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Estratto del documento

THR

2. imprese potenzialmente costrette: dove ε > ε senza RPI (caso 1) sceglierebbero

 THR

un livello di manodopera > della soglia quindi Lg(ε) > L

Ora che le soglie ci sono possiamo scegliere di:

• rimanere flessibili con una manodopera nei periodi positivi = alla soglia

THR

Lg = L < Lg(ε)

• R

diventare rigidi assumendo L (ε) e non cambiarlo mai

La scelta è quella che massimizza il valore atteso dei profitti (max E(π)). Alcune sceglieranno

la flessibilità sottodimensionandosi; altre (quelle con ε elevata) sceglieranno la rigidità

THR

Le imprese che hanno ε > ε e vogliono rimanere flessibili si troverebbero sempre o in Lb (se

THR

va male) o in L (se va bene).

Lb = ab – W α = ab manodopera ottimale se optano

c

L = tutte ad essere costrette

 THR THR

L = ε - W α = ε

R

L (ε) = p (ab – W) + (1 – p)(ε - W)

Un impresa come abbiamo già ditto sceglie la soluzione migliore in base ai profitti (π)

• c 2 THR THR

E(π ) = p [(ab – W) Lb – ½ Lb ] + (1 – p)[(ε - W) L – ½ L ]

2 THR THR 2

{[p (ab – W)] / 2} + (1 – p)[(ε - W)(ε - W) – ½ (ε - W) ]

• R R R 2 2

E(π ) = [p (ab – W) + (1 – p)(ε – W)] L – ½ L = - ½ [p (ab – W) + (1 – p)(ε – W)]

c R

L’impresa rimane flessibile ma costretta se E(π ) ≥ E(π ) mentre l’impresa diventa rigida se

c R THR c

E(π ) < E(π ). In particolare si può dimostrare che esiste ε** > ε tale che E(π (ε**)) =

R THR

E(π (ε**)). Inoltre si può dimostrare che ε** esiste ed è = [ε - √p ab] / (1 + √p) 

THR

comunque > ε

Soluzione del modello

• se ε > ε** le imprese scelgono di essere rigide perchè questo rende i loro profitti (π)

più alti R c

E(π ) > E(π )

• THR

se ε ≤ ε imprese non costrette

• THR c R

se ε < ε < ε** E(π ) ≥ E(π ) imprese costrette

 

Risultato 3 esiste un costo dall’avere delle soglie nei RPI?

Le imprese costrette hanno un occupazione media inferiore a quella che avrebbero sia in

regime flessibile, sia in regime rigido (che coincidono) c’è una distorsione sull’occupazione

media

c THR R

E(L ) = p (ab – W) + (1 – p)(ε - W) < E(L*(ε)) = E(L ) = p (ab – W) + (1 – p)(ε - W)

THR

perchè ε < ε ≤ ε**

Graficamente: PML produttività marginale del lavoro

Abbiamo detto che:

∂π / ∂L = α – W – L α – L = PML: ∂y / ∂L PML = W α – L = W

  

dove α – L sarà ab – L (in bad times)

 ε – L (in good times)

Cosa succede in caso di effetti soglia?

1. Soglia 1 non cambia nulla per l’impresa

2. Soglia 2 l’impresa opterà per un regime rigido

Evidenza Impirica (grafici slide)

Lezione 6

LE RETRIBUZIONI OTTIMALI (Capitolo 6)

In generale il problema dell’impresa è quello di rendere il lavoratore più produttivo possibile

(perchè questo aumenta i profitti dell’impresa). Questo significa rendere massima la

produttività:

aumenta la produttività prima di assumere: sceglierò lavoratori di “qualità”/abilità

elevata. Se l’abilità non è osservata (assimetria informativa tra

principale e lavoratori selezionati) c’è selezione avversa. Questo

problema prende il nome di opportunismo pre-contrattuale.

Per risolvere il problema si può usare un segnale osservabile (es.

istruzione del lavoratore) e correlato con l’abilità

post assunzione: devo fare in modo che il lavoratori si

impegni (e = effort). Se aumenta l’impegno e allora aumentano i

profitti dell’impresa. Se l’impegno non è osservabile (non c’è

monitoraggio o c’è monitoraggio solo parziale) allora abbiamo

un problema che prende il nome di azzardo morale (o

opportunismo post-contrattuale). Per risolvere questo

problema si può usare un indicatore osservabile da parte

dell’impresa (es. output individuale, output relativo, output di

gruppo) correlato con l’impegno dell’individuo. Il principale può

far dipendere la retribuzione da questo indicatore e in questo

modo incentivare l’impegno

NB: output relativo es. quanto vende 1 soggetto rispetto a un suo collega

Il tipo di retribuzione dipende molto dal tipo di lavoro che si svolge (ad es. in caso di operai

che lavorano in una catena di montaggio non sussistono mai problemi di azzardo morale

perchè se un lavoratore non si dovesse impegnare il n. di pezzi prodotti calerebbe e viene

immediatamente “beccato” dal principale). In generale possiamo dire che se l’impegno non è

osservabile (o in misura più tenue se il monitoraggio è solo parziale) un contratto con salario

fisso (legato alle ore di lavoro) non è mai ottimale cioè non da mai i corretti incentivi

all’impegno (es. potrei timbrare il cartellino e poi dormire e = 0).

Perchè allora viene utilizzato questo tipi di sistema (soprattutto per quanto riguarda il lavoro

pubblico? Perchè il tempo è l’unica cosa sempre osservabile. È un dato esogeneno che non

dipende ne dal principale ne dal lavoratore).

Con monitoraggio imperfetto gli strumenti che possono essere usati sono:

• le retribuzioni legate all’output individuale (bonus, performance pay, retribuzione

variabile)

se aumenta e aumenta W e diminuiscono π

  aumenta la produttività e aumentano π

dipende da quanto gli costa di più rispetto al beneficio percepito

• retribuzioni basate sulla performance relativa (richiedono però più di un lavoratore)

promozioni/teoria dei tornei (è necessario essere + bravo dei miei competitors)

• minacciare il licenziamento se scoperti con e = 0 (in questo caso funziona solo se il

monitaraggio è parziale perchè se non c’è non funziona)

con W fissa salari di efficienza

 

TEORIA DELL’AGENZIA con un principale [P] e un agente [A]

Moral Hazzard: quando un [A] mette in atto comportamenti (azioni) che danneggiano il

[P] e che questo non osserva il payoff del principale dipende dalle

azioni dell’agente (π(a))

Come sono fatti [P] e [A]?

Dipendono dalla loro funzione obbiettivo:

• il principale [P]: π = px – W dove x = quantità prodotta

in generale x = f(e)

π = p · f(e) – W ecco il moral hazzard

 

• 2

L’agente [A]: U = W – c(e) = W – (δ/2)e 2

dove c(e) = valore sociale dell’impegno (δ/2)e = costo sociale dell’impegno

ma se W è fisso e* = 0 (scelta ottimale) ma se e = 0 allora π < 0 e quindi

 

l’impresa non offre il contratto

Il conflitto di interessi che si può osservare è che se aumenta e i π di [P] aumentano mentre U

di [A] diminuisce.

1. Calcoliamo il FIRST BEST (ottimo sociale) con perfetta informzione

HP x = e

Qual è il livello ottimale/efficiente dell’impegno e?

È quello che massimizza il benessere sociale o surplus complessivo

2

π = px – W = pe – W U = W – (δ/2)e con Ū opzione esterna del lavoratore

2 2

S = S + S = (W – (δ/2)e – Ū) + (pe – W – 0) = pe – (δ/2)e – Ū

f w opzione esterna per l’impresa (valore sociale dell’effort – costo sociale)

Deriviamo: o

∂S / ∂e = 0 e = p / δ impegno efficiente o impegno socialmente ottimale

 

o o

Se δ aumenta allora e diminuisce mente se p aumenta allora e aumenta

Quando è ottimale offrirlo? Sotto quali condizioni è giusto che il lavoratore si impegni?

Dato quanto costa e quello che produce se:

o 2 2 2 o 2 2

S = (p /δ) – (δ/2)(p /δ ) – Ū S ≥ 0 se e solo se (p /δ) – Ū ≥ 0 (p /δ) ≥ Ū

 

Se questo è vero ma se lasciamo fare a [P] e a [A] da soli l’effort non sarà quello ottimale ma

sarebbe e = 0.

2. Informazione imperfetta con un [A] e un [P] che devono contrattare il principale

osserva in maniera imperfetta il lavoro dell’agente

HP x = e + η dove η = componente stocastica (es. quante persone entrano nel negozio)

E(η) = 0 in media assumiamo che fortuna e sfortuna si equivalgono

Var (η) = v

Cov (η) = 0 non dipende da ..... lavoratore, è indipendente

x ≠ e l’output osservabile è diverso dall’impegno ma E(x) = E(e) + E(η) = e E(x) = e

 

Una politica retributiva incentivante potrebbe essere una retribuzione:

W = α + β x dove α è la parte fissa mentre β x dipende da quanto produco (è funzione

del mio impegno)

Se [A] aumenta l’impegno (e) allora aumenta la probabilità che produca di più (aumenta x) 

aumenta E(W) ossia il valore atteso della sua retribuzione (in media se [A] si impegna di +

guadagna di +)

Analizziamo gli schemi di questo tipo:

W = α + β x

Il problema per il [P] sarà: scegliere α e β tali che:

• [A] accetta il lavoro vincolo di partecipazione (VP)

• [A] si impegni dopo aver accettato vincolo compatibilità degli incentivi (VCI)

• E(π) > 0 con VP e VCI

• e che massimizza E(π)

W = α + β x E(W) = E(α + β x) = E(α) + E(β x) = α + E(β x) = α + β E(x)

  perchè costante

E(W) = α + β E(e + η) = α + β e

Dobbiamo scegliere quanto valgono α e β. Per questa scelta vi sono 3 schemi di base:

1) α > 0; β = 0 retribuzione fissa (non è mai ottimale per qualsiasi α perchè α* = 0)

2) α > 0; β > 0; 0 < β < p (fisso + bonus) β è compreso tra quei numeri in modo che la

quota variabile è una frazione di px (.... impresa). In questo caso il lavoratore partecipa

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Publisher
A.A. 2015-2016
47 pagine
13 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/10 Organizzazione aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher simopippo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia e politica delle risorse umane e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Ghinetti Paolo Carlo.