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7)RELAZIONI TRA LE DIVERSE CAUSE DI INSUFFICIENZA DEL MERCATO
Le insufficienze del mercato non si escludono a vicenda, le varie insufficienze sono tra loro
collegate,per esempio i problemi di informazione sono causa dell’assenza di alcuni mercati,invece
le esternalità sono considerate come derivanti dalla mancanza di particolari mercati; se fosse
richiesto un pagamento ai pescatori, per lo sfruttamento dei banchi di pesca non vi sarebbero
fenomeni di pesca eccessiva.
3.3)RIDISTRIBUZIONE E BENI MERITORI
Le cause di fallimento conducono ad un risultato di inefficienza economica in assenza di intervento
pubblico, anche sè l’economia fosse Pareto-efficiente esistono 2 possibili motivazioni per l’
intervento pubblico:
1)La prima riguarda la distribuzione del reddito, i mercati di tipo concorrenziale possono dar
luogo ad una distribuzione del reddito molto sperequata, che può lasciare ad alcuni individui risorse
insufficienti per vivere.
2)la seconda motivazione per l’intervento pubblico in un economia efficiente deriva dalla
preoccupazione che l’individuo possa compiere azioni che non sono nel suo interesse. C’è chi
ritiene che lo stato dovrebbe intervenire nei casi in cui gli individui non agiscono apparentemente
secondo il proprio interesse. Es. gli individui continuano a fumare nonostante ciò sia dannoso per la
loro salute, essendone consapevoli. Il tipo di intervento richiesto dovrebbe essere più energico della
semplice diffusione di informazione. I beni meritori sono quei beni che lo stato costringe gli
individui ad utilizzare, come i caschi per i motociclisti, spesso viene indicato come paternalismo, il
punto di vista secondo cui lo stato dovrebbe intervenire perchè conosce ciò che è nell’interesse
degli individui meglio di quanto non lo sappiano loro stessi es. il fumo causa il cancro, i fumatori
malati di cancro vengono curati in ospedali pubblici imponendo un costo a chi non fuma, questo
problema può essere affrontato facendo pagare ai fumatori un imposta sulle sigarette. In contrasto
col paternalismo, molti economisti ritengono che lo stato dovrebbe rispettare le preferenze dei
consumatori,quindi si definisce libertalismo,il punto di vista, secondo cui lo stato non dovrebbe
interferire con le scelte dei singoli individui.
3.4)IL RUOLO DEL SETTORE PUBBLICO:DUE PUNTI DI VISTA
L’analisi delle attività del settore pubblico comprende due aspetti importanti:
l’approccio normativo che si occupa di stabilire cosa dovrebbe fare lo stato, e l’approccio positivo
che cerca di spiegare cosa fa lo stato e con quali conseguenze
3.4.1.) UN ANALISI DI TIPO NORMATIVO
In assenza di insufficienza del mercato e di beni meritori, lo stato deve preoccuparsi unicamente
della distribuzione del reddito(delle risorse), il sistema dell’impresa privata assicura che le risorse
saranno poi utilizzate in modo efficiente; se vi sono insufficienze del mercato (concorrenza
imperfetta, informazione imperfetta, esternalità etc)..si presume che il mercato non sia pareto –
efficiente,lo stato può intervenire nel mercato in primo luogo, aumentando l’interesse di qualcuno
senza peggiorare quello degli altri, ovvero, in modo tale da conseguire un miglioramento paretiano;
in secondo luogo, i processi politici e le strutture burocratiche di una società democratica sono in
grado di correggere l insufficienza del mercato e realizzare il miglioramento paretiano.
3.4.2)UN ANALISI DI TIPO POSITIVO
L’approccio alla comprensione sul fallimento del mercato da parte del settore pubblico è
un’approccio in gran parte di tipo normativo.,esso ci fornisce un criterio per individuare le
situazioni nelle quali lo stato dovrebbe fare qualcosa.
Un’analisi di tipo positivo, si focalizza sulla descrizione, delle conseguenze dei programmi pubblici
e della natura dei processi politici
Guardando a come un programma è strutturato e realizzato si riescono ad individuare le forze
politiche in azione e i veri obbiettivi di quel programma meglio di quanto non sia possibile fare
guardando agli obbiettivi dichiarati delle leggi.
PRODUZIONE PUBBLICA E BUROCRAZIA
Il ruolo del settore pubblico nella produzione:
Molti beni pubblici sono prodotti da imprese private, ma vi sono molti beni privati quali servizi
postali,che sono prodotti dal settore pubblico. Nel passato,la gran parte dei governi hanno scelto di
assumere direttamente la gestione dell’industria, erogando direttamente i servizi telefonici o
elettricità, in alternativa alla produzione diretta dei beni, il settore pubblico può regolamentare le
imprese private per es. controllando i prezzi, in modo da garantire che esse non esercitino il loro
potere di monopolio, difatti storicamente è sempre accaduto che una sola impresa abbia fornito
servizi postali e una sola società abbia fornito servizi telefonici,in tali circostanze senza l’intervento
pubblico una sola impresa,sarebbe in grado di esercitare un potere di mercato a danno dei
consumatori, negli ultimi anni si è verificato un cambiamento nelle politiche, dalla produzione
pubblica si è passati alla produzione privata regolamentata, tale fenomeno è noto come processo di
privatizzazione.
7.1) IL MONOPOLIO NARURALE. LA PRODUZIONE PUBBLICA DI BENI PRIVATI
La più rilevante insufficienza del mercato si verifica quando i mercati non sono concorrenziali, un
motivo per l’assenza di concorrenza è rappresentato dall’esistenza di rendimenti crescenti di scala,
cioè di una situazione in cui il costo medio di produzione diminuisce all’aumentare della quantità
prodotta, in un caso del genere l’efficienza economica richiede che il numero di imprese operanti
nel settore sia limitato.
i monopoli naturali sono industrie in cui i rendimenti crescenti siano così rilevanti da richiedere la
presenza di una sola impresa, quindi è efficiente avere un unico produttore. es. nell’ erogazione
dell’acqua il costo maggiore è rappresentato dalla rete delle tubature idriche, una volta installate le
tubature i costi aggiuntivi associati all’erogazione di acqua ad un individuo addizionale sono
relativamente poco importanti. Sarebbe inefficiente avere due reti idriche, una affianco all’altra, ove
la prima servisse un edificio e la seconda quello accanto altri es. monopoli naturali sono: elettricità
la televisione via cavo, il gas naturale
7.1.1)CONCETTI ECONOMICI FONDAMENTALI DEL MONOPOLIO NATURALE
Nella figura 7.1 sono rappresentate la curva del costo medio e la curva di domanda per un
monopolio naturale vedi pag.190 del libro per il grafico
E’ efficiente avere una sola impresa,dato che il costo medio di produzione diminuisce all’aumentare
della quantità prodotta, in tali situazioni a fine di garantire l’efficienza dell’industria , non è
possibile affidarsi all’operare del meccanismo concorrenziale,ed è proprio la mancanza di
concorrenza che costituisce una delle ragioni principali della produzione pubblica di beni
privati,una possibile alternativa alla produzione pubblica è la regolamentazione. l’efficienza
richiede che il prezzo sia uguale al costo marginale, ma in tal caso l impresa produrrebbe in perdita
se fissasse un prezzo uguale al costo marginale, dato che quest’ultimo è inferiore al costo medio
quando il costo medio ha un andamento decrescente. Una raccomandazione avanzata in tale
situazione è che lo stato conceda un sussidio all’industria e imponga all’impresa di fissare un prezzo
uguale al costo marginale. La maggior parte dei governi ha cercato di rendere queste industrie
autosufficienti, imponendo ai monopoli naturali a gestione pubblica di operare nel punto di profitto
nullo (un punto di intersezione tra la curva di domanda e quella di costo medio).
Il punto di profitto nullo: è esattamente il punto in cui i monopoli naturali possono operare
nell’ ipotesi che vi sia concorrenza potenziale effettiva, che esista cioè la possibilità di nuovi
ingressi nel mercato, se un impresa tenti di imporre un prezzo superiore al costo medio di
produzione ove fosse facile entrare ed uscire dall’industria, questa impresa sarebbe
immediatamente sottoposta alla minaccia di ingresso nel mercato da parte di qualche concorrente
che è disposto a fornire il prodotto ad un prezzo inferiore, difatti,il potenziale concorrente potrebbe
entrare nel mercato e fornire il prodotto ad un prezzo remunerativo, non preoccupandosi della
reazione della prima impresa, la presenza di una sola impresa non implica di per se la possibilità di
esercitare un potere di monopolio, nei limiti in cui vi siano concorrenti potenziali, quella singola
impresa deve fissare un prezzo uguale al costo medio.
L’ EFFETTO DEI COSTI NON RECUPERABILI: i costi non recuperabili rappresentano quel
tipo di costi che una impresa che esce dal mercato non può recuperare, La maggior parte delle spese
per ricerca e sviluppo, rappresenta un costo non recuperabile, invece sono costi recuperabili,es. un
aeroplano che può essere facilmente venduto ad un'altra compagnia aerea,i costi non recuperabili
sono così importanti poichè creano un asimmetria sostanziale tra un impresa già presente nel
mercato ed una che non lo è. Il concorrente potenziale non si trova, nella stessa posizione
dell’impresa che già opera sul mercato, in quanto quest’ultima ha già sostenuto spese che non può
più recuperare. I costi non recuperabili funzionano da barriera all’ingresso sul mercato e
conferiscono all’impresa già impiantata un grado di potere monopolistico. Il monopolista è in una
posizione che gli consente di sfruttare i consumatori, non temendo il pericolo di nuovi ingressi
fisserà il prezzo ad un livello tale da massimizzare i suoi profitti che corrisponde al punto in cui il
ricavo aggiuntivo ottenuto dalla vendita di unità addizionale, (il ricavo marginale) è uguale al costo
marginale di produzione, il profitto per unità di prodotto sarà pari alla differenza tra il prezzo e il
costo medio.
I MONOPOLI NATURALI A PRODUZIONE MULTIPLA
I monopoli naturali si caratterizzano per la produzione di un solo bene, l’industria se non è
sovvenzionata deve fissare un prezzo superiore al costo marginale, se il monopolio naturale produce
vari beni affinchè l’impresa sia in pareggio, i prezzi devono essere fissati, in media superiori al
costo marginale. In generale quando il prezzo di un servizio viene aumentato, il consumo di quel
servizio diminuisce, ma un incremento dell’1% del prezzo ha un effetto di riduzione della domanda
di dimensioni maggiori per alcuni beni e minori per altri, i beni la cui domanda è più sensibile a
variazioni del prezzo sono definiti beni con domanda elastica al prezzo. nella figura 7.2A pag.193
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