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Determinare il tasso di disoccupazione di equilibrio attraverso la curva di determinazione del salario e del prezzo

Graficamente il tasso di disoccupazione di equilibrio è dato dal punto di incontro tra la retta PS, corrispondente all'equazione del salario reale W/P= α/1+μ quale determinato dai prezzi stabiliti dalle imprese sul mercato del prodotto (prezzo stabilito P=(W/a)(1+μ)), e la retta WS, corrispondente all'equazione del salario reale W/P= 1- αu+z richiesto dai lavoratori. Per garantire l'equilibrio nel mercato del lavoro si deve verificare che il salario reale richiesto dai lavoratori sia uguale a quello che le imprese siano disposte a dare, quindi 1-αu+z=a/1+μ dove u è il tasso di disoccupazione, α la sensibilità della forza contrattuale dei consumatori alla disoccupazione e z sono altri fattori che influenzano, positivamente, la determinazione del salario. Prendendo il logaritmo di entrambi i membri.

importante della teoria keynesiana. Esso rappresenta il rapporto tra il cambiamento della produzione nazionale e il cambiamento della spesa autonoma. Il moltiplicatore della spesa autonoma può essere calcolato utilizzando la seguente formula: Moltiplicatore = 1 / (1 - MPC) Dove MPC (Marginal Propensity to Consume) rappresenta la propensione marginale al consumo, ovvero la percentuale di reddito aggiuntivo che viene consumata anziché risparmiata. Il moltiplicatore indica quanto la produzione nazionale aumenta in risposta a un aumento della spesa autonoma. Ad esempio, se il moltiplicatore è 2, significa che un aumento della spesa autonoma di 1 unità porterà a un aumento della produzione nazionale di 2 unità. Il moltiplicatore della spesa autonoma è importante perché evidenzia l'effetto di amplificazione che la spesa autonoma ha sull'economia. Quando la spesa autonoma aumenta, essa stimola la produzione e l'occupazione, generando ulteriori redditi che vengono poi spesi, creando un ciclo virtuoso di crescita economica. Tuttavia, è importante notare che il moltiplicatore può funzionare anche al contrario. Se la spesa autonoma diminuisce, il moltiplicatore indica quanto la produzione nazionale diminuirà in risposta a questa diminuzione della spesa. In conclusione, il moltiplicatore della spesa autonoma è un concetto chiave nella teoria economica che evidenzia l'effetto di amplificazione della spesa autonoma sull'economia.

Interessante nel modello reddito-spesa. In questo modello infatti, la produzione di equilibrio risulta essere un multiplo del livello delle componenti autonome della domanda. Spieghiamo il tutto attraverso un esempio. Supponiamo che un'impresa decida di costruire un immobile per poi utilizzarlo. Il suo valore costituisce l'investimento ed è pari a 1 milione di euro. Per la sua realizzazione l'impresa deve affittare il terreno e pagare i lavoratori per la costruzione. Affitto, salari e stipendi costituiscono il reddito di chi partecipa alla costruzione dell'edificio che successivamente verranno spesi per acquistare beni e servizi. Se la propensione è pari a 0,8 ciò implica che verranno acquistati beni di consumo pari a 800 mila euro. Le imprese che producono questi beni di consumo prenderanno a loro volta in affitto altri input produttivi che diverranno reddito per i proprietari di questi input. Questi redditi si trasformeranno in domanda di beni di consumo.

Per un valore di 0,8*800.000=640 mila euro. Il processo continua accrescendo il consumo e la domanda aggregata. La somma di tutti questi aumenti è data dal moltiplicatore, ed è uguale a 5 milioni di euro, perché 1/(1-0,8)=5. In pratica, l'investimento iniziale dell'impresa di 1 milione di euro per costruire l'immobile ha indotto una domanda addizionale pari a 4 milioni di euro. Ricordiamo che il moltiplicatore è uguale a 1/(1-c) dove c rappresenta la propensione marginale al consumo.

6. Si consideri un modello macroeconomico reddito-spesa con prezzi fissi e investimenti esogeni. Qual è l'effetto di un aumento del consumo autonomo ΔC>0 sul livello di equilibrio del reddito? Illustrare la risposta con un grafico.

Il consumo è una componente autonoma dal reddito della domanda aggregata AD quindi un aumento del consumo autonomo provoca primariamente un aumento della stessa AD, che si sposta verso l'alto. Quando la domanda

autonoma aumenta le imprese accrescono laproduzione con conseguente aumento del reddito, che incentiva dinuovo la produzione, quindi il reddito e il consumo. Questo processocontinua indefinitamente anche se l'aumento della domanda divienevia via minore perché viene spesa in consumo solo una frazionesempre più piccola dell'aumento del reddito, perché 0<c<1 .Graficamente c è la propensione marginale al consumo che indical'inclinazione della retta del consumo C=C+cY, con intercetta positivae inclinazione inferiore a 45 gradi; ossia è ΔC/ΔYD, ovvero il rapportotra la variazione del consumo e la variazione del reddito disponibile.La propensione marginale al consumo abbiamo visto che è positivama minore dell'unità, il che significa che il consumo aumentaall'aumentare del reddito disponibile ma non tutto l'aumento direddito viene speso dalle famiglie nell'acquisto di beni di

consumo, ossia una parte dell'aumento di reddito viene risparmiata. La variazione del reddito di equilibrio risulta maggiore della variazione della domanda AD. La variazione della spesa autonoma è misurata dal moltiplicatore m=dY/dA, quindi ΔY=mΔA. Dato che m>1, segue che ΔY>ΔA. Si consideri un modello macroeconomico reddito-spesa con prezzi fissi e investimenti integralmente esogeni. Qual è l'effetto di una diminuzione del consumo autonomo ΔC<0 sul livello di equilibrio del reddito? Illustrare la risposta con un grafico.

7. Spiegare l'effetto moltiplicativo sul reddito generato da un aumento della spesa autonoma.

8. Con l'aiuto di un grafico illustrare la scelta dell'impresa in concorrenza perfetta nel breve e lungo periodo.

In concorrenza perfetta il numero delle imprese è molto grande e le imprese sono molto piccole, il prodotto è omogeneo e c'è completa libertà d'entrata.

Questa situazione le imprese non possono influire sul prezzo attraverso le loro decisioni, infatti P=RMa, e la curva di domanda dell'impresa è orizzontale. Nel breve periodo l'impresa decide quanto produrre sulla base di un impianto dato e sceglie la quantità sulla base della condizione marginale RMa=CMa e della condizione media P≥ CVMe, tale che P*=CMa. Nel lungo periodo decide se costruire, ampliare, ridimensionare o chiudere un impianto e prende questa decisione in base alla condizione marginale RMa=CMal e della condizione media P≥CMel. A causa dell'assenza delle barriere all'entrata altre imprese entreranno a far parte del mercato attirate dai profitti, arrivando ad annullarli nel lungo periodo a causa dell'abbassamento dei prezzi. In questo caso P=RMe=RMe. Graficamente la retta del RMa, che è uguale al prezzo, si abbassa, proprio per la diminuzione di quest'ultimo.

9. Con l'aiuto di un grafico analizzare la scelta del

consumatore nel caso in cui per ottenere un reddito debba scegliere quanto lavorare

La scelta ottima del consumatore ricade sul punto di tangenza tra vincolo di bilancio e curva di indifferenza, dove l'inclinazione delle due curve è uguale SMS=Pa/Pb. In questo punto il consumatore ha la possibilità di scegliere la quantità massima di entrambi i beni di consumo a un dato livello di reddito R. Supponiamo che il consumatore possa integrare il proprio reddito offrendo lavoro sul mercato. In questo caso le sue risorse possono essere accresciute dal salario derivante dalla vendita del lavoro.

A questo punto il consumatore deve scegliere tra un bene utile, il consumo, e un bene disutile, il lavoro, considerato disutile perché, essendo la giornata di 24 ore, offrire lavoro implica una riduzione di tempo libero e quindi un conseguente peggioramento della situazione di benessere. La scelta si pone quindi, per facilità, tra due beni utili, il consumo e il tempo libero.

Il vincolo di bilancio con reddito da lavoro diventa pari a P*Q=R+WN. Nel caso in cui quindi il consumatore debba scegliere quanto rinunciare di tempo libero per ottenere un salario W, con cui acquista un'unità W/P di consumo, la scelta ottima si ha quando il prezzo relativo W/P eguaglia il saggio marginale di sostituzione SMS.

Graficamente il primo rappresenta l'inclinazione della curva del vincolo di bilancio con reddito da lavoro, e il secondo l'inclinazione della curva di indifferenza sulla quale si trovano le combinazioni di Tl e lavoro tra loro indifferenti al lavoratore. Stabilito in questo modo l'ammontare di tempo libero domandato è determinata anche l'offerta di lavoro; quando aumenta il salario reale un'ora di tempo libero costa di più e il soggetto è indotto a lavorare di più (effetto sostituzione). L'aumento del salario rende anche il soggetto più ricco, così che egli può permettersi di lavorare di più.

Meno (effetto reddito). 10. Illustrare la massimizzazione del profitto nell'impresa monopolista. Nel lungo periodo agli extraprofitti che succede?

Il monopolio è una forma di mercato caratterizzata da un'unica e grande impresa, in grado quindi di stabilire i prezzi e la quantità di prodotto che le consente di raggiungere il massimo profitto, ma non può decidere entrambi dovendo comunque sottostare alla domanda del mercato, che per ovvie ragioni coincide con la sua curva di domanda. Date queste caratteristiche si può osservare che la situazione dell'impresa monopolista non varia dal breve al lungo periodo. Infatti essa rimane unica nel suo mercato, e i suoi extraprofitti non vengono annullati dall'entrata di nessun'altra impresa, grazie alla presenza di barriere all'entrata. Per quanto riguarda il monopolio quindi abbiamo che RMa=CMa e P≥CMe e la curva CMa incontra quella RMa da sotto. Mentre nella concorrenza perfetta P=CMe dato che

R/Pb, il vincolo di bilancio può essere rappresentato graficamente come una retta nel piano cartesiano, con l'asse delle ascisse che rappresenta la quantità del bene A (Qa) e l'asse delle ordinate che rappresenta la quantità del bene B (Qb). Se il prezzo di uno dei due beni aumenta, ad esempio il prezzo del bene A (Pa), il vincolo di bilancio si sposta verso l'asse delle ordinate. Questo significa che il consumatore può acquistare meno quantità del bene A rispetto a prima, dato che il suo reddito rimane lo stesso. Di conseguenza, il vincolo di bilancio diventa più ripido, cioè la pendenza della retta aumenta. In altre parole, l'aumento del prezzo di uno dei due beni riduce le alternative di consumo disponibili per il consumatore, limitando le sue scelte.
Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
13 pagine
23 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Maraudon di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Tilli Riccardo.