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MISURE NOMINALI E MISURE REALI:

problema di dover dare un valore alle cifre che leggiamo sugli articoli economici del giornale.

Il PIL italiano a fine anno 2016 è 1000 euro Eq2016.p2016 q=quantità prodotte

PIL italiano a fine anno 2018 è 2000 euro Eq2018.p2018 p= prezzi

Non posso dire che l’Italia è più ricca poiché io calcolo il PIL a prezzo correnti, e le grandezze a

prezzi correnti si chiamano nominali.

Le misure reali contrastano con quelle nominali. Immaginiamo che il 1000 del 2016 è il

prodotto di 100 computer prodotti per 10 euro ciascuno, stessa cosa per il 2018 solo che il

prezzo raddoppia. Se io guardo solo le grandezze nominali non me ne accorgo. Allora devo

usare il metodo a prezzi costanti:fisso il prezzo a livello dell’anno base e continuo a usare quei

prezzi lunga tutta la serie. Per trovare il PIL reale faccio il prodotto della quantita del 2018 con

il prezzo dei prodotti del 2016, e vedo che il PIL non cambia affatto. Se percepiamo 1000 euro

al mese a gennaio 2017 e abbiamo un livello dei prezzi medi pari a x=500euro per l’affitto

quindi 500 sono disponibili. Il salario realmente sono due affitti e 500 a gennaio è il nostro

salario. A febbraio 2017 ci danno 2000 euro, il nostro salario è raddoppiato, se raddoppia anche

l’affitto il nostro salario non cambia, poiché con un salario ci paghiamo comunque due affitti. E

qui ci interessano i salari reali e non quelli nominali.

INFLAZIONE: aumento generale dei prezzi non motivato da alcun cambiamento nella natura

dei prodotti, spesso non è simultaneo.

Cause: sono molto varie: DOMANDA, COSTO, O DA CONFLITO DISTRIBUTIVO:

 DOMANDA si ha quando in pieno impiego delle risorse, o piena occupazione, assenza

totale di disoccupazione, se ci fosse il pieno impiego, un aumento della domanda dei

beni da parte dei consumatori non può generare un aumento dell’offerta perche è

impossibile produrre di più poiche mancano le risorse e quindi si crea una tensione della

domanda dell’offerta, tale per cui si produce un aumento dei prezzi non giustificato

(inflazione).

 COSTI: causata da un improvviso aumento dei costi di produzione in un determinato

settore. È vero che se aumenta i costi cambia anche il prodotto poiché accade solo in un

solo settore, ma non è assolutamente vero a tutti gli effetti poiché è probabile che si sia

formato un monopolio che ha deciso di aumentare i prezzi in quel determinato settore.

Quindi può dipendere dal cambio del prodotto, dalla scarsità del prodotto o dall’aumento

del prezzo del lavoro.

 CONFLITTO DISRIBUTIVO: se aumenta il prezzo del lavoro come in quella da

COSTO, aumenta quella del prodotto, e se il sindacato non vuole l’aumento dei prezzi, il

sindacato obietta. Riabbassano i prezzi ma dopo due mesi lo stesso prezzo viene rialzato.

Sarà un processo che non avrà mai fine. Può dare luogo a enormi spirali inflazionistiche.

Scala mobile-> prima in Italia dove i salari erano perfettamente indirizzati all’aumento

dei prezzi

DEFLAZIONE: abbassamento generale dei prezzi non motivata da alcun cambiamento della

natura dei prodotti.

DISINFLAZIONE: riduzione del ritmo dell’inflazione.

DISSOCCUPAZIONE: altro fenomeno noto. Mancanza di piena occupazione di lavoratori. Per

piena occupazione si intende la piena occupazione di tutti coloro che hanno età (e voglia) di

lavorare.

POPOLAZIONE ITALIANA che comprende la POPOLAZIONE IN ETA’ DA LAVORO (15-

69 anni)-> a sua volta comprende la POPOLAZIONE ATTIVA data dalla somma degli

OCCUPATI + DISOCCUPATI. I DISOCCUPATI, sono coloro che cercano lavoro ma non lo

trovano, dati dalla somma di DISOCCUPATI INVOLONTARI + DISOCCUPATI

FRIZIONALI.

La popolazione in età da lavoro comprende anche l’inoccupato volontario, lo scoraggiato e il

lavoratore a nero.

Disoccupati frizionali, nei tempi di mezzo tra ricerca del lavoro e momento in cui lo si trova, o

quando si cambia lavoro e nei mesi in mezzo non se ne ha uno. Disoccupazione involontaria,

include sia in senso stretto (scoperta da Keyens) e quella strutturale. (Entrambe le tipologie

sono involontarie, non dipendono dalle frizioni o dalla volontà della persona. Quella vera e

propria è causata da un’insufficienza della domanda gregata (???) (le imprese producono meno

di quanto dovrebbero produrre, poca domanda di prodotti, poca domanda di manodopera,

disoccupazione).

Un altro tipo di disoccupazione di tipo involontario è quella strutturale. Dipende

dall’inadeguatezza dell’offerta di lavoro (ps domanda di lavoro è quelle delle imprese verso i

lavoratori, l’offerta è quella del lavoratore all’impresa) la tipologia di competenze non è

adeguata al sistema produttivo che esiste. (tipico dei grandi periodi di transizione)

Es. post prima rivoluzione industriale, da agricoltura a industria, sicuramente ci sarà

disoccupazione strutturale perché le persone dovranno riqualificarsi sul mercato del lavoro.

(abituati a fare i contadini da sempre, devono improvvisarsi operai senza averne le competenze,

situazione di stallo per circa 20 anni)

Domanda e offerta

Assumono un ruolo diverso a seconda delle teorie. Ci sono però definizioni generali di questi

due concetti e della legge della domanda e dell’offerta.

 Domanda: quantità domandata di un certo bene o servizio (può essere individuale, se

solo relativa a un individuo, quella aggregata, è la sommatoria di tutti i beni individuali o

servizi individuali). Esiste una relazione di domanda, in generale, che lega la domanda al

prezzo. (copiare grafico su domanda e prezzo) (se la domanda di mele sale

indipendentemente dal prezzo, la funzione si sposta a destra) (se la funzione è QD= 5-

Fp, se il prezzo è 0 la domanda è 5. Più la domanda è condizionata dal prezzo, più la

retta tende a essere orizzontale.) Domanda è sicuramente una relazione (legata al prezzo,

dove tutte le altre informazioni che non sono il prezzo, fanno sì che la retta si sposti, se

aumenta per ragioni esogene la retta si sposta in parallelo, a parità di prezzo, si muovono

altre causanti).

 L’offerta è la quantità bene che un’impresa o produttore è in grado e vuole offrire sul

mercato. Ha un andamento opposto rispetto alla domanda (è crescente rispetto al prezzo)

(copiare funzione offerta e prezzo) perché il produttore è disposto a offrire di più se

guadagna di più su un prodotto. A livello aggregato, più i prezzi sono alti più per i

produttori è conveniente produrre beni e servizi coprendo costi di produzione anche più

alti.

Legge della domanda e dell’offerta ci dice che il prezzo di mercato si situa nel punto di

incontro tra una funzione di domanda e una di offerta. Questa legge ci dice che ogni

volta che aumenta la domanda per motivi esogeni, il prezzo deve aumentare, così come

ogni volta che aumenta l’offerta per ragioni esogene (ci dice che esiste un prezzo di

equilibrio dato dall’intersezione tra domanda e offerta). Tutte le teorie concordano nel

definire il prezzo di equilibrio, tuttavia per una teoria, quella marginalista, questo non

solo è un prezzo di equilibrio, bensì anche un prezzo naturale dei beni e dei servizi; per

la teoria classica, la legge della domanda e dell’offerta spiega soltanto i prezzi di

mercato (il prezzo naturale non ha niente a che vedere con esso). La teoria classica non

utilizzava le funzioni, enunciava tutto a logica senza cercare di dimostrarlo

graficamente. Il prezzo è la leva che porta continuamente in equilibrio i mercati. Il

prezzo è ciò che fa convergere in un punto intermedio le richieste dei domandanti e la

disponibilità degli offerenti. Per produrre di più, l’offerente ha bisogno di un incentivo di

prezzo. A volte a parità di prezzo, aumentano sia la domanda che l’offerta (il

domandante vuole 6 mele, l’offerente può offrirne 6 allo stesso prezzo perché ha il

magazzino pieno, non ci rimette e non ha bisogno di un incentivo.) O cambia il prezzo o

cambiano le quantità o entrambi.

Due modi alternativi: o come l’offerta risponde spostandosi a sua volta, o come costruire

la curva di offerta (più la facciamo orizzontale più stiamo dicendo che il produttore è

bendisposto a cambiare l’offerta senza neanche bisogno che il prezzo aumenti, se fosse

del tutto verticale, non si può/non si vuole offrire di più, non ci sono beni in più da

produrre, non si offre qualcosa in cambio, si alzano semplicemente i prezzi.) (copiare

grafico) offerente aumenta le quantità per ragioni esogene, la nuova quantità vede un

piccolissimo decremento di prezzo (da 5 a 4,8). Domanda solitamente è elastica, se è

totalmente rigida non si riesce ad aumentarla in termini di quantità, nemmeno

abbassando i prezzi (crollo dei prezzi come conseguenza, ne risente il produttore, se è

sveglio l’anno dopo taglia la produzione per cercare di non ritrovarsi nella stessa

situazione). Solitamente è l’offerta a poter essere rigida, la domanda è difficile che

accada. Mercato saturo rappresenta la situazione dell’offerta verticale. Se tutti i fattori

della produzione, si ha un’offerta verticale, eventuali aumenti della domanda, a parità di

quantità genererebbero aumenti di prezzo.

Prezzo naturale e prezzo di mercato. Prezzo naturale di una merce è quel prezzo che la merce

avrebbe in assenza di tensioni dal lato della domanda e dell’offerta e in condizioni di

concorrenza normale. Il prezzo di mercato invece è il prezzo che la merce assume

concretamente di volta in volta sui mercati effettivi, come risultato o di temporanee tensioni tra

domanda e offerta oppure di situazioni non concorrenziali. Prezzo naturale è un concetto

astratto che non troviamo quasi mai nei mercati effettivi.

Efficienza ed equità

L’efficienza economica è un concetto molto ampio che racchiude varie sfumature. Una delle

sfumature è quella dell’efficienza tecnica produttiva, capacità di minimizzare i costi dato un

certo prodotto o massimizzare un prodotto dato un determinato costo. Questo tipo di efficienza

presenta diversi aspetti: uno riguarda le capacità di imprenditoriali e lavorative dei soggetti che

producono, cioè quella di tipo organizzativo,

un’altra riguarda la forma che i mercati hanno (situazioni in cui è conveniente che su un

mercato produca una sola impresa, per esempio nel caso delle economie di scala passare da

10 automobili a 1000, i costi di produzione diminuiscono, in queste situazioni dal punto di vista

strutturale il monopolio ottimizza i cos

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
35 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ely96thebest di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Dorato Lorenzo.