva CVM è infatti al di sotto del livello del prezzo P) e parte dei CF. Un esempio numerico può chiarire meglio la situazione. Poniamo che: P=100 Q*=50 RT=5000 CM=110 CT=5.500 CVM=80 CFM=30

    perdita è di 500 (RT-CT), ma sempre inferiore alla perdita di 1.500 (CFM x Q*), dovuta al CF, che l'impresa sosterrebbe se cessasse la produzione (il CF va comunque pagato anche se la produzione è nulla).

    Equilibrio con perdita che comporta la cessazione dell'impresa. È simile al caso precedente, con l'unica differenza che all'impresa conviene chiudere, perché così facendo sosterrebbe una perdita per CF inferiore a quella che sostiene producendo. Infatti, in corrispondenza della quantità d'equilibrio Q*, la curva del CVM è addirittura superiore al prezzo P, per cui si aggiunge alla perdita per costi fissi CF una parte della perdita per costi variabili CV.

    Anche qui facciamo un esempio numerico. Stessi valori precedenti tranne CVM=105 e CFM=5. La perdita è sempre di 500, ma se l'impresa chiudesse sosterrebbe solo la perdita per CF pari a 250.

    Prima di concludere questo discorso sull'equilibrio nel

    Il mercato in concorrenza perfetta è caratterizzato da un gran numero di acquirenti e venditori, che operano senza alcun controllo sul prezzo o sulla quantità di merci scambiate. In questo tipo di mercato, l'equilibrio si raggiunge quando la domanda e l'offerta si incontrano. Nel lungo termine, le imprese possono entrare o uscire dal mercato in base ai profitti che possono ottenere. Se le imprese stanno ottenendo profitti, nuove imprese entreranno nel mercato per cercare di ottenere una parte di quei profitti. Questo porterà ad un aumento dell'offerta e ad una diminuzione del prezzo. D'altra parte, se le imprese stanno subendo perdite, alcune di esse potrebbero decidere di uscire dal mercato. Questo porterà ad una diminuzione dell'offerta e ad un aumento del prezzo. Quindi, nel lungo termine, l'equilibrio nel mercato in concorrenza perfetta si raggiunge quando il prezzo si stabilizza a un livello in cui le imprese non ottengono né perdite né profitti e l'offerta e la domanda si equivalgono. Questo equilibrio è dinamico e può cambiare nel tempo in base a fattori come i cambiamenti nella domanda o nell'offerta, l'entrata o l'uscita di imprese dal mercato e l'innovazione tecnologica.
Dettagli
Publisher
A.A. 2008-2009
103 pagine
23 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher flaviael di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia Politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Leoncini Riccardo.