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L

Facendo un

paragone

fisico, il prodotto medio è la velocità, mentre il prodotto marginale è l’accelerazione. 23

Pagina |

4,5

4

3,5

3

2,5

MP 2 AP

1,5

1

0,5

0 0 2 4 6 8 10 12

L di lungo periodo

Funzione di produzione

Q = f (K, L)

La concorrenza stimola l’impresa ad essere più efficiente: nel lungo periodo possono cambiare le

tecniche; le curve che si creano sono chiamate isoquanti.

Le curve sono tutte decrescenti: se potessi restare sulla stessa curva, ciò significa che stavo

usando tecniche efficienti; all’aumentare di un valore, deve necessariamente aumentare l’altro. Le curve

non possono intersecarsi, perché sarebbe contraddittorio.

Più ci si sposta a destra, maggiore sarà la quantità prodotta:

Saggio marginale di sostituzione tecnica: dice quanto va variato un fattore rispetto all’altro,

per avere lo stesso risultato con la stessa tecnica:

PM * ΔK – PM * ΔL = 0

KA LA

PM * ΔK = PM * ΔL

KA LA 24

Pagina |

I rendimenti di scala: scala si intende nell’accezione di dimensione; immaginiamo di avere

un’impresa che vuole aumentare la scala produttiva: deve aumentare capitale e lavoro.

I Costi di Produzione

I costi di produzione sono dati dall’utilizzo dei fattori, che le imprese devono acquistare; si

parla di costi economici e non di costi contabili. I costi contabili sono quelli “registrati”, mentre il costo economico

è la somma di costi opportunità e costi economici; immaginiamo di acquistare un titolo che vale 100: dopo un

anno, ci viene restituito 110. Questa però non è costata 100, in quanto, a parità di rischio, un’altra

obbligazione fruttava 115: quindi, il costo economico è stato 105.

La funzione di costo mi descrive il metodo meno costoso per produrre ogni quantità di

prodotto.

Costi di breve periodo: nel breve periodo

si hanno due fattori, capitale e lavoro, di cui uno è

variabile, mentre l’altro è fisso; il costo d’uso del

capitale è un costo opportunità. Nel breve periodo, se

si vuole far variare la quantità prodotta, non si può

far variare il capitale: quindi, non ha senso andare a

guardare il costo del rinnovo del capitale.

Immaginiamo che il capitale sia costato 100: quei

100 potevano essere usati per acquistare altro,

capitale, obbligazioni, …; se l’investimento valeva il

10%, abbiamo perso il 10% di rendimento

annuo che questo avrebbe dato. Un’occasione

persa è un costo, per l’economista: quindi, il

costo d’uso è il 10% di 100; ogni anno, quindi,

sarà 10! Il costo d’uso per anno è quanto si

perde, ogni anno, non avendo fatto scelte

alternative, con parità di rischio.

FC = r K → r = saggio di interesse /

0

rendimento 25

Pagina |

VC = w L

Il lavoro, inizialmente, è più produttivo; dal punto M, invece, per ogni unità di prodotto

marginale, ci vuole più lavoro! Più è produttivo il lavoro, meno ore ci vogliono per produrlo.

TC = FC + VC

= rK + wL

0 La funzione di costo

è una traduzione in

termini monetari della

funzione di produzione:

questo comporta il

vantaggio di rendere i

fattori produttivi omogenei, e di conseguenza la possibilità di sommarli. Siccome la produzione si può

considerare nel breve e nel lungo periodo, anche la funzione di costo si considererà nel breve e nel lungo

26

Pagina |

periodo: ci sono dei costi fissi, che dipendono dal fattore fisso, e dei costi variabili, che dipendono dal

fattore variabile; se si considera la situazione nel breve periodo, si utilizzerà il principio della produttività

marginale decrescente, dovuto dalla combinazione capitale-lavoro. Non necessariamente un’impresa vuole

avere la combinazione ottimale, che è quella più efficiente.

L’impresa ha dei limiti rispetto ai costi che può sostenere: l’azienda anticipa le spese che poi

recupererà, in base alle sue disponibilità, ai depositi, al credito; esistono due tipi di credito alle imprese: in

conto capitale ed in conto corrente. Il primo è quello in cui il sistema finanziario fornisce finanziamenti, il

secondo è il normale reddito dell’impresa. TC = rK + wL

Ogni punto della retta corrisponde ad una tecnica differente, in quanto è una differente

combinazione di capitale e lavoro; ogni tecnica ha un suo costo finanziario.

Per individuare la tecnica che costa meno, bisogna unire il grafico degli isocosti, con le curve di

isoquanto:

La scelta dell’impresa deve essere al contempo tecnica ed economica: se varia il prezzo dei

fattori, la pendenza della curva di isocosto si modifica; se si confrontano due sistemi economici con

prezzi dei fattori differenti, l’impresa di un Paese si porrà in un determinato punto, mentre quella di un

altro, si porrà in un punto differente.

La scelta dell’impresa dipende quindi sia dalla tecnica che dall’economia, e di conseguenza dai

loro prezzi relativi: 27

Pagina |

La scelta tiene conto di entrambi gli elementi: in quel punto, uno spostamento marginale

minimale tiene conto sia di quanto un fattore produce, ma lo rapporta anche con quanto il fattore

stesso costa. Non si valuta il fattore in base a quanto dà, ma in base a quanto costa.

Le aspettative sul lungo periodo sono più nebbiose rispetto a quelle sul breve periodo.

Se si vuole produrre di più, ci si deve spostare su un altro isoquanto: il sentiero di espansione

della produzione è quella curva che collega tutti i punti di incontro fra isoquanto ed isocosto; la

produzione di breve periodo è sempre più costosa di quella di lungo periodo, tranne quando ci si

trova nel punto E , E , … Questo perché ci si deve spostare “in orizzontale” e non “in obliquo”,

1 2

restando fisso il capitale.

Non conviene aumentare la scala produttiva, in quanto i costi aumentano in modo più che

proporzionale; questo viene descritto dal grafico dei rendimenti di scala: solitamente non si hanno

situazioni pure (più che proporzionali, proporzionali, meno che proporzionali), ma rendimenti misti. Spesso i

rendimenti sono condizionati dagli input.

Nella funzione di costo di lungo periodo non ci sono costi fissi: il grafico sarà quindi differente

rispetto a quello della funzione di costo di breve periodo.

Il costo medio e marginale nella funzione di lungo periodo, in cui i costi aumentano in modo

proporzionale, sono una retta; nella funzione di lungo periodo, i cui costi aumentano in modo più che

proporzionale, il costo marginale sarà una retta crescente, il costo medio, un retta di pari coefficiente

angolare, quindi parallela al costo marginale, sottesa alla stessa curva.

Il valore marginale trascina con sé il valore medio: nella curva meno che proporzionale, le rette del costo

marginale e medio saranno decrescenti, parallele, dove il costo marginale sarà sotto ed il costo medio starà

sopra. Rendimenti crescenti e poi decrescenti

Dato un periodo K , si avrà una curva dei costi medi “ad U” nel breve periodo SAC ; a partire

1 1

da un certo punto, l’azienda per aumentare la produzione vedrà aumentare i costi di produzione. Per

aumentare la produzione, l’azienda quando si trova nel punto in cui la curva ricomincia a salire, farà altri

investimenti, e si andrà a creare una nuova curva. Ad un certo punto si inizierebbero ad avere

investimenti decrescenti, e le curve inizierebbero a spostarsi in alto nel grafico. 28

Pagina |

Il costo congiunto è solitamente più basso, quindi fa abbassare le curve dei costi: se due o più

aziende lavorano insieme, ovviamente, i costi dei prodotti diminuiscono.

A parità di input, si potrà produrre di più!

Come sceglie l’azienda? Come si arriva alla curva di offerta? Un’azienda, dati questi

costi, come sceglie come produrre?

Le aziende non si trovano nella stessa condizione: sono perfettamente concorrenziali (o altamente), in

regime di monopolio, … La concorrenza non è mai perfetta, ma ci sono situazioni di mercato altamente

competitive; ci sono poi situazioni intermedie, quali l’oligopolio e la concorrenza imperfetta (o concorrenza

monopolistica). Perfetta concorrenza

La perfetta concorrenza è quel regime in cui il mercato vede imprese che non hanno potere

sul prezzo: le imprese possono entrare ed uscire liberamente nel mercato; i costi di ingresso e di uscita

sono irrilevanti. Un costo di ingresso è rilevante quando inserirsi nel mercato è estremamente costoso:

capitale tale da poter vendere al prezzo degli altri; un costo di uscita è rilevante quando bisogna, ad

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Pagina |

esempio, rivendere il capitale per uscire dal mercato: devo rivendere 25 camion speciali che ho acquistato

per trasportare cemento.

Il prodotto è omogeneo nella perfetta concorrenza: il prodotto quindi non è differenziato, e per il

consumatore quindi è indifferente comprare il prodotto della ditta A o della ditta B; i prodotti spesso

sono indifferenziati, ma il consumatore li differenzia a causa della pubblicità. In questo modo, però, il

mercato diventa non più perfettamente concorrenziale.

Ci sono mercati altamente concorrenziali: la perfetta concorrenza è quasi impossibile; ci sono

aziende for profit e not for profit. L’azienda not for profit utilizza i profitti per altro, quindi non è vero che

non vogliono fare profitto: sostanzialmente si pone nell’ottica di non distribuire gli utili agli azionisti,

ma piuttosto di reinvestire completamente i profitti. Quando si parla di profitto si intende quello

economico e non quello economico: ricavi totali – costi totali; il costo d’uso del capitale è un costo

opportunità: il profitto economico è quindi più basso del profitto contabile.

profitto

Π = TR – TC →

Il profitto economico è leggermente diverso dal profitto contabile, che è quello che risulterebbe

da un approccio contabile: la differenza è nei costi totali, in cui si devono considerare costi espliciti ed

impliciti, che sono i costi opportunità, che semplificando sono i costi d’uso del capitale.

Rendita: nel parlar comune, se qualcuno cede un bene di proprietà ad un soggetto, quest’ultimo

gli darà una rendita; questa non è la definizione economica: per l’economia, la rendita economica è la

differenza fra il pagamento effettivamente percepito dal proprietario di un fattore di produzione ed il prezzo di riserva,

cioè la somma minima che mi induce a cedere quel determin

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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Interdonato.Marco di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Trento o del prof Goglio Silvio.