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SCELTA OTTIMA DELL’IMPRESA: UN PROBLEMA A DUE STADI
L’obbiettivo come abbiamo detto, rimane quello di produrre la quantità output che consenta di
massimizzare il profitto.
1° stadio: determinare, per ciascun livello di output, la combinazione di input che consenta di produrlo
al minimo costo.
2° stadio: scegliere, tra i diversi livelli di output prodotti al minimo costo, quello che massimizza il
profitto.
N.B. è necessario sapere come reagiscono le altre imprese sul mercato quando l’impresa in questione
cerca di vendere una determinata quantità del proprio prodotto piuttosto che un'altra. Ci aspetteremo
comportamenti differenti a secondo che la nostra impresa sia l’unica a vendere il prodotto o si trovi
insieme a molte altre. Osservare la forma di mercato.
TECNICA DI PRODUZIONE ECONOMICAMENTE EFFICIENTE: MINIMIZZAZIONE DEI COSTI
Supponiamo che l’impresa utilizzi due fattori di produzione x (lavoro) e x (capitale), coi rispettivi costi
1 2
w (salario unitario) e w (tasso di interesse).
1 2
Funzione di isocosto: CT = x w x w , Tutte le combinazioni di input impiegando le quali l’impresa
1 1 + 2 2
sostiene lo stesso costo totale.
Retta di isocosto: x CT/w w /w x , ricavata dall’espressione precedente. CT/w definisce la
x
2 = 2 - 1 2 1 2
quantità massima di uno dei due input che l’impresa è in grado di acquistare con l’ammontare di risorse
economiche CT. Lo stesso vale per l’altra intercetta. w /w inclinazione della retta che definisce il
- 1 2
SMST.
Sentiero di espansione della produzione: dopo aver illustrato la combinazione di input(x x )
1 2
economicamente efficienti per diversi livelli di produzione(isoquanti), congiungiamo con una curva
continua tutti questi punti di equilibrio. Solo nel lungo periodo!
COSTI
Costi espliciti: tutti i costi sostenuti dall’impresa per far partire l’attività. Comportano un esborso
monetario.
Costi economici: (vs costi contabili) comportano un’altra importante categoria al loro interno, ovvero i
costi opportunità.
Costi opportunità: impliciti, perché non comportano un esborso monetario. Sono dovuti alle opportunità
a cui l’impresa deve rinunciare, impiegando le proprie risorse in certi usi piuttosto che in altri. Il loro
ammontare è pari alle opportunità perdute.
BREVE PERIODO ( rivedere precedente schema sui costi )
CT = CF + CV
CF: sono i costi fissi che l’impresa sostiene per remunerare i fattori di produzione il cui impiego non può
essere variato nel breve periodo. La forma è quella di una retta orizzontale, parallela a quella delle
ascisse. Il valore è misurato dall’intercetta di questa retta sull’asse delle ordinate. Incidono
maggiormente su bassi valori della produzione.
CV: sono i costi variabili che l’impresa sostiene per remunerare i fattori di produzione che può cambiare nel
breve periodo. Variano al variare della produzione stessa. Parte dall’origine degli assi (q=0) e cresce poi
all’aumentare della produzione, meno che proporzionalmente, prima e, più che proporzionalmente,
dopo. La concavità di questa curva è simmetricamente opposta a quella della funzione di produzione.
Se PMgx è crescente avremo
1
Funzione di produzione con concavità verso l’altro
Funzione costo variabile con concavità verso il basso
Se PMgx è decrescente avremo
1
Funzione di produzione con concavità verso il basso
Funzione costo variabile con concavità verso l’alto
CT: essendo la somma dei costi precedenti, è rappresentabile traslando la funzione dei costi variabili verso
l’alto di un ammontare pari ai costi fissi.
Oltre ai costi totali, è utile considerare quanto costa mediamente un’unità di prodotto.
CMe = CT/q, come i costi totali quindi, anche i costi medi sono dati da CMe = CMeF + CMeV = CF/q + CV/q.
variano al variare della quantità prodotta.
I costi marginali invece ci dicono di quanto aumentano i costi dell’impresa, CT, per far fronte ad u aumento
al margine di un unità di prodotto, q.
CMg = ΔCT/Δq, variano al variare della quantità prodotta. Poiché nel breve periodo i costi fissi non
cambiano avremo che CMg= ΔCV/Δq.
Se CMe diminuisce, CMg < CMe
Se CMe aumenta, CMg > CMe
Se CMe = q minima, CMg = CMe
LUNGO PERIODO
CT = CV
Non esistono costi fissi! C’è più mobilità per l’impresa che può decidere la dimensione degli impianti ed il
tasso di impiego ottimale.
Rendimenti di scala costanti: produrre al minimo dei CMeLP. Si avranno valori minimi ed uguali tra loro.
Tracciare la retta che li congiunge che ha forma orizzontale.
Rendimenti di scala crescenti: l’impresa beneficia di economie di scala
output aumentano più che proporzionalmente
input aumentano meno che proporzionalmente
CT aumentano meno che proporzionalmente
La curva di CMeLP si ottiene a partire dalla CMeBP corrispondente alle diverse dimensioni degli
impianti, al loro crescere i CMe si collocheranno sempre più in basso.
Rendimenti di scala decrescenti: l’impresa soffre di diseconomie di scala
output aumentano meno che proporzionalmente
input aumentano più che proporzionalmente
CT aumentano più che proporzionalmente
La curva dei CMeLP si ottiene dall’inviluppo dei CMeBP. I CMe, al crescere degli impianti si
collocano via via sempre più in alto.
Cap. 6, MERCATI DEI BENI IN CONCORRENZA PERFETTA
Come abbiamo più volte detto, l’obbiettivo dell’impresa è la massimizzazione del profitto, dato
dall’eccedenza dei ricavi sui costi. Bisogna analizzare sia il lato costi che il lato ricavi.
Curva di offerta dell’impresa: relazione tra la quantità venduta ed il prezzo.
Curva di offerta per l’intero settore industriale: si ottiene aggregando le singole curve di offerta individuali.
EQUILIBRIO DI BREVE PERIODO E CURVA DI OFFERTA
Prima di scegliere la quantità da produrre ed il relativo prezzo l’impresa deve affrontare determinati vincoli.
1. Vincoli tecnologici, legati alla funzione di produzione, non ci si può spingere oltre certi limiti
tecnici.
2. Vincoli economici, legati alla funzione di costo, produzione limitata in termini di
convenienza economica inerente al costo opportunità.
3. Vincoli di mercato, determinati dalla struttura della concorrenza e dagli acquirenti.
Osservando l’ultimo punto, possiamo procedere con un elenco delle varie forme di mercato che potremmo
incontrare.
1. Concorrenza perfetta
2. Monopolio
3. Concorrenza Monopolistica
4. Oligopolio
CARATTERISTICHE CONCORRENZA PERFETTA
1. Omogeneità dei beni offerti
2. Numerosità degli agenti economici
3. Assenza di barriere all’entrata
4. Informazione perfetta
SCELTA DI PRODUZIONE DELL’IMPRESA NEL BREVE PERIODO
Le imprese non possono dotarsi di impianti adeguati per entrare nel mercato, qualora fosse
profittevole farlo, per cui il numero delle imprese è fisso!
Π = RT – CT, funzione della q prodotta. Scegliere q per rendere massima la differenza tra RT e CT
Poiché RT = p (q), ed in concorrenza perfetta l’impresa è price-taker, ovvero non incide sul prezzo che è
un valore già dato, i RT esclusivamente da q!
dipenderanno
RMg = ΔRT/Δq = p (Δq)/q = p vero solo in concorrenza perfetta!
RMe = RT/q = p (q)/q = p vero in tutti i mercati!
L’ impresa vende qualunque ammontare di beni sempre allo stesso prezzo!
Curva di domanda dell’impresa: è una retta orizzontale, cosi come RMg e RMe. p = RMg = RMe
(massimizzazione del profitto).
Metodo per scegliere la produzione ottimale:
1. Se RMg CMg, π aumenterà, quindi l’impressa aumenterà la produzione.
>
2. Se RMg < CMg, π diminuirà, quindi l’impresa diminuirà la produzione.
3. Se RMg = CMg, π non varia, quindi l’impresa non cambia la sua produzione, in quanto avrà
raggiunto l’equilibrio. Vale per tutti i mercati!
Dal punto 3 possiamo dedurre che, Δπ/Δq = ΔRT/Δq – ΔCT/Δq = 0 ΔRT/Δq = ΔCT/Δq RMg = CMg
Ricordando che in concorrenza perfetta il prezzo è uguale al ricavo marginale, possiamo affermare che
p = CMg (max profitto).
Ricordando le formule del RMe e RMg, possiamo esprimere il profitto in fuzione di q.
π(q) = RT – CT = RMe q – CMe q = q (RMe – CMe) π* = q* (RMe – CMe)
x x x x
In base a quest’ultima formula possiamo trovarci di fronte a tre casi
1. RMe = p > CMe π > 0, profitto massimo e positivo, p* interseca la curva dei CMg, in
corrispondenza di q, maggiore di quella che minimizza la curva dei CMe. CMg > CMe, (o CMeV),
extraprofitti positivi.
2. RMe = p < CMe π < 0, profitto negativo e perdita, la curva dei CMg interseca la curva dei
CMe, sopra la retta del prezzo. CMg < CMe, (o CMeV), extraprofitti negativi. (break-even point)
3. RMe = p = CMe π = 0, profitto nullo, p* interseca la curva dei CMg in corrispondenza del
minimo dei CMe. CMg = CMe, (o CMeV), extraprofitti nulli.
Curva di offerta di breve periodo dell’impresa: relazione tra p* e q*, può essere derivata a partire dalla sua
curva di CMg di breve periodo. Inclinata positivamente.
Curva di offerta di breve periodo dell’industria: insieme di imprese che producono un bene
merceologicamente omogeneo. Si ottiene per semplice aggregazione, somma orizzontale, delle loro curve
di offerta individuale di breve periodo.
SCELTA DI PRODUZIONE DELL’IMPRESA NEL LUNGO PERIODO
Nel lungo periodo il numero delle imprese è variabile, queste possono entrare ed uscire a costi
nulli!
CT = CV, non ci sono costi fissi!
L’impresa ha il tempo necessario per modificare gli impianti.
pLP = CMgLP, condizione di massimo extraprofitto.
pLP = RMeLP = CMeLP, condizione di extraprofitto nullo (o perdita).
pLP = CMgLP = CMeLP, condizione di equilibrio. La retta di, p, interseca la curva dei CMg nel punto
di minimo dei CMe.
non c’è una curva di offerta del’industria, a differenza del breve periodo, proprio per la capacità
delle imprese di uscire ed entrare nel mercato.
se il p = CMgLP > min CMeLP p > pLP, extraprofitto positivo, entrata imprese.
se il p = CMgLP < min CMeLP p < pLP, extraprofitto negativo, uscita imprese.
se il pLP = min CMeLP equilibrio.
Curva di offerta dell’impresa: più aumenta i