Anteprima
Vedrai una selezione di 5 pagine su 17
Riassunto esame Economia politica, prof. David, libro consigliato La Politica Economica Italiana 1968 2007, Rossi Pag. 1 Riassunto esame Economia politica, prof. David, libro consigliato La Politica Economica Italiana 1968 2007, Rossi Pag. 2
Anteprima di 5 pagg. su 17.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Economia politica, prof. David, libro consigliato La Politica Economica Italiana 1968 2007, Rossi Pag. 6
Anteprima di 5 pagg. su 17.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Economia politica, prof. David, libro consigliato La Politica Economica Italiana 1968 2007, Rossi Pag. 11
Anteprima di 5 pagg. su 17.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Economia politica, prof. David, libro consigliato La Politica Economica Italiana 1968 2007, Rossi Pag. 16
1 su 17
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

IN EUROPA NONOSTANTE TUTTO (1996-1999)

1.Il 7 Febbraio 1992 il Trattato di Maastricht, aveva stabilito la nascita dell'UME (Unione Monetaria Europea), sancita con la creazione e la graduale introduzione di un'unica moneta comune tra gli Stati membri. Il 15 Dicembre 1995 viene definito lo scenario di riferimento per la Transizione verso la moneta unica. Il primo passo viene fatto il primo Maggio 1998, quando l'Unione Europea individua gli stati che avrebbero partecipato, fin dall'inizio, all'introduzione della valuta comune: Austria, Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Olanda, Portogallo e Spagna. Dal 1° Gennaio 1999 l'Euro diventa una moneta a pieno diritto. (L'U.E. conta, a partire dal 1° Gennaio 2007, 27 Stati membri).

2.Il Trattato di Maastricht impone, ai paesi desiderosi di adottare l'euro fin dal 1° Gennaio 1999, numerosi adempimenti giuridici ed economici. I più noti e impegnativi sono:

  • Rapporto tra disavanzo pubblico e PIL non superiore al 3%;
  • Rapporto tra debito pubblico e PIL non superiore al 60% (Italia e Belgio furono esentati);
  • Tasso d'Inflazione non superiore dell'1,5% rispetto a quello dei 3 paesi più virtuosi;
  • Tasso d'interesse a lungo termine non superiore al 2% del tasso medio degli stessi 3 paesi;
  • Permanenza negli ultimi 2 anni nello SME senza fluttuazioni della moneta nazionale. (L'Italia è tornata ad aderire nel Novembre del 1996 agli accordi di cambio del Sistema Monetario Europeo, da cui si era staccata 4 anni prima).

I valori dei parametri stabiliti nel Trattato erano allineati sui valori dei paesi "virtuosi" e cruciali per l'UEM (Francia, Austria, Finlandia). Gli altri paesi europei interessati all'UEM avrebbero dovuto dunque allinearsi ai valori registrati nei paesi "virtuosi" (per evitare che il costo del debito pubblico dei paesi non

virtuosipesasse anche sui paesi virtuosi). OBIETTIVI DELLA POLITICA MONETARIA EUROPEA. Gli obiettivi monetari e finanziari sono prevalenti rispetto agli obiettivi reali (ad esempio all'obiettivo dell'occupazione e dello sviluppo). Gli obiettivi in questione sono: - priorità alla stabilità dei prezzi; - il contenimento dei tassi d'interesse; - la liberalizzazione del mercato dei capitali; - divieto agli stati di indebitarsi presso le banche centrali; - l'autonomia della Banca Centrale Europea. L'unica critica dell'UEM: NON C'È UNA POLITICA FISCALE UNICA. Le ragioni che hanno portato all'Unione Monetaria Europea sono 2: Politica (si evitano le tensioni commerciali e politiche) Economica (maggior riguardo al libero scambio-protezionismo). I vantaggi economici dovuti all'Unione Monetaria: 1) Riduce i "Costi di Transazione" derivanti dalle operazioni di cambio di una moneta in un'altra (costi di informazione,

tempi tecnici per le operazioni, commissioni);

2) Riduce i <<Costi di Cambio>> (cioè l’incertezza che pesa su chi commercia fra 2 paesi);

3) Impedisce la svalutazione competitiva e le rappresaglie protezionistiche.

Fra gli effetti attesi dall’Unione Monetaria non si annoverano tuttavia soltanto vantaggi, ma anche svantaggi:

1) Impossibilità per un paese membro di utilizzare il tasso di cambio come strumento per rendere più competitive le esportazioni;

2) Impossibilità per le Banche Centrali dei paesi membri di utilizzare i tassi di interesse per politiche economiche espansive in fase di crisi economica.

*SHOCK ASIMMETRICO= Con shock asimmetrico, si intende una situazione di crisi economica che colpisce un solo paese. Tali shock possono verificarsi in seguito ad:

a) ERRORI CAUSATI DA MANOVRE SBAGLIATE DI POLITICA ECONOMICA;

b) CRISI DI FIDUCIA;

c) CASI RARI.

*In caso di Shock asimmetrico, la Politica Monetaria non può deviare dal suo corso

per le esigenze di un solo paese, e non si può neanche rinunciare al tasso di cambio, poiché comporterebbe un costo per le economie che aderiscono all'Unione Monetaria. L'indisponibilità della politica monetaria come strumento di riequilibrio macroeconomico costringe a ricorrere ad altre politiche: quelle del bilancio pubblico, dei redditi. Ma anche la Politica Fiscale offre poche spazi d'intervento, per via del "Patto di Stabilità e Crescita" (un accordo che accompagna e integra il trattato sull'Unione Monetaria), il quale prescrive che i bilanci pubblici dei paesi aderenti, quasi tutti deficitari, siano gradualmente ricondotti al pareggio. Finché tale condizione non sarà raggiunta, non rimangono che due strade:

  • O i lavoratori impegnati nei processi produttivi più colpiti dal calo della domanda accettano una riduzione del salario per ora lavorata (per la competitività);
  • Oppure alcune imprese chiudono,
e i lavoratori licenziati si trasferiscono in un altro paese europeo la cui economia interna è in espansione. Come già annunciato, i paesi che volevano aderire all'Unione Monetaria Europea, dovevano rispettare una serie di criteri esposti nel Trattato di Maastricht. L'Italia, non era ancora ben preparata. 1996-1999 L'Italia nell'Unione Europea.
  • "Rapporto deficit/PIL non maggiore del 3% nel 1997" (In Italia era il 6,8% nel 1996);
  • "Rapporto debito/PIL non maggiore del 60% nel 1997" (In Italia nel 1996 era il 113%);
  • "L'inflazione non deve risultare superiore per più di 1,5% punti percentuali alla media dei 3 paesi più virtuosi tra il 1996-97" (L'Italia si trova nella media con tali valori);
  • "Tasso d'interesse sui titoli pubblici non deve risultare superiore per più di 2 punti percentuali alla media dei 3 paesi più virtuosi nel 1997" (L'Italia si trova nella media con tali valori).

trova nella media con tali valori);

“Il tasso di cambio della moneta nazionale (LIRA) deve rispettare fino al 1996 i normali limiti di fluttuazione previsti dagli accordi dello S.M.E. (Sistema Monetario Europeo). (L’Italia rientra nello SME nel novembre del 1996, da cui si era staccata 4 anni prima).

I criteri di Maastricht sono difficili da rispettare per l’Italia, poiché le finanze di risanamento operate nel 1993 hanno richiesto uno sforzo eccessivo al Paese, aggravandone i problemi:

a) Basso aumento del reddito (+0,7%);

b) Alta disoccupazione (12,1%);

c) Elevata pressione fiscale (40%).

Ma nel corso del 1996 il governo (Prodi) compie sul tema europeo una virata brusca. Ancora in giugno, gli obiettivi ufficiali della politica di bilancio per il 1997 appaiono incompatibili con il rispetto dei criteri di Maastricht. Ma il governo trova la determinazione per decidere che l’economia italiana debba tuffarsi nell’impresa. La Legge Finanziaria per il 1997

(aumento delle imposte e tagli agli enti locali) ha successo, centrando gli obiettivi attesi:
  1. Il Deficit/PIL < 3 %;
  2. Debito pubblico in riduzione per il 3° anno consecutivo;
  3. Inflazione nella media;
  4. Tassi d’interesse sui titoli pubblici nella media;
  5. Il tasso di cambio della lira ha fluttuato nei confronti delle valute aderenti agli accordi europei di cambio entro margini considerati “normali”, cioè quelli della vecchia banda stretta dello SME (+2,25%).
CON TALI RISULTATI, LA RICHIESTA ITALIANA DI PARTECIPARE ALL’AVVENTURA EUROPEA E’ RAGIONEVOLE E BEN FONDATA. L’opposizione alla candidatura italiana che emerge nella sede dell’IME (Istituto Monetario Europeo) è guidata dalla banca centrale tedesca e olandese. Il timore degli oppositori (del tutto legittimo dati i cattivi precedenti con cui il nostro paese si è presentata), è che gli stupefacenti risultati concepiti in poco tempo, nascondano artifici, puntelli contabili.invalidandoli. Ma grazie all'autorevolezza della Banca d'Italia, alla fine accettano che l'Italia entri nell'U.E. Entrambi i rapporti tecnici, sia quello dell'IME sia quello della Commissione, raccomandano l'ingresso dell'Italia nell'area dell'euro fin dal 1° Gennaio del 1999. La decisione favorevole viene sancita il 3 Maggio del 1998 dal Consiglio Europeo dei capi di Stato e di governo. C'è da dire che, gran parte dello sforzo di riequilibrio degli anni '90 è assorbito dalla necessità di porre riparo alle conseguenze delle politiche economiche dei decenni passati. Lo sforzo di risanamento è proporzionale al ritardo con cui è iniziata l'inversione di rotta. Questa è una consapevolezza amara, ma aiuta a sopportare il peso aggiuntivo delle politiche del 1997. Nel 1998, la politica economica italiana è giunta ad un decisivo appuntamento con la Storia. Formalmente, la posta

In gioco era il successo o il fallimento nell'avere portato il paese a un grado di convergenza economica con il resto d'Europa sufficiente a consentirne l'ammissione nel club dei fondatori della moneta unica. MA LA VERA POSTA IN GIOCO ERA MOLTO PIÙ ALTA: era la presentabilità dell'Italia nella buona società europea; quella della stabilità, delle virtù civiche, della disciplina sociale. CON L'ADESIONE ALL'U.E. L'ITALIA ENTRA NELLA BUONA SOCIETÀ EUROPEA, ED EVITA IL FALLIMENTO.

1998- AI NASTRI DI PARTENZA

Se l'Italia non fosse entrata nell'euro, le conseguenze sarebbero state:

  1. Svalutazione della Lira;
  2. Aumento dell'Inflazione;
  3. Aumento tassi di interesse;
  4. Aumento debito pubblico.

MENTRE, con l'euro:

  1. Si riducono i tassi d'interesse;
  2. Si riduce l'inflazione poiché la moneta è unica e stabile.

Nel 1998:

  1. Le tasse sono diminuite (passate le "Una

Tantum”);

2)Si è ridotta la spesa pubblica (non più sostenibile ai livelli del passato);

3) Sono diminuiti i tassi d’interesse, e di conseguenza, gli interessi sul debito pubblico ed il deficit annuo;

4) Continua però, l’instabilità politica: il PARTITO DI RIFONDAZIONE COMUNISTA (RC) ritira il suo appoggioal governo Prodi; dopo giorni convulsi, nasce un nuovo governo di centrosinistra (D’ALEMA).

Il governo D’Alema dura fino alla primavera del 2000, quando gli subentra Giuliano Amato.

Dall’inizio del 2002 l’euro inizierà a circolare nei paesi dell’area anche in forma di banconota e monetemetalliche, sostituendo definitivamente le valute nazionali dei paesi aderenti.

DECLINO O DIFFICILE RINCORSA? (2000-2007)

Lo scenario internazionale, nel passaggio dal decennio Novanta al nuovo secolo, si offusca.

Nell’estate del 2000 accadono 2 fatti importanti, che sembrano invertire il corso degli eventi:

1) le

Le quotazioni azionarie incominciano a cadere, negli Stati Uniti e altrove;

il prezzo internazionale del petrolio

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
17 pagine
6 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Droman di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Messina o del prof David Piero.