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CLIENTI

Se l'impresa decide di vendere ad un prezzo minore avrebbe moltissimi clienti ma sarebbe incapace di servirli tutti data la capacità produttiva limitata.

DECISIONI DELL'IMPRESA CONCORRENZIALE

CHIUDERE O RIMANERE IN ATTIVITÀ?

RIMANE IN ATTIVITÀ:

  • In questo caso la curva del costo medio incrocia la curva del ricavo medio.
  • Dove la curva AC è sopra la curva AR l'azienda dovrebbe chiudere.
  • Dove la curva AC è sotto la curva AR l'azienda dovrebbe rimanere in attività.

REGOLA DI CHIUSURA:

L'impresa chiude se la curva di costo medio è interamente al di sopra del ricavo medio.

In questo caso, la curva del costo medio (AC) è completamente sopra alla curva del ricavo medio (AR).

CHIUSURA NEL BREVE PERIODO:

La curva di costo medio di breve periodo (ACsr) è interamente al di sopra di AR (prezzo).

L'impresa mantiene l'impianto inattivo, perché nell'ipotesi che...

L'impianto non ha un uso alternativo, il prezzo non copre nemmeno il costo del lavoro.

CHIUSURA NEL LUNGO PERIODO: nel lungo periodo non ci sono spese irredimibili.

Per alcuni livelli di output: ACsr < AR (prezzo copre il costo variabile di breve periodo)

Per tutti i livelli di output: AClr > AR (prezzo non copre il costo variabile di lungo periodo)

Il prezzo riesce a coprire i costi di breve periodo (es. i costi del lavoro) ma non quelli di lungo periodo.

L'IMPRESA RIMANE ATTIVA NEL BREVE PERIODO, MA CHIUDE QUANDO L'IMPIANTO SI ESAURISCE. L'IMPRESA ESCE DAL MERCATO.

IN CASO DI ATTIVITÀ, QUANTO PRODURRE?

REGOLA DEL PROFITTO MARGINALE: l'impresa in attività produce l'output che rende uguali il costo e il ricavo marginali MC = MR. Es. In questo caso la regola del profitto marginale impone la produzione di 60.

La curva del costo medio (AC) è interamente sotto la curva del ricavo medio (AR), all'impresa conviene.

rimanere in attività poiché i ricavi sono maggiori dei costi (AR>AC). La curva del costo marginale (MC) taglia la curva del costo medio (AC) nel punto di minima. Si produce 60 perché quello è il livello di produzione che rende uguale il costo e il ricavo marginale (MC=MR).

IL PROFITTO MASSIMO – LA CURVA DI OFFERTA INDIVIDUALE

Q = 60 LIVELLO DI PRODUZIONE CHE RENDE IL MASSIMO PROFITTO

Se l'impresa producesse meno di 60 avremmo che il prezzo/ricavo marginale sarebbe maggiore del costo marginale. Q<60 P>MCsr. Non conviene produrre meno di 60, poiché il prezzo è maggiore del costo marginale (implica un aumento sia dei ricavi che dei costi). Essendo il prezzo maggiore del costo marginale i ricavi crescono più dei costi. Producendo una unità in più il profitto aumenta.

Se l'impresa producesse una quantità superiore a 60 avremmo che il prezzo/ricavo marginale sarebbe minore del costo marginale. Q>60

MCsr→Essendo il prezzo minore del costo marginale i costi diminuiscono più dei ricavi. Producendo una unità in meno il profitto aumenta. Il profitto non può essere aumentato se P = MCSR: ottimo.

CURVA DI OFFERTA DI BREVE PERIODO

Curva che per ogni livello di prezzo indica la quantità offerta dall'impresa sotto il vincolo che la quantità può essere cambiata solo attraverso variazioni dell'input lavoro. Es. Se il PREZZO AUMENTA, l'impresa, per rispettare la regola MC=MR, cambia il livello di produzione. Al nuovo prezzo 23, la quantità che massimizza il profitto è 65. La nuova quantità ottima è 65. La curva MCsr indica il nuovo livello di produzione. L'impresa passa da 60 a 65 unità grazie ad un maggiore impiego di lavoro. Al variare del prezzo l'impresa si muove lungo la curva MCsr. Se il prezzo diventa inferiore al costo medio minimo l'impresa chiude. Se il prezzo di mercato

èinferiore al costo mediominimo, la decisione ottimadell’impresa è la chiusura.

P<P* CHIUSURASe il prezzo di mercato èsuperiore al costo mediominimo, l’impresa deveprodurre la quantitàindividuata dalla curva delcosto marginale. La curva diofferta coincide con MCsr.

P>P* ATTIVITA’CURVA DI OFFERTA NEL LUNGO PERIODOCurva che per ogni livello di prezzo indica la quantità offerta, l’impresa può variarel’output variando l’impiego di tutti gli inputs.Es. La derivazione grafica e il disegno dellacurva di offerta nel lungo periodo sonoidentici a quelli di breve periodo.

La curva di Costo marginale di lungoperiodo (MClr) taglia nel punto minimo lacurva del costo medio di lungo periodo(AClr).Se il prezzo di mercato è inferiore alcosto medio minimo (AClr) l’impresaCHIUDE ed esce dal mercato e i lavoratorivengono licenziati.

P*<AClr Q= 0 CHIUSURA Se il prezzo di mercato è superiore

al costo medio minimo, l'impresa produce una quantità positiva. Nella parte evidenziata in grassetto, la parte della curva MClr identifica la curva dell'offerta di lungo periodo: P* < Aclr Q > 0

ATTIVITÀ → → Ssr = curva di offerta del breve periodo Slr = curva di offerta del lungo periodo

La curva di offerta del breve periodo/supply short run (Ssr) è più rigida (ripida) rispetto alla curva di offerta di lungo periodo (più elastica - piatta). Questo perché i costi marginali di breve periodo aumentano più velocemente di quelli di lungo.

Nel breve periodo i costi marginali aumentano per effetto del congestionamento dell'impianto fisso. Nel lungo periodo, l'impianto non è fisso ma dimensionato in modo ottimale. La reazione rispetto a variazioni di prezzo è maggiore nel lungo periodo rispetto al breve periodo.

L'impatto della riduzione di prezzo sulla quantità prodotta è contenuto nel breve periodo.

mentre sarà più ampio nel lungo periodo. Questo a causa della maggiore rigidità della curva di offerta del breve periodo rispetto a quella del lungo periodo.

LA CONCORRENZA PERFETTA

MERCATO DI CONCORRENZA PERFETTA:

  • I VENDITORI SONO PRICE TAKERS: non fanno il prezzo
  • GLI ACQUIRENTI SONO PRICE TAKERS: non fanno il prezzo
  • I VENDITORI NON ASSUMONO COMPORTAMENTI STRATEGICI: NON c'è interdipendenza tra imprese e non si fanno previsioni e contromosse

INTERDIPENDENZA TRA IMPRESE: quando la decisione di un'impresa può avere un impatto sui profitti di un'altra impresa

PREVISIONI E CONTROMOSSE: è la risposta all'interdipendenza tra imprese. Le aziende che subiscono impatti sui profitti da parte di un'altra impresa organizzano delle contromosse per non perdere profitto.

L'ENTRATA NEL MERCATO È LIBERA: chiunque voglia entrare nel mercato per poter vendere può entrare.

IMPORTANZA DEL MERCATO DI CONCORRENZA

PERFETTA

Nonostante siano pochi i mercati di concorrenza perfetta, che soddisfano ogni requisito è importante studiarne la sostanza perché:

ALCUNI MERCATI SI AVVICINANO ALLA CONCORRENZA PERFETTA, anche se non presentano tutte le caratteristiche. Ad esempio, il mercato delle commodities è la forma di mercato più efficiente (rappresenta un benchmark per valutare l'efficienza degli altri tipi di mercato).

MERCATI REALI CHE SODDISFANO I REQUISITI DEL MERCATO DI CONCORRENZA PERFETTA:

  • NEL MERCATO DEVONO OPERARE MOLTI ACQUIRENTI E CIASCUNO DI ESSI DEVE ESSERE DI PICCOLA DIMENSIONE RISPETTO AL MERCATO (ACQUIRENTI PRICE TAKERS)
  • NEL MERCATO DEVONO OPERARE MOLTI VENDITORI E CIASCUNO DI ESSI DEVE ESSERE DI PICCOLA DIMENSIONE RISPETTO AL MERCATO (VENDITORI PRICE TAKERS)
  • I VENDITORI PRODUCONO BENI OMOGENEI
  • GLI ACQUIRENTI SONO BEN INFORMATI SUI PREZZI

VENDITORI PRICE TAKERS (Se la clientela abituale di un venditore non è informata sui prezzi praticati dagli altri venditori, il venditore ha la possibilità di fare il prezzo)

ASSENZA DI BARRIERE ALL'ENTRATA ENTRATA NEL MERCATO LIBERA EQUILIBRIO DI CONCORRENZA PERFETTA NEL BREVE PERIODOBREVE PERIODO NUMERO IMPRESE DATO:IMPIANTO INPUT FISSO: L'ingresso di nuove imprese richiede investimenti per la costruzione di un impianto che non è possibile affrontare nel breve periodo.USCITA DAL MERCATO: l'impresa può decidere di mantenere l'impianto inattivoEQUILIBRIOTRADIZIONALEo non ci sono forze che provocano una variazione del prezzo non ci sono eccessi di domanda ed offertaALTERNATIVA (J. Nash): dato il prezzo, c'è equilibrio quando nessuno agente ha incentivo a deviareDATO IL PREZZO, NESSUN CONSUMATORE HA INCENTIVO A CAMBIARE LA QUANTITA' ACQUISTATA:in quel Mercato, ogni consumatore osserva il prezzo

P* e decide quanto acquistare. La quantità acquistata non è casuale ma è quella che massimizza la sua utilità. Questa quantità è indicata dalla sua curva di domanda individuale in corrispondenza di P*. Q* rappresenta la somma delle quantità ottime acquistate da tutti i consumatori dato P*.

DATO IL PREZZO NESSUNA IMPRESA HA INCENTIVO A:

  • CAMBIARE LA QUANTITÀ PRODOTTA: Ogni impresa osserva il prezzo P* e decide quanto vendere. La quantità venduta non è casuale ma è quella che massimizza il profitto.
  • Al prezzo P*, le decisioni ottime degli agenti sono compatibili. Compatibili: la quantità complessivamente domandata coincide con quella offerta. In conclusione, dato P* nessuno agente desidera deviare.

EQUILIBRIO DI BREVE PERIODO: è dato dall'incrocio tra la curva di domanda e la curva di offerta di mercato. Nel breve periodo l'equilibrio è caratterizzato da 2 variabili:

  • PREZZO
  • QUANTITÀ

equilibrio la quantità domandata è uguale a quella offerta.

CURVA DI DOMANDA DI MERCATO: è data dalla somma orizzontale delle curve di domanda dei singoli acquirenti.

CURVA DI OFFERTA DI MERCATO: è data dalla somma orizzontale delle curve di offerta delle singole imprese.

EQUILIBRIO

Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
92 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher c.barcelli di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Universita telematica "Pegaso" di Napoli o del prof Piccirilli Giulio.