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Il deflatore del PIL italiano prima della

crisi (PIL Italia in miliardi di euro)

Il reddito o prodotto può essere una

grandezza nominale e questa grandezza

nominale, significa il valore di quel prodotto o

valore scritto sulle banconote a disposizione in quel momento,

reddito per quello che è il cosi

PIL nominale a prezzi correnti,

come scritto sulle banconote. Il in economia si dice che è quello

quello che si trova scritto.

Se nel 1992 il PIL nominale italiano era 805,7 miliardi di euro, significa che in base a quello che

era l’euro corrente la somma di tutte le stime fatte di beni e servizi, la somma era 805,7 miliardi.

Si nota che nel 2000 è aumentato a 1.191,0 miliardi di euro e nel 2008 a 1.572,1 miliardi di euro.

Considerare il PIL nominale come PIL a prezzi correnti o a valori correnti, cioè per quello che c’è

scritto sulla banconota in realtà fa perdere un punto di vista, cioè una banconota da 50 euro nel

2000 poteva essere una banconota che consentiva di acquistare un determinato numero di beni e

servizi, ma nel 2008 quella stessa banconota consente di acquistare lo stesso numero di beni e

servizi? È difficile, perché proprio il PIL a prezzi correnti non tiene conto del potere d’acquisto

della moneta, ma tiene conto del potere corrente della moneta cosi come proclamato, fissato e

scritto sulle banconote dal governatore della BCE.

deflatore consente di calcolare da PIL nominale

Quindi, la seconda riga è il fondamentale che

il PIL reale. numero indice

Il deflatore è il che consente di trasformare una grandezza da

numero basato rispetto ad un anno base che si

nominale in reale, numero indice vuol dire è un

indica con 100 ed è scelto a pura discrezione dagli economisti, viene calcolato in base ad una

serie di considerazioni. il PIL nominale diviso per il deflatore nella seconda riga e

In questo caso basta capire che

moltiplicato per 100 da il PIL che si vede nella terza riga, il PIL reale, il deflatore è quel

numero indice che consente di trasformare una grandezza nominale in una grandezza reale.

(805,7 PIL nominale / 77,38 deflatore) * 100 = 1.041,2 PIL reale.

La riga centrale, quella dell’anno definito come base dagli economisti, rispetto al quale calcolare

aumenti o diminuzioni del PIL è l’anno 2000 visto che gli viene fissato deflatore 100.

se un deflatore è

Non ci preoccupiamo di come si calcolino i deflatori, ma ricordiamo il fatto che

superiore a 100 indica che in quell’economia c’è stata inflazione (aumento dei prezzi, la

moneta che si ha in tasca ha minor valore contabile rispetto all’anno base).

Se un deflatore è inferiore a 100 indica che c’è deflazione (diminuzione dei prezzi, nel 1992 la

valuta aveva un potere d’acquisto superiore rispetto all’anno 2000 piuttosto che 2008).

Affermiamo che se un deflatore è superiore a 100 indica una perdita del potere di acquisto della

moneta, se è inferiore a 100 indica deflazione, il che vuol dire che la moneta ha maggior potere

d’acquisto rispetto a quando il deflatore è superiore o pari a 100.

Se guardiamo la terza colonna possiamo dire che è proprio vero che un PIL reale di 1.041,2 euro è

superiore al PIL nominale di 805, questo indica che fatta come base 100 la valuta dell’anno 2000,

quegli euro del 1992 consentivano di acquistare anche merci il cui valore reale in termini di potere

d’acquisto era 1041, cioè deflazione.

Se guardiamo invece il PIL reale del 2008 che è di 1.276,7 è inferiore al PIL nominale di 1.572,1,

questo indica che fatta come base 100 la valuta dell’anno 2000, quegli euro del 2008

consentivano di acquistare solo beni per un valore di 1.276,6 poiché purtroppo a causa

dell’inflazione i prezzi erano aumentati. Il tema è proprio che 1572 non aveva potere d’acquisto,

fatto come anno base il 2000.

Il deflatore inferiore a 100 aumenta il valore del PIL reale. PIL nominale è inferiore a PIL reale

per un deflatore inferiore di 100.

Il delatore superiore a 100 diminuisce il valore del PIL reale. PIL nominale è superiore a PIL

reale per un deflatore superiore di 100.

Il deflatore è quel numero indice che consente di togliere i fenomeni di variazione del livello

generale dei prezzi e calcolare il PIL in base al potere d’acquisto della moneta, certo, potere

d’acquisto fissato rispetto ad un anno base, è ovvio che rispetto ad un anno base PIL nominale e

PIL reale coincidono visto che il deflatorie è uguale a 100. 72

Il modello della spesa aggregata reddito

Consente di calcolare per somma di spese il valore del PIL o reddito di un sistema

economico. Ricordiamo quindi che il modello della spesa aggregata potrebbe anche essere visto

in una tabella già trattata, nella colonna della spesa per beni finali in euro. Alla fine della colonna

veniva fuori 7000 nell’ultima riga, di valore identico al 7000 calcolato con il criterio del valore

aggiunto piuttosto che con il criterio del reddito, quel 7000 si riferiva tanto a beni finali di

consumo, quanto a beni strumentali B2B. Ecco, il criterio della spesa nel momento in cui stima le

spese diverse per consumi, investimenti, spesa pubblica di una nazione o un sistema economico,

consente di arrivare al calcolo che è il valore del PIL prodotto o reddito. Se fossimo nella famosa

Il modello è diverso sia in termini concettuali dal modello

tabella sarebbe per l’appunto 7000.

del valore aggiunto o dal modello dei redditi, conduce allo stesso risultato,

ma alla fine cioè a

stima, è tanto prodotto quanto reddito.

quella che si ottiene

Ciò che si calcola è un prodotto o reddito di equilibrio, ritorna la nozione di equilibrio di

microeconomia come a dire, se si sommano tutte le spese per consumi, per investimenti, non è

come sommare tutte le domande anche del made in Italy che si esportano piuttosto del petrolio di

cui abbiamo bisogno? Ecco quel reddito di equilibrio simula un po quell’interpretazione per cui

tutto ciò che viene domandato ha ad oggetto beni e servizi che vengono offerti da qualcuno.

Quello che si va a calcolare con il modello della spesa aggregata è prima di tutto il prodotto

corrente o di equilibrio, quello che in quel momento viene acquistato, domandato, offerto.

In questo è possibile che quella nazione stia in questo momento producendo un reddito o

prodotto corrente o di equilibrio che è inferiore a quello massimo producibile. Durante la

pandemia con le stringency il PIL italiano era inferiore a quello massimo producibile, quindi si dice

sempre che il reddito di equilibrio o P di equilibrio, può essere inferiore a quello massimo o di

piena occupazione o potenziale che un sistema economico, o un’economia o una nazione

potrebbe produrre se tutti i fattori della produzione fossero occupati. Quindi il modello spesa

aggregata reddito consente di calcolare il prodotto o reddito correnti, di equilibrio, ma questo

reddito o prodotto corrente di equilibrio può essere inferiore al prodotto massimo (sinonimo di

potenziale o di piena occupazione).

In genere è difficile che un sistema economico produca al PIL massimo, in un sistema economico

si dice che c’è sempre un tasso naturale di disoccupazione.

Il PIL si dice di equilibrio poiché corrisponde alla nozione che la spesa aggregata è spesa di

domande per: consumo, investimento, stato, import export, … Il concetto di equilibrio sta in

questo, si andrà a calcolare il valore dei beni e dei servizi come se fossero offerti per rispondere a

questa domanda che è la somma di spese per consumi. Si costituisce un parallelismo con la

nozione di Q che si trova nella teoria elementare del mercato come equilibrio domanda-offerta.

Questo modello però non fa vedere un asse su cui vengono misurati i prezzi, è un po diverso dalla

nozione vista nel capitolo 3 dove la domanda e l’offerta si incontrano trovando la quantità di

equilibrio. La nozione concettuale è la medesima, ma non si vede l’offerta né i prezzi, si vede

“l’intuizione” per cui tutto ciò che viene prodotto è determinato e causato e richiesto dalla

domanda o spesa. rispetto al prodotto potenziale o di

Il modello della spesa aggregata consente di calcolare

piena occupazione massimo prodotto che un’economia potrebbe produrre se tutti i fattori

il

della produzione fossero occupati.

pienamente

prodotto corrente equilibrio prodotto attuale del sistema economico

Il o di è il e può essere

diverso dal prodotto potenziale. Può esistere cioè un vuoto o gap deflazionistico rispetto al

PIL di piena occupazione è superiore al PIL di equilibrio

prodotto potenziale. Quando il si dice

gap deflazionistico.

che esiste un

PIL di equilibrio superiore al PIL di piena occupazione,

Il potrebbe essere ad esempio

nell’America del grande Gatsby, ma anche all’economia americana precedente la crisi del 2007,

tutti volevano essere proprietari di immobili senza reddito, quello è proprio il concetto per cui il PIL

di equilibrio è in suo valore superiore al più di piena occupazione per cui chi ha un lavoro sub

prime è comunque proprietario di una casa che di fatto è sul mercato ad un valore che il sub

prime sta ancora pagando. Questi sono casi in cui il PIL di piena occupazione è superiore al PIL di

equilibrio, si individuano nella storia economica esattamente prima di ogni crisi, quando c’è

un’esagerazione di spesa. Lo stato dovrebbe intervenire per ridimensionare i consumi. 73

Per gli economisti uno dei grandi pericoli è l’inflazione, il fatto che i prezzi aumentino vuol dire che

le famiglie soffriranno, dovranno spendere di più. Il secondo pericolo è la deflazione, indica

assenza di consumo. Il nemico maggiore è la stagflazione, ovvero si hanno contemporaneamente

inflazione e stagnazione del sistema economico.

Alcune ipotesi semplificatrici

- Prezzi e salari sono fissi

- Il prodotto è determinato dalla domanda = spesa. Questo è un modello keynesiano.

- Nel capitolo 18 il modello prevede: che non vi sia intervento dello Stato e che non vi sia il

settore estero.

- Nel capitolo 19 si aggiungeranno le implicazioni relative al ruolo dello Stato ed al ruolo del

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I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Riccardo La Camera di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Libera Università di Lingue e Comunicazione (IULM) o del prof Bagnasco Annamaria.