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I RENDIMENTI DI SCALA

La caratteristica tecnica della funzione di produzione che descrive la relazione tra scala ed

efficienza e’ chiamata rendimenti di scala. Ovvero: ciò che accade all’output qaundo tutti gli

input vengono aumentati esattamente della stessa proporzione. Questo e’ un concetto di lungo

periodo (tutti gli input si modificano).

I rendimenti di scala possono essere:

CRESCENTI: caratteristica di un processo produttivo che consente di ottenere un incremento più

che proporzionale dell’output in seguito ad un aumento di tutti gli input in una stessa

proporzione.

COSTANTI: caratteristica di un processo produttivo per la quale l’incremento di tutti i fattori

produttivi in una stessa proporzione genera un incremento proporzionale di output.

DECRESCENTI: caratteristica di un processo produttivo per la quale l’incremento di tutti i

fattori produttivi in una stessa proporzione genera un incremento meno che proporzionale

nell’output.

EQUILIBRIO DI MERCATO: grafico. Spiegare cos’e’ e come si determina LA

CURVA DI DOMANDA e DI OFFERTA.

Il mercato e’ l’insieme di tutti i compratori e venditori di un bene o di un servizio.

La curva di domanda (DD) rappresenta le quantità di beni che i compratori sono disposti ad

acquistare a diversi prezzi (ha un’inclinazione negativa). La legge della domanda: se il prezzo di

un prodotto scende ne viene richiesta una maggiore quantità. Il beneficio e’ la soddisfazione

derivante dal consumo del prodotto. Se il prezzo aumenta i consumatori sono meno soddisfatti.

La curva di offerta (SS) fa riferimento all’insieme delle coppie prezzo-quantità in corrispondenza

delle quali i produttori sono soddisfatti (ha un’inclinazione positiva). La curva rappresenta le

quantità che i produttori son disposti a vendere dato il prezzo di mercato. La legge dell’offerta:

quando il prezzo di un prodotto sale, ne viene offerta una maggiore quantità.

L’equilibrio di mercato e’ la combinazione prezzo-quantità in corrispondenza della quale sono

soddisfatti sia i consumatori sia i produttori. Graficamente questo punto di equilibrio e’

l’intersezione tra la curva di domanda e la curva di offerta. Per qualunque altra coppia prezzo-

quantità non siamo in equilibrio di mercato e dunque i compratori o i venditori rimangono

insoddisfatti. Possiamo incontrare quindi altre due situazioni oltre a quello di equilibrio:

-un eccesso di offerta (o surplus) quando il valore della quantità offerta supera il valore della

quantità domandata. Il prezzo e’ superiore a quello di equilibrio e i venditori sono insoddisfatti.

-un eccesso di domanda (o carenza) quando il valore per cui la quantità domandata supera quella

offerta. In questo caso il prezzo e’ inferiore a quello di equilibrio e i compratori sono

insoddisfatti.

Il processo di aggiustamento per tornare all’equilibrio e’ spontaneo: nel caso di surplus il

produttore ha l’impulso di abbassare il prezzo, nel caso di carenza i venditori si rendono conto di

poter alzare i prezzi.

LE CARATTERISTICHE DEL MECCANISMO DI MERCATO:

-Esistenza: Affinché esista equilibrio di mercato e’ necessario che la curva di domanda e la curva

di offerta si intersechino. Nel caso contrario non ci sarebbe equilibrio.

-Unicità: Il punto di equilibrio deve essere unico. E’ necessario che le due curve abbiano

andamenti monotoni e che si incrocino in un punto solo. In caso contrario risulterebbero più

intersezioni e più equilibri di mercato, ma ciò non e’ contemplabile.

-Stabilita’: L’equilibrio di mercato deve essere stabile. L’equilibrio di mercato e’ stabile se ha la

tendenza ad essere conseguito quando il mercato si trova al di fuori della condizione di

equilibrio. vd caso di surplus e carenza.

GLI EFFETTI DELLE POLITICHE DI CONTROLLO DEI PREZZI

-Il governo può imporre un tetto di prezzo: livello oltre il quale, per legge, il prezzo di un bene

non può salire. In Italia venne imposto l’equo canone (poi sostituito con i contratti a canone

libero) per garantire anche a i cittadini più poveri di poter affittare un alloggio. Il governo dunque

ha abbassato il prezzo al di sotto del livello di equilibrio provocando un eccesso di domanda. Le

pressioni dovute a questa situazione di carenza si sfogarono con la riduzione delle spese di

manutenzione e pagamenti più elevati sottobanco cosicché gli affittuari poterono affittarsi

l’alloggio illegalmente.

-Il governo può imporre un prezzo minimo (es:PAC), ovvero un livello sotto il quale il prezzo del

bene non può scendere. In questo caso di crea una situazione di eccesso di offerta e il governo

deve comprare il surplus affinché gli agricoltori abbiano redditi adeguati. La PAC, una politica

agricola nata per aiutare i piccoli agricoltori, non ebbe successo perché ad arricchirsi erano le

grandi aziende agricole.

LE PRINCIPALI FUNZIONI DI COSTO DI BREVE E LUNGO PERIODO

Nel breve periodo tutti i fattori produttivi sono fissi, ovvero non variano con il livello di output

Alcuni costi di breve periodo sono:

-costo fisso (CF)= rK

-costo variabile (VC) = wL

-costo totale (TC) = VC + CF

Il costo fisso e’ rappresentato da una linea orizzontale. Il costo variabile e totale sono due linee

parallele, la cui distanza e’ determinata dal costo fisso.

Altri costi di breve periodo sono:

-Il costo medio fisso (AFC)= FC/Q

-Il costo medio variabile(AVC)=VC/Q

-Il costo medio totale(ATC)= AFC + AVC

-Il costo marginale(MC)=∆TC/ ∆Q, ma nel breve periodo almeno un costo non vari quindi…

=∆VC/ ∆Q. E’ l’inclinazione del costo totale.

Primo grafico:Il costo fisso non varia al variare dell’output dunque e’ rappresentato come una

retta orizzontale. Il costo variabile e il costo totale cono due curve “parallele” la cui distanza e’

determinata dal costo fisso. Secondo grafico: Il costo marginale incrocia la curva di costo totale e

di costo variabile nei loro punti di minimo. Il costo marginale cresce da Q1 in poi, da Q1 i

rendimenti sono decrescenti e quindi Q cresce ad un tasso negativo.

Quando il costo marginale e’ inferiore al costo medio (totale o variabile), il costo medio si riduce

all’aumentare dell’output; quando il costo marginale e’ maggiore del costo medio, il costo medio

aumenta all’aumentare dell’output.

Nel lungo periodo tutti gli input sono per definizione variabili. Attraverso la mappa degli

isoquanti possiamo vedere per quale combinazione di input si genera un determinato output. Se

sovrapponiamo le curve di isoquanto alla curva di isocosto troviamo i punti di tangenza che

rappresentano il massimo output possibile. La curva data dall’insieme di questi punti e’ chiamata

sentiero di espansione dell’output.

-LTC, costo totale di lungo periodo

-LMC, costo marginale di lungo periodo= ∆LTC/∆Q

-LAC, costo medio di lungo periodo=LTC/Q

Quando vi sono rendimenti costanti LTC ‘ strettamente proporzionale all’output e la pendenza e’

data dal LMC(=LAC). Quando i rendimenti sono decrescenti LTC cresce in modo piu che

proporzionale rispetto all’output. Quando i rendimenti sono crescenti LTC cresce in modo meno

che proporzionale rispetto all’output.

vd pag 319 Sul grafico viene rappresentato in ascissa il lavoro e in ordinata il capitale, sono

disegnate le curve di isocosto con i corrispondenti isoquanti. In questo caso se consideriamo la

situazione di lungo periodo, il capitale e’ l’input variabile. Quando K e’ variabile il sentiero di

espansione dell’output e’ dato da E0. Invece il sentiero di espansione di breve periodo (tutti gli

input sono fissi) e’ dato dalla linea orizzontale, che comprende le combinazioni di input X,T,Z.

In T i costi di breve e lungo periodo si incrociano, ovvero assumono lo stesso livello di output.

IN CHE COSA CONSISTE IL PRINCIPIO KEYNESIANO DELLA DOMANDA

EFFETTIVA? Quali sono le componenti principali del domanda effettiva?

In una società industriale la capacita produttiva e’ la produzione potenziale e affinché ci possa

essere produzione effettiva deve esserci una domanda effettiva. Keynes divide le persone in due

grandi categorie: i consumatori e produttori.

Nel grafico viene riportata in ascisse la produzione e in ordinata la domanda. Fino al punto Y* la

domanda cresce proporzionalmente alla produzione poiché c’e’ una capacita potenziale e la

produzione può essere aumentata o diminuita a seconda del livello della domanda senza

cambiare i prezzi. In Y* c’e la piena utilizzazione della capacita’ produttiva, da questo punto in

poi un aumento della domanda porta ad aumentare i prezzi per la scarsa produzione.

La domanda effettiva totale e’ composta dalla somma della domanda dei beni di consumo (C) e

della domanda dei beni di investimento (I).

Y=C+I

Il consumo dei beni e’ in funzione del reddito. C=f(Y). Inoltre i consumatori tendono a spendere

per consumi una parte decrescente di ogni incremento di reddito. 0<f’<1 e indica la propensione

marginale al consumo, (1-f’) e’ la propensione marginale al risparmio e f”<0.

C=A+aY dove A= costante, a= propensione marginale al consumo.

Gli investimenti non sono in relazione con il reddito, ma dipendono dalla redditività attesa e dal

saggio di interesse.

Investimenti I=ⱷ(E,i) dove E e’ la redditività attesa degli investimenti che e’ decrescente e i e’

tasso di interesse.

saggio di interesse i=Ω(L,M) dove L e’ la preferenza per la liquidità(la quantità di moneta che la

gente vuole trattenere per ogni livello di saggio di interesse) e M e’ la moneta emessa.

Il principio a cui si contrappone Keynes e’ quello della piena occupazione. Ritiene che non esista

piena occupazione anche in situazioni di equilibrio economico, ma può avvenire solo per puro

caso.

Keynes spiega che una situazione di equilibrio economico non e’ necessariamente un equilibrio

di piena occupazione dei fattori produttivi perché la capacita produttiva esprime solo una

produzione potenziale, mentre la produzione effettiva dipende dalla domanda effettiva.

RICERCA DEL MASSIMO PROFITTO

Gli economisti ipotizzano che l’obiettivo principale dell’impresa sia la massimizzazione del

profitto. Il profitto economico e’ la differenza tra i ricavi totali e i costi totali. Le imprese, che

casualmente intraprendono azioni che massimizzano il loro profitto hanno ricavi più elevati e

battono più facilmente la concorrenza. A spingere le imprese verso la massimizzazione del

profitto sono i soggetti che perseguono il proprio interesse e gli incentivi finanziari,che l’impresa

da ai propri dipendenti.

Nel breve periodo il

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
17 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Brioche97 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Varri Pierpaolo.