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MACROECONOMIA

Le principali variabili macroeconomiche e la contabilità nazionale

Keynes nel 1936 pubblicò la sua opera più importante, "teoria generale dell'occupazione, dell'interesse e della moneta", facendo nascere la macroeconomia come una disciplina a sé stante.

I punti chiave sono la misura delle variabili macroeconomiche, i principali mercati economici e le tre variabili fondamentali (il PIL per tutti i mercati di beni e servizi, il tasso di disoccupazione per il lavoro, il tasso di inflazione per la moneta e i servizi finanziari).

Il più semplice sistema economico vede coinvolte solo le famiglie e le imprese: le prime consumano il bene e offrono lavoro alle imprese, in cambio di un finanziario, il reddito; le seconde producono il bene e domandano lavoro alle famiglie. Vi sono due circuiti: uno interno, detto reale, in cui si scambiano i servizi; uno esterno, detto finanziario. Le famiglie spendono il reddito generando un flusso finanziario.

periodo di tempo” in quanto è una grandezza di flusso: ilmonitoraggio può essere mensile, trimestrale o annuale.“all’interno di un determinato territorio” indica che il PIL misura laproduzione di beni e servizi avvenuta all’interno dei confini geografici di unpaese.Il tasso di inflazione è invece una grandezza di flusso che misura la variazionedel livello generale dei prezzi dei beni e servizi nel tempo. Viene calcolato come ilrapporto tra l’aumento percentuale dei prezzi rispetto all’anno precedente.Il tasso di disoccupazione, invece, è una grandezza di fondo o stock che misura ilnumero di persone disoccupate rispetto alla popolazione attiva. Viene calcolatocome il rapporto tra il numero di disoccupati e la popolazione attiva moltiplicatoper 100.Il PIL, il tasso di inflazione e il tasso di disoccupazione sono indicatori economiciche forniscono informazioni importanti sullo stato dell’economia di un paese.territorio”: è considerato il contesto territoriale più che nazionaleed è un’approssimazione del RNN.
PIN= PIL-A (ammortamenti, misura contabile del consumo e dell’usura dei benicapitali)
PNL= PIL+RNX (la differenza tra il guadagno di un italiano in Germania e ilguadagno di un pakistano in Italia)
RNL= PNL-IMPIND (la differenza tra le imposte indirette sulla produzione e sulleimportazioni e i contributi)
RNN= RNL-A“prezzi correnti”, cioè la produzione dei vari anni per i prezzi degli anni incorso, determinando il PIL nominale o finanziari; “prezzi costanti”, si hatenendo conto di un anno base ed il PIL cd reale, cioè depurato dalle variazionidel prezzo.
L’inflazione è un aumento generalizzato e continuativo del livello dei prezzi, perdistinguerla dagli incrementi isolati dei prezzi isolati. Sono necessarie duecondizioni: aumento dei prezzi generalizzato, cioè di un gran numero di beni diconsumo.ad aumentare deve essere un indice rappresentativo delle generalità dei prezzi del sistema economico; aumento persistente, che perduri per un certo periodo di tempo. L'inflazione è misurata tramite il tasso di variazione percentuale del livello generale dei prezzi, dato da pt- pt-1, fratto pt-1, * 100. Il punto cruciale è la misurazione del livello generale dei prezzi, attraverso opportuni indici di prezzo rappresentativi del livello generale dei prezzi di un paese: deflatore del PIL e indice dei prezzi al consumo (IPC). Il deflatore del PIL (Pt) è dato dal PIL nominale, diviso il PIL reale, per 100. Da "to deflate" sgonfia il livello generale dei prezzi. L'IPC è la media ponderata degli indici di prezzo dei beni del paniere, che attribuisce alla variazione di prezzo di ciascun bene o servizio un peso che ne misuri la rilevanza per i consumatori. Tale peso è dato dall'incidenza della spesa per ciascun bene sul totale della spesa.spesa per i consumi di un consumatore medio. L'IPC soffre di tre limiti: la struttura del paniere rappresentativo è supposta costante (non tiene conto degli effetti di sostituzione scaturiti dalla sostituzione di beni diventati più costosi con quelli più economici); non è in grado di tener conto dell'introduzione di nuovi beni o di beni caratterizzati da un elevato livello di qualità; l'idea del consumatore rappresentativo (la struttura tende a variare a seconda delle caratteristiche socio-economiche, demografiche e territoriali dei consumatori). Il deflatore del PIL e l'IPC presentano due differenze sostanziali: l'IPC considera i prezzi dei beni e servizi acquistati dai consumatori, mentre il deflatore tiene conto di tutti i beni e servizi prodotti; l'IPC considera anche i beni importati dall'estero, mentre il deflatore no. La deflazione si manifesta con una diminuzione del livello generale dei prezzi e il tasso di

variazione deve essere pari a un valore negativo. L'iperinflazione è quando il tasso di inflazione assume valori molto elevati, ad esempio intorno al 50% su base mensile.

I danni causati dall'inflazione sono: disturba il sistema dei prezzi relativi, infatti i beni per i quali l'aumento del prezzo nominale è minore diventano nel tempo meno cari, mentre quelli per cui è maggiore, diventano più cari. Vi è quindi una difficoltà ad interpretare i segnali del mercato; genera effetti di redistribuzione della ricchezza e del reddito, infatti alcune categorie di cittadini subiranno una perdita del potere di acquisto dei propri redditi, a vantaggio delle categorie più tutelate; la volatilità è alta e vi è quindi un'incertezza per gli operatori che tendono a diminuire la spesa per gli investimenti, con effetti negativi su PIL e occupazione.

La disoccupazione è una situazione che riguarda tutti gli individui che,

nell'arcodi un certo periodo di tempo, soddisfano simultaneamente tre condizioni: sono senza occupazione, sono disponibili a lavorare, cercano attivamente un'occupazione. Importante è il tasso di disoccupazione (U), cioè il rapporto tra il numero delle persone che, durante un certo periodo di tempo, sono disoccupate (D) e lo stock delle forze lavoro di un paese (FL), costituite dal numero complessivo di persone che, in un periodo di tempo, svolgono un'attività lavorativa (occupati, O) e coloro che sono alla ricerca di un posto di lavoro (disoccupati). Vi sono altri due indicatori: tasso di attività (TA= FL/POP*100) e tasso di occupazione (TO= O/POP*100). POP è lo stock di produzione di popolazione in età lavorativa. Questi due tassi contribuiscono a spiegare quale sia la quota delle persone in età lavorativa che, rispettivamente, è effettivamente disposta a lavorare e coloro che lavorano, contribuendo alla produzione delPIL di un paese. Esistono vari tipi di disoccupazione: - volontaria, cioè per propria scelta, perché il prezzo dei servizi lavorativi è troppo basso per le proprie esigenze; - involontaria, quando il lavoratore accetta di lavorare anche in cambio di un prezzo basso, ma vi è una scarsa domanda di lavoro da parte delle imprese; - frizionale, cioè il tempo nel BP tra la perdita del lavoro e il tempo per trovarne un altro analogo; - stagionale, legata alla variazione della domanda per un determinato bene (es. lavorare la stagione estiva); - strutturale, quando non c'è corrispondenza tra le caratteristiche dei lavoratori disponibili e i fabbisogni derivanti dalla tipologia di posti di lavoro offerti dalle imprese, nel LP; - tecnologica, cioè la diminuzione dei posti di lavoro data dall'avvento sempre più persistente delle tecnologie; - NAIURU (non accelerating inflation rate of unemployment), quando non vi è compatibilità tra il tasso di inflazione e il tasso di disoccupazione.salario richiesto dai lavoratori e il salario che le imprese sono disposte a concedere. Si distingue la disoccupazione di breve periodo (BP), quando i lavoratori entrano ed escono dallo stock dei disoccupati, e la disoccupazione di lungo periodo (LP), quando vi permangono per oltre 12 mesi. In parallelo ai disoccupati, vi sono i posti vacanti, cioè i posti di lavoro disponibili per i quali le imprese ricercano attivamente manodopera, specificando i requisiti necessari e il salario offerto. La Legge di Okun mette in relazione inversa il PIL e il tasso di disoccupazione: se il PIL aumenta, l'occupazione aumenta e la disoccupazione diminuisce. Il modello di determinazione del PIL si basa sul principio della domanda effettiva, cioè se la domanda aggregata aumenta, il PIL aumenta, quindi aumenta la produzione di beni e servizi, aumenta la manodopera impiegata e diminuisce la disoccupazione. La curva di Philips mette in relazione il tasso di inflazione e il tasso di disoccupazione, prevedendo un trade-off tra i due. Per diminuire la disoccupazione bisogna accettare i costi connessi ad un aumento dell'inflazione.maggiore inflazione e viceversa. > DA, > la produzione, < U e vi è una spinta a rialzo dei prezzi, >inflazione. Mentre < DA, > la produzione, > inflazione, > U. La contabilità nazionale descrive le principali transazioni economiche che intercorrono tra gli operatori del sistema economico, cioè le variazioni delle consistenze patrimoniali. Vi sono quattro conti principali: 1) Il conto della produzione che descrive il processo produttivo (PROD=CI+Y), ossia la somma dei consumi intermedi e il PIL a prezzi correnti; 2) Il conto della distribuzione del PIL, cioè l’insieme delle operazioni di distribuzione del lavoro aggiunto a favore dei fattori produttivi che partecipano alla produzione (Y= RLD+RLG+IMPIND), cioè la somma di imposte indirette, risultato lordo di gestione e redditi dei lavoratori dipendenti. 3) Il conto delle risorse e degli impieghi che descrive la relazione di equilibrio tra il complesso delle risorse e il complesso degli impieghi (RI=RI+RI+RI); 4) Il conto finanziario che descrive le operazioni finanziarie tra gli operatori economici (FIN=FIN+FIN+FIN). Questi conti sono fondamentali per comprendere l'andamento dell'economia di un paese e le sue dinamiche.

degli impieghi (Y=C+I+G+NX), ossia la somma di consumi, investimenti, spesa pubblica e la differenza tra esportazioni e importazioni che dà le esportazioni nette. Quando la domanda aggregata (DA) coincide con il PIL effettivo si raggiunge una situazione di equilibrio. La DA ha una relazione inversa con il prezzo e l'imposizione fiscale, mentre diretta con la variazione dell'offerta di moneta, della spesa pubblica e del reddito.

4) Il conto della formazione del capitale registra in entrata le risorse disponibili per finanziare gli investimenti lordi e in uscita le spese sostenute per la formazione del capitale. Si distinguono tre nozioni di risparmio: risparmio delle famiglie (S), risparmio pubblico (SG), risparmio del resto del mondo (SX). Il risparmio delle famiglie è dato dalla differenza tra entrate (reddito disponibile delle famiglie da utilizzare per le spese di consumo o per risparmiare, YD) e le uscite (le spese per i

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Publisher
A.A. 2021-2022
30 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher VanesMarz di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università del Salento o del prof Zamparini Luca.