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Sraffa critica la concezione marginalista del capitale come fattore produttivo scarso e la corrispondente concezione del

saggio di interesse come prezzo da pagare per l’utilizzo di questo fattore. Sraffa sottolinea che il termine capitale indica in

realtà non un bene specifico ma un insieme di beni diversi utilizzati come mezzi di produzione ma che sono a loro volta

prodotti. Quindi il valore del capitale può variare sia perché cambiano le quantità dei vari beni utilizzate o perché varia il

loro prezzo. Inoltre critica l’esistenza di una relazione decrescente tra valore del capitale e saggio del profitto, pochè

l’aumento del primo non implica la diminuzione del secondo.

Le curve di indifferenza

Strumenti principali di analisi di Pareto sono le curve di indifferenza: nel piano cartesiano ne esistono infinite e indicano

diversi livelli di soddisfazione del consumatore. Consideriamo 2 beni e supponiamo che ciascun consumatore, data la

quantità consumata dell’altro, preferisca la situazione corrispondente a una quantità consumata maggiore. Indichiamo

sull’asse delle ascisse e delle ordinate le quantità consumate dei 2 beni X e Y . Dato un qualsiasi punto P1 nel piano ,

esistono infiniti punti nel piano che il consumatore considera inferiori ad esse e che esistano altrettanti infiniti punti che il

consumatore considera esse indifferenti rispetto a P1. questi danno luogo a una linea continua detta curva di indifferenza

che separa il piano in 2 aree: quella dei punti preferiti a P1 (area tratt orizzontale) e quella dei punti rispetto al quale il

consumatore preferisce P1 (area tratt verticale). Per ogni punto del piano passa una e una sola curva di indifferenza (come si

vede considerando i punti P2 e P3): nel nel punto P1 passassero 2 curve di indifferenza risulterebbe violato il principio che i

consumatore preferisce consumare quantità maggiori di un bene. Le curve di indifferenza presentano tre essenziali

regolarità di comportamento: sono inclinate negativamente, man mano che si riduce la quantità consumata di uno dei 2 beni

aumenta la quantità consumata dell’altro; ordinamento crescente delle curve di indifferenza, man mano che ci si sposta

verso l’alto e verso destra incontriamo curve di indifferenza che corrispondono a livelli di soddisfazione più elevati; le curve

di indifferenza sono convesse verso l’origine degli assi.

L’equilibrio del consumatore

Il problema del consumatore consiste nello scegliere le quantità da acquistare in modo da ottenere la massima soddisfazione

possibile. La soluzione consiste nel trovare il punto di equilibrio da acquistare dei 2 beni che corrisponde al punto di

tangenza tra la curva di indifferenza e la retta del bilancio (La retta di bilancio individua l'insieme delle combinazioni in cui

il consumatore spende interamente il suo reddito per acquistare il bene 1 ed il bene 2. I punti al di sotto della retta del

vincolo di bilancio individuano altre combinazioni dei beni. In questi casi, tuttavia, il consumatore non spende interamente

il suo reddito. I punti al di sopra del vincolo di bilancio individuano, invece, dei panieri di consumo che vanno oltre le

possibilità di spesa del consumatore e che, pertanto, sono irraggiungibili Infatti attraverso il punto di tangenza troviamo la

).

curva di indifferenza con soddisfazione maggiore in base al nostro reddito.

Effetto sostituzione ed effetto reddito

Quando il reddito o il prezzo dei beni và a modificarsi anche l'equilibrio del consumatore varia. Nel caso in cui aumenta il

reddito (effetto reddito) e quindi il potere d'acquisto del consumatore possiamo trovarci di fronte a 2 casi differenti. Nel

primo caso ,quello + ricorrente, x e y sono due beni complementari ed aumentano entrambi e si ottengono così generalmente

curve crescenti. Nel secondo, con i cosiddetti beni inferiori l'aumento di un bene comporta la diminuzione dell'altro (carne

vs patate Irlanda 800).Una variazione del prezzo invece comporta prima un effetto reddito perché visto ke x è diminuito

posso raggiungere una curva di indifferenza + alta poi un effetto sostituzione che comporta un aumento del consumo del

bene il cui prezzo è diminuito e quindi uno spostamento lungo la curva di indifferenza.

Le elasticità di domanda ed di offerta al prezzo

Per studiare quanto variano l’offerta e la domanda la variare del prezzo dobbiamo utilizzare il concetto di elasticità al prezzo

della domanda e dell’offerta. L’elasticità è data dal rapporto della variazione percentuale dell’offerta (o domanda) e dalla

variazione percentuale del prezzo. Se il rapporto è inferiore a 1 si dice che l’offerta è elastica mentre se è minore di 1 si dice

che l’offerta è anelastica o rigida. Se invece l’elasticità è pari a 1 abbiamo le curve a spesa costante.

Inoltre possiamo vedere le variazioni della quantità domandata dei vari beni al crescere del reddito: le curve di Engel (beni

primari,beni di lusso, beni di consumo durevoli).

La legge di Walras

Walras analizza l’equilibrio economico generale tenendo conto delle relazioni che esistono tra i mercati dei vari beni. La

relazione dal lato della domanda: il consumatore può spostarsi da un bene all’altro a seconda dei prezzi. Relazione dal lato

dell’offerta: il produttore può spostarsi da un bene all’altro e può variare le dosi dei mezzi di produzione impiegate. Quindi

domanda e offerta sono espressi in funzione del prezzo del bene e di tutti gli altri beni. La legge di Walras spiega che se si

hanno n beni, quindi n mercati, i prezzi di n-1 beni assicurano l’equilibrio tra domanda e offerta sui primi n-1 mercati

automaticamente assicurano l’equilibrio anche sull’n-esimo mercato.

L’equilibrio dell’impresa nella teoria marginalista

Per determinare l'equilibrio dell'impresa andiamo ad analizzare il costo medio (c) e il costo marginale (m) che prima

diminuiscono e poi aumentano (andamento ad U). Nel caso di concorrenza l'impresa non può influire sul prezzo k è costante

e la quantità di prodotto offerta da ciascuna impresa aumenta al crescere del prezzo. La curva del costo marginale interseca

il costo medio nel punto di minimo. La quantità di equilibrio dell'impresa è determinata dall'intersezione del costo marginale

(c) con il prezzo (p), mentre l'intersezione tra costo medio e costo marginale determinano il massimo profitto unitario.

Equilibrio dell'impresa ed equilibrio dell'industria nel breve e nel lungo periodo nella teoria marginalista

Nel breve periodo (non si costruiscono nuovi impianti e il numero delle imprese è fisso) possiamo determinare la curva di

offerta dell'industria semplicemente sommando le curve di tutte le imprese e per ogni bene il prezzo viene determinato in

base al punto di incontro delle curve della domanda e dell'offerta.

Nel lungo periodo (possono entrare nuove imprese nel mercato etc) non è possibile che le imprese registrino solo perdite

altrimenti uscirebbero dal mercato. La presenza di un profitto su quel mercato attira nuove imprese e con l'aumento della

domanda c'è una diminuzione del prezzo fin quando i profitti scompaiono. Con l'assenza di profitto si interrompe ingresso

di nuove imprese. Graficamente la retta del prezzo (p) è scesa fino a passare per il minimo della curva del costo medio (c).

Equilibrio del produttore nella teoria marginalista

Il produttore analogamente al consumatore deve trovare l'equilibrio ottimale tra quantità di lavoro e quantità di capitale da

utilizzare nel processo produttivo. Utilizzando un grafico cartesiano ed applicando il principio di produttività marginale

otteniamo le curve che si chiamano isoquanti i cui punti corrispondono a uno stesso livello di produzione. Gli isoquanti

hanno le stesse caratteristiche delle curve di indifferenza e infine ci sono le rette degli isocosti simili alla retta del bilancio.

Il punto di equilibrio, quindi la produzione massima possibile è data dall'isoquanto k interseca l'isocosto in un solo punto e

quindi gli è tangente.

Equilibrio del monopolista

Nell'impresa monopolistica rispetto alla situazione in cui c'è concorrenza il prezzo non è + un dato esterno e le variazioni di

produzione dell'impresa risultano sensibili per il mercato. Più l'impresa produce e + il bene diventa economico, quindi il

ricavo totale aumenta + lentamente della produzione. L'impresa quindi continuerà a produrre finché il ricavo marginale non

sarà uguale al costo marginale raggiungendo il punto di equilibrio. Il grafico quindi è diverso rispetto al caso di

concorrenza, infatti il prezzo è decrescente, è presente una nuova retta del ricavo marginale (r) che scende + rapidamente del

prezzo ed il punto di equilibrio è dato non + dal prezzo ma dall'incontro del costo marginale e il ricavo marginale.

Equilibrio dell'impresa in concorrenza perfetta

nella concorrenza perfetta nessuna impresa è abbastanza grande da influenzare il mercato quindi l'impresa analizzata è di

modeste dimensioni. Inoltre i prezzi dei mezzi di produzione e della prodotto vengono considerati dati. Prima determiniamo

i ricavi e i costi (costo medio e costo marginale) e poi cerchiamo il punto di equilibrio sul grafico. (vedi domanda

precedente equilibrio dell'impresa)

La determinazione del prezzo in oligopolio (nel modello di Sylos)

Nelle industrie oligopolistiche le imprese già presenti sul mercato possono ottenere extra-profitti senza che altre imprese

siamo spinte ad entrare e questo è dovuto dalle barriere all’entrata del mercato. Nell’oligopolio Concentrato il prodotto

delle varie industrie è omogeneo e c’è spazio solo per un numero limitato di grossi impianti. Le barriere all’entrata sono la

differenza tra il prezzo corrente e quello che ci sarebbe in condizioni di libera concorrenza quindi gli extra-profitti.

Nell’oligopolio differenziato ogni impresa specializza il proprio prodotto e riesce a garantirsi un certo grado di fedeltà.

L’altezza delle barriere all’entrata nel settore è determinata dalle spese per conquistare la clientela e creare un nuovo

marchio (pubblicità). (da un punto di vista grafico la scelta del prezzo si realizza con il break-even poit)

L'oligopolio differenziato

L’oligopolio differenziato ha come fattore principale che ostacola l’ingresso l’esistenza di un mercato specifico per ogni

impresa all’interno dell’industria. A differenza dell’oligopolio concentrato i prodotti non sono completamente identici e

ogni impresa riesce a garantirsi un certo grado di fedeltà della propria clientela utilizzando il proprio marchio e la

pubblicità. Quindi non è solo il prezzo ad influenzare l’acquirente ma anche il marchio dell&rsq

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
6 pagine
13 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher fralex91 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Naldi Nerio.