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Legge dei rendimenti decrescenti

In pratica, in questo caso, qualora si dovesse decidere tra il punto A ed il punto B, bisognerebbe conoscere i costi relativi ai fattori K e L.

Prodotti (Q) La produttività marginale è decrescente, quindi l'isoquanto è convesso. Il contributo della produzione aumenta meno che proporzionalmente.

1 = prima unità lavoro.

2 = più che raddoppia: bisogna lavorare almeno con due persone poiché oltre le due persone l'aumento marginale dei prodotti decresce. Si dice che è un aumento economicamente rilevante.

3 = meno che triplo

4 = poco di più

5 = dà fastidio

N° lavoratori (L)

Lezione 8K Riducendo il capitale di una certa quantità, sono necessarie via via aggiunte di lavoro crescenti per ottenere lo stesso risultato produttivo: a fronte delle stesse diminuzione sull'asse delle Y si debbono avere aumenti sempre maggiori sull'asse X. Andando verso destra gli incrementi.

Sono maggiori perché la curva è convessa. Se passo da A a B il contributo marginale è basso. Se passo da B a C devo avere una quantità di L maggiore. È necessaria una piccola variazione marginale per coprire il capitale perso precedentemente.

Nel primo grafico il contributo che dà il lavoratore è decrescente, così come il fattore o input marginale. Per comprendere meglio la perdita marginale abbiamo spostato l'asse delle ordinate verso destra.

Nel secondo grafico viene rappresentata un'operatività marginale minore, poiché ci si trova ad operare con fattore lavoro eccessivo. Al contrario, l'operatività marginale sarà maggiore se ci troviamo ad operare con poco lavoro.

Isoquanti ed isocosti: un'isoquanto si dice convesso rispetto all'origine perché esiste la legge dei rendimenti marginali decrescenti. K, Q e Q sono costanti. Questi isoquanti rappresentano una Q precisa.

A mano a mano che ci si allontana dall'origine la produzione è maggiore. Non sono parallele, ma non si incontrano mai, come avveniva per le curve di indifferenza, ma, mentre nelle curve di indifferenza la soddisfazione non poteva essere misurata, per gli isoquanti possiamo determinare dei valori di produzione. Un insieme di isoquanti forma la mappa oQ1. Sono infinite. Negli isoquanti ogni punto esprime una combinazione di K/L con lo stesso costo totale. Q0 LL produce W dove W è il salario costante (wages). W e r sono costanti. K produce r (interessi: rate of interest). Problema di massimo vincolato: Quale Q posso ottenere con tot costi? K TC = costo totale (T, W, r e Q sono sempre costanti). TC = WL + rK. TC - WL = rK se TC - rK = WL. TC/r K = TC / R - W / R. Questa è una funzione rettilinea del tipo: y = a - bx. LTC/W. La quantità dove l'isocosto è tangente con l'isoquanto è.l'isoquanto Q. Esso esprime la Q ideale da produrre. Un qualsiasi punto sull'isoquanto più esterno è una combinazione troppo costosa. Tutti gli isoquanti (Q) che toccano l'isocosto in due punti rappresentano una combinazione inferiore alla massimizzazione della produzione. Tali punti consentono di ottenere una quantità Q non desiderata. Nel punto di equilibrio l'inclinazione dell'isoquanto è uguale a quella dell'isocosto perché sono tangenti. Saggio marginale di sostituzione tecnica dK / dL = - W / r questa formula della derivata esprime la sostituibilità tra due input, mantenendo costante la quantità prodotta. Esempio: se fosse dK / dL = - ½ significherebbe che ho la necessità di sostituire un'unità di K con due di L. Questa uguaglianza dice che, in condizioni di equilibrio, il saggio deve essere uguale al rapporto tra i prezzi dei due input con segno negativo. Problema di

minimo vincolato

Quali costi devo sostenere per produrre tot?

KTC /r4

TC /r A3

Questi isocosti hanno la particolare pendenza – W / r.

TC /r TC < TC2 1 2D TC = WL + rK => TC / r; TC = WL + rK => TC / r;1 1 2 2etc.

TC /r E1

Si scelga sempre la tecnica del punto di equilibrio.

CB L

Problemi di massimo e minimo vincolato

Se io volessi espandermi (in un’ottica di statica comparata, non di tempo) andrebbe sempre bene la stessa tecnica?

Procederei come segue:

 Individuazione della tecnica migliore per espandersi

 Definizione dei costi di espansione

 Conseguenze dell’espansione

KTC /r4 La combinazione ottima è quella dell’isocosto tangente all’isoquanto.

TC /r sentiero d’espansione di LP3 I punti di intersezione tra gli isocosti e gli isoquanti possono essere letti come la combinazione di due input che mi consente o di TC /r2 massimizzare la quantità o di minimizzare il costo. Le combinazioni sono diverse, per es: la seconda

combinazione che consente di produrre di più ma con costi maggiori: sono tecniche K, E, E3, 4 fisso TC / r1 L.

Via o sentiero dell'espansione dell'impresa di lungo periodo. Tutti i punti del sentiero sono punti di equilibrio.

Via o sentiero dell'espansione di breve periodo. Esiste un solo punto di equilibrio (E3: il punto in cui la retta K fisso incontra il sentiero di lungo periodo), gli altri impongono una correzione.

A questa via dell'espansione rimane solo una possibilità ed il capitale rimane fisso. L'impresa può usare il K nell'asse delle ordinate quindi non ottiene nulla.

Se l'impresa riesce a massimizzare K con il punto di tangenza E riesce ad avere l'equilibrio. Se è in E3 produce tanto, ha costi alti e non è in situazione di equilibrio, solo nel lungo periodo può modificare E3 in E4.

Non è detto che espandendo la produzione convenga utilizzare le stesse tecniche.

Questa è una

funzione che parte dall'origine (0 produzione = 0 costi), è di lungo periodo perché tutti gli input possono cambiare compresi quelli fissi.

Lungo e breve periodo: Q in funzione del TC e viceversa sono relazioni rilevanti e crescenti. Quando tutti i C sono variabili (quindi tutti gli input), la funzione di TC ha un andamento crescente.

Lungo periodo Nel primo grafico all'aumentare della Q prodotta il TC aumenta con tasso TC QT di variazione prima decrescente e poi crescente, è concava e deve partire dall'origine (produzione 0 = costo 0).

Il secondo grafico rappresenta una funzione convessa rispetto all'origine e il TC è il costo degli input variabile.

QT TC

Breve periodo

VC QT

QT VC (costo variabile)

Nel breve periodo è possibile distinguere i costi fissi dai costi variabili perché i primi saranno legati ai costi fissi e viceversa. I costi fissi sono gli unici costi del breve periodo (non esistono nel lungo periodo) che non possono essere cambiati.

L è un costo variabile del breve periodo.

VCFC TC Somma verticale VC + FC (è costante) = TCVC

Per eseguire la somma verticale sul grafico basta traslare la curva dei costi variabili considerando FC come asse delle ascisse la retta dei costi fissi.

Ipotesi di massimizzazione del profitto in concorrenza perfetta. Quale la Q?

Siamo nel caso del price taker: il prezzo non può essere cambiato (P = costante)

Π = profitto = TR (P Q) – TC => vale sempre anche se non siamo in concorrenza perfetta.

* TCTR TRTC π = 0

Π dTC / dQ decrescente π = max dTC / dQ crescente

π = 0FC Qe Q-FC

Condizioni di equilibrio: dTR / dQ = dTC / dQ

π = π (Q)

Π = TR (Q) – TC (Q) =>La differenza tra due funzioni va misurata verticalmente, la più alta differenza si ha nel punto in cui le due tangenti sono parallele.

La derivata del TC deve essere crescente altrimenti se fosse decrescente saremmo in massima perdita.

dπ / dQ = dTR / dQ – dTC / dQ = profitto

Il caso della perdita nel breve periodo.

Questo caso tratta di una perdita secca: come si vede dal grafico, i costi totali sono maggiori dei ricavi totali.

Nel breve periodo, però, all'imprenditore non conviene terminare la propria attività perché avrebbe una perdita ancora maggiore pari ai costi fissi (AO).

Produce, invece, la quantità E, minimizzando la perdita.

Appunti realizzati da Davide Benza e Francesco D'Auria

TR TC TRTC π = 0 Il ricavo totale ha la caratteristica di essere crescente in maniera π dTC / dQ decrescente proporzionale alla Q; poiché la formula P x Q è quindi una retta π = max dTC / dQ crescente che parte dall'origine ed è positivamente inclinata. La distanza verticale Q* è uguale alla quantità di equilibrio che massimizza il profitto. π = 0 FC Per avere il profitto massimo ⇒ dπ / dQ = 0⃳dTR / dTC = dTC / dQ Rmg = Cmg ⇒ Rmg = P ⇒ Cmg = P Questo avviene in

concorrenza perfetta nel breve periodo.
Q* Q-FCTC TC VC Nei punti A e B il valore medio e marginale sono uguali.
C'è il punto di flesso per cui il valore marginale è minimo.
Il grafico superiore rappresenta le grandezze totali mentre quello inferiore le medie, per cui non sono grandezze paragonabili.
C A TC = FC + VC Cmg = dTC / dQ = dFC / dQ + dVC /dQ poiché la derivata di una costante è 0 è uguale a 0 + dVC / dQ.
FC B Il costo totale varia al variare del costo variabile. Il costo marginale esprime la variazione del costo totale o del costo variabile in corrispondenza di una variazione di Q1. TCme = TC / Q infatti è una media.
Q1 Q2 QCmg Per calcolare il valore medio di una funzione bisogna misurare l'ampiezza TCme dell'angolo congiungente ogni punto della curva con l'origine degli assi.
VCme Cmg FCme TCme VCme A assume valore minimo in corrispondenza della tangente.
Nel punto B la tangenza avviene prima.
A' VCme e TCme siavvicinano ma il VCme è sempre inferiore al TCme. La funzione del FCme è di tipo y = K/x dove K è la costante. Diminuisce all'aumentare della Q ed è la differenza tra TCme e VCmeB' ("segmenti spessi"). C'è FCme Q Cmg, TCme e VCme sono 3 funzioni ad "U". Questo risultato vale in qualsiasimercato. In concorrenza perfetta Cmg = P. Il profitto si ha nel punto P per cui Cmg > TCme Caso del prezzo P' (perdita media): L'al
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A.A. 2002-2003
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Novadelia di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia Politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Non --.