vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
L'OLIGOPOLIO
Abbiamo visto come l'impresa in concorrenza perfetta subisce il prezzo: esso è uguale al costo marginale di produzione e, nel lungo periodo, l'entrata e l'uscita nel e dal mercato di nuove imprese fa tendere il profitto economico allo zero, in modo che il prezzo eguagli il costo medio totale. Un'impresa in concorrenza perfetta considera il prezzo del proprio prodotto come dato e sceglie di produrne la quantità che ne garantisce l'uguaglianza con il costo marginale. Il prezzo applicato dal monopolista, invece, è maggiore del costo marginale generando così un profitto positivo per se stessa e una perdita secca per la società nel suo complesso. Ma in realtà è molto difficile trovare questi due esempi "perfetti" di mercato, così, il più delle volte, l'impresa tipo agisce in condizioni di concorrenza imperfetta. Abbiamo due tipi di concorrenza imperfetta:l’oligopolio – è un mercato nel quale pochi venditori offrono prodotti molto simili, se non identici, tra loro. Un esempio è quello del petrolio greggio nel quale pochi paesi del Medio Oriente controllano la maggior parte delle riserve petrolifere mondiali. La concorrenza monopolistica – individua un mercato nel quale ci sono molte imprese che vendono prodotti simili ma non identici. In questo tipo di mercato ogni impresa ha il monopolio del proprio prodotto ma molte altre imprese fabbricano prodotti simili in qualche misura sostituibili ad esso, per cui competono di fatto per la stessa clientela. Possiamo dunque riassumere affermando che gli economisti classificano i mercati in quattro tipologie: - a seconda del numero delle imprese in essi presenti: - monopolio – è presente una impresa (acqua potabile, energia elettrica); - oligopolio – è presente un numero limitato di imprese (petrolio greggio); - a seconda che il prodotto che vendonosia differenziato o identico: concorrenza monopolistica - prodotti differenziati (romanzi, film); o concorrenza imperfetta – prodotti identici (latte, frumento). Ovviamente, la realtà non è mai definita con la stessa precisione della teoria e quindi potrebbero esserci delle difficoltà nello stabilire con accuratezza in presenza di quale tipo di mercato ci troviamo.116.1 - MERCATI CON UN NUMERO LIMITATO DI IMPRESE
In un mercato in regime di oligopolio è presente solo un numero limitato di imprese e, in conseguenza, una delle caratteristiche determinanti è la contraddizione tra cooperazione e interesse proprio. Il gruppo degli oligopolisti si avvantaggerebbe dal cooperare e comportarsi come un monopolista, producendo una bassa quantità di bene per venderla a un prezzo superiore al costo marginale. Eppure, poiché ogni oligopolista agisce esclusivamente in vista del proprio profitto, è soggetto a forti incentivi che lo spingono ad
agire in totale autonomia facendogli perdere il potere monopolistico. Il duopolio è l'esempio più semplice di mercato oligopolistico. In un mercato in concorrenza perfetta, le decisioni di produzione di ciascuna impresa tendono a fare guagliare prezzo e costo marginale; il prezzo del prodotto rifletterebbe i costo di produzione e verrebbe prodotta e venduta la quantità efficiente. In un mercato monopolistico, l'impresa offrirebbe il proprio prodotto ad un prezzo superiore al costo marginale e il risultato del mercato è inefficiente dato che la quantità di merce prodotta e venduta è inferiore a quella socialmente efficiente. In un duopolio, c'è la tendenza da parte delle imprese ad accordarsi sulla quantità di merce da produrre e sul prezzo da applicare. In particolare, parliamo di: - collusione – per indicare un accordo tra imprese che operano sul medesimo mercato volto a determinare le quantità prodotte o ilDagli altri soggetti. Di conseguenza, il prezzo di oligopolio è inferiore a quello di monopolio ma superiore a quello di concorrenza perfetta (che eguaglia il costo marginale). È evidente come, con l'aumentare della numerosità dei partecipanti all'oligopolio, il mercato oligopolistico tende ad assomigliare sempre più a un mercato perfettamente concorrenziale: il prezzo si avvicina progressivamente al costo marginale e la quantità prodotta al livello socialmente efficiente. Ciò è dovuto al fatto che nel momento in cui ogni impresa deve decidere se aumentare o meno la produzione (al fine di trarre maggior profitto) deve valutare due effetti:
- l'effetto di quantità - dal momento che poiché il prezzo è superiore al costo marginale, vendere una unità di prodotto in più fa aumentare il profitto;
- l'effetto del prezzo - dal momento che aumentare la produzione fa aumentare
la quantità totale venduta e quindi diminuire il prezzo del prodotto, facendo diminuire il profitto anche su tutte le altre unità di prodotto vendute. Se l'effetto della quantità è superiore all'effetto del prezzo, l'impresa deciderà di aumentare la produzione; se l'effetto del prezzo è superiore all'effetto quantità, non aumenterà la produzione. Di conseguenza, aumentando il numero delle imprese sul mercato, aumenta la quantità di prodotto offerta e, di conseguenza, diminuisce il prezzo tanto da arrivare al punto in cui, nel caso di un oligopolio molto ampio, l'effetto del prezzo scomparirebbe completamente lasciando solo l'effetto della quantità: in questo caso ogni impresa aumenterà la produzione finché il prezzo sarà superiore al costo marginale. Vediamo così che un oligopolio non collusivo di grandi dimensione è essenzialmente un gruppo di
imprese che operano in concorrenza perfetta. L'impresa in concorrenza perfetta, nel decidere se aumentare la produzione, prende in considerazione solo l'effetto della quantità perché, dal momento che subisce il prezzo, l'effetto di prezzo è assente. 16.2 - LA TEORIA DEI GIOCHI E L'ECONOMIA DELLA COOPERAZIONE La "teoria dei giochi" è lo studio del comportamento degli individui in situazioni strategiche cioè in quelle situazioni nelle quali ognuno, nel decidere quali azioni intraprendere, deve prendere in considerazione le reazioni degli altri individui alla sua decisione. Poiché in un mercato oligopolistico il numero delle imprese è piccolo, ogni impresa deve tenere un comportamento strategico: ogni impresa sa che il profitto dipende non solo dalla quantità che produce ma anche dalla quantità prodotta dalle altre imprese. Dunque, nel prendere le proprie decisioni di produzione deve tenere inBonnie:Non confessa e Clide confessa: condanna a 20 anni per Bonnie e scagionato Clide; Non confessano entrambi: 2 anni ciascuno. Questo gioco mette in evidenza il dilemma che ogni criminale si trova ad affrontare. Se entrambi confessano, riceveranno una condanna più lieve rispetto a quella che avrebbero se nessuno confessasse. Tuttavia, se uno dei due decide di non confessare mentre l'altro confessa, il primo riceverà una condanna molto più pesante. Questo dilemma si applica anche al contesto degli oligopolisti. Ogni azienda deve prendere decisioni strategiche che influenzeranno il proprio profitto e quello degli altri oligopolisti. Se tutte le aziende cooperano e prendono decisioni che massimizzano il profitto collettivo, tutti beneficeranno. Tuttavia, se una sola azienda decide di agire in modo egoistico e prendere decisioni che massimizzano il proprio profitto a discapito degli altri, potrebbe ottenere un vantaggio temporaneo ma a lungo termine potrebbe danneggiare l'intero settore. Quindi, è importante considerare attentamente le implicazioni delle proprie azioni sulle decisioni degli altri oligopolisti. La cooperazione e la concertazione possono portare a risultati migliori per tutti, ma richiedono fiducia reciproca e un impegno a lungo termine.Clide:Confessa e Bonnie confessa: 8 anni ciascuno; o Confessa e Bonnie non confessa: scagionato e condanna a 20 anni per Bonnie; o Non confessano entrambi: 1 anno ciascuno È denominata strategia dominante una strategia ottimale per un giocatore indipendentemente dalle strategie scelte dagli altri giocatori. In questo caso, per ciascuno3