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Il reddito e la spesa del sistema economico

Se si dovessero giudicare le condizioni economiche di un individuo, la prima cosa che faremmo sarebbe prendere in considerazione il suo reddito: un individuo che dispone di un reddito elevato può soddisfare più facilmente le proprie necessità. La stessa logica può essere applicata all'economia in generale, quindi, per stabilire se un sistema economico sta andando bene o male si prende in considerazione la sommatoria dei redditi guadagnati da tutti i componenti della società, cioè il PIL (Prodotto Interno Lordo). Il PIL misura due cose contemporaneamente: - il reddito totale dei componenti della società - la spesa totale per i prodotti della società stessa. La ragione per cui il reddito e la spesa sono sempre uguali è dovuta al fatto che ogni transazione coinvolge due parti, cioè un compratore ed un venditore. Quindi, ogni euro speso da un compratore è un euro incassato da un venditore. Infatti,

Le famiglie acquistano beni e servizi dalle imprese; questa spesa passa attraverso il mercato di beni e servizi; le imprese, a loro volta, utilizzano il denaro ricevuto per remunerare il lavoro, il capitale e la terra che vengono loro forniti dalle famiglie; il reddito passa attraverso il mercato dei fattori di produzione. In questo modello, il denaro continua a fluire dalle famiglie alle imprese e dalle imprese alle famiglie.

Dal momento che ogni spesa è il reddito di qualcuno, possiamo calcolare il PIL in due modi:

  • sommando la spesa totale delle singole famiglie;
  • sommando i redditi totali (salari, profitti e rendite) pagati dalle imprese.

Ovviamente, il sistema economico reale è molto più complesso rispetto a questa schematizzazione dal momento che, ad esempio, le famiglie non spendono tutto il loro reddito in beni di consumo: ne danno una parte allo Stato sotto forma di Tributi; ne spendono un'altra parte come "risparmio" destinandola ai consumi futuri.

D’altra parte, tutti i beni ed iservizi prodotti non sono acquistati dalle famiglie: alcuni di questi sono acquistati dallo Stato ed altri da altre imprese che li utilizzano per la produzione. Comunque, resta fermo il fatto che ogni transazione ha un compratore ed un venditore quindi, a livello di sistema economico, il reddito e la spesa sono sempre uguali.

LA MISURAZIONE DEL PIL

Il PIL viene definito come “il valore di mercato di tutti i beni e iservizi finali prodotti in un paese in un intervallo di tempo determinato”, quindi, è una misura sofisticata del valore dell’attività economica.

Questa definizione, nella sua apparente semplicità, ci dice invece molte cose. Vediamole in particolare:

“Il PIL è un valore di mercato…” – cioè somma diversi generi di prodotti in una singola misura del valore dell’attività economica.

Per poterlo fare (dal momento che non si possono sommare mele con arance) ricorre

ai prezzi di mercato. Misurando quanto gli individui sono disposti a pagare per i beni ed i servizi, i prezzi di mercato riflettono il valore di tali beni;“…di tutti…” – il PIL cerca di essere onnicomprensivo, cioè di includere tutti i beni prodotti nell'economia, venduti legalmente. Esso comprende anche il valore di mercato dei servizi forniti dagli immobili: per gli immobili dati in affitto, tale valore corrisponde al canone di locazione; per gli immobili abitati dai proprietari, il PIL viene calcolato in base ad un ipotetico canone di locazione che il proprietario paga a se stesso e che entra a far parte sia delle sue spese che del suo reddito. È chiaro, poi, che sono esclusi dal calcolo del PIL alcuni beni venduti e prodotti illegalmente (es. gli stupefacenti) e quelli prodotti per l'autoconsumo (che, quindi, non entrano mai in un mercato);“…beni e servizi…” – il PIL comprende sia i beni tangibili

(cibo, automobili, abiti) sia i servizi intangibili (acconciature, pulizie domestiche, visite mediche);“…finali…” – infatti, nel computo del PIL è considerato soltanto il valore dei beni finiti. Una importante eccezione a questo principio è fatta nel caso di un bene intermedio che non viene immediatamente utilizzato per la produzione di un altro bene ma messo in magazzini e utilizzato o rivenduto in un secondo momento: in questo caso, il suo valore costituisce un investimento in scorte e viene computato. Quanto le scorte di beni intermedi vengono utilizzate le imprese compiono un investimento negativo in scorte e il PIL del periodo relativo si riduce in corrispondenza.“…prodotti…” – il PIL comprende i beni e i servizi prodotti attualmente e non le transazioni che riguardano beni prodotti nel passato (ad esempio, la vendita di un’automobile usata non viene considerata ai fini del calcolo del

“...in un Paese…” – il PIL misura il valore della produzione nell’ambito dei confini geografici di un Paese, indipendentemente dalla nazionalità del produttore;

“...in un dato periodo di tempo…” – Il PIL misura il valore della produzione che si realizza in uno specifico intervallo temporale, corrispondente, di solito, ad un anno solare o al trimestre. Il PIL misura i flussi di reddito e di spesa che si verificano nel periodo considerato.

LE COMPONENTI DEL PIL

In un sistema economico, la spesa assume molteplici forme. Per comprendere come l’economia utilizza le proprie risorse scarse, gli economisti sono spesso interessati a studiare la ripartizione del PIL tra le diverse voci di spesa. Per poterlo fare, il PIL (Y), può essere scomposto in quattro elementi: il consumo (C), l’investimento (I), la spesa pubblica (G), le esportazioni nette (NX):

Y = C + I + G + NX

Questa espressione algebrica è una

identità: dal momento che ogni eurospeso appartiene a una delle quattro categorie indicate, la somma di queste non può essere che uguale al PIL. Analizziamo queste categorie singolarmente.

il Consumo (C) – è ciò che le famiglie spendono per l'acquisto di beni e servizi;

l'Investimento (I) – è ciò che le imprese spendono per l'acquisto di beni capitali, di scorte e di strutture (es. gli impianti per la produzione);

la Spesa Pubblica (G) – comprende gli acquisti di beni e di servizi dell'amministrazione pubblica. C'è da specificare, però, che lo Stato effettua anche dei "traferimenti" che sono tipi di spesa che non hanno in cambio alcun bene o alcun servizio (es., sussidi a fasce sociali bisognose): poiché il PIL serve a valutare il reddito generato da (e la spesa per) beni e servizi prodotti nel sistema economico, i trasferimenti non vengono inclusi nel computo della spesa.

Le Esportazioni Nette (NX) – sono pari alla differenza tra il valore dei beni di produzione interna acquistati da stranieri (esportazioni) e quello di beni di produzione estera acquistati all’interno (importazioni). L’aggettivo “nette” sta a significare che il valore delle importazioni viene sottratto a quello delle esportazioni dal momento che i beni ed i servizi importanti vengono automaticamente inclusi nelle altre componenti del PIL. Ciò vuol dire, in altre parole, che le esportazioni nette attribuiscono un segno negativo ai beni e ai servizi acquistati da residenti e prodotti all’estero perché questi sono già compresi sotto le voci “consumo”, “investimento” o “spesa pubblica” con segno positivo. Perciò l’acquisto di un bene prodotto all’estero fa diminuire il valore delle esportazioni nette ma, dal momento che fa aumentare il consumo, l’investimento o la spesa pubblica,

Il PIL misura il totale della spesa per beni e servizi in tutti i mercati che costituiscono l'economia. Ora, se la spesa totale aumenta di anno in anno, la ragione va ricercata in una di queste cause:
  • l'economia aumenta la produzione di beni e servizi;
  • i beni e i servizi vengono venduti a un prezzo più elevato.
Pertanto, volendo misurare la quantità totale di beni e di servizi prodotti dall'economia, è necessario depurare i dati rilevati dagli effetti dell'aumento dei prezzi.

Per introdurre questa distinzione, gli economisti ricorrono a due diverse definizioni di PIL:

  1. PIL NOMINALE - corrisponde alla produzione di beni e servizi valorizzata a prezzi correnti;
  2. PIL REALE - che corrisponde alla produzione di beni e servizi valorizzata a prezzi costanti (attraverso il sistema dei numeri).
Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
6 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher valeria0186 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Castellucci Lucilla.