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Estratto del documento

La liberalizzazione della moneta

1990-1992:

Prima fase della liberalizzazione completa dei movimenti di capitale:

  • Tutte le valute vengono messe in una banda stretta con oscillazioni attorno al 2,25%
  • Divieto di finanziamento monetario del deficit pubblico
  • Indipendenza dalla Banca Centrale (non si deve imporre nulla alla BC, quindi deve essere escluso che possa finanziare con la moneta il deficit pubblico)

Il trattato di Maastricht fissa i principi su cui basarsi.

 si

 deve

 basare

 la

 Moneta

 Unica

 •I

 tedeschi

 voglio

 una

 moneta

 solida

 come

 la

 loro

 e

 voglio

 una

 BCE

 che

 sia

 come

 la

 Bundesbank:

 Che

 controlli

 la

 stabilità

 dei

 prezzi

 Ø Che

 controlli

 rigorosamente

 l’offerta

 di

 moneta

 e

 non

 permettere

 che

 sia

 sporcata

 dai

 Ø rapporti

 con

 i

 governi

 

 1993-­‐1998:

 SECONDA

 FASE

 Viene

 istituito

 l’ISTITUTO

 MONETARIO

 EUROPEO

 –

 un

 inizio

 di

 Bce

 • Adozione

 dei

 programmi

 di

 convergenza

 da

 parte

 dei

 vari

 Paesi.

 I

 programmi

 • prevedono

 l’obiettivo

 di

 inflazione

 contenuta

 e

 l’obiettivo

 di

 un

 deficit

 contenuto

 per

 poter

 partire

 con

 l’istituzione

 della

 Bce

 tutti

 dallo

 stesso

 livello.

 

 

62

1998

 

Patto

di

Stabilità

fissa

gli

obiettivi

di

convergenza

a

cui

tutti

i

Paesi

si

dovevano

àadeguare:

Debito/PIL

<=

60%

o Deficit/PIL

<=

3%

 

o

tendenza

a

questi

valori

oSempre

in

questi

anni

viene

creato

 il

 Sistema

 Europeo

 di

 Banche

 Centrali

 

 1999:

 TERZA

 FASE

 11

 Paesi

 fanno

 parte

 del

 progetto

 e

 si

 fissa,

 a

 partire

 dai

 Paesi

 con

 i

 requisiti

 di

 convergenza

 richiesti,

 L'IRREVOCABILE

 tasso

 di

 cambio

 della

 moneta

 unica

 e

 si

 crea

 l'EURO.

 

 Nel

 2001

 entra

 la

 Grecia

 a

 far

 parte

 dell'unione

 monetaria.

 Nel

 202

 in

 Germania

 inizia

 la

 circolazione

 delle

 banconote.

 Dal

 2001-2004

 Francia

 e

 Germania

 in

 primis

 e

 gli

 altri

 dietro

 (Italia,

 Spagna,

 Grecia,

 Portogallo)

 hanno

 sforato

 i

 limiti

 di

 deficit

 previsti

 dagli

 accordi

 anche

 se

 la

 Commissione

 Europea

 avrebbe

 dovuto

 controllare.

 

 NB

 l'Inghilterra

 non

 aderisce

 perché

 in

 questo

 modo

 mantiene

 il

 proprio

 mercato

 senza

 mettersi

 in

 concorrenza

 con

 il

 mercato

 borsistico

 di

 Francoforte

 e

 di

 Parigi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 63

 Lo

 Statuto

della

Banca

Centrale

Europea

Art.

105

del

trattato:

“ l’obiettivo

principale

è

mantenere

la

stabilità

dei

prezzi

poi

si

può

contribuire

ad

altri

obiettivi..”

Il

paradigma

teorico

di

riferimento

della

Politica

Monetaria

delle

Bce

si

basasostanzialmente

sull’impostazione

AS-­‐AD

di

breve

e

medio

periodo.

Questo

paradigma

si

rifà

ai

prezzi:

AS-­‐AD

sottolinea

una

neutralità

delle

Politiche

Monetarie

nel

lungo

periodo

 (la Politica Monetaria agisce solo sui prezzi) Nel breve periodo sono possibili Shock sui Prezzi che vanno contrastati dalla Politica Monetaria per evitare che si affermino processi inflazionistici o deflazionistici

I BENEFICI DELLA STABILITÀ DEI PREZZI

  1. Se il livello dei prezzi cambia molto gli operatori non riescono più a percepire le variazioni dei prezzi relativi, ma sono proprio i prezzi relativi ad essere importanti per

 l’allocazione

 delle

 risorse.

 Se

 il

 sistema

 è

 confuso

 dall’inflazione

 il

 mercato

 non

 riesce

 ad

 allora

 efficacemente

 le

 risorse;

 in

 questo

 modo

 la

 produttività

 e

 la

 crescita

 ne

 risentono.

 

 2. La

 stabilità

 dei

 prezzi

 +

 una

 BC

 credibile

 nel

 mantenere

 la

 stabilità

 riduce

 il

 rischio

 e

 stimola

 gli

 investimenti.

 Il

 premio

 per

 il

 rischio

 di

 inflazione

 si

 aggiunge

 al

 tasso

 di

 interesse

 reale

 

 se

  premio

 per

 il

 rischio

 

 tasso di interesse effettivo 

 I. à à à↓ ↓ ↑3. L’inflazione favorisce la speculazione ai danni del credito 

 la stabilità lo agevola. 

 à4. L’inflazione è una tassa per i contribuenti perché le aliquote sono fisse e relative al reddito nominale. Se il reddito nominale 

 ma quello reale 

  

 le famiglie pagano più à↑ ↓tasse 

 la stabilità riduce l’inflazione e sfavorisce questo

 meccanismo.

 à5. L’inflazione

 è

 una

 tassa

 sulla

 moneta

 liquida

 e

 introduce

 costi

 “della

 suola

 delle

 scarpe”.

 Con

 l’inflazione

 non

 si

 tiene

 moneta

 e

 si

 va

 spesso

 a

 prenderla

 (consumando

 le

 scarpe)

 

 la

 stabilità

 aiuta.

 à6. L’inflazione

 corrode

 la

 società

 perché

 porta

 alla

 redistribuzione

 iniqua

 della

 ricchezza

 e

 del

 reddito;

 arricchisce

 molto

 i

 produttori

 (i

 price

 setter)

 a

 scapito

 dei

 consumatori

 (price

 taker)

 

 stabilità

 aiuta

 la

 società.

 à7. Sia

 l’inflazione

 che

 la

 deflazione

 possono

 creare

 rischi

 di

 instabilità

 finanziaria.

 Infatti,

 l’inflazione

 si

 trasmette

 agli

 asset

 e

 crea

 bolle

 ed

 entrambe

 possono

 generare

 un

 sovraccarico

 di

 debito

 per

 i

 debitori

 e

 creare

 un

 circuito

 vizioso

 di

 inflazione

 da

 deficit.

 

 Attraverso

 L’OBIETTIVO

 DI

 STABILITÀ

 DEI

 PREZZI

 la

 Bce

 manda

 un

 messaggio

 serio:

 non

 è

 vero

 che

 questo

 obiettivo

 va

contro altri obiettivi come avere redditi alti, avere tassi di crescita, ecc. Non c'è alcun conflitto tra
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Publisher
A.A. 2012-2013
121 pagine
3 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/11 Economia degli intermediari finanziari

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Gidan8 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia Monetaria e dei Mercati Finanziari e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Milano o del prof Nardozzi Giangiacomo.